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Mumbai!!!

Discussioni su quanto avviene su questo piccolo-grande pianeta. Temi della guerra e della pace, dell'ambiente e dell'economia globale.

Mumbai!!!

Messaggioda annalu il 29/11/2008, 15:22

Sono tre giorni dal momento in cui a Mumbai si è scatenato l'inferno.
Va bene che tra gli italiani c'è stato un solo morto, ma la strage è stata davvero enorme, e sarebbe potuta andare anche peggio. Come l'attacco sia stato preparato e da chi, non mi sembra ancora chiaro, però qualcosa si comincia a sapere.

Possibile che qui la cosa non interessi nessuno?

Da Corriere.it:
LA STRAGE IN INDIA. ATTACCO FALLITO IN AEROPORTO
Mumbai, la battaglia è finita
Uccisi gli ultimi tre terroristi nell'hotel Taj Mahal. Bilancio provvisorio: 195 morti e quasi 300 feriti

MUMBAI (India) - La battaglia di Mumbai è finita. All'alba le forze speciali indiane hanno ucciso gli ultimi tre terroristi che erano asserragliati nell'hotel Taj Mahal e dopo 62 ore la polizia ha annunciato di aver messo fine agli attacchi terroristici nella capitale finanziaria dell'India. Nell'ultimo scontro a fuoco è morto anche un militare dei Black Cats, corpo d'elite indiano. È stata avviata una ricerca nelle 565 stanze e sale dell'albergo per controllare si siano state piazzate cariche esplosive. «Tutte le operazioni sono terminate», ha comunque confermato il capo della polizia di Mumbai, Hassan Gafoor, che poi ha aggiunto: «Erano dieci i terroristi giunti in città, ne abbiamo uccisi nove mentre uno è stato catturato vivo». Più tardi, però, l'emittente indiana Ndtv ha precisato che i terroristi uccisi sono 15.

VITTIME - Il bilancio aggiornato degli attacchi è di 195 morti e 295 feriti. Lo ha riferito il capo dell'unità per le emergenze della città indiana. Il numero degli stranieri rimasti uccisi sale a 22 (tra loro l'italiano Antonio De Lorenzo). Ma secondo le autorità, il tragico bilancio delle vittime è destinato ad aggravarsi. Un vigile del fuoco impegnato nelle operazioni ha detto che «ci sono decine di corpi su un solo piano» dell'hotel Taj Mahal.

RITORNO A CASA - Nel frattempo 19 italiani provenienti da Mumbai sono arrivati all'aeroporto parigino di Charles de Gaulle per essere imbarcati su voli Alitalia diretti a Roma e Milano. Lo ha annunciato Cesare Morbelli, console d'Italia a Parigi, che era sul posto ad attenderli.
PREPARAZIONE - Secondo le ultime informazioni, alcuni terroristi avevano soggiornato all'hotel Taj Mahal alcune settimane e addirittura alcuni giorni prima dell'assalto all'albergo. Il «Times of India» rivela che mesi fa i terroristi avevano anche affittato un appartamento in città, fingendosi studenti. La notizia spiegherebbe così la perfetta conoscenza dei luoghi dimostrata dai terroristi mentre si muovevano negli alberghi e nei locali di Mumbai. Non solo. Sempre secondo il «Times of India», i terroristi che hanno preso d'assalto la città di Mumbai avevano un piano per far saltare in aria il Taj Mahal Hotel. Apparentemente gli attentatori disponevano di esplosivo sufficiente allo scopo. Secondo le tv indiane, i terroristi avevano l'intenzione di «ridurre ad un cumulo di macerie» il Taj hotel e di replicare il disastro del Marriott ad Islamabad dello scorso settembre. Le rivelazioni, stando al «Times of India», sono state attribuite al terrorista catturato: Azam Amir Kasav, di 21 anni, proveniente dal Faridkot pachistano. Azam, insieme a un altro uomo, era tra coloro che hanno aperto il fuoco alla stazione centrale di Mumbai, uno dei siti della città bersaglio degli attentatori. Durante l'operazione Azam ha anche ucciso un ispettore di Polizia, scrive il giornale.

ADDESTRATI IN PAKISTAN - Proprio Kasav, afferma il sito web del "The Indian Express" che avrebbe avuto "accesso ai dettagli degli interrogatori", avrebbe ammesso davanti agli investigatori indiani di essere un membro del gruppo fondamentalista pachistano Lashkar-e-Tobia (LeT), operativo in Kashmir, e di essersi addestrato in due campi in Pakistan. Anche fonti di intelligence americane, citate dal "New York Times", rivelano che i primi elementi indicano che dietro gli attacchi di Mumbai c'è il Lashkar-e-Taiba, mentre la stampa britannica riporta inoltre la notizia secondo cui alcuni dei terroristi avevano forti legami con cellule britanniche. Il governo di New Delhi ha intanto ribadito le accuse contro Islamabad e per tutta risposta il Pakistan ha deciso di non inviare più in India il capo dei servizi segreti di Islamabad (Isi), il generale Ahmed Shuja Pasha, per collaborare all'inchiesta sugli attentati. In India andrà, invece, un semplice rappresentante, secondo quanto comunicato dal gabinetto del primo ministro Yousuf Raza Gilani.

IN AEROPORTO - Gli attentatori volevano colpire anche l'aeroporto. Secondo quanto riporta l'Agi, che rilancia il "Times of India", poco prima che avessero inizio gli assalti in città, tre terroristi hanno preso un taxi portandosi dietro abbastanza esplosivo per far saltare in aria un intero edificio. Il «Times of India» ha rivelato che l'autista evidentemente non conosceva la nuova strada che immette direttamente all'aeroporto Sahar e ha imboccato una sopraelevata, dove si è dovuto fermare per il semaforo rosso. I terroristi gli hanno urlato di passare lo stesso, ma ormai era troppo tardi: la vettura è saltata in aria e tutto ciò che è rimasto degli occupanti sono una testa mozzata e i frammenti di tre gambe. Senza quella deviazione, quasi certamente il bilancio dell'11 settembre indiano sarebbe stato ancora più tragico.

LA RICOSTRUZIONE - L'orrore, a Mumbai, ha inizio mercoledì 26 novembre poco dopo le 22.30 locali (le 18 in Italia): uomini armati di mitragliatori e granate lanciano una serie di attacchi coordinati. Tra i luoghi colpiti la stazione centrale, un ospedale e due hotel di lusso, il Taj Mahal e l'Oberoi/Trident. Gli assalitori prendono in ostaggio decine di persone negli hotel (tra i quali anche alcuni italian). Giovedì, verso le 3, un gruppo che si fa chiamare "I Mujaheddin del Deccan" rivendica gli attentati. Tutta la notte lo scontro a fuoco contrappone le forze di sicurezza indiane agli uomini armati attorno ai due hotel. Verso mezzanotte, le autorità annunciano che tutti gli islamici presenti all'hotel Taj Mahal, salvo uno, sono stati uccisi dalla polizia e dai commando indiani, e che le operazioni proseguono all'Oberoi. Venerdì, verso le 7.30, i soldati delle forze speciali si calano da un elicottero sul tetto di un centro religioso ebraico di Mumbai, dove i terroristi hanno preso degli ostaggi. In mattinata le forze indiane proseguono le loro operazioni: almeno 93 persone, in maggioranza cittadini stranieri, sono liberati all'Oberoi più di 36 ore dopo gli attacchi. Alle 14.30, l'hotel Oberoi è sotto controllo. Ventiquattro cadaveri ritrovati, secondo la polizia. Alle 17.30, l'esercito lancia un assalto al Taj Mahal, per neutralizzare gli ultimi estremisti. Verso le 19: fine dell'intervento delle forze speciali indiane al centro religioso ebraico ortodosso, dove gli islamici detenevano degli ostaggi. Sei israeliani trovati senza vita. Tra gli altri stranieri uccisi negli attentati si conteranno poi almeno cinque americani, due francesi, altrettanti canadesi e un italiano. Alle prime ore di sabato i commando indiani proseguono le operazioni per riprendere il controllo del Taj Mahal, all'interno del quale sono ancora asserragliati due o tre estremisti armati. «È l’assalto finale», indica poco dopo il capo della polizia Hassan Gafoor. Verso le 8.30, l'annuncio che gli attacchi su Mumbai sono terminati e che tutti gli estremisti sono stati uccisi.

29 novembre 2008
annalu
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Re: Mumbai!!!

Messaggioda franz il 29/11/2008, 17:44

annalu ha scritto:Come l'attacco sia stato preparato e da chi, non mi sembra ancora chiaro, però qualcosa si comincia a sapere.

Possibile che qui la cosa non interessi nessuno?

L'analisi che va per la maggiore (tutta da verificare) è che si tratti di un evidente tentativo del fronte talebano/alquedista di riaprire lo scontro decennale tra India e Pakistan al fine di indurre quest'ultimo a concentrare truppe al confine con l'India e conseguentemente alleviare la pressione dell'esercito pakistano contro il terrorismo ed i talebani che viene attuata al confine con l'Afghanistan.

Quelle accuse al Pakistan
di BERNARDO VALLI

Il solo effetto, immediato e forse provvisorio, del massacro di Mumbai è quello di avere ravvivato la vecchia, storica rivalità tra l'India e il Pakistan. E quando i sospetti tra le due potenze atomiche del subcontinente asiatico scivolano in una nevrosi acuta la situazione diventa inquietante. Dopo avere studiato il comportamento degli assalitori dei due grandi alberghi, il generale R. K. Hooda, comandante delle truppe indiane sul posto, ha detto perentorio che si tratta di gente proveniente "dall'altra parte della frontiera".

E ha precisato: "Forse da Faridkot". Vale a dire da un distretto del Punjab indiano confinante col Punjab pachistano. Un'area geografica in cui si sono svolte due delle tre guerre combattute dalla "partition" dal 1947 in poi, tra i due Stati nati in un bagno di sangue, alla fine del Raj britannico.

Ahmed Mukhtar, il ministro della difesa pachistano, si è affrettato a sostenere (con "grande fermezza") che il suo paese non è implicato nel massacro di Mumbai. E la sua era una appassionata perorazione in favore del tormentato processo di pace avviato quattro anni fa tra Islamabad e Nuova Delhi. Per carità! Implora Mukhtar, non compromettiamo il poco che abbiamo costruito. Questo non ha impedito a Manmohan Singh, il primo ministro indiano, di affermare che l'azione terroristica ha " legami con l'estero". Vale a dire con paesi vicini. E quando in India si parla di paesi vicini, in occasioni come questa, non c'è bisogno di precisare.

Ciò non significa che i sospetti siano fondati. Essi sono dettati da un'atavica reciproca diffidenza, alla quale sfuggono in India soltanto le (per fortuna) cospicue frange illuminate della popolazione indù (80%) e della popolazione musulmana (13,4%). I poliziotti del generale R. K. Hooda, in azione ai margini dei due grandi alberghi di Mumbai, hanno notato che gli aggressori armati di kalashnikov parlano in hindi e in urdu, due delle ventiquattro lingue ufficiali in India. L'urdu è invece la lingua ufficiale pachistana. Una lingua con accenti da accampamento militare. Indizio molto più interessante è il fatto che gli assalitori ridono spesso, si scambiano battute che in un altro contesto potrebbero anche suonare divertenti. Questo non è certamente lo stile del terrorista classico, kamikaze e dinamitardo. Del resto non risulta che siano stati usati esplosivi. Mentre, abitualmente, gli attentati (che l'anno scorso hanno fatto in India 2.700 morti) avvengono con ordigni lasciati nei mercati, spesso biciclette imbottite di Tnt o prodotti del genere. Altra singolarità è che gli aggressori abbiano preso di mira gli stranieri, i turisti ricchi, con particolare predilezione per inglesi e americani. Di solito le stragi uccidono gli autoctoni.

Questa rapida analisi conforta la tesi di coloro che non considerano il massacro di Mumbai un 11 settembre indiano, teso a destabilizzare una delle grandi potenze emergenti del XXI secolo. Secondo alcuni esperti, Al Qaeda ha riti più sinistri. I ragazzotti assassini che hanno assaltato il Taj Mahal, uno dei più celebri alberghi dell'Asia, vecchio di più di cent'anni, mitragliando gli sfortunati clienti, e con loro le superbe colonne d'onice e i soffitti d'alabastro, fanno pensare ai guerriglieri di uno degli ultimi romanzi di V. S. Naipaul. In "Magic seeds", lo scrittore nato da genitori bramini emigrati a Trinidad, descrive i giovani fanatici che in India scimmiottano gli idealismi ereditati dall'Occidente, in una versione locale. Nel caso di Mumbai una versione islamica.

Altri pensano tuttavia che non esista un rigoroso stile cui i terroristi si debbono adeguare. Non c'è un regolamento che impone il suicidio con dinamite. Né che fissa obiettivi umani precisi. Né che obbliga a rivendicare con sincerità le azioni appena compiute. L'identità dichiarata dagli aggressori di Mumbai lascia gli specialisti perplessi. Mai sentito nominare un "Deccan Moujaheedeen", stando alla denominazione inglese. Ci sono dei Mujahidin indiani che si sono attribuiti almeno duecento vittime nell'ultimo anno. Ma nessuno ha mai sentito parlare di Mujahidin del Deccan, zona vicino alla città di Hyderabad. Forse si tratta di affiliati agli Indian Muslims.

Le ipotesi si accavallano, si eliminano. Ma emerge puntuale quella che punta il dito sul gruppo Lashkar-e-Taba. Non l'avevo ancora citato. Si tratta di una guerriglia, forse nata anni fa in Afghanistan, alla quale l'intelligence pachistana ha sempre dedicato una particolare attenzione. Una guerriglia di solito interessata ai territori del Kashmir, disputati da India e Pakistan. Ma alla quale i servizi segreti russi attribuiscono, senza entrare nei dettagli, un legame con Al Qaeda. A quel gruppo, a Lashkar-e-Taba, pensavano comunque il generale R. K. Hooda e il primo ministro Manmohan Singh quando accennavano ai "legami con l'estero", senza nominare il Pakistan. Anche perché a quella guerriglia fu attribuita l'azione suicida contro il Parlamento di Nuova Delhi nel dicembre 2001. Ma quelli del Lashkar-e-Taba negano di avere a che fare con l'attacco agli alberghi di Mumbai. Restano quindi soltanto i sospetti. I quali non consentono di attribuire responsabilità precise. Per ora non si conosce la mano che ha mosso i ragazzi assassini di Mumbai. Il mistero è temporaneamente completo.

Dal groviglio di terroristi con stili e motivazioni diverse si può tuttavia trarre un'idea. La cancrena islamista si sta espandendo attraverso correnti indipendenti nel subcontinente. E si può facilmente immaginare che, come un fiume, abbia la sua sorgente nell'Afghanistan, di cui il Pakistan è un fertile e frastagliato retroterra. E l'India, con il suo spesso violento mosaico religioso, è come la grande, immensa terra promessa. Al Qaeda è un'ispirazione più che un'organizzazione. Se, in quanto tale, dovesse ulteriormente avvelenare i difficili rapporti tra le due potenze atomiche, realizzerebbe quello che adesso ci appare un'orrenda utopia.

(28 novembre 2008)
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Re: Mumbai!!!

Messaggioda franz il 09/12/2008, 9:52

MUMBAI: IL PAKISTAN NON CONSEGNERA' GLI ARRESTATI ALL'INDIA

Nuovo elemento di tensione tra India e Pakistan: il governo di Islamabad ha annunciato che non consegnera' a New Delhi le persone arrestate per gli attentati di Mumbai. "Gli arresti sono stati fatti nell'ambito delle nostre indagini. Anche se ci saranno prove contro un sospetto, costui non sara' consegnato", ha detto il ministro degli Esteri, Shah Mehmood Qureshi. "Procederemo contro gli arrestati nell'ambito della legislazione pakistana". L'intelligence pakistana ha annunciato lunedi' di aver messo le mani sull'organizzatore degli attentati di Mumbai: Zaki-ur-Rehman Lakhvi, indicato dall'unico sopravvissuto del commando, autore delle stragi, come la mente dell'offensiva terroristica costata la vita a 188 persone. Lakhvi e' stato catturato insieme ad altre 14 persone durante un blitz in un campo di addestramento per fondamentalisti islamici in Kashmir. Il campo in cui sono stati catturati e' gestito da Jamaat-ud-Dawa, una fondazione caritatevole legata a Lashkar-e-Taiba, il gruppo su cui si concentrano i sospetti. A capo di Jamaat-ud-Dawa c'e' Hafiz Saeed, fondatore nel 1989 di Lashkar-e-Taiba, abbandonata nel 2001 dopo che il movimento fu messo fuorilegge perche' sospettato di essere responsabile di un sanguinoso attacco contro il parlamento indiano a New Delhi. Lashkar-e-Taiba ("l'esercito dei pii") era stato creato per combattere il dominio indiano in Kashmir ed ha avuto legami sia con l'intelligence pachistana che con Al-Qaeda.

(09 December 2008)
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