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La Russia e Wikipedia

Discussioni su quanto avviene su questo piccolo-grande pianeta. Temi della guerra e della pace, dell'ambiente e dell'economia globale.

La Russia e Wikipedia

Messaggioda franz il 25/08/2015, 20:50

La Russia blocca Wikipedia per un articolo sull’hashish. Poi ci ripensa
Durata qualche ora la stretta sul web russo. L’enciclopedia online non è mai piaciuta al Cremlino

25/08/2015

Nuovo colpo alla libertà di informazione in Russia: ha chiuso per alcune ore la versione russa di Wikipedia, uno dei siti più visitati del Paese (1,5 mln di collegamenti l’ora), reo di aver pubblicato un articolo sul charas, un tipo di hashish prodotto dall’estrazione della resina di cannabis.

Roskomnadzor, l’agenzia federale per i mass media, le ha ordinato di bloccare la pagina incriminata ma l’enciclopedia universale ha spiegato che il protocollo protetto usato (https) non lo consente e sarà costretta a bloccare tutte le risorse. Si è allungato così l’elenco delle decine di siti già bloccati, tra cui quello degli oppositori Alexiei Navalni (su LiveJournal) e Garry Kasparov (Kasparov.ru), Grani.ru. Dopo qualche ora però è arrivata la retromarcia: l’agenzia federale ha tolto il bando, dicendo che la voce incriminata era stata modificata e non violava più la decisione di un tribunale.

L’articolo in questione infatti era stato vietato a giugno da una corte di Astrakan, con una inedita sentenza censoria su un contenuto di Wikipedia. Nei giorni scorsi il direttore esecutivo di wikimedia.ru, Stanislav Kozlovski, aveva difeso la pubblicazione sottolineando che si basa su informazioni riprese dal sito dell’Onu e su fonti accademiche.

Che alle autorità russe non piacesse l’enciclopedia online promossa da una fondazione Usa non era un mistero: alla fine del 2014 la Biblioteca presidenziale, intitolata al defunto presidente Boris Yeltsin, aveva annunciato il progetto di creare insieme alla Biblioteca nazionale di Russia e all’associazione russa delle biblioteche «una alternativa a Wikipedia», ritenendo che quella attuale non abbia «sufficienti informazioni dettagliate e affidabili sulle regioni russe e sulla vita del Paese». Della serie: le informazione sulla Russia le fornisce la Russia.

La decisione di ieri - anche se poi di fatto rientrata - sembra confermare la tentazione di un giro di vite contro il web russo, una delle ultime isole di libertà e critica in un Paese forgiato sempre più da una martellante propaganda di Stato e da un controllo diretto o indiretto dei mass media. In estate è stata approvata la legge sul cosiddetto diritto all’ oblio su internet, in base alla quale i motori di ricerca come Google, su richiesta dei cittadini interessati, sono obbligati a cancellare i link contenenti informazioni che li riguardano ritenute non più attuali o diffuse violando la legislazione: oppositori e blogger temono che dietro quella che altrove appare come una battaglia di civiltà si possa nascondere il tentativo di rimuovere le informazioni negative riguardanti i politici.

Ma in primavera Roskomnadzor si era già scagliato contro Google, Facebook e Twitter minacciando multe e divieti se non avessero bloccato le pagine internet con quelli che le autorità russe considerano «contenuti estremisti» e non avessero condiviso le informazioni sul traffico online.

Vita dura anche per i blogger come Navalni, l’oppositore numero uno di Putin: quelli con almeno 3000 utenti al giorno, sono stati equiparati ai mass media e ai loro obblighi di verificare l’attendibilità delle informazioni diffuse, di non violare la privacy dei cittadini, di evitare pubblicazioni di carattere estremista. Dal febbraio 2016, invece, scatta il divieto per gli stranieri di detenere più del 20% in qualsiasi media russo: uno sgambetto alla stampa più scomoda, contro l’influsso della «propaganda occidentale». In compenso il Cremlino inietta finanziamenti sempre più ingenti nei media statali e promuove fabbriche di troll, come quella smascherata recentemente dalla giornalista freelance russa Liudmila Savchuk.

(L’articolo è stato aggiornato alle ore 20 per includere il cambio di decisione dell’agenzia russa)

http://www.lastampa.it/2015/08/25/ester ... agina.html
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Re: La Russia e Wikipedia

Messaggioda trilogy il 25/08/2015, 22:35

Non sapevo cosa fosse. Comunque chi ha scritto la pagina sembra piuttosto entusiasta del prodotto :mrgreen:
In ogni caso wikipedia è uno strumento straordinario, ma
se lo legge qualche proibizionista nostrano sono spinelli amari per tutti...
https://it.m.wikipedia.org/wiki/Charas
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