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Cari palestinesi, mettete alla prova Netanyahu. E voi stessi

Discussioni su quanto avviene su questo piccolo-grande pianeta. Temi della guerra e della pace, dell'ambiente e dell'economia globale.

Cari palestinesi, mettete alla prova Netanyahu. E voi stessi

Messaggioda franz il 30/05/2013, 16:20

«Cari palestinesi, mettete alla prova Netanyahu. E voi stessi»
Di Max Blankfeld

La settimana scorsa, Saeb Erekat, capo negoziatore palestinese, ha detto che la maggioranza degli israeliani vuole una pace sulla base delle linee del 1967, ma che Netanyahu non appoggia questa soluzione. E allora, ecco una domanda chiave per il signor Erakat: ma voi palestinesi, la volete una pace sulla base delle linee del 1967?

Direi che né i palestinesi né il signor Erakat (o il signor Abu Mazen, se è per questo) vogliono la pace tanto quanto la vogliono gli israeliani. Altrimenti, come si spiega che non esiste un movimento palestinese “Peace Now”, o una “Voice for Peace” palestinese, o un “American Palestinians for Peace” così come esistono, e si fanno molto sentire, le corrispondenti organizzazioni ebraiche e israeliane?

E lei, signor Erakat, vuole la veramente la pace con Israele sulla base delle linee del 1967? E perché allora lei o il signor Abu Mazen non rispondete all'invito a sedersi e negoziare senza precondizioni che Netanyahu vi ha esplicitamente rivolto quando ha parlato alle Nazioni Unite e al Congresso degli Stati Uniti? Non sarà perché un tale negoziato senza precondizioni metterebbe alla prova non solo la disponibilità di Netanyahu a fare concessioni, ma anche la vostra disponibilità ad accettare un compromesso per la pace?

Sia i leader israeliani che quelli palestinesi sanno qual è la cornice essenziale di riferimento per un accordo di pace. Se anche non ci fossero tutti i piani offerti da Rabin, Barak e Olmert, e respinti dai palestinesi, basterebbe vedere il sondaggio pubblicato lo scorso dicembre dal Daniel Abraham Center for Middle East Peace, secondo il quale i principi di un ipotetico accordo accettato dal 67% degli israeliani prevedono:

– due stati: Israele, lo stato del popolo ebraico, e Palestina, lo stato del popolo palestinese;
– i profughi palestinesi avranno diritto di tornare solo nel nuovo stato di Palestina;
– lo stato palestinese sarà smilitarizzato, con la sua polizia ma senza un esercito;
– i quartieri ebraici di Gerusalemme saranno sotto sovranità israeliana, i quartieri arabi sotto sovranità palestinese;
– la Città Vecchia entro le mura sarà priva di sovranità e verrà amministrata congiuntamente da Stati Uniti, Israele e palestinesi; i Luoghi Santi resteranno sotto la stessa supervisione religiosa come nell'ordinamento attuale (ad esempio, il Muro Occidentale sarà sotto supervisione e responsabilità di Israele);
– le frontiere saranno negoziate a partire delle linee del 1967, ma comprenderanno degli scambi di territori, di pari dimensioni, per tenere in considerazione le esigenze di sicurezza di Israele e mantenere sotto sovranità israeliana i principali blocchi di insediamenti.

Ecco dove sta il problema: mentre gli israeliani vogliono la pace e sono stati preparati a fare concessioni e assumersi rischi in cambio della pace, lo stesso non sta accadendo sul versante palestinese. Non lo dico solo io. Basta leggere quello che ha dichiarato due settimane fa Salam Fayyad (il primo ministro dimissionario dell’Autorità Palestinese): “La storia dei palestinesi - ha detto - è una storia di leadership fallimentari: teniamo noi stessi in ostaggio della nostra retorica”.

Ebbene, signor Erekat, andate avanti, prendere in parola Netanyahu e mettetelo alla prova... ma preparatevi a essere messi alla prova pure voi.
(Da: Times of Israel, 27.5.13)
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Re: Cari palestinesi, mettete alla prova Netanyahu. E voi st

Messaggioda flaviomob il 30/05/2013, 23:42

Se Israele vuole rientrare nei confini del '67, perché non lo fa subito? Perché continuano gli insediamenti coloniali, condannati dall'ONU e criticati perfino dagli USA?
Fatti, non parole, pls.

--> http://nena-news.globalist.it/Detail_Ne ... y?ID=44695

...Gli Usa si sono limitati ad esprimere «profonda delusione» per l'intenzione di Israele di costruire 6mila nuove case per coloni nei Territori palestinesi occupati. «Siamo molto delusi per l'insistenza di Israele nel continuare queste azioni provocatori...i leader israeliani ripetono di essere favorevoli alla soluzione dei due Stati (Israele e Palestina,ndr), poi appoggiano queste azioni che mettono a rischio quel piano»...

(20-12-12)


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Re: Cari palestinesi, mettete alla prova Netanyahu. E voi st

Messaggioda franz il 31/05/2013, 8:40

Beh, perché deve essere il risultato di un negoziato che porti ad una pace stabile e sicura.
Un ritiro unilaterale (lo si è visto con gaza) non dà questa garanzia, secondo gli israeliani.
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Arresto di un bambino di cinque anni

Messaggioda flaviomob il 13/07/2013, 0:07

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Il bimbo palestinese arrestato e il padre bendato e legato
Una serie di video mostrano la vicenda scandalosa dell'arresto del bambino palestinese di 5 anni. E quello che è successo dopo...

La prima parte della storia del bimbo palestinese arrestato dai soldati israeliani armi in pugno per aver tirato un sasso. Ecco una serie di video di Manal al-Ja'bari di B'Tselem

Il primo arresto

Nella sua testimonianza a B'Tselem, Karam Maswadeh ha detto: "Quando sono arrivato a casa, ho visto alcuni soldati in piedi all'ingresso di casa mia. Un ufficiale è venuto da me e mi ha ordinato di consegnare mio figlio, Wadi'a. Prima avevano cercato di convincere mia moglie ma lei si era rifiutata di consegnare il bambino farlo fino a quando non fossi tornato. L'ufficiale mi ha detto che stava per arrestare Wadi'a. Gli ho chiesto: "Perché arrestare un bimbo di cinque anni?" Un soldato in piedi accanto al funzionario mi ha mostrato una pietra e ha affermato che mio figlio l'aveva gettata, e che aveva colpito l'auto di un colono. Ho cercato di convincere l'ufficiale di non prendere Wadi 'a, ma ha detto che mi avrebbero arrestato. Sono andato all'interno della casa e mio figlio stava piangendo."

Padre e figlio sono stati portati alla base militare, dove sono stati trattenuti per mezz'ora. Poi, i soldati hanno ammanettato e bendato Karam e lo hanno accompagnato pubblicamente, insieme con il figlio, al posto di blocco dove i soldati li hanno tenuti per altri trenta minuti. A quel punto un ufficiale ha interrogato il bimbo. E ha anche rimproverato i soldati per aver arrestato il padre e il figlio in presenza di telecamere, dicendo: "Si sta danneggiando la nostra immagine pubblica". L'ufficiale ha chiarito ai soldati che, quando ci sono le telecamere in giro, i detenuti devono essere "trattati bene". Poi, uno dei soldati slegato le mani del padre, ha tolto la benda e gli ha dato l'acqua. Pochi minuti dopo i due sono stati portati in una stazione di polizia palestinese, dove sono stati brevemente interrogati e rilasciati.

La seconda parte documentata dal volontario 'Imad abu-Shamsiyeh per B'Tselem:

Padre e figlio detenuti al checkpoint

L'arrivo degli ufficiali

Video su: http://www.globalist.it/Detail_News_Dis ... 56&typeb=0


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