un'interessante analisi economica della situazione russa
Come saprete negli ultimi tempi la moneta russa ha subito una notevole svalutazione
http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/ ... d=ABgHdwLCPurtroppo nel chiacchiericcio dell'estrema destra e dell'estrema sinistra che si baloccano come sempre con complotti anti Putin orditi dal mostro occidentale e costrutti pindarici su modelli alternativi di gestione dell'economia , che alla prova dei fatti crollano però mediamente su se stessi , non si riesce a capire veramente cosa sta succedendo.
A noi che invece piace l'analisi scientifica seria , cerchiamo di vedere quali sono , e se ci sono , le reali ragioni economiche che spiegano quanto sta avvenendo , ricordando sempre come faro guida che l'economia ha delle leggi , leggi che sono ferree , leggi che valgono per qualsiasi paese in qualsiasi epoca e che nessuna persona al mondo per quanto potente può cambiare .
Ovviamente queste leggi sono sostanzialmente quelle descritte dal modello neoclassico di stampo monetarista .
Per cominciare diamo uno sguardo all'andamento del cambio euro/rublo negli ultimi 5 anni
https://it.finance.yahoo.com/echarts?s= ... X;range=5yhttp://4.bp.blogspot.com/-bMGJZtFbjYY/V ... /rublo.JPGVediamo subito che dal 2010 fino a metà 2013 si è avuta una sostanziale stabilità , venuta meno proprio da giugno 2013 .
Da li in poi il rublo svaluta passando piano piano da 40 rubli per un euro ai 50 di marzo 2014 , per poi svalutarsi ulteriormente fino agli attuali 66 rubli circa .
La svalutazione quindi non coincide strettamente con gli eventi connessi all'Ucraina e nemmeno con le sanzioni imposte dall'occidente essendo iniziata almeno un anno e mezzo fa .
Sicuramente invece c'è stata una forte accelerazione di questa svalutazione a partire da metà settembre 2014 in poi .
A questo punto prima di proseguire diamo una ripassatina veloce a quelle che sono le determinanti teoriche del tasso di cambio.
Innanzitutto cos'è ?
Semplicemente il tasso di cambio è un indice che serve a comparare i prezzi dei beni interni di un paese nei termini di un'altra moneta .
E' evidente quindi che questo indice muterà in base a tutto ciò che può far cambiare i prezzi interni tra vari paesi .
Abbiamo quindi in ordine di importanza decrescente e considerando per ovvi motivi di spazio solo le componenti principali :
1) il tasso di variazione della quantità di moneta in circolazione : qui la spiegazione dovrebbe essere banale , almeno per chi ha rudimentali conoscenze economiche .
Se la quantità di moneta in circolo aumenta a tassi sostenuti , come si ha ad esempio quando la banca centrale stampa moneta , il valore della moneta scende e come conseguenza i prezzi dei beni espressi in tale moneta salgono . Se quindi il tasso d'inflazione ( ovvero il tasso di variazione dei prezzi ) è maggiore di quello degli altri paesi il tasso di cambio tenderà a svalutarsi .
2) i movimenti di capitale : anche qui la cosa è molto banale . Se i capitali fuoriescono dal paese A noi abbiamo vendita della moneta A e acquisto di quelle estere . La conseguenza immediata è ovviamente una diminuzione del valore della moneta A , ovvero una tendenza verso la svalutazione del cambio.
Punto importante: il meccanismo è reciproco . Ovvero se abbiamo afflusso di capitali noi abbiamo vendita delle monete estere e acquisto della moneta A e quindi una rivalutazione di A.
3) il saldo della bilancia commerciale : il meccanismo è identico a quello precedente .
Se noi abbiamo un saldo positivo della bilancia commerciale tecnicamente significa che l'estero acquista più moneta A e quindi avremo una rivalutazione .
Se invece il saldo è negativo avremo vendita di A e quindi svalutazione .
Fatto questo breve riassunto proviamo a vedere come questi tre punti hanno influito sulla dinamica del rublo negli ultimi cinque anni , ricordando che interagiscono tra loro e per valori contenuti del primo meccanismo anche neutralizzandosi a vicenda .
Iniziamo esaminando il tasso d'inflazione russo , ovvero il driver primario del tasso di cambio .
Come possiamo vedere secondo i dati dell'Fmi via la Banca centrale Russa
http://www.principalglobalindicators.or ... fault.aspx il tasso d'inflazione dal 2010 ad oggi ha viaggiato ad una media aritmetica annua vicina al 7% e negli ultimi due anni è in accelerazione .
Considerando che nel frattempo l'area euro ( e per il dollaro è identico ) ha avuto un'inflazione media annua vicina al 2% , il rublo aveva accumulato solo per il periodo 2010-2013 un differenziale di variazione dei prezzi con l'euro di circa il 15%.
In base a quanto visto nel punto 1 il rublo nel periodo considerato avrebbe dovuto svalutarsi almeno per l'appunto del 15% .
Ma così non è stato . Il rublo infatti dal 2010 al 2013 è rimasto sostanzialmente stabile.
Perchè ?
Come detto ci sono altre due forze in gioco , ovvero i movimenti di capitale e la bilancia commerciale .
Esaminiamoli come sopra attraverso i dati forniti dall'Imf attraverso la Banca centrale Russa .
Guardiamo il saldo della bilancia commerciale in termini percentuali di Pil.
2010 +4.4
2011 +5.1
2012 +3.5
2013 +1.6
Con la particolarità che nel 2013 abbiamo il Q1 ancora a +5.3% , mentre dal Q2 in poi si scende quasi a 0 .
I dati del 2014 ancora non sono ufficialmente disponibili .
Per quanto riguarda i movimenti di capitale esaminiamo i dati che la Banca centrale Russa gentilmente offre
http://www.cbr.ru/eng/statistics/print. ... _new_e.htmCome possiamo vedere dalla somme delle prime due colonne e dalla quinta , i capitali hanno la tendenza ad uscire dalla Russia .
Riassumendo , abbiamo quindi due spinte a favore della svalutazione del cambio che costantemente operano in Russia e che sono i movimenti di capitali e soprattutto l'alta inflazione .
In contrapposizione abbiamo invece il saldo della bilancia commerciale che fino a metà 2013 riusciva a mantenere costante il tasso di cambio .
Il saldo della bilancia commerciale quindi , saldo che però da metà 2013 sta scendendo .
Cosa può essere successo ?
Per capirlo guardiamo cosa esporta la Russia e quali sono le componenti principali .
Qui possiamo vedere i dati per il 2012
http://en.wikipedia.org/wiki/Economy_of ... reemap.pngSommando le varie componenti notiamo subito un dato abbastanza impressionante : il petrolio direttamente o indirettamente conta per quasi il 70% del valore delle esportazioni della Russia .
A questo punto andiamo a vedere il prezzo del petrolio , cosa che possiamo fare grazie all'Opec qui
http://www.opec.org/opec_web/en/data_graphs/40.htmNotiamo subito che negli ultimi 5 anni il prezzo ha oscillato poco sopra i 100 dollari al barile.
Da agosto in poi invece è sceso costantemente raggiungendo le attuali quotazioni inferiori ai 70 dollari .
Adesso abbiamo tutti gli elementi per trarre delle conclusioni :
1) La Russia ha tenuto in questi ultimi 5 anni una dinamica inflattiva discreta che ha fornito una spinta verso la svalutazione del cambio .
2) Questa svalutazione non si è verificata grazie al prezzo del petrolio elevato che ha permesso un saldo della bilancia commerciale tale da impedire la svalutazione .
3) A causa dei movimenti di capitale avversi però , sommati all'accumularsi di un differenziale inflattivo sempre più grande e alla stasi del prezzo del petrolio , da metà 2013 la moneta russa ha iniziato una lenta ma costante svalutazione .
4) Svalutazione che ha accelerato nel momento in cui la principale forza contraria è venuta meno , ovvero il saldo positivo della bilancia commerciale dovuto all'alto prezzo del petrolio .
Nulla di trascendentale quindi .
Che fare ora ?
Certamente non stampare moneta , cosa che semmai aggraverebbe la situazione .
Anche qui però la cosa è di nuovo semplice , almeno se come detto all'inizio si usano le teorie economiche corrette : date le tre forze all'opera è evidente che bisogna intervenire esattamente su quelle tre forze .
Come ?
Chiunque abbia fatto almeno un esame di macroeconomia dovrebbe già sapere la risposta .
Comunque :
1) Ridurre il tasso di crescita della moneta e quindi l'inflazione . Per farlo bisogna alzare in via prioritaria i tassi d'interesse .
2) Con tassi d'interesse più alti e si spera meno rischio , i capitali dovrebbero piano piano rientrare invertendo il deflusso .
3) Cercare di riportare in positivo il saldo della bilancia commerciale . Ovviamente la determinante prima vista la forte concentrazione del commercio russo è il prezzo del petrolio , prezzo sul quale temo ( o per fortuna ) Putin non ha più grandi margini di manovra .
Cosa sta facendo il leader del Cremlino ?
Lo possiamo leggere nel primo articolo linkato all'inizio :
1) la banca centrale sta alzando i tassi d'interesse
2) Putin , dietro la retorica propagandistica sulla lotta alla speculazione , ha promesso invece l'immunità totale ai russi che riportano i capitali in patria .
Più o meno quindi sta seguendo quando la "dottrina" prevede.
Direi tutto secondo copione .
L'abbiamo detto all'inizio : ne complotti ne trame oscure magari della Cia o di qualche gruppo di banchieri .
Semplicemente l'economia con le sue leggi .
Leggi alle quali anche Putin si sta piano piano sottomettendo .
Tutto a posto allora ?
Eh no .
Di nuovo , chi conosce un po di economia avrà già capito , ma le criticità sono molte e alcune decisamente più importanti del tasso di cambio che alla fine è puramente un indicatore secondario di quelli che sono i veri problemi di un paese :
1) La politica di alzare i tassi per controllare l'inflazione vuol dire operare una stretta monetaria . Questa provoca recessione . Non a caso la banca centrale russa ha avvertito che nei prossimi due anni l'economia andrà male.
2) Come visto il saldo della bilancia commerciale dipende in via prioritaria dal prezzo del petrolio . Se questo si mantiene basso , non solo la Russia avrà problemi monetari e di cambio , ma soprattutto avrà problemi di liquidità , ovvero detto in modo chiaro : soldi da spendere .
E quanto conti questa voce per un regime non compiutamente democratico basato sul petrolio già l'abbiamo visto per il Venezuela.
3) La composizione della bilancia commerciale centrata sul petrolio ci dice infine un'altra cosa , forse la più importante : la base industriale della Russia è ancora relativamente piccola , e questo significa che la Russia è essenzialmente un gigante politico dai piedi economici d'argilla .
La crescita esponenziale dei prezzi delle commodities avvenuta dal 2000 in poi ha mascherato questa verità pompando il Pil a forza di petrodollari , ma la cosidetta maledizione del petrolio a quanto pare ha colpito ancora
http://it.wikipedia.org/wiki/Maledizione_delle_risorse .
Se i dirigenti russi fossero responsabili avrebbero comunque esempi vincenti di gestione delle riserve petrolifere con crescita industriale diffusa da imitare : la Norvegia e gli Uk sono i paesi guida su questo .
Certo per farlo serve umiltà e spirito critico , ma non siamo sicuri sia questo il caso .
Staremo a vedere .
Il futuro è decisamente interessante.
http://archeo-finanza.blogspot.it/2014/ ... russa.html