Giusto Pianogrande. Le democrazie si devono continuamente interrogare sul loro essere realmente democratiche.
E qui entra in gioco il concetto di democrazia sostanziale, di cui avevo già parlato in altro thread, anzi preferisco usare l'italiano: in altro argomento, o filone.
Non so chi faccia le statistiche sulla qualità del sistema sanitario cubano ma non credo che siano autoreferenziali, altrimenti Wikipedia ne metterebbe in dubbio l'affidabilità, suppongo. Del resto i dati potrebbero essere falsificati anche in un sistema democratico da funzionari infedeli, corrotti o desiderosi di "allisciarsi" i potenti di turno.
Comunque, a questo sito c'è un pò di bibliografia a riguardo http://znetitaly.altervista.org/art/8922
E i medici cubani notoriamente sono richiesti in quasi tutta l'America latina con ottimi risultati, il che depone a favore.
Torniamo alla nostra democrazia sostanziale: il diritto alla salute, alla casa, al lavoro, a un reddito minimo, ad uno stato sociale rientra certamente in questa definizione. Per cui a Cuba ci troviamo in una situazione dicotomica: a fronte dell'assenza di democrazia formale (ovvero libertà di stampa, pluripartitismo, etc.) ci sono dei parametri avanzati di democrazia sostanziale. Io mi interrogo sul significato di questa contraddizione, che peraltro fa da contraltare a un sistema simmetricamente opposto: quello statunitense dove il welfare state è molto meno sviluppato che in Europa e la sanità ha costi (sia pubblici che privati) di gran lunga più elevati con risultati inferiori.
Ciò significa che se vogliamo essere corretti dobbiamo denunciare il vulnus democratico nell'isola cubana (peraltro martoriata dal disastroso e mostruoso embargo di Washington) ma contemporaneamente riconoscere una lesione nei diritti umani e sociali ad esempio negli Stati Uniti (welfare, sanità, discriminazioni elevate tra bianchi e neri nel reddito e nella composizione carceraria e perfino nel comminare la pena di morte), in Italia (risorse tolte al welfare dalla corruzione, criticità nella libertà di stampa, mancanza del reato di tortura, territori gestiti dalla criminalità organizzata, territori in cui il diritto alla salute non è garantito adeguatamente, lesioni dei diritti dei migranti nei CIE e nel computo previdenziale).
Ergo, anche noi viviamo in "semidemocrazie" che abbiamo un po' troppo idealizzato e a cui ci siamo assuefatti, come se fossero il migliore dei mondi possibili.
Forse gli yacht di lusso, se veramente esistono, sono un po' il "tratto d'unione"...