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La fame nel mondo quasi dimezzata in 25 anni

Discussioni su quanto avviene su questo piccolo-grande pianeta. Temi della guerra e della pace, dell'ambiente e dell'economia globale.

Re: La fame nel mondo quasi dimezzata in 25 anni

Messaggioda franz il 16/06/2015, 18:12

Niki Nicola ha scritto: Sapete tutti che il divario di ricchezza tra il famoso 1% e il resto dell’umanità sta aumentando e sapete che la classe media sta scomparendo in tutto l’occidente. La colpa viene sempre data al “capitalismo” o al “liberismo”.
La realtà è che ...

Solo un aperitivo.... il tutto lo posto ora in un thread nuovo e separato.
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Re: La fame nel mondo quasi dimezzata in 25 anni

Messaggioda franz il 05/08/2015, 12:21

Un aggiornamento, con un grafico interessante, mai visto prima.
Le fonti sono dichiarate all'interno dl grafico stesso ma non ho ancora avuto tempo per verificare il tutto.
Allegati
povertà.jpg
A giudicare da questo grafico forse la rivoluzione industriale, il capitalismo, il libero scambio e la globalizzazione non sono poi così male.
povertà.jpg (59.69 KiB) Osservato 6186 volte
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Re: La fame nel mondo quasi dimezzata in 25 anni

Messaggioda franz il 07/08/2015, 7:30

Prezzi del cibo ancora in calo: è la discesa più lunga da 16 anni

di Sissi Bellomo 7 agosto 2015

Nove mesi consecutivi di ribassi. Era dal 1999 che l’indice Fao dei prezzi alimentari non inanellava una serie negativa così lunga. Il Food Index in luglio è sceso dell’1% a 164,6 punti, il minimo da settembre 2009. Rispetto a un anno fa il calo è del 19 per cento.

«È una discesa molto prolungata e soprende anche quanto sia accentuata», commenta Abdolreza Abbassian, senior economist dell’agenzia Onu, paragonando la situazione attuale a quella degli anni ’70. Al rally di inizio decennio, sull’onda dello shock petrolifero e dalla Russia che faceva incetta di cereali, anche allora seguì una prolungata fase di ribassi.

Il calo dei prezzi è una buona notizia per i consumatori e in particolare per gli strati più poveri della popolazione mondiale, tant’è vero che la fame nel mondo si sta riducendo. Ma l’agricoltura - anche quella di sussistenza, dei piccoli contadini dell’Africa o dell’Asia - rischia di essere messa in ginocchio da prezzi che stanno scivolando in alcuni casi al di sotto dei costi di produzione.

«Penso che vedremo un nuovo ribasso dell’indice Fao- prevede Abbassian - In realtà non ci sono grandi possibilità di rialzo per nessuna materia prima».

Nemmeno le commodities agricole in effetti sono riuscite a sottrarsi all’ondata di vendite che sta investendo il settore. I mercati hanno snobbato persino l’arrivo del Niño, anomalia climatica che in passato molte volte aveva infiammato i prezzi dei cereali e di altre colture. La siccità sta già affliggendo vaste regioni del Sud Est Asiatico, con probabili danni per i raccolti di riso. Ma la reazione dei prezzi finora è stata minima, grazie alle ampie scorte accumulate nelle stagioni passate, ma anche alla generale avversione per le materie prime che si è sviluppata tra gli investitori.

Dei 22 prodotti inclusi nel paniere del Bloomberg Commodity Index, ben 18 sono in “bear market”, ossia in ribasso di almeno il 20% dal più recente picco, una cosa che non accadeva dall’autunno 2008. Tra queste ci sono parecchie “soft commodities”, come lo zucchero, il caffè e la soia (anche se lo sparuto gruppo dei sopravvissuti all’Orso comprende, insieme al gas, grano, mais e bestiame).

Ad affondare il Fao Food Index in luglio sono stati soprattutto i latticini, il cui sottoindice ha perso il 7,2% in un mese per effetto dell’abolizione delle quote latte in Europa, in vigore da aprile, e di un boom di produzione in Nuova Zelanda, il primo esportatore mondiale, in un periodo in cui la Cina ha rallentato gli acquisti. Il problema è tanto grave per Wellington, da aver indotto la banca centrale a tagliare i tassi di interesse.

Anche il prezzo degli oli vegetali è crollato (-5,5%), sulla scia dei ribassi dell’olio di palma e di quello di soia. I cereali in compenso non aumentati del 2,1% (ma dopo due anni di ribassi quasi ininterrotti) e lo zucchero, di recente ai minimi da sei anni, è rimbalzato del 2,5 per cento. Stabili invece i prezzi delle carni.

http://www.ilsole24ore.com/art/finanza- ... id=AChAB1d
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Re: La fame nel mondo quasi dimezzata in 25 anni

Messaggioda pianogrande il 07/08/2015, 17:03

Un agricoltore marchigiano mi spiegava che ormai possono sopravvivere economicamente solo le grosse aziende che nonostante i bassi prezzi riescono a fare investimenti come il rinnovo dei macchinari, solo come esempio, perché li recuperano su grossi volumi di vendita.
Questo fermo restando che, in agricoltura, parlare di budget con la variabilità di prezzi che c'è (sia di acquisto che di vendita) è praticamente impossibile e si vive piuttosto nella dimensione della scommessa.

Quello che la gente percepisce (non ho dati ma sono discorsi che sento continuamente) è che il grosso del guadagno va in mano ai commercianti e questo è visto (con una visione sicuramente un po' troppo di parte ma comunque il problema c'è) come una sorta di rendita parassitaria che sfrutta e tiene in soggezione i produttori.

Possibile che l'economia agricola non riesca ad evolversi verso il giusto compenso del lavoro e dell'investimento?

Eppure si tratta di produzioni la cui necessità è fuori discussione.

Ringrazierei per qualche considerazione in materia.
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Re: La fame nel mondo quasi dimezzata in 25 anni

Messaggioda franz il 08/08/2015, 8:48

pianogrande ha scritto:Quello che la gente percepisce (non ho dati ma sono discorsi che sento continuamente) è che il grosso del guadagno va in mano ai commercianti e questo è visto (con una visione sicuramente un po' troppo di parte ma comunque il problema c'è) come una sorta di rendita parassitaria che sfrutta e tiene in soggezione i produttori.

È comunque vero ma in campo agricolo la distribuzione è importantissima. C'è un fattore trasporto che incide parecchio, ci sono i magazzini di stoccaggio, poi l'esposizione della merce e la gestione dell'invenduto. Direi che meno di un 20% finisce in tasca al produttore ma non per questo la catena distributiva, che è fatta di piu' passaggi è priva di costi (magazzini, gestione contabile, trasporto, confezionamento, scarti, personale di vendita).
Un filone evolutivo verso compensi piu' alti è quello del BIO o del KM zero, rispetto a quanto il consumatore accetta di pagare di piu' per un prodotto ritenuto piu' sano o ecologico.
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Re: La fame nel mondo quasi dimezzata in 25 anni

Messaggioda pianogrande il 08/08/2015, 11:41

Certo che la distribuzione ha i suoi costi ma il produttore che vede nel negozio le sue pesche a due Euro al chilo quando gli sono state pagate 20 centesimi, rimane un po' male.

Una risposta possono essere cooperative/consorzi che prendano in mano anche la distribuzione almeno all'ingrosso.
Questa cosa sembra funzionare abbastanza bene almeno per il vino, non altrettanto per il grano e meno ancora per la frutta e verdura.

Senza addentrarmi troppo direi che questo aspetto (il giusto guadagno del produttore agricolo) è sicuramente uno dei fondamentali della lotta alla fame.

Non può non entrarci la politica in tutto questo così come sono azioni politiche le iniziative più o meno volontaristiche del tipo commercio equo e solidale e quelle miranti a salvare qualcosa dall'impressionante smaltimento di prodotti alimentari non consumati.
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Re: La fame nel mondo quasi dimezzata in 25 anni

Messaggioda franz il 08/08/2015, 14:48

pianogrande ha scritto:Certo che la distribuzione ha i suoi costi ma il produttore che vede nel negozio le sue pesche a due Euro al chilo quando gli sono state pagate 20 centesimi, rimane un po' male.

Intanto se vende 3 gk gli vengono pagati tutti e 3 ma pare che 1/3 poi si perda nella distribuzione (quindi non arriva sul banco della vendita al dettaglio) ed un buon 60% sarà poi sprecato a livello di consumatore. E non sempre per la sua incuria. Piu' volte mi è capitato di comprare la classica cassetta ma che il giorno dopo metà era "andata".
Vedere qui: http://www.barillacfn.com/wp-content/up ... entare.pdf
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Re: La fame nel mondo quasi dimezzata in 25 anni

Messaggioda pianogrande il 09/08/2015, 0:52

Be'.
Anche tutte queste disefficienze (analogamente ai discorsi sul risparmio/razionalizzazione energetico) vanno combattute, se vogliamo combattere la fame.

L'agricoltore guadagnerebbe di più e investirebbe di più mentre i prezzi dovrebbero scendere di conseguenza.

Bisogna creare stimoli (e questo tocca alla politica) perché questo si verifichi.

Si potrebbe cercare di creare un parametro che premi la reale resa per ettaro e cioè considerare produzione solo quello che arriva al consumatore.

Sicuramente non realizzabile in questi termini semplicistici ma qualche approccio si potrebbe tentare.
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Re: La fame nel mondo quasi dimezzata in 25 anni

Messaggioda franz il 09/08/2015, 9:16

C'è un problema. Quando i prezzi salgono tutti i consumatori (giustamente) si lamentano ma si parla spesso anche di "speculazione". I produttori in questi casi stanno zitti e non si lamentano di certo.
Quando i prezzi calano i consumatori non dicono nulla ma si lamentano i produttori, perché sotto certi prezzi è a rischio la redditività e varie aziende iniziano a chiudere.
In generale pero' se consideriamo che in poco piu' di un secolo la popolazione è piu' che quadruplicata significa che la produzione di cibo, necessaria per alimentare tutte quelle bocche in piu', è aumentata. Nel frattempo è diminuita nel mondo la percentuale di popolazione che si dedica all'agricoltura. Non per questo tutti i problemi sono risolti ma siamo in presenza di una vera e propria rivoluzione nella produzione e distribuzione di cibo. Da notare che è anche aumentata di molto la qualità. Internet è piena di foto su come erano pere, angurie, frumento, banane nei tempi passati. Segno che in questi ultimi secoli gli stimoli ci sono stati ed hanno prodotto i loro frutti (è proprio il caso di dirlo).

Che tocchi alla politica creare stimoli, lasciamelo dire, non ci credo proprio.
La politica di solito in campo agricolo reagisce piu' alle rivendicazioni dei produttori (che rovesciano latte in strada, spesso anche letame, che distruggono i raccolti per tenere alto il prezzo) assai piu' che alle esigenze dei consumatori. La politica di solito reagisce con il protezionismo. E quando si parla di allargare i mercati (come con il TTIP) sono piu' le resistenze protezionistiche che altro.
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Re: La fame nel mondo quasi dimezzata in 25 anni

Messaggioda pianogrande il 09/08/2015, 13:39

Be'.
Io parlavo di un argomento ben preciso (lo spreco) e lì la politica può intervenire.
Se poi ci ritroviamo i politici opportunisti e senza scrupoli delle quote latte o del protezionismo in genere questo non significa che quello che io pongo non sia un problema politico.
Se qualcuno usa il coltello per ammazzare la gente, questo rimane comunque utilissimo per pelare le patate.
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