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Il toro ha incornato il torero

MessaggioInviato: 10/07/2015, 9:10
da franz
Le domande sono tre. Da dove viene, la bolla cinese? Come la affronterà Pechino? Quali conseguenze potrebbe avere?


Ora l’Occidente tifa che i comunisti cinesi non facciano funzionare la borsa,
di Oscar Giannino



Stanotte sul mercato azionario cinese è avvenuto puntualmente ciò che il resto del mondo spera. Cioè che le autorità cinesi, per un bel po’ e con tutti i mezzi che l’autocrazia mette a disposizione, NON facciano più funzionare il mercato. Ordine del partito: il mercato può solo risalire. E infatti dopo il terrore di due notti fa, Shanghai a chiuso con un +5,8%. La cosa più pazzesca è che sono ormai stranote le ragioni della maxi-bolla cinese. Credere di risolverla sospendendo il mercato è un errore. E che l’Occidente applauda, dà una perfetta idea dei tempi che viviamo.

Premessa: cosa è successo due notti fa. Tutti a lambiccarsi per il debito greco da 320 miliardi di euro, ed ecco che nella nostra notte tra martedì e mercoledì alla borsa di Shanghai finiscono sospesi dalla quotazione titoli per la bellezza di 2700 miliardi di dollari. Anzi per oltre 3500 miliardi, se al 51% di titoli di borsa sospesi per eccesso di perdite sommiamo il 38% di azioni riammesse alla sola condizione che salissero. Un allarme rosso al cui confronto il problema greco è un sasso nello stagno, non solo perché parliamo di valori azionari pari a 18 volte il PIl della Grecia. Ma perché la Cina è la Cina, cioè in termini finanziari la maggior detentrice di debito USA e riserve in dollari al mondo. E per questo fu ammessa di corsa nel WTO nel 2001, perché gli USA avevano bisogno per piazzare proprio debito dell’eccesso di rispamio cinese dovuto al suo export travolgente. Il panico ieri si è immediatamente diffuso sulle piazze asiatiche, con Hong Kong che ha perso fino all’8% – peggio del 2008 – prima di chiudere a -5,9%, Tokyo ha perso il 3,1% e lo stesso Taiwan. E sarà caso sarà necessità, il panico poche ore dopo in America è rimbalzato con le contrattazioni sospese al NYSE per “problemi tecnici”, mentre era bloccato il sito del Wall Street Journal e quello della United Airlines.

Chi segue i mercati se lo aspettava: anche se non nelle proporzioni di oltre il 70% del listino cinese bloccato. Dal 14 giugno, la borsa di Shanghai aveva perso il 30%, dopo una fantastica ascesa del 150% in 12 mesi. Ma era bolla, bolla conclamata. Tanto che le autorità cinesi avevano assunto ventre a terra una serie di misure senza precedenti. Rivelatesi però incapaci di sconfiggere il panico. Fino al punto, ieri, di vietare per i prossimi sei mesi a chiunque detenga quote superiori al 5% delle quotate di alleggerire la propria quota, di vietare le vendite ai manager e alle parti correlate delle società, di proibire ogni forma di short selling agli intermediari cinesi, e di consentirlo solo in presenza di sottostanti reali a quelli esteri abilitati ad operare sul mercato cinese. Misure di guerra, misure da 1929. Misure che sono a un passo dalla chiusura dei mercati: perché proibire di vendere significa chiuderlo, il mercato.

Le domande sono tre. Da dove viene, la bolla cinese? Come la affronterà Pechino? Quali conseguenze potrebbe avere?

La prima questione è chiara da tempo. Le ragioni della bolla sono sostanzialmente tre. Man mano che i fondamentali della crescita cinese hanno rallentato, passando da tassi annuali a doppia cifra a un +7% a cui pochi credono, gonfiate come appaiono le statistiche cinesi che non trovano corrispondenza ad esempio nei flussi mensili commerciali, le autorità di Pechino hanno dovuto fare i conti col problema di come soddisfare l’attesa di redditi crescenti di centinaia di milioni di cinesi, ormai lontani dai livelli di pura sussistenza. A questo fine, la banca centrale ha continuato a inondare di liquidità il mercato domestico a tassi stracciati, e il più della liquidità ha preso la via degli investimenti finanziari. Più di quelli immobiliari, a propria volta in bolla già da un paio d’anni. Secondo: ancor più verso la finanza si è indirizzata l’azione dell’amplissimo settore-ombra bancario cinese, non regolamentato e figlio delle vecchie tradizioni di piccoli commercianti che raccoglievano denaro da investire. Si calcola – ma nessuno lo sa – che lo shadow banking valga fino al 25% del credito cinese: naturalmente, tutto al di fuori del controllo di vigilanza, ispettivo, e di minimi coefficienti patrimoniali. Terzo: i broker “informali” hanno ancor più invogliato milioni di cinesi, anche a basso o bassissimo reddito, a investire nel bengodi della borsa attraverso quel che si chiama il marginal lending, cioè anticipando i denari agli investitori, con promessa poi di scalarglielo nel tempo dando loro solo la differenza sui guadagni realizzati. Tanto, guadagnando il 150% in un anno, trattenendo 100 di capitale iniziale non versato e un 25% di commissione al broker, l’investitore indebitato comunque aveva un 25% di ciò che non aveva mai versato… Siamo tra le catene di sant’Antonio e lo schema Ponzi: macchine infernali destinate a esplodere appena il mercato scende tanto da indurre molti a volerne contemporaneamente uscire.

Da metà giugno, le autorità cinesi le hanno provate tutte. La banca centrale ha pompato altra liquidità per miliardi, decine dei maggiori broker controllati dallo Stato hanno lanciato un fondo miliardario per sostenere quelli in difficoltà, è stato consentito agli investitori indebitati di liquidare i margin calls pagando direttamente in case e beni strumentali delle microimprese, in assenza di liquidità. Sono state bloccate le nuove quotazioni e le vendite allo scoperto, si sono ampliati i collaterali per finanziare il trading, si è costituito un fondo per investire in blue chips, cioè nei titoli leader che “fanno” il mercato per peso di capitalizzazione. Ma più questi provvedimenti si sono moltiplicati, più il panico ha preso piede. Sino al botto di ieri notte.

Ora Xiao Gang, il capo della Consob cinese, ha dovuto assumere misure da pre-chiusura dei mercati. Il 12 giugno, solo 48 ore prima dell’avvio del precipizio, aveva tenuto una conferenza ai quadri del partito vantando la borsa cinese come “il toro che continua a trainare la nostra crescita”. Ma il toro ha incornato il torero. Ora il presidente cinese e capo del partito Xi Jingping sarà su tutte le furie. Cento milioni di cinesi sul lastrico – a tanto sono arrivati in 2 anni i piccoli risparmiatori impegnati sul mercato finanziario – sono semplicemente qualcosa che il partito non può permettersi. Ma la soluzione non è facile. Significa ridurre a regole lo shadow-banking, e soprattutto ricapitalizzare almeno le maggiori del 95% delle banche cinesi che sono controllate dallo Stato, e che hanno asset di pessima qualità a cominciare da un vastissimo immobilizzo in mattoni svalutati e crediti deteriorati.

Se questo si possa fare solo stampando moneta virtuale o se servano soldi “veri”, per così dire, farà la differenza per il mondo. Nel caso in cui la Cina fosse costretta a mettere mano, per ricapitalizzare il sistema degli intermediari, ai 2 trilioni abbondanti di riserve in dollari che detiene, allora sarebbero cavoli amari. Perché l’effetto sul cambio yuan-dollaro sarebbe opposto a quello voluto dall’America, perché la Fed dovrebbe alzare i tassi d’interesse per contenere gli effetti sgraditi a fronte della vendita massiccia di propri titoli, e perché a quel punto tutti i mercati ne risentirebbero.

Siamo a questo: anche se non lo ammetterà mai, oggi il mondo avanzato spera esattamente che avvenga quel che è successo stanotte, quando Shanghai, dopo aver aperto di nuovo in caduta libera, ha chiuso la seduta con un +5,8%% salmodiato dall’agenzia ufficiale del governo come riprova – eccome no – che non c’è nulla di cui preoccuparsi. L’Occidente spera cioè che le baionette e l’autoritarismo del regime cinese possano impedire al mercato finanziario di funzionare, tornando a prezzi che abbiano un senso. Perché se funzionasse il mercato cinese e cioè correggese rapidamente i propri eccessi con catene di fallimenti cinesi, gli effetti al mondo arriverebbero eccome. Ormai sembra il mondo a rovescio, quello delle democrazie indebitate: tra di loro non si danno una gran mano predicando virtù, ma sperano che i loro creditori autoritari impediscano armi alla mano ai propri risparmiatori di rientrare dalla sbornia della finanza a debito. Allegria.

http://www.leoniblog.it/2015/07/09/ora- ... -la-borsa/

Re: Il toro ha incornato il torero

MessaggioInviato: 10/07/2015, 9:51
da trilogy
franz ha scritto:Le domande sono tre. Da dove viene, la bolla cinese? Come la affronterà Pechino? Quali conseguenze potrebbe avere?


Ora l’Occidente tifa che i comunisti cinesi non facciano funzionare la borsa,
di Oscar Giannino

Stanotte sul mercato azionario cinese è avvenuto puntualmente ciò che il resto del mondo spera. Cioè che le autorità cinesi, per un bel po’ e con tutti i mezzi che l’autocrazia mette a disposizione, NON facciano più funzionare il mercato. Ordine del partito: il mercato può solo risalire.E infatti dopo il terrore di due notti fa, Shanghai a chiuso con un +5,8%. La cosa più pazzesca è che sono ormai stranotte le ragioni della maxi-bolla cinese. Credere di risolverla sospendendo il mercato è un errore. E che l’Occidente applauda, dà una perfetta idea dei tempi che viviamo.

http://www.leoniblog.it/2015/07/09/ora- ... -la-borsa/



Sai com'è...con le nuove misure di "sostegno ai mercati" del governo cinese se vendi titoli alla borsa di shanghai ti arrestano :mrgreen:

Comunque gli operatori di borsa questi movimenti li chiamano "rimbalzo del gatto morto".
Sono tipici di un mercato che dopo un lungo trend rialzista ha perso la bussola.

Nello scoppio di una bolla è rarissimo vedere un mercato che forma una V rovesciata. Può accadere soltanto in caso di shock esogeni. Cioè eventi di grande portata esterni al mercato improvvisi ed imprevedibili.
Di norma invece si vedono una lunga fase di violenti rialzi e ribassi giornalieri che può durare per mesi. Poi il mercato non riesce a superare i suoi massimi storici o appena lo fa arriva una valanga di vendite.
Allora tutti capiscono che il trend rialzista è finito e scattano le vendite di massa, con l'inversione del trend di lungo periodo da rialzista a ribassista.

La paura del governo cinese è dovuta al fatto che secondo le stime degli analisti finanziari i cittadini cinesi si sono indebitati per circa 370 miliardi di dollari per comprare titoli in borsa.

Re: La bolla finanziaria cinese

MessaggioInviato: 27/07/2015, 9:30
da trilogy
Continua la caduta delle borse cinesi insieme a quella dei prezzi delle commodity.
Shanghai ha chiuso in calo dell'8,5%, Shenzhen del 7% nonostante il governo cinesi abbia finora messo in campo misure di sostegno alle borse pari a quasi il 10% del pil. Mentre Hong Kong ha perso il 3,2% e la borsa di Tokyo ha chiuso in calo dell'1,2% a 20.297 punti. In quanto alle commodity, il relativo indice Thomson Reutesr Crb ha toccato i minimi degli ultimi sei mesi.

http://www.milanofinanza.it/news/crolla ... 0803396123

Re: La bolla finanziaria cinese

MessaggioInviato: 27/07/2015, 10:35
da franz
Borse in rosso in tutto il mondo. Unica eccezione mi pare Atene. Così bassa che non puo' che salire.

Re: La bolla finanziaria cinese

MessaggioInviato: 27/07/2015, 11:27
da trilogy
Atene è ancora chiusa. Quelle che compaiono in rete sono le quotazioni del 26 giugno. La BCE vuole garanzie per evitare fughe di capitali attraverso la borsa. Forse riapre domani.

Comunque, a parte shanghai dove si sta sgonfiando la bolla, l'aspetto storicamente anomalo sui mercati è la caduta dei prezzi delle materie prime. Quando c'è ripresa a livello globale i prezzi delle commodities salgono. Ora invece sono scesi a minimi da diversi anni.

Re: La bolla finanziaria cinese

MessaggioInviato: 27/07/2015, 12:36
da franz
trilogy ha scritto:Atene è ancora chiusa. Quelle che compaiono in rete sono le quotazioni del 26 giugno. La BCE vuole garanzie per evitare fughe di capitali attraverso la borsa. Forse riapre domani.

Comunque, a parte shanghai dove si sta sgonfiando la bolla, l'aspetto storicamente anomalo sui mercati è la caduta dei prezzi delle materie prime. Quando c'è ripresa a livello globale i prezzi delle commodities salgono. Ora invece sono scesi a minimi da diversi anni.

Hai ragione 8-) non mi ero accorto della data. Credevo avesse riaperto con le banche. Per me comunque vale la pena di comprare greco ... Io per ora mi limito allo jogurt :lol: ma chi ha di piu' credo possa fare affari.

Per le comodities, anche qui forse c'èra una bolla, pilotata dai grandi investimenti cinesi. La vittima per ora è l'Australia per le materie prime e il medio oriente per l'energia. Da considerare per esempio che l'utilizzo di comodities in occidente è oculato e quindi parsimonioso, proprio perché costano ma i cinesi sprecavano, vuoi per mania di grandezza, vuoi per gonfiare il PIL, vuoi perché per risparmiare sulle risorse (per esempio petrolio) ci vogliono tecnologie produttive adeguate. Leggevo per esempio il rapporto tra PIL e tonnellata di petrolio e forse ricorderai anche tu quel dato. Con la stessa tonnellata da noi si produce piu' PIL ... in Cina la metà. Comunque per le comodities indaghero' presso il mio trader di fiducia 8-)

Re: La bolla finanziaria cinese

MessaggioInviato: 21/08/2015, 9:08
da trilogy
Cina, la manifattura crolla ai minimi degli ultimi sei anni e mezzo
(Teleborsa) - Il crollo dei mercati ha raffreddato l'attività produttiva cinese. Il settore manifatturiero di Pechino, ha registrato una forte contrazione nel mese di agosto, scivolando sui minimi degli ultimi sei anni e mezzo.

E' quanto emerge da una ricerca Markit secondo cui l'indice PMI si è attestato a quota 47,1 in flessione rispetto ai 47,8 punti di luglio. Un indice PMI al di sotto di quota 50 punti segnala un'economia in contrazione. Il dato è anche inferiore ai 47,7 punti del consensus.

Il PMI continua a scendere nonostante le misure per salvare i mercati messe in atto dal governo

Re: La bolla finanziaria cinese

MessaggioInviato: 21/08/2015, 14:55
da pianogrande
Tra le misure (onestamente non conosco le altre) c'è la svalutazione dello yuan.
Un vecchio trucco che non funziona se adottato da tutti.
Non sta funzionando gran che neanche la svalutazione dell'Euro e non sta funzionando in particolare per l'Italia.
Per vendere bisogna fare prodotti concorrenziali.
Il resto sono trucchi da parassiti e il termine imprenditoria va messo decisamente da parte.

Re: La bolla finanziaria cinese

MessaggioInviato: 24/08/2015, 9:34
da trilogy
La bolla cinese sta contagiando tutti i mercati


Borse Asia: nuovo tonfo, Shanghai chiude a -8,5%, Shenzhen giu' del 7,7%
http://www.borsaitaliana.it/borsa/notiz ... 44449.html

Milano, 24 ago - Apertura in forte calo sui listini europei dopo il nuovo crollo delle borse asiatiche. Le preoccupazioni sullo stato di salute dell'economia cinese hanno portato lo Shanghai composite a chiudere in flessione dell'8,5% spingendo al ribasso tutte le Piazze del continente asiatico a partire da Tokyo che ha ceduto il 4,6%. Francoforte ha aperto in calo del 3,4%, Londra del 2,5% e Parigi del 3,07%. Milano sta facendo anche peggio con il Ftse Mib in calo del 4,1% e il Ftse All Share del 4,15%. Solo Pirelli e Wdf si salvano dalle vendite perche' coinvolte in Opa in cui e' gia' stato fissato il prezzo. Le vendite si abbattono invece si Moncler (-7,16%), Fca (-6,99%) e Ferragamo (-5,07%). Va anche considerato che 14 dei 40 titoli principali sono attualmente fermi in asta di volatilita' proprio per i forti ribassi in avvio di contrattazione

Sul mercato dei cambi, forte apprezzamento dell'euro che risale a 1,1469 dollari (1,1386 venerdi'). La moneta unica scambia anche a 138,75 yen (138,97) mentre il rapporto fra dollaro e yen si attesta a 122,06 (120,97). Per quanto riguarda il greggio, il Wti con scadenza a ottobre resta ben sotto i 40 dollari al barile arretrando di un altro 3,39% a 39,08 dollari.

(RADIOCOR) 24-08-15 09:14:02

Re: La bolla finanziaria cinese

MessaggioInviato: 31/08/2015, 17:35
da trilogy
da noi le galere sarebbero piene :mrgreen:

[..]Oggi i media governativi hanno annunciato una serie di confessioni nell'ambito delle indagini sulla recente inversione di rotta del mercato azionario cinese. Tra queste, un giornalista detenuto, che scriveva per la rispettata rivista economica Caijing, avrebbe ammesso di aver diffuso false informazioni che hanno causato "panico e disordine".

Secondo l'agenzia stampa ufficiale Xinhua, un funzionario dell'authority di mercato ha confessato attività di insider trading mentre quattro dipendenti della maggiore casa di brokeraggio cinese, la CITIC Securities , hanno ammesso di aver fatto insider dealing.

fonte: http://it.reuters.com/article/itEuroRpt ... 6X20150831