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Mosca e i costi di una guerra che non può permettersi

Discussioni su quanto avviene su questo piccolo-grande pianeta. Temi della guerra e della pace, dell'ambiente e dell'economia globale.

Mosca e i costi di una guerra che non può permettersi

Messaggioda franz il 14/02/2015, 17:36

Mosca e i costi di una guerra che non può permettersi

di Vittorio Emanuele Parsi 10 febbraio 2015

Le guerre costano, che si vincano o si perdano. Oggi come oggi quelli che possono permettersele sono super-ricchi e super-potenti. Oppure gli avventurieri che sorgono dallo sfacelo di Stati in via di putrefazione: l'immagine è un po' forte, ma rappresenta la realtà assai meglio di quanto non faccia l'espressione “Stati falliti”.

Nella prima categoria rientrano, quasi esclusivamente, gli Stati Uniti e, in misura minore, lo Stato di Israele: i soli in grado di poter scaricare sul sistema internazionale (o su un generoso protettore) i costi della guerra. Evidentemente non mi riferisco ai “costi vivi” (quasi un paradosso, considerando che la guerra produce di necessità morte e distruzione), ma soprattutto ai costi politici, in termini di “rispettabilità” e responsabilità di un Paese che assuma la grave decisione di fare ricorso alle armi per far valere le proprie ragioni. La legittimità è insomma un asset decisivo, e il suo reciproco sconta un prezzo molto pesante e ben difficilmente calcolabile, persino ex post. Nella seconda categoria rientrano i vari al Baghdadi, mullah Omar, Abubakar Shekau (il leader di Boko Haram) e gentaglia simile, che in maniera diversissima possono egualmente scaricare su altri (in questo caso i loro disgraziatissimi “sudditi”) il costo della violenza inflitta e subita.

Non risulta che la Russia di Putin appartenga a nessuna di queste due categorie. Per quanto lo zar Vladimir I si comporti come un hooligan della politica internazionale e dimostri di essere un bugiardo professionale come non se ne vedevano in Europa dagli anni Trenta del secolo scorso, Putin resta il rappresentante di uno Stato che è parte integrante della società internazionale contemporanea, l'erede impoverito della superpotenza uscita sconfitta dalla Guerra fredda.

La Russia di oggi, diversamente dall'Unione Sovietica, è totalmente integrata nel sistema internazionale, in particolar modo in quello economico e finanziario: come è attestato dalla fuga di capitali (151,5 miliardi di $ nel corso del 2013), dall'ammontare degli Ide (95 miliardi di $ nel 2013), dal costo delle sanzioni (-4/5% di Pil previsto per il 2015, con un'inflazione al 15% e un servizio del debito pubblico al 15,4%) e dalla sofferenza per il crollo del prezzo del greggio (passato in pochi mesi da oltre 100 $ al barile a meno di 50).

Lo sono i suoi Paperoni, tutti ormai legati al carro di Putin, e contemporaneamente presenti nelle principali borse mondiali. Ma lo è anche l'establishment del presidente russo, il suo “cerchio magico”: a cominciare da quel vicepremier, Igor Shuvalov, pronto a ricordare la straordinaria capacità del popolo russo di sopportare gravose rinunce – «mangeremo di meno, useremo meno elettricità» – pur di sostenere la sua leadership contro «la pressione degli stranieri», eppure titolare di lussuose residenze a Londra e in Austria...Sempre diversamente dalla vecchia Urss, la Russia odierna non è neppure un giocatore così forte da potersi permettere di imporre la propria politica al mondo: nessuna replica di Budapest 1956 o di Praga 1968 può essere vagheggiata dagli strateghi del Cremlino senza mettere in preventivo un salatissimo conto sia in termini strettamente economico-finanziari sia in termini politici.

Tant'è vero che Mosca, fin qui, ha dovuto far ricorso a menzogne e sotterfugi per inviare armi e rinforzi ai ribelli da lei sobillati e protetti, mentre la carta di un intervento alla luce del sole resta difficile da impiegare: tanto risolutiva nei confronti di Kiev quanto suicida nei confronti dell'Occidente a cui la Russia è legata, che le piaccia o meno. Quindi il Cremlino fa la voce grossa, ma persino di fronte all'ipotesi americana di mettere il legittimo governo di Kiev nelle condizioni di difendere per lo meno lo status quo (rifornendo di armi il suo esercito), Mosca dovrebbe valutare con molta attenzione i rischi e i costi di un'escalation.

Gli europei dal canto loro replicano gli errori della guerra civile in Bosnia: «Nessun aiuto militare», «non esistono alternative alla soluzione diplomatica». Allora, negli anni 90 l'embargo verso le legittime autorità bosniache consentì alle milizie serbe (tranquillamente rifornite da Belgrado) di conseguire un vantaggio enorme, prolungando la guerra civile. Oggi rischia di portare al riconoscimento di fatto della secessione (con prevedibile annessione alla Russia) delle province ribelli. Esattamente sulla falsariga di quanto è avvenuto in Crimea e con conseguenze imprevedibili sul futuro.

Intanto da Madrid fanno sapere come le sanzioni siano costate ai Paesi Ue 21 miliardi di dollari. L'economia che ne ha patito il maggior danno proporzionale è quella della piccola Lettonia, repubblica baltica ex sovietica, con 52 milioni di $ di mancate esportazioni e una contrazione del Pil pari allo 0,25%: che invece chiede un inasprimento delle misure contro Mosca, ricordandoci sobriamente che «la libertà ha un costo».

http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/ ... d=ABMnZEsC
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Re: Mosca e i costi di una guerra che non può permettersi

Messaggioda flaviomob il 22/02/2015, 11:48



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Re: Mosca e i costi di una guerra che non può permettersi

Messaggioda annalu il 22/02/2015, 19:52

flaviomob ha scritto:http://www.sinistrainrete.info/geopolitica/4731-piotr-la-strategia-del-cane-pazzo.html

Russia, Prussia e il cane pazzo.

La situazione non è certo divertente, e questa è l'unica cosa su cui sono d'accordo. Non ho invece capito cosa proporrebbe l'articolo di sinistrainrete. L'unica cosa che mi pare di capire è che secondo loro - qualsiasi cosa succeda - non si deve andare contro la potentissima Russia, mentre la supremazia USA è insopportabile ed anche la Germania piace pochino.
E allora?
Dare armi ai nazionalisrti ucraini no (e qui mi pare che l'Europa sia d'accordo), ma poi? Se la Merkel tratta con Putin, si teme un nuovo "Patto Molotov-Ribbentrop" come se allora non fosse la Germania a voler invadere il resto del mondo. Se invece lasciamo che Putin si annetta tranquillamente la parte di Ucraina che vuole, non rischiamo forse di fare la fine che fece l'Europa dopo la conferenza di Monaco? Perché tanta paura dei nazionalisti ucraini, mentre l'espansionismo russo alla sinistrainrete non crea alcun problema?
E poi, perché vedere un'Europa che si frammenta, ed un impero russo (ex URSS) del tutto privo di tensioni interne? Ma davvero sinistrainrete ignora che i paesi dell'ex patto di Varsavia non vedevano l'ora di liberarsi dello strapotere russo?
A me la "Grande Russia" di Putin fa paura ben più di quattro gatti di nazionalisti ucraini, che tra l'altro acquisterebbero credibilità e sostegno popolare se si lasciasse alla Russia libertà di invasione.

Non ho soluzioni da proporre, cerco solo di capire.

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Re: Mosca e i costi di una guerra che non può permettersi

Messaggioda flaviomob il 22/02/2015, 21:11

La situazione mi pare questa:

-Sul piano militare, la Russia impiegherebbe pochissimo ad invadere l'Ucraina. Credo che siamo unanimemente d'accordo che la disparità delle forze militari in campo è abissali. Se gli USA fornissero armi a Kiev, Mosca potrebbe prenderla come scusa per intervenire direttamente.
-L'Ucraina è povera e indebitata. Sostanzialmente è un paese condizionabile da chiunque gli presti denaro (che non sarà in grado di restituire) e dipende energeticamente da Mosca. I debiti, come avviene per molti paesi, verranno poi usati come cappio.
-La società ucraina è complessa: una buona parte dei maschi adulti delle vecchie generazioni ha prestato servizio militare nell'armata rossa. In molte famiglie convive una componente russofona ed una più propriamente ucraina.

A queste condizioni, spingerla verso l'alleanza con l'occidente come hanno fatto gli USA e, in posizione più passiva e defilata la UE, significava creare le condizioni per una scissione interna. Ricordiamoci che in Ucraina ci fu storicamente il primo nucleo russo (la "Rus" di Kiev).
Così come va riconosciuto che entrare nella UE converrebbe all'Ucraina soprattutto per la libera circolazione dei lavoratori (una gran quantità di donne ucraine lavorano in Europa occidentale), ciò però non dovrebbe significare la rottura della possibilità di relazioni intense con la Russia e con i paesi asiatici. Piuttosto che un "aut aut" si poteva pensare, come è attualmente per la Svizzera, ad una condizione speciale per l'Ucraina che permettesse accordi bilaterali con entrambe le aree: UE e Unione doganale euro-asiatica, il che avrebbe portato molti vantaggi a Kiev.

Invece gli USA hanno spinto per la rottura, senza contare che i confini geografici dell'attuale Ucraina sono totalmente arbitrari, visto che p.e. la Crimea russa fu "regalata" a Kiev dal dittatore Kruscev (di origini ucraine).

Non si è fatto nulla per la pace, ne' per il benessere del popolo ucraino (di cui non importa a nessuno: ne' ad occidente, ne' ai russi), si è solo tirata la corda fino al punto di rottura.

La minacciosa Russia è circondata, in tutta Europa ed Asia, da paesi con basi NATO, ad eccezione della frontiera con Cina e Mongolia. Lo stesso trattamento non è certo riservato agli USA


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Re: Mosca e i costi di una guerra che non può permettersi

Messaggioda annalu il 24/02/2015, 21:45

flaviomob ha scritto:-Sul piano militare, la Russia impiegherebbe pochissimo ad invadere l'Ucraina. Credo che siamo unanimemente d'accordo che la disparità delle forze militari in campo è abissali. Se gli USA fornissero armi a Kiev, Mosca potrebbe prenderla come scusa per intervenire direttamente.
-L'Ucraina è povera e indebitata. Sostanzialmente è un paese condizionabile da chiunque gli presti denaro (che non sarà in grado di restituire) e dipende energeticamente da Mosca. I debiti, come avviene per molti paesi, verranno poi usati come cappio.
-La società ucraina è complessa: una buona parte dei maschi adulti delle vecchie generazioni ha prestato servizio militare nell'armata rossa. In molte famiglie convive una componente russofona ed una più propriamente ucraina.

Tutto giusto: ho mai affermato il contrario? Mi sembra che la Merkel per prima abbia espresso considerazioni analoghe, ed il suo tentativo di trattare con Putin è legato proprio a considerazioni del genere.

Quanto agli "errori del passato", soprattutto da parte degli USA, non ci vuole un grande ingengno per accorgesene aposteriori.
flaviomob ha scritto:...senza contare che i confini geografici dell'attuale Ucraina sono totalmente arbitrari, visto che p.e. la Crimea russa fu "regalata" a Kiev dal dittatore Kruscev (di origini ucraine).

Molti confini europei sono discutibili. Solo pensando all'Italia, il Sud Tirolo potrebbe voler diventare austriaco, e noi potremmo desiderare di annetterci Fiume e parte della Dalmazia: ti piacerebbe? Comunque, che la Russia si tenga pure la Crimea, è oltre che non deve assolutamente andare, altrimenti dopo l'Ucraina toccherà ai paesi Baltici, e dopo non si sa cosa potrebbe succedere.
flaviomob ha scritto:La minacciosa Russia è circondata, in tutta Europa ed Asia, da paesi con basi NATO, ad eccezione della frontiera con Cina e Mongolia. Lo stesso trattamento non è certo riservato agli USA

Questa mi sembra proprio una battuta: povera Russia! E' il paese con la massima estensione territoriale al mondo; o riesce ad invadere tutta l'Europa (e magari anche il Giappone), oppure sarà sempre "circondata" da paesi con basi Nato. Quanto agli USA, il loro territorio, pur di estensione molto minore, spazia da un oceano all'altro, quindi è difficile "circondarla", se non via mare.
Attualmente però l'armamento russo e statunitense mi pare che siano comparabili, e la gittata dei missili atomici rende secondaria la collocazione logistica dei missili stessi.
Siccome comunque in caso di guerra la prima a rimetterci sarebbe la solita Europa, mi sembra che i confini attuali vadano difesi col massimo impegno se non si vuole che si scateni una guerra che, anche se non dovesse essere "mondiale", si combatterebbe certo in territorio europeo.
In certi casi la strabilizzazione dei confini è l'unico modo per mantenere la pace. O tu pensi che, se la Russia riuscisse ad annettersi parte dell'Ucraina, poi non cercherebbe di espandersi ulteriormente?
Tra l'altro non mi sembra che la situazione interna in Russia sia del tutto serena, e Putin probabilmente ha tutto l'interesse a scaricare le tensioni verso l'esterno, come del resto hanno fatto in passato tutti i dittatori. Cerchiamo di fermarlo finché siamo in tempo, mediante trattative per quanto è possibile, e questo è ciò che Merkel sta cercando di fare. La signora a molti potrà anche non piacere, ma al momento mi sembra l'unico "vero uomo politico" in grado di difendere l'Europa.

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Re: Mosca e i costi di una guerra che non può permettersi

Messaggioda flaviomob il 25/02/2015, 1:48

La NATO ha avuto una certa fretta, in tempi recenti, di entrare in paesi che confinano con la Russia: basti pensare come invece fu imposta la neutralità all'Austria dopo la II guerra mondiale per garantire "più equilibrio". Bisogna saper vincere, non stravincere, altrimenti è ovvio che si ottiene una reazione avversa specie con una leadership populista (mi domando però quando mai la Russia abbia avuto una leadership non autoritaria: con il comunismo? con Eltsin? con gli zar?).

Secondo l'analisi del Fatto di qualche giorno fa (di cui non ho il link) sostanzialmente la Merkel ha sancito una pace con Putin che fotografasse la situazione attuale, con ampie autonomie alle province "secessioniste" che di fatto rimarrebbero sotto una forte influenza russa.

Il paragone con il Sud Tirolo può essere calzante sul piano storico: senza arrivare ad una guerra, dopo forti proteste della popolazione di lingua tedesca (che arrivarono anche ad attentati contro scuole e caserme, con vittime tra i carabinieri), negli anni settanta si arrivò a definire una forte autonomia per la provincia di Bolzano, calmando gli animi. Certamente contribuì l'amicizia tra Austria e Italia, ma è chiaro che se avessimo scelto l'opzione della militarizzazione del territorio oggi conteremmo i morti a centinaia: per che cosa poi? Per "difendere" un territorio dove solo il 25% della popolazione parla italiano? A che pro?


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Re: Mosca e i costi di una guerra che non può permettersi

Messaggioda franz il 25/02/2015, 8:37

Qui bisognerebbe anche considerare che sono le nazioni stesse dell'ex-est che chiedono nell'ordine:
1) di entrare a far parte economicamente e politicamente dell'Europa, sganciandosi progressivamente dalla Russia
2) di entrare progressivamente in parterariati sempre piu' stretti con la Nato.
Poi capisco che per la letteratura classica della sinistra antagonista (in rete o meno) questo non è causato dal volere dei popolo ma da quello degli imperialisti brutti e cattivi. Ma se ne faranno una ragione. Chi non se ne fa una ragione invece è la Russia che pur immensa e ricca di materie prime, ha bisogno di tutto e quindi di importare molto. Ha avuto 20 anni per passare dal modello di rapina verso i "satelliti" al modello dell'import-export occidentaler e soprattutto 20 anni per ammodernare la propria economia, ma ha sprecato tempo ed ha continuato il modello di prepotenza basato sui colossi energetici controllati dalla politica.
Diversamente dalla Cina, la Russia ha fatto scelte economiche disastrose.
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Re: Mosca e i costi di una guerra che non può permettersi

Messaggioda trilogy il 25/02/2015, 11:27

franz ha scritto:Qui bisognerebbe anche considerare che sono le nazioni stesse dell'ex-est che chiedono nell'ordine:
1) di entrare a far parte economicamente e politicamente dell'Europa, sganciandosi progressivamente dalla Russia
2) di entrare progressivamente in parterariati sempre piu' stretti con la Nato....


Tutti vogliono soldi e l'Europa sta andando a rotoli per seguire le sue fantasie espansionistiche.Poi quelli che nell'Unione non vogliono entrare li bombardiamo, prima con facebook e twitter poi con le bombe vere. :mrgreen:
Tutta questa espansione Russa poi non si vede, perfino la Georgia è sotto il controllo militare americano, con tanto di basi militari. Quanto alle forze in campo, riprendo la mappa pubblicata dalla Stampa. Abbiamo uno schieramento che va dal baltico al caucaso con costi enormi e crescenti, (sembra il vallo di adriano) e qualunque paese che si trova uno schieramento simile ai confini sarebbe preoccupato. La sicurezza pacifica non può essere vista da un solo lato, o è reciproca o non è sicurezza. Forse se la smettessimo di tramare per rovesciare qualunque governo non ci piaccia le cose andrebbero meglio. Certo, si venderebbero meno armi, la coesistenza pacifica purtroppo ha i suoi costi

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Re: Mosca e i costi di una guerra che non può permettersi

Messaggioda franz il 25/02/2015, 13:14

Tu non vedi l'espansione russa?
Dopo l'invasione della georgia nel 2008, che ha comportato da parte delle Russia l'annessione dell'Ossezia del Sud (piu' che comprensibile quindi che la Georgia chieda di stare sotto l'ombrello Nato ... una cosa che anche Berlinguer preferiva) e quella della crimea, dopo l'attuale situazione nell'ucraina dell'est (dove ci sono miniere di carbone) cosa altro volete non vedere? La Transnistria?
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Re: Mosca e i costi di una guerra che non può permettersi

Messaggioda trilogy il 25/02/2015, 16:49

La Georgia è una questione di "tubi"...ci serve a far passare il gasdotto

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C'è anche scritto nella comunicazione pubblicata oggi sulla sulla strategia energetica dell'UE

To ensure the diversification in gas supplies, work on the Southern Gas Corridor must be intensified to enable Central Asian countries to export their gas to Europe. (pag.4)

C'è anche l'Ucraina... a pag.7

Particular attention will be paid to upgrading the Strategic Partnership on energy with Ukraine. This will address issues related to Ukraine's importance as a transit country as well as those related to Ukraine's energy market reforms, such as the upgrade of its gas network, the setting up of an appropriate regulatory framework for the electricity market
and increasing energy efficiency in Ukraine as a means of reducing its dependence on imported energy.

fonte: http://ec.europa.eu/priorities/energy-u ... ion_en.pdf
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