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Quando gli aiuti ai diseredati vanno a finire male

Discussioni su quanto avviene su questo piccolo-grande pianeta. Temi della guerra e della pace, dell'ambiente e dell'economia globale.

Quando gli aiuti ai diseredati vanno a finire male

Messaggioda franz il 24/08/2015, 21:09

Rights Reporter

A proposito di poveri palestinesi. Ecco la nuova modesta casetta che Abu Mazen si è fatto costruire a Rammalh. E' costata (di soldi europei per lo sviluppo) solo 13 milioni di dollari e oltre all'immancabile piscina (si sa, in Palestina manca l'acqua) ha anche due eliporti. Proprio una cosa modesta.


Non so ancora se è una bufala o meno..... aiutatemi voi a scoprirlo.
La fonte è schierata ma questo non vuol dire per forza bufala.
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abu_mazen_villa.jpg
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Re: Quando gli aiuti ai diseredati vanno a finire male

Messaggioda pianogrande il 25/08/2015, 1:43

Google non dà niente per nuova casa Abu Mazen; neanche in inglese.

Dato lo stile della casa che non mi sembra abbia molto del gusto locale per noi un po' kitsch e la improbabile collocazione (manca solo che ci disegnino il bersaglio a cerchi concentrici) in un contesto in cui la sicurezza è un parametro portante, propenderei decisamente per la bufala.

Arrivo perfino a supporre che Franz sappia benissimo che di bufala si tratti e la curiosità diventa perché l'ha postata.
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Re: Quando gli aiuti ai diseredati vanno a finire male

Messaggioda franz il 25/08/2015, 7:48

Il sospetto che di bufala si tratti è forte ma in ogni caso Ramallah è la sede (provvisoria) dell'autorità palestinese, una sorta di sede governativa con palazzi ufficliali. https://it.wikipedia.org/wiki/Ramallah
Cercando "bufala casa abu mazen ramallah" non trovo nulla.
Cercando con google earth non vedo nessun edificio simile a Ramallh ma spesso mancano case nuove degli ultimi due o tre anni anche dalla mie parti, quindi non vuol dire.
L'ho postata, col beneficio del dubbio, per vedere se qualcuno è piu' bravo di me a smascherare un'eventuale bufala, anche perché oggi non ho tempo, fino a sera.
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Re: Quando gli aiuti ai diseredati vanno a finire male

Messaggioda annalu il 25/08/2015, 12:59

Non so dove tu abbia preso la fotografia, ma è una mezza bufala, non una bufala totale, purtroppo.
Prima di tutto, non è una costruzione eseguita, ma un progetto, però il progetto esiste davvero:
Dal sito del PECDAR (Palestinian Economic Council for Development and Reconstruction):
The Presidential Guest Palace in Surda, Ramallah
The goal of this project is to establish the Presidential Guest Palace in Surda, Ramallah within an area of 4,700m2, along with a building for the Presidential Administration and Guards with an area of 4,000m2, the construction process includes also preparing the surrounding area and two helipads, the project will be constructed over a land area of 27,000m2.
Immagine
The Presidential Guest Palace in Surda, Ramallah
Sector Served : Public Facilities
Duration Of Implementation 2 Years
Region Ramallah-West Bank
No. Of Projects 5
Allocated Budget ($ Million) 13
Source Of Funding Self Financing- Ministry of Finance


Come si vede, si tratta di un progetto faraonico e direi fuori luogo, ma almeno si tratterebbe di un edificio pubblico e non di una abitazione personale.
L'immagine che riporta Franz l'ho trovata sul sito di un blogger pro-Israele accompagnata dalle ovvie critiche, ma si parla pur sempre di quello stesso progetto, e le critiche da parte di molti forse contribuiranno a far sì che l'edificio non venga mai costruito.

Ragazzi, in rete c'è tutto, basta cerecare!!! ;)
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Re: Quando gli aiuti ai diseredati vanno a finire male

Messaggioda pianogrande il 25/08/2015, 16:52

Se lo realizzano sarà una triste dimostrazione del fatto che da quelle parti la democrazia non è immatura come da noi ma ancora ben lontana.
Una popolazione di morti di fame (detto con tutto il rispetto ma è la realtà) che si ritrovasse davanti una manifestazione di potere così spudorata, non potrebbe non tenerne conto in elezioni che presentassero alternative reali e distanti da una mentalità del genere.
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Re: Quando gli aiuti ai diseredati vanno a finire male

Messaggioda franz il 25/08/2015, 17:33

Non so valutare se quello che si vede nella foto che ho postato è un "rendering" (quindi un intarsio di un progetto disegnato in 3D con lo sfondo reale) ma ho trovato un altro articolo che ne parla. Stessa fonte decisamente "schierata", però.


http://www.rightsreporter.org/la-coloss ... lestinese/

Un vero e proprio tsunami di soldi destinati allo sviluppo e alla promozione della democrazia palestinese sparito nei conti svizzeri dei boss palestinesi o ad armare il terrorismo. Questa è la tragica verità a cui è arrivato il deputato americano Kevin McCarthy, leader della maggioranza al Congresso in visita a Ramallah.

Dalla nascita della Autorità Nazionale Palestinese (ANP) uscita dagli accordi di Oslo come strumento per arrivare ad uno Stato palestinese democratico e moderno che vivesse in pace a fianco di Israele, gli Stati Uniti hanno donato oltre 4,5 miliardi di dollari per promuovere la democrazia palestinese. Quello che invece ha potuto constare il deputato Kevin McCarthy è che non solo di democrazia non vi è alcuna traccia, ma che quel fiume di denaro è semplicemente sparito nel nulla senza che la popolazione palestinese ne abbia minimamente usufruito. Ai miliardi americani vanno aggiunti quelli donati per progetti di sviluppo dall’Unione Europea, un argomento che abbiamo già trattato con la Commissione Europea e che tratteremo ancora nelle prossime settimane con un dettagliato rapporto sui progetti di sviluppo a cui erano destinati i soldi europei e mai implementati.

Difficile fare un calcolo preciso dell’ammontare totale dei soldi donati alla Palestina da USA ed Europa (ai quali vanno aggiunti decine di miliardi arabi) anche perché c’è una fortissima resistenza, specialmente da parte dell’Unione Europea, a fare chiarezza sui numeri precisi, ma parliamo di decine di miliardi di dollari che sarebbero dovuti andare nella costruzione di ospedali, scuole, in progetti per promuovere l’agricoltura e il commercio palestinese, una cifra esagerata che nemmeno le più grandi nazioni in via di sviluppo africane hanno mai visto nemmeno da lontano. Eppure di tutto quel mare di soldi non vi è più traccia e questo anche grazie a una miriade di cosiddette “Organizzazioni Non Governative” (ONG) compiacenti che si sono prestate e che si prestano alla colossale truffa palestinese.

La cosa paradossale è che questa truffa colossale avviene praticamente alla luce del sole. Tutti ne sono perfettamente consci ma nessuno proferisce parola. Ieri sulla nostra pagina Facebook e su Twitter abbiamo pubblicato la fotografia della nuova residenza di Abu Mazen a Ramallah, una super villa costata ben 13 milioni di dollari, dotata di ogni comodità immaginabile, dalla piscina a ben due eliporti. A poco sono valse le scuse accampate dalla ANP secondo cui quella casa sarebbe destinata ad ospitare incontri ufficiali e quindi gli ospiti internazionali, a Ramallah tutti sanno che quella villa sarà la residenza di Abu Mazen, lo stesso Abu Mazen che spende ben 25.000 dollari per un paio di scarpe fatte a mano in Italia. Un lusso sfrenato che fa a pugni con la condizione di vita dei palestinesi ma che nessuno osa denunciare, quasi fosse un tabù.

La nuova villa di Abu Mazen, a Ramallah. [Stessa immagine già nota, NDR]

Ma i lussi di Abu Mazen sono solo la punta visibile di quell’iceberg che è la colossale truffa palestinese, è quello che non si vede a pesare nel processo di pace. Si è deciso di tenere deliberatamente la popolazione palestinese nella miseria e nella arretratezza più assoluta perché diversamente cadrebbe il mantra più importante, quello che vuole Israele come responsabile di questa assurda situazione. In anni e anni di donazioni a pioggia elargite ai palestinesi non è stato costruito un solo ospedale, una sola scuola (tutte sono gestite dalla UNRWA), un solo acquedotto, una sola centrale elettrica, non è mai stata implementata una sola strategia di sviluppo, sia commerciale che civica. Decine di miliardi di dollari che non sono serviti a nulla se non a rimpinguare i conti svizzeri della dirigenza palestinese. E in tutto questo Israele non c’entra nulla.
Le gravi responsabilità di USA e Unione Europea

Ma se si vuole affrontare questo problema con un minimo di serietà non si può non partire dalle gravi responsabilità che pesano sui donatori, in primis su Stati Uniti e Unione Europea. Quello che affermiamo in queste righe non è certo una novità, persino i filo-palestinesi più accaniti non lo possono negare. Eppure sia gli Stati Uniti che l’Unione Europea continuano imperterriti a finanziare la truffa palestinese, nonostante il fallimento di questa linea sia davanti agli occhi di tutti. Perché? La risposta è drammaticamente semplice: perché un popolo palestinese tenuto nella arretratezza e nella povertà si può facilmente manipolare e il business della truffa palestinese può andare avanti all’infinito, un business che dipende prima di tutto dall’odio verso Israele senza il quale il tutto non avrebbe ragione di esistere, un business milionario al cui tavolo mangiano in tanti, dalla dirigenza palestinese alle tante ONG che “operano” in Palestina. E’ di una semplicità persino imbarazzante.

E per chiudere torniamo un attimo sulla “casetta” di Abu Mazen. Quando abbiamo chiesto conto di tutto quel lusso sfrenato all’inizio ci siamo trovati davanti a un muro di silenzi. Solo dopo che la fotografia della residenza presidenziale ha fatto il giro del mondo qualcuno ha provato a giustificare tutto quel lusso che fa letteralmente a pugni con la povertà che lo circonda e ci è stato detto che “la residenza presidenziale è stata costruita per ospitare (anche n.d.r.) i dignitari internazionali che si recano in visita a Ramallah” e quindi che “la residenza presidenziale è stata costruita nel rispetto delle più basilari norme di sicurezza e accoglienza che si devono ai dignitari stranieri”. E’ una risposta che chiaramente non ci soddisfa per nulla anche perché, come detto, a Ramallah tutti sono perfettamente consci che quella super villa sarà la residenza di Abu Mazen. Ma a quanto pare la risposta della ANP ha convinto l’Unione Europea e gli Stati Uniti che, se si fa eccezione per il deputato Kevin McCarthy, non si sono nemmeno sognati di chiedere conto alla ANP di tutto quel lusso pagato dai soldi dei contribuenti europei e americani mentre tutto intorno è un fiorire di miseria.

Scritto da Maurizia De Groot Vos

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Re: Quando gli aiuti ai diseredati vanno a finire male

Messaggioda trilogy il 25/08/2015, 18:47

Che le autorità palestinesi non brillino per la loro trasparenza e onestà è un fatto noto. Comunque, franz, quelle citate sono fonti dell'ultradestra. Per il resto nei territori palestinesi vivono di tre cose: agricoltura, edilizia, e sicurezza (militari/para-militari). E' normale che costruiscano edifici pubblici serve a far lavorare i muratori. L'altro aspetto e' che quando certe agenzie fanno campagna contro qualche leader, "il palazzo" è uno dei temi ricorrenti. Per cui si prende un palazzo istituzionale e lo si rifila alla pubblica opinione come villa privata. Lo hanno fatto con l'ex presidente ucraino e con erdogan. E' come prendere il quirinale e metterlo tra le proprietà di mattarella
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Re: Quando gli aiuti ai diseredati vanno a finire male

Messaggioda annalu il 25/08/2015, 20:46

franz ha scritto:Non so valutare se quello che si vede nella foto che ho postato è un "rendering" (quindi un intarsio di un progetto disegnato in 3D con lo sfondo reale) ma ho trovato un altro articolo che ne parla. Stessa fonte decisamente "schierata", però.

A me sembra chiaro che si tratta di un, sia pur faraonico, edificio pubblico non ancora costruito
Se fosse stato costruito (e se fosse davvero una residenza di Abu Mazen) il blogger pro-Israele che cita la foto da te postata lo avrebbe senz'altro denunciato, invece parla anche lui di un progetto.
Inoltre, malgrado tutti i possibili sospetti sulla correttezza dell'autorità palestinese, mi sembra davvero difficile mettere in dubbio il bando di gara pubblicato su un documento ufficiale del PECDAR.

Infine, ho visionato stamattina un'ampia gamma di fotografie della città di Ramallah, anche recentissime, e questo edificio dovrebbe pur comparire qualche volta almeno sullo sfondo, dato che sembra essere situato in posizione elevata su una collina.
Siccome sono piuttosto meticolosa, un edificio simile ( ma parecchio meno imponente) su una collina l'ho trovato, ma si tratta della sede dell'YMCA (Young Men's Christian Association), una associazione di cristiani ecumenici con sede a Ginevra che certo nulla ha a che fare con Abu Mazen.

Che dalle foto di un progetto di edificio pubblico alcuni geni nostrani estrapolino che si tratta di un villone privato già costruito, non mi stupisce affatto, dato che l'Italia è piena di gente che crede a ciò che vuole credere.
Mi stupisce di più che tu dia credito a fonti del genere, anche in presenza di documenti ufficiali che dichiarano cose differenti.
Se poi vogliamo discutere dell'opportunità di costruire edifici pubblici abbastanza megalomani in quelle regioni, concordo anch'io nel pensare che non sia opportuno, ma si tratta di un discorso del tutto differente.

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Re: Quando gli aiuti ai diseredati vanno a finire male

Messaggioda franz il 25/08/2015, 20:48

Chiaro,ma dove la miseria impera, spendere 13 milioni per un palazzo presidenziale mi pare comunque fuori luogo e da denunciare. Destra o sinistra, ultradestra o ultrasinistra che sia.
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Re: Quando gli aiuti ai diseredati vanno a finire male

Messaggioda annalu il 26/08/2015, 15:50

franz ha scritto:Chiaro,ma dove la miseria impera, spendere 13 milioni per un palazzo presidenziale mi pare comunque fuori luogo e da denunciare. Destra o sinistra, ultradestra o ultrasinistra che sia.

Sono d'accordo.
Proprio per questo però ritengo essenziale fornire notizie esatte e corrette.
Una cosa è criticare una spesa per un edificio pubblico perché spropositata, altro è falsificare la realtà dicendo che non si tratta di edificio pubblico ma di casa privata, e che si tratta di un edificio completato mentre si tratta solo di un progetto. Tra l'altro, se parli di edificio faraonico privato già costruito fai solo disiformazione e rendi poco credibile ogni critica seria.
Se invece, realisticamente, critichi il fatto che si tratta di un progetto esagerato di edificio pubblico, puoi avviare una critica costruttiva che convinca i committenti a preparare un bando di gara meno faraonico.
Non è detto che sia possibile riuscirci, ma almeno puoi provarci, cercando di stimolare l'autorità palestinese ad un uso più equilibrato dei fondi disponibili. Tra l'altro, e noi in Italia lo sappiamo bene, le "grandi opere" in genere favoriscono grandi ruberie e tangenti varie. Dovrebbe quindi essere per prima la stessa popolazione palestinese ad impegnarsi perché i soldi vengano spesi con oculatezza e sotto controllo pubblico.
Questo lo si può ottenere con una mobilitazione contro un progetto, non falsificando i dati e parlando di un inesistente edificio privato.
E su questo penso che tu per primo dovresti concordare.

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