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La bolla finanziaria cinese

Discussioni su quanto avviene su questo piccolo-grande pianeta. Temi della guerra e della pace, dell'ambiente e dell'economia globale.

Re: La bolla finanziaria cinese

Messaggioda trilogy il 11/01/2016, 10:20

Le borse cinesi continuano a scendere del 5-6% al giorno...neanche l'arresto dei "traditori" e "disfattisti" ha fermato le vendite :mrgreen:

Ennesimo scivolone delle Borse cinesi. In chiusura a Shanghai l'indice Composite ha mostrato un tonfo del 5,33% a 3.016 punti, mentre l'indice Shenzen è sceso di oltre 6 punti percentuali....

A pesare come un macigno sulle borse cinesi è la paura sul reale andamento dell’economia, le decisioni controverse del governo la settimana scorsa (prima ha stabilito che i listini andavano chiusi con perdite per oltre il 5%, poi ha cancellato la legge e ripristinato per tre mesi il blocco alle vendite) e i dati americani. L’occupazione negli Usa è per ora così solida che la Fed medita quattro rialzi del costo del denaro quest’anno.

Una notizia pessima per l’Asia, perché induce gli investitori a portare i capitali a Wall Street. E se a questo si aggiunge il deprezzamento scientifico dello yuan, che la settimana scorsa (da lunedì a giovedì) ha ceduto l’1,5% contro il dollaro dopo che la Banca centrale cinese ha stabilito fixing sempre più bassi all’interno del range di oscillazione quotidiano (+2%-2%), il cerchio si chiude. Gli economisti sono concordi nel ritenere che sia una decisione presa per dare fiato a un’economia dalla crescita sempre più debole.

Venerdì scorso PboC, dopo la reazione dei mercati, ha bloccato il deprezzamento della valuta. E così sta facendo oggi. Lo yuan onshore (scambiato in Cina, soggetto al controllo della Banca centrale) è a 6,5822 nei confronti del dollaro (in leggero recupero sul biglietto verde) rispetto a 6,5938 di venerdì. Aveva raggiunto il livello basso negli ultimi cinque anni, 6,5956, giovedì scorso.

Lo yuan offshore che scambia liberamente fuori dal Paese, oggi viene trattato in Asia a 6,6721 contro il dollaro rispetto a 6,6820 di venerdì sera. Anche quest’ultimo aveva raggiunto un livello basso dal 2010 a 6,7511 giovedì scorso.

La banca centrale cinese sembra aver speso enormi quantità di dollari per sostenere lo yuan tra rallentamento della crescita economica e l'insorgenza di aumento dei tassi di interesse negli Stati Uniti. Il regolatore ha detto nel fine settimana che ha riserve sono "relativamente sufficienti" per agire senza altri strumenti nel mercato dei cambi, dopo che le riserve sono diminuite di 107,9 miliardi di dollari lo scorso dicembre, il più grande calo mensile mai registrato.

Nel frattempo Hong Kong ha toccato il livello più basso da 2 anni e mezzo. L'indice Hang Seng è oggi sulla buona strada per chiudere al di sotto di 20.000 per la prima volta dal giugno 2013. A Shanghai le perdite del mercato azionario hanno toccato il 10% la scorsa settimana. I listini di Shanghai e Shenzhen assieme hanno perso il più 7,4 miliardi di yuan (1.100 miliardi di dollari) da lunedì a giovedì scorso, mentre venerdì il mercato ha recuperato il 2%. Oggi Shanghai rimane bloccata sotto quota 3.125, il livello più basso negli ultimi sei anni.


Il benchmark sul listino è in calo dell'11,7% da inizio anno e del 40% rispetto al picco registrato nel giugno scorso. In crescita del 6,3%, invece, sui minimi post selloff dell’agosto 2015. In arrivo mercoledì un dato importante dalla Cina, le esportazioni di dicembre.

http://www.milanofinanza.it/news/shangh ... 0756499609
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Re: La bolla finanziaria cinese

Messaggioda flaviomob il 17/01/2016, 3:35



"Dovremmo aver paura del capitalismo, non delle macchine".
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Re: La bolla finanziaria cinese

Messaggioda flaviomob il 18/01/2016, 10:30



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Re: La bolla finanziaria cinese

Messaggioda trilogy il 18/01/2016, 11:04

flaviomob ha scritto:http://www.huffingtonpost.it/2016/01/18/crisi-roubini-inquietanti-parallelismi-con-il-2008_n_9006744.html?utm_hp_ref=italy

Nuova crisi in arrivo?


Roubini è diventato famoso perchè "aveva previsto" la crisi del 2007. Ora, se uno prevede ogni anno una crisi prima o poi ci prende e passa alla storia. Roubini ha previsto la sua, ora ci riprova, ed è altamente probabile che si sbaglierà.

Il problema con cui ci stiamo confrontando è che sui mercati c'è una volatilità altissima, ma non è del tutto chiaro il perchè.
Il rallentamento in atto nell'economia globale era sostanzialmente previsto, ma questo non giustifica i crolli che si stanno veificando sui mercati finanziari. L'ipotesi è che in giro ci sia qualche bubbone che ancora non è completamente visibile.
Le vendite sui mercati sono concentrate principalmente su banche, titoli petroliferi, e automobilistico.

Tutti i paesi esportatori di petrolio stanno accumulando deficit da enormi e questo mette sotto pressione i loro sistemi di welfare e potrebbe creare sommovimenti politici in paesi importanti per gli equilibri internazionali ( Russia, Arabia Saudita, Algeria ecc.) ed è possibile che si possa verificare qualche default sovrano.

In Europa la riduzione del prezzo del petrolio riduce la domanda di merci dai paesi produttori, (effetto recessivo) ed ha poco effetti in termini di riduzione del prezzo dell'energia per i consumatori europei (effetto espansivo) perchè il prezzo finale dell'energia è in larga parte condizionato dal fisco, e la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili non risponde alle leggi di mercato; il prezzo è politico insensibile alla domanda e offerta e ai prezzi internazionali.

Insomma c'è molta incertezza politica ed economica, e quando c'è incertezza si vende e si aspetta di capirci qualche cosa.
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Re: La bolla finanziaria cinese

Messaggioda trilogy il 04/02/2016, 13:24

Con il passare del tempo tutti i grandi gruppi mondiali della chimica saranno di proprietà del governo cinese. Hanno risorse finanziarie pressochè illimitate, una volta acquisite possono esportare verso la Cina in maniera privilegiata. E da quelle parti, se qualcuno parla di bail-in, è un controrivoluzionario da rieducare nei campi di lavoro :mrgreen:

Nuovi record per gli investimenti cinesi all'estero. ChemChina, il colosso della chimica cinese, che dallo scorso anno controlla Pirelli, ha offerto 43 miliardi di dollari per Sygenta, il gruppo svizzero della chimica agro-alimentare, la più grossa offerta mai realizzata da un gruppo cinese per un'azienda straniera

Prima dell'annuncio dell'offerta di ChemChina, il record per gli investimenti all'estero era detenuto dal gruppo del greggio offshore di Pechino, China National Offshore Oil Corporation (Cnooc) che a febbraio 2013 aveva ufficializzato l'acquisto del gigante canadese del greggio Nexen, provocando la dura reazione del governo di Ottawa che aveva annunciato nuove regole per gli investimenti di gruppi statali stranieri nei confronti di aziende locali.

http://www.ilsole24ore.com/art/finanza- ... d=AC2Vb7MC
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