La Comunità per L'Ulivo, per tutto L'Ulivo dal 1995
FAIL (the browser should render some flash content, not this).

A New York si torna al passato

Discussioni su quanto avviene su questo piccolo-grande pianeta. Temi della guerra e della pace, dell'ambiente e dell'economia globale.

A New York si torna al passato

Messaggioda franz il 23/11/2013, 16:05

A New York si torna al passato
22 novembre 2013 • gian luca clementi

L'elezione di Bill De Blasio a sindaco di New York segna il ritorno al passato, un passato non proprio edificante.

Immaginatevi una studentessa all'ultimo anno della scuola superiore che si addentra in un quartiere malfamato di New York, con le strade sporche e frequentate a tutte le ore da perditempo, le facciate dei palazzi annerite, le finestre sbarrate, e un paio d'ore dopo ne esce commiserando la sua insegnante, da cui si è appena accomiatata, perché non si può permettere di abitare in un quartiere migliore. La studentessa era mia moglie, il quartiere era Soho, e si trattava della fine degli anni Ottanta. È solamente una, tra le tante immagini della sua giovinezza trascorsa a New York, che mi ha voluto trasmettere.

Chi ha visitato New York negli ultimi anni, anche quelli della recessione, è tornato a casa con la veritiera impressione di una città vibrante, funzionale, e con un tasso di criminalità molto basso. Solamente venti anni fa, avrebbe avuto un'esperienza radicalmente diversa. Si era alla fine dell'amministrazione Dinkins, spesso segnalato come il peggiore sindaco della storia della città. La città era sciatta, la metropolitana imbrattata di graffiti, il tasso di criminalità elevatissimo, le finanze del Comune dissestate. Esasperati e disposti a tutto pur di migliorare la propria esistenza, i cittadini si affidarono al repubblicano Rudy Giuliani, nonostante la stragrande maggioranza simpatizzasse per il Partito Democratico.

Ai due mandati consecutivi di Giuliani, seguirono i tre di Mike Bloomberg. Come è facile immaginare, molte sono state le discontinuità tra queste amministrazioni e quelle che le hanno precedute. A mio modo di vedere, la più importante fu il venir meno di un elemento fondamentale -- il sindaco, appunto -- nel sistema di potere legato al partito democratico che aveva governato la città per decenni. Per molti versi, tale sistema seguiva un protocollo simile a quello adottato dal PCI-DS-PD in Emilia-Romagna e da DC-FI-PDL in Molise, concretizzandosi in una pressoché totale occupazione dei centri decisionali e in una gestione della cosa pubblica ad esclusivo vantaggio dei propri accoliti. Le parole chiave erano cooptazione, corruzione, e inefficienza. A prescindere dalle loro posizioni politiche, un fattore determinante del successo di Giuliani e Bloomberg è stata la loro estraneità a tale sistema.

Poche settimane fa, gli elettori hanno individuato in Bill De Blasio, candidato del Partito Democratico, il nuovo sindaco della città. Visto che risiedo a New York ininterrottamente da dieci anni, molti amici italiani mi hanno chiesto se condividessi i giudizi largamente positivi che la maggior parte dei media italiani ha espresso a proposito del neo-sindaco. Ebbene, non li condivido affatto. Secondo me, c'è un forte rischio (la certezza?) che l'elezione di De Blasio riconsegni la città allo stesso gruppo di potere che rischiò di affossarla definitivamente non più di venti anni fa.

Non dovrebbero esserci soverchi dubbi circa la contiguità tra De Blasio e quel gruppo, che fa capo al partito democratico e alle maggiori sigle sindacali dell'impiego pubblico. La campagna elettorale di De Blasio ha beneficiato enormemente dell'appoggio dei sindacati, i quali gli hanno assicurato finanziamenti e volontari. Una volta in carica, De Blasio si troverà a negoziare il rinnovo del contratto di lavoro per decine di migliaia di dipendenti comunali. Dall'altra parte del tavolo si troverà i sindacalisti che hanno avuto un ruolo fondamentale nella sua elezione e che tra quattro anni dovranno decidere se appoggiarne la rielezione. Come credete che si comporterà?

Dal curriculum pubblicato sul suo sito personale, si evince che il prossimo sindaco di New York non ha mai lavorato. Finiti gli studi post-universitari, ha cominciato la classica trafila del politico professionista. Staffer (attacchino) per il famigerato sindaco Dinkins, poi all'agenzia federale dell'edilizia popolare (chiamatovi dall'attuale governatore Cuomo), quindi al provveditorato agli studi (altro organo politico, ahimè) a Brooklyn, direttore della campagna elettorale di Hillary Clinton nel 2000, per approdare infine al consiglio comunale di New York e, ultimo incarico in ordine di tempo, a quello di public advocate, una sorta di ombudsman presso il Comune.

Vorrei sapere cosa, in questo profilo professionale, qualifica Bill De Blasio a condurre un'organizzazione complessa come quella del Comune di New York, responsabile per assicurare una miriade di servizi a circa 8 milioni e quattrocentomila abitanti. Il ruolo primario di sindaco non è quello di perseguire ambiziosi obiettivi di politica sociale, attività per la quale non ha gli strumenti. Bensì, il sindaco deve adoperarsi affinché si raccolga l'immondizia, le strade siano in buono stato, i lampioni funzionino, ... Per questo servono competenze manageriali che né De Blasio né i suoi più stretti collaboratori, elencati dal New York Times lo scorso 8 novembre, hanno accumulato.

L'unica indicazione incontrovertibile che si può ricavare dalla carriera di De Blasio è la sua contiguità e familiarità con praticamente tutti i gangli del trust di potere che ho menzionato sopra. Non sorprende, peraltro, che queste semplici considerazioni, che lo squalificano ai miei occhi, lo rendano così appetibile alla sinistra italiana, soprattutto quella organica al vetusto ed anacronistico Partito Democratico (Italiano). Il profilo di De Blasio non è molto diverso da quello di molti politici sinistrorsi italiani. Ad esempio, prendete quello del mio conterraneo Vasco Errani. Iscritto al PCI da bambino, consigliere comunale a Ravenna a 28 anni, quindi assessore comunale, poi in consiglio regionale, assessore regionale, e infine presidente della regione. Una vita al servizio della collettività... la loro.

Prima di chiudere, un paio di note in calce su due temi che sono stati fondamentali nella vittoriosa cavalcata elettorale di De Blasio: la scuola materna e la cosiddetta strategia di "stop and frisk." La campagna elettorale di De Blasio è stata un mix di visioni mistico-vendoliane -- ''Un posto di lavoro per tutti," ''Crescita economica per tutti i quartieri," ''Case sicure e confortevoli per tutti"... -- e promesse concrete ma irrealizzabili. Per esempio, ha promesso che il Comune pagherà la scuola materna per tutti i bambini, facendone pagare il conto ai ricchi mediante nuove tasse.

Al momento, con l'eccezione di pochi quartieri (in cui l'istruzione pubblica inizia al quarto anno di età), non v’è scuola materna comunale per i bimbi di età inferiore ai 5 anni. Da un lato, né il Comune né le strutture private esistenti hanno la possibilità fisica di incrementare il numero di studenti. Il boom demografico degli ultimi anni non ha visto un parallelo incremento dell'offerta, con il risultato che le scuole esistenti sono sovraffollate. Certo, se ne possono costruire di nuove... ma a che prezzo, e in quanto tempo? Dall'altro lato, la costituzione dello Stato di New York non dà né al sindaco né al consiglio comunale il potere di modificare le tasse. Bensì, legiferare in materia fiscale spetta al Parlamento dello Stato. Con un Senato controllato dal Partito Repubblicano e un governatore (Cuomo) con ambizioni di candidarsi per la presidenza degli Stati Uniti, la possibilità che le tasse aumentino è pressoché nulla.

Infine, eccoci allo ''stop and frisk." È risaputo che negli ultimi due decenni il crimini negli Stati Uniti è diminuito fortemente. È diminuito anche a New York, e ad un tasso maggiore rispetto a qualsiasi altra area urbana del Paese. Per esempio, nel 2012 il numero di omicidi a Chicago è stato superiore rispetto a quello registrato a New York, nonostante la città dell'Illinois abbia meno di un terzo degli abitanti della Grande Mela. Il dibattito sulle cause di questo miglioramento ha individuato molti fattori, sull'importanza relativa dei quali ancora si discute e si discuterà per molto tempo. Molti indentificano un fattore determinante nell’attività della polizia, che è alle dirette dipendenze del sindaco.

Giuliani e Bloomberg hanno investito molto nelle forze di polizia, dotandole di strumenti a volte controversi ma palesemente efficaci. L'utilizzo di uno di tali strumenti, che l'attuale capo della polizia ritiene imprescindibile, verrà fortemente ridimensionato da De Blasio. Si tratta proprio della cosiddetta tattica di "stop and frisk', che altro non è se non l’attività di controllo e perquisizione delle persone basata unicamente su caratteristiche personali associate statisticamente all’attività criminale, senza che vi sia un sospetto specifico. Gli scienziati sociali chiamano questa pratica discriminazione statistica: quando si cerca un rapinatore a mano armata, è inutile fermare le vecchiette col bastone. Meglio provare con i giovanotti con il passamontagna.

De Blasio diminuirà il ricorso a "stop and frisk" perché viene rivolta a giovani uomini di colore in misura ben superiore al loro peso nella popolazione. Sulla scorta di questa osservazione, il neo-sindaco, e con lui molti altri, accusano la polizia di razzismo. Non dovrebbe sfuggire, però, che l'elemento fattuale determinante per le decisioni della polizia è che, per motivi che nulla hanno a che fare con la razza e molto con le condizioni socio-economiche, circa il 95% dei crimini violenti sono perpetrati da persone di colore o di origine ispanica. Si badi anche che la polizia di New York non è una forza di bianchi che agisce in difesa di altri bianchi. Circa metà dei poliziotti fanno parte delle cosiddette minorities, e la stragrande maggioranza delle vittime sono anch'esse di colore.

http://noisefromamerika.org/articolo/ne ... -passato-3
“Il segreto della FELICITÀ è la LIBERTÀ. E il segreto della Libertà è il CORAGGIO” (Tucidide, V secolo a.C. )
“Freedom must be armed better than tyranny” (Zelenskyy)
Avatar utente
franz
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 22077
Iscritto il: 17/05/2008, 14:58

Re: A New York si torna al passato

Messaggioda cardif il 23/11/2013, 23:57

Non è che sia difficile interpretare il voto dell'elettorato: va verso dove batte l'esigenza. considerando gli ultimi decenni.
- John Lindsay, sindaco dal 1966 al 1973, liberale.
- Abraham Beame, sindaco dal 1974 al 1977, "in un periodo in cui la città stava attraversando una notevole crisi, iniziata negli anni '60 e che sarebbe perdurata anche negli anni successivi alla scadenza del suo mandato. Durante il suo mandato la città affrontò una gravissima crisi finanziaria, che la portò ad un passo dalla bancarotta; l'azione di Beame fu coronata da successo, e portò al risanamento del bilancio entro la fine del suo mandato."
- Edward Irving Koch, sindaco dal 1978 al 1989, aveva vinto perché aveva promesso di ridurre la grande criminalità di strada.
- David Dinkins, dal 1990 al 1993, si batteva per smorzare i toni dei conflitti raziali, più sentiti allora.
- Giuliani, dal 1994 al 2001, con la sua 'tolleranza zero' perché era alta ancora una volta la criminalità.
- Bloomberg, dal 2002 a 2013, oggi dice: "criminalità mai così bassa da 50 anni", avendo proseguito la lotta ed applicato la “stop and frisk”. Solo che oggi la gente non ne può più e la Giustizia la ritiene ingiusta. Oggi l'esigenza non è più questa e perciò ha perso.

Oggi l'esigenza è dar da mangiare agli affamati, è la redistribuzione del reddito, è la riduzione delle sperequazioni sociali (dopo i governi repubblicani, aggiungo come mia valutazione).
Perciò ha vinto Obama, che prometteva tra l'altro l'Obamacare.
Perciò oggi ha vinto De Balsio a NY, che promette di togliere qualcosa ai più ricchi per asili e case popolari.
Che poi ci riescano o no dipende dalla forza del capitale e dell'ideologia che sostiene la libera iniziativa: guadagnati l'assistenza o la sicurezza pagandotela da te, se ci riesci. Pagati tu l'assicurazione sanitaria e comprati la pistola per difenderti.
Se il sistema è irriformabile è perché queste forze, in dollari e ideologia, sono troppo forti.

Nell'articolo ci sono cose che non ho capito (come al solito), oltre alla abbondante dose di ideologia (ma che ci vedo io, mica posso giurare che c'è).
Per esempio, viste le cose che ho riportato da wikipedia, non capisco la frase:
"l'elezione di De Blasio riconsegna la città allo stesso gruppo di potere che rischiò di affossarla definitivamente non più di venti anni fa."; cosa che da sopra non risulta.
"Come credete che si comporterà?" Penso come hanno fatto Giuliani, Bloomberg e tutti coloro che hanno ottenuto la rielezione: accontendo. E' una posizione ideologica asserire che De Blasio accontenterà i sindacati, come se questi fossero 'il male'. In Germania non è così. E' forse meglio accontentare i produttori e commercianti di armi?
Vista la critica sull'inesperienza di De Blasio, io ci mandere Renzi (è una battuta; lo so che non se lo prenderebbero).
Vista la critica al 'vetusto ed anacronistico Partito Democratico (Italiano)' io direi di stare tranquilli: il Vecchio PD non esisterà più dopo l'8 dicembre; ci sarà il Nuovo PD. Lo ha detto il futuro Nuovo Segretario Renzi. Ci sarà un Nuovo Parlamento e un Nuovo Governo.
Almeno a interpretare correttamente i segnali.
E qua si pone un problema di fondo: quale natura avrà questo sito, nel Nuovo Mondo Renziano?
Sto già a capo chino in attesa delle reprimende :D
Ma mo' mi so' capito bene?
cardif
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 1700
Iscritto il: 13/04/2009, 18:29

Re: A New York si torna al passato

Messaggioda pianogrande il 24/11/2013, 11:25

Io sono d'accordo con te Cardif.
Definire questo articolo ideologico è andarci leggeri.
Basti, oltre che vedere i sindacati come il male per definizione, la definizione di un politico di professione come "uno che non ha mai lavorato".
Quella definizione, per me, basta da sola a classificare questo giornalista.
Qui sì che si torna decisamente indietro.
Si torna non al vecchio pc pds ds pd nuovo pd e quant'altro ma alla vecchissima e marcia forza italia dei professionisti della politica politicante rimpiazzati da professionisti della politica politicante.
Manca solo un accostamento (sempre per definizione) di De Blasio alla mafia per via del cognome italiano.
Ma forse l'articolista ha temuto di esagerare.

Non sono inoltre d'accordo sul vedere i problemi sociali come problema di ordine pubblico.
Certo, la criminalità va combattuta ma non solo con i manganelli e le perquisizioni.
De Blasio ha parlato di benessere.
Il benessere può essere un'arma contro la criminalità ben più potente del manganello e della prigione.

Non posso essere d'accordo sul dichiarare che i crimini siano compiuti per il 95 % da ispanici e neri e poi fermarsi lì.
Questa è una dichiarazione di marca razzista (se si ferma lì).
Ispanici e neri non sono criminali per motivi di DNA.
Sono criminali per le condizioni di vita che si ritrovano.
Fotti il sistema. Studia.
pianogrande
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 10600
Iscritto il: 23/05/2008, 23:52

Re: A New York si torna al passato

Messaggioda flaviomob il 24/11/2013, 21:35

Il profilo di De Blasio non è molto diverso da quello di molti politici sinistrorsi italiani. Ad esempio, prendete quello del mio conterraneo Vasco Errani. Iscritto al PCI da bambino, consigliere comunale a Ravenna a 28 anni, quindi assessore comunale, poi in consiglio regionale, assessore regionale, e infine presidente della regione. Una vita al servizio della collettività... la loro.


Di demagogia in demagogia, bisognerebbe rispondere grillescamente a Clementi che pure lui non ha mai lavorato in vita sua (scrivere quattro balle su di un sito non sarà mica un lavoro?), che pure lui fa parte della ka$$$ta dei giornalisti prezzolati dal sistema, falsi e bugiardi, servi del kapitale, etc. etc...


"Dovremmo aver paura del capitalismo, non delle macchine".
(Stephen Hawking)
flaviomob
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 12889
Iscritto il: 19/06/2008, 19:51

Re: A New York si torna al passato

Messaggioda franz il 24/11/2013, 23:35

flaviomob ha scritto:Di demagogia in demagogia, bisognerebbe rispondere grillescamente a Clementi che pure lui non ha mai lavorato in vita sua (scrivere quattro balle su di un sito non sarà mica un lavoro?), che pure lui fa parte della ka$$$ta dei giornalisti prezzolati dal sistema, falsi e bugiardi, servi del kapitale, etc. etc...

Appunto di demagogia in demagogia, tu sai cosa fa dove lavora gian luca clementi e cosa fa nella vita?
“Il segreto della FELICITÀ è la LIBERTÀ. E il segreto della Libertà è il CORAGGIO” (Tucidide, V secolo a.C. )
“Freedom must be armed better than tyranny” (Zelenskyy)
Avatar utente
franz
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 22077
Iscritto il: 17/05/2008, 14:58

Re: A New York si torna al passato

Messaggioda franz il 24/11/2013, 23:47

pianogrande ha scritto:Non posso essere d'accordo sul dichiarare che i crimini siano compiuti per il 95 % da ispanici e neri e poi fermarsi lì.
Questa è una dichiarazione di marca razzista (se si ferma lì).
Ispanici e neri non sono criminali per motivi di DNA.
Sono criminali per le condizioni di vita che si ritrovano.

Ed è quello che l'articolo afferma ma forse la fretta o un pasto pesante non fa finire la lettura.
"Non dovrebbe sfuggire, però, che l'elemento fattuale determinante per le decisioni della polizia è che, per motivi che nulla hanno a che fare con la razza e molto con le condizioni socio-economiche".
Purtroppo sfugge che chi ha scritto non si è fermato li' ma è molto piu' figo smettere di ragionare e dare del razzista a chi scrive.
Certo, l'articolo è volutamente ideologico ma alcune risposte non sono da meno. Anzi due sono atroci ed indegne.
Peccato, una volta qui si poteva ragionare e quando non succedeva si dava la colpa a qualcuno in particolare.
Che pero' ora non c'è piu' da qualche mese.
Mi chiedo proprio che me lo faccia fare di sta qui a inserire stimoli.

MI ricorda tanto un insegnamento di mio padre, che forse sto tradendo.
Mai dare le caramelle agli asini, diceva. O ai porci. Non ricordo ma forse non fa differenza.
“Il segreto della FELICITÀ è la LIBERTÀ. E il segreto della Libertà è il CORAGGIO” (Tucidide, V secolo a.C. )
“Freedom must be armed better than tyranny” (Zelenskyy)
Avatar utente
franz
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 22077
Iscritto il: 17/05/2008, 14:58

Re: A New York si torna al passato

Messaggioda cardif il 25/11/2013, 0:42

franz ha scritto:Mai dare le caramelle agli asini, diceva. O ai porci. Non ricordo ma forse non fa differenza.


Come mi aspettavo, la reprimenda è arrivata ;)

1) non so gli altri, ma io penso che si debbano discutere le idee (almeno a me piace fare così). Un'idea buona la avrà certamente un genio; ma potrebbe avere pure un'idea balenga, e non perché è un genio non bisogna criticare quella idea. Ma un'idea buona la potrebbe avere anche un Gasparri qualunque, anche se solo per caso; però se è buona va apprezzata lo stesso. Che uno sia professore associato al NYU Stern e altrove o un netturbino a Pedesina, che cambia? Quindi non m'interessa chi ha scritto l'articolo; io l'ho letto e ho commentato le idee (non lui) per come la vedo io, a prescindere da lui. E se nel commento ho sbagliato un'idea, voglio che si corregga l'idea sbagliata e non me come persona (casomai dicendo che sono di sinistra-sinistra, di sinistra infantile e velleitaria, trinariciuto e cazzate varie, come diceva sempre qualcuno).

2) la chiarezza è utile al dialogo, secondo me; non sarebbe male chiarire quali risposte sono atroci ed indegne; e soprattutto perché.

3) ma davvero oggi qua non si ragiona? Sicuro? Anche secondo me mancano molti con cui si poteva 'discutere', anche se non credo che siano gli stessi. Non so chi è il qualcuno in particolare a cui si dava la colpa, ma è sicuro che non se la tirava lui?

4) Perché inserire stimoli? Ma per discutere di idee, e non di persone. E di questo ti ringrazio e spero e credo che lo continuerai a fare, passato questo momento. Però non te la prendere se gli stimoli non ottengono gli effetti che desideri: condivisioni di idee. E lascia stare cani e porci, che qua non lo è nessuno. Pardon, asini e porci; tra cui però c'è una bella differenza: dei porci non si butta niente :D.
Lo so, non mi dovrei permettere questo commento troppo personalistico. Mi sono sempre sentito un pò estraneo a questo che ho visto come un circolo abbastanza ristretto di conoscenti. Ma mi è piaciuto ed ho partecipato lo stesso (e poi la colpa è di un mio amico, che mi dice sempre che mi posso permettere di scrivere quello che voglio: tanto a chi devo dare conto?).

Torniamo al contenuto. Spiegami: qual è la caramella di questo articolo?
Ma mo' mi so' capito bene?
cardif
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 1700
Iscritto il: 13/04/2009, 18:29

Re: A New York si torna al passato

Messaggioda pianogrande il 25/11/2013, 2:57

Mah!
Mi fermerei qui, in attesa del prossimo "stimolo" Franz.
Lo leggerò con calma e digiuno dalla mezzanotte.
Così consiglierei di fare anche a chi risponde.
Fotti il sistema. Studia.
pianogrande
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 10600
Iscritto il: 23/05/2008, 23:52

Re: A New York si torna al passato

Messaggioda annalu il 25/11/2013, 19:17

franz ha scritto:
pianogrande ha scritto:Non posso essere d'accordo sul dichiarare che i crimini siano compiuti per il 95 % da ispanici e neri e poi fermarsi lì.
Questa è una dichiarazione di marca razzista (se si ferma lì).
Ispanici e neri non sono criminali per motivi di DNA.
Sono criminali per le condizioni di vita che si ritrovano.

Ed è quello che l'articolo afferma ma forse la fretta o un pasto pesante non fa finire la lettura.
"Non dovrebbe sfuggire, però, che l'elemento fattuale determinante per le decisioni della polizia è che, per motivi che nulla hanno a che fare con la razza e molto con le condizioni socio-economiche".
Purtroppo sfugge che chi ha scritto non si è fermato li' ma è molto piu' figo smettere di ragionare e dare del razzista a chi scrive.
Certo, l'articolo è volutamente ideologico ma alcune risposte non sono da meno. Anzi due sono atroci ed indegne.
Peccato, una volta qui si poteva ragionare e quando non succedeva si dava la colpa a qualcuno in particolare.
Che pero' ora non c'è piu' da qualche mese.
Mi chiedo proprio che me lo faccia fare di sta qui a inserire stimoli.


Lascio perdere le caramelle agli asini (a casa mia si parlava di perle ai porci) perché non ho capito cosa siano le caramelle e chi siano gli asini, e tengo solo conto del malessere generale, dal quale non sono certo esente.
Ho letto il curriculum di Clementi, ed è un economista che ha solo e sempre insegnato, né più né meno di come De Blasio si è sempre occupato di politica.

Dell'articolo di Clementi mi stupisce soprattutto il fatto che, in un paese come Stati Uniti dove l'alternanza dovrebbe essere quasi la regola, lui si meravigli che dopo vent'anni e più di sindaci conservatori si torni ad eleggere un sindaco progressista; la prossimità di un sindaco con determinati centri di potere è in genere proprio la conseguenza di una continuità politica che rafforza i legami ed impedisce il ricambio. Dopo vent'anni, il "tornare" ad un partito che governava vent'anni prima significa solo alternanza, e non vedo perché debba essere visto come un ritorno indietro.

Inoltre è vero e riconosciuto da tutti che negli ultimi anni la delinquenza a New York ha subito un drastico calo, ma questo risultato viene anche visto come un effetto del trauma delle Torri Gemelle che ha rinsaldato l'unità della nazione, oltre che all'aumento dell'attività di repressione della delinquenza da parte dei sindaci.
Ma ammettiamo pure che la politica del "stop and frisk" abbia contribuito al calo della delinquenza, e che il fatto che siano stati fermati soprattutto giovanotti neri ed ispanici dipenda dal fatto che tra loro purtroppo si annidava il maggior numero di delinquenti (e di vittime).
Se tutti, compreso Clementi, concordiamo che non si tratta di un problema razziale, ma un problema di povertà e di condizioni di vita (e direi che il problema sociale, quello sì, si intreccia col problema razziale), non pensi che dopo vent'anni di lotta al crimine su basi esclusivamente repressive, sia giusto passare ad una politica meno centrata sulla repressione e più sulla soluzione dei problemi sociali e sulla redistribuzione almeno un poco più omogenea del reddito?

L'alternanza è un processo valido anche per quel che riguarda la politica. Se i conservatori privilegiano l'arricchimento dei ricchi e la lotta alla criminalità basata sulla repressione, mentre i progressisti favoriscono le classi più povere e basano la lotta alla criminalità soprattutto sulla maggiore equità sociale, non ti sembra giusto che dopo un ventennio di repressione ci sia un periodo di attenzione ai problemi sociali?
Sappiamo tutti che la repressione non basta a sconfiggere definitivamente il crimine: un minimo di equità sociale è certo necessaria, anche se da sola non basta.

Gli Stati Uniti sono il luogo dove se sei povero non hai diritto quasi a nessuna assistenza, dove a seconda del lavoro che svolgi hai un'assicurazione che ti paga certe cure ma non altre, giudicate troppo costose. E' il paese delle opportunità, dove un ragazzo con pochi mezzi può diventare ricco con un'idea geniale, ma è anche il luogo delle opportunità al contrario, dove un benestante può ritrovarsi povero da un giorno all'altro, e senza alcuna protezione sociale.
A questo stato di cose l'America si sta ribellando, prima votando Obama ed ora votando De Blasio a sindaco di New York. Non penso che né Obama né De Blasio possano in alcun modo venir equiparati a leader del centrosinistra italiano, penso che nessuno dei due rivoluzionerà gli USA aumentando enormemente le tasse e trasformando lo stato in stato assistenziale. Penso però che una maggiore attenzione alle difficoltà delle classi meno abbienti possa migliorare le condizioni di vita in quel paese.
A New York e negli USA in generale, se sei colto, benestante ed hai un buon lavoro (magari a tempo indeterminato, come il prof. Clementi) vivi certo benissimo. Ma se sei povero, è una tragedia.

Annalu
annalu
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 1387
Iscritto il: 17/05/2008, 11:01

Re: A New York si torna al passato

Messaggioda flaviomob il 25/11/2013, 23:57

Franz, quando si scrive "grillescamente" è ovvio che si intende una risposta paradossale, con un certo grado di demagogia, affettata, per categorie chiuse e lontane dalla realtà. D'altronde attaccare un uomo politico perché ha sempre fatto quel mestiere è pura demagogia, anche se molto alla moda. Così come insinuare che un sindaco democratico venga eletto solo perché ha fatto promesse da mantenere ai dipendenti pubblici "in cambio": perché mai allora si sono verificate maggioranze diverse, repubblicane? Appunto, ciò non permette al paragone con l'Emilia Romagna di reggere, visto che NY non si è mai fatta mancare l'alternanza; ma in ogni caso la regione di Errani (e di chi c'era prima di lui) mi pare degna di nota per un livello di welfare ben coniugato con efficienza, radicamento nel territorio, imprenditoria diffusa (in buona parte nella cooperazione), elevata qualità della vita, servizi accessibili e solidarietà.


"Dovremmo aver paura del capitalismo, non delle macchine".
(Stephen Hawking)
flaviomob
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 12889
Iscritto il: 19/06/2008, 19:51

Prossimo

Torna a Temi caldi nel mondo

Chi c’è in linea

Visitano il forum: Nessuno e 14 ospiti