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A proposito di temi caldi ...

Discussioni su quanto avviene su questo piccolo-grande pianeta. Temi della guerra e della pace, dell'ambiente e dell'economia globale.

A proposito di temi caldi ...

Messaggioda franz il 22/05/2008, 17:52

Il testo che segue sotto è tratto da: http://disinformazione.it/riscaldamento_globale.htm

E' operativo negli Stati Uniti un piano per piazzare il neo-malthusiano Albert Arnold Gore junior (vice presidente di William Jefferson Clinton e Premio Nobel per la Pace, sic!) alla Casa Bianca. Al Gore (uomo di punta dell'establishment, finanziato da multinazionali del petrolio), è un forte sostenitore di Paul e Anne Ehrlich, autori nel 1968 del libro: "La bomba demografica", che vuole attribuire alla sovrappopolazione tutti i problemi ambientali del mondo. Come vice presidente minacciò di tagliare ogni aiuto economico al Sud Africa se il paese non abbandonava i piani per produrre in proprio medicinali generici contro l'AIDS... Oggi il signor Al Gore, con la scusa del riscaldamento globale è diventato il paladino, universalmente riconosciuto, dell'ambientalismo. I suoi scopi invece sono quelli di portare avanti le più becere teorie malthusiane sulla sovrappopolazione: cioè lasciar morire o aiutarli a morire, milioni di persone nei paesi in via di sviluppo!
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E' gelo sul riscaldamento globale
Di William Engdahl - Global Research
Tratto da http://www.comedonchisciotte.org

La bufala del riscaldamento globale smascherata da un freddo da record mondiale Il battage pubblicitario governativo e mediatico sul pericolo del riscaldamento globale che starebbe già causando lo scioglimento delle calotte polari e minacciando una catastrofe climatica planetaria, assume sempre di più i connotati di propaganda politica. Finora le nevicate di quest'anno in Nord America, Siberia, Mongolia e Cina sono state le più abbondanti dal 1966. Per il Centro Climatico Nazionale dei Dati degli USA (NCDC), a gennaio e inizio febbraio molte città americane hanno sofferto un freddo record. Secondo il NCDC, la temperatura media di gennaio "è stata di 0.3 gradi Fahrenheit inferiore alla media riscontrata nel periodo 1901-2000". La Cina sta subendo l'inverno più rigido da un secolo a questa parte. Nel sud del Paese, dove in genere le temperature sono più miti, il freddo è stato così intenso, e così a lungo, che alcune città medio-piccole hanno dovuto fare a meno dell'elettricità per settimane, perché era impossibile riparare i guasti per il troppo freddo o per il ghiaccio. Nell'Ontario e nel Quebec i due mesi scorsi ci sono state così tante bufere di neve e ghiaccio che persino il mercato immobiliare ne ha sofferto dato che le persone preferivano starsene tappate in casa. Soltanto nelle prime due settimane di febbraio a Toronto sono caduti 70 cm di neve, battendo il record del 1950 di 66.6 cm per l'intero mese.

I ghiacciai si ricompattano

Tra i più drammatici risultati del freddo polare su gran parte del pianeta è il capovolgimento di quella che era la notizia più frequentemente ripetuta: lo scioglimento dei ghiacci delle calotte polari. L'autunno scorso il mondo fu scioccato dalle dichiarazioni di alcuni climatologi, secondo cui lo strato di ghiaccio ai poli aveva raggiunto il "livello più basso mai registrato". Avevano però cautamente omesso di dire che il controllo dello spessore dei ghiacciai era iniziato soltanto nel 1972, e che ci sono prove geologiche di scioglimenti ben più importanti nel passato. Adesso, a risultato della rigidità delle recenti temperature, il ghiaccio è tornato. Secondo Gilles Langis, membro del servizio canadese delle previsioni del tempo ad Ottawa, l'inverno polare è stato così gelido che il ghiaccio non solo è stato recuperato, anzi, in molte zone è più spesso dello scorso anno di 10-20 centimetri. Pochi sanno, e i sostenitori del Riscaldamento Globale sembrano volerlo nascondere a tutti i costi, che ci sono notevoli variazioni stagionali sulla quantità di ghiaccio presente sull'oceano artico. Inoltre, gran parte del ghiaccio è coperto di neve per circa 10 mesi all'anno, e i mesi di marzo e aprile sono quelli con più neve, con variazioni dai 20 ai 50 centimetri. Lo spessore non è sempre costante, non lo è mai stato.

Anomalie del Modello Climatico

Molti tra i climatologi culturalmente onesti ammettono che le loro previsioni contengono irregolarità. Robert Toggweiler, del Laboratorio di Dinamica dei Fluidi dell'Università di Princeton e Joellen Russell, vice professore di Dinamiche Biogeochimiche all'Università dell'Arizona, due importanti fautori del Modello Climatico in discussione, di recente hanno ammesso che le previsioni basate su test computerizzati che mostrano come lo scioglimento dei ghiacciai raffreddi gli oceani, fermando la circolazione dell'acqua calda equatoriale a latitudini nordiche con il possibile innesco di un'altra Era Glaciale (come nel film del 2004 "L'alba del giorno dopo") sono sbagliate. In un'intervista rilasciata di recente, Russell ha detto: "Non è lo sciogliersi del ghiaccio che porta le correnti oceaniche verso nord dai tropici, ma piuttosto la circolazione dei venti. I modelli climatici finora studiati non hanno tenuto ben conto degli effetti del vento sulle correnti oceaniche, per cui i ricercatori hanno pareggiato i conti riversando sull'uomo la responsabilità dell'aumento delle temperature e dello scioglimento dei ghiacciai." Beh, questo è molto interessante. Quando i professori Toggweiler e Russell riprogrammarono il loro modello includendo il ciclo quarantennale dei venti da e verso l'equatore, notarono che le correnti oceaniche che portano acqua calda dal sud al nord avevano un ovvio ruolo nel recente riscaldamento del circolo polare artico. Climatologi russi ritengono che i recenti cambiamenti climatici riscontrati a livello globale siano il risultato dell'attività solare, e non di emissioni causate dall'uomo. Un membro dell'Accademia Russa di Scienze Naturali, Oleg Sorokhtin, definisce l'incidenza dell'uomo sul riscaldamento globale come "una goccia nel mare". Le sue ricerche dimostrano che la recente attività solare è entrata in una fase di inerzia, per cui ha suggerito alla gente di "munirsi di cappotti". Kenneth Tapping, del Consiglio Nazionale della Ricerca canadese, che supervisiona un gigantesco radiotelescopio puntato sul sole, è convinto che se l'attività delle macchie solari non riprende presto, entreremo in un lungo periodo di clima freddissimo. L'ultima volta che il sole è stato così inerte, infatti, la terra subì una Piccola Era Glaciale che durò all'incirca cinque secoli, finendo nel 1850. I raccolti vennero meno per colpa di gravi gelate e siccità. Carestie, pesti e guerre si moltiplicarono. I porti gelarono, come anche i fiumi, per cui i commerci cessarono.

Geopolitica del riscaldamento globale


L'isterismo circa il surriscaldarsi della terra è essenzialmente una trovata geopolitica delle élite planetarie, per far sì che i popoli accettino di buon grado drastici tagli al loro stile di vita che, se fossero pretesi dai politici senza un buon motivo, potrebbero innescare scioperi e proteste. Il resoconto dell'IPCC commissionato dalle Nazioni Unite sul riscaldamento globale raccomanda che un enorme 12% del Prodotto Interno Lordo mondiale sia indirizzato a "prevenire gli effetti dannosi dei cambiamenti climatici", e stima che la spesa per la riduzione di certe emissioni arriverebbe a 2.750 dollari all'anno per famiglia, sotto forma di costo energetico. Esistono oggi due principali opzioni politiche che il potere dell'establishment anglo-americano può adottare per continuare a controllare un mondo che gli sta sfuggendo rapidamente di mano. Le chiameremo Piano A e Piano B. Piano A è quella del duo Bush-Cheney e delle grandi compagnie petrolifere e militari da loro rappresentate. Cheney e il suo grande amico, Matt Simmons, divulgarono il mito del Picco del Petrolio per far sì che la gente accettasse l'inevitabilità dell'aumento del prezzo al barile a 100 dollari e oltre. Nel frattempo il potere delle grandi compagnie petrolifere e delle forze militari ad esse correlate cresceva con l'incremento del prezzo del greggio. La Guerra Globale al Terrorismo fornì un pretesto per giustificare il controllo militare sulle maggiori riserve di petrolio e suoi transiti nel mondo. Dall'Iraq all'Afghanistan, al Kossovo, il piano degli USA e della NATO era il controllo futuro degli straordinari poteri emergenti, dalla Russia alla Cina, all'India, al Brasile al Venezuela e oltre. L'efficace lavoro diplomatico della Cina in Africa ha fatto sì che molti Paesi africani siano sul punto di allontanarsi dal controllo USA o britannico per affidare le loro risorse petrolifere ai cinesi oppure a gestirsele da soli. Se John McCain sarà scelto come presidente dalle élite di potere americane, significherà che quel programma militare e petrolifero si accentuerà, specialmente ora che gli USA stanno per affrontare una grave depressione economica. La seconda opzione per mantenere il controllo su gran parte dell'economia mondiale, il Piano B, vede nel Riscaldamento Globale e nei "poteri deboli" delle Nazioni Unite, del Fondo Monetario Internazionale e della Banca Mondiale, un veicolo più adatto per convincere la gente ad accettare di buon grado cambiamenti drastici al loro stile di vita. Barack Obama, che sembra essere la scelta delle stesse élite, la loro "ventata d'aria fresca" per rimettersi in sesto dopo il fallimento degli anni del duo Bush-Cheney, tenderebbe ad adottare l'opzione del Riscaldamento Globale dell'establishment anglo-americano, il "Piano B", per abbassare il tenore di vita. In un suo intervento durante la campagna presidenziale a Wallingford in Pennsylvania, Obama rispose ad una domanda circa Al Gore, l'eroe del Riscaldamento Globale. Come presidente, Obama disse che avrebbe valutato l'opportunità di assegnare ad Al Gore una posizione ministeriale - o più rilevante, dicendo: "Mi premurerò di avere Al Gore seduto al tavolo di discussione, con un ruolo centrale per risolvere questo problema. Gli parlo spesso e già mi sto consultando con lui circa il da farsi, ma il cambiamento climatico esiste."

Due grandi fazioni

Sono due i raggruppamenti principali all'interno dei poteri politici dell'establishment occidentale, e a grandi linee condividono gli stessi fini elitari, pur divergendo sul come raggiungerli. Il loro scopo principale è quello di controllare la crescita economica e demografica del pianeta. Il primo gruppo è definito come il gruppo di Rockefeller. Ha una base di potere estesa su tutto il globo ed oggi è ben rappresentato dalla famiglia Bush, che ha iniziato proprio come braccio destro della potente macchina di Rockefeller, la cui fazione da più di un secolo basa il suo potere e prestigio sul controllo del petrolio usando interventi militari per ottenerlo. La fazione è personificata dall'uomo che dal 2001 è in effetti il presidente per quanto riguarda le decisioni da prendersi, Dick Cheney. Cheney è stato direttore generale della Halliburton Corp., che è sia la più grande società al mondo di assistenza per i giacimenti petroliferi, sia il maggior costruttore di basi militari.

Il secondo gruppo si potrebbe chiamare "la fazione dei poteri deboli", la cui filosofia può essere riassunta in una frase: "si prendono più mosche con una goccia di miele che con un barile di aceto". La strada che hanno scelto di percorrere per contenere il processo demografico e per abbassare il tasso delle nascite in Cina e altrove è quella di promuovere l'inganno del riscaldamento globale e di un'imminente catastrofe climatica. Al Gore appartiene a questa fazione, come la sostiene il Primo Ministro inglese Gordon Brown, i due vedono nelle istituzioni come le Nazioni Unite un buon veicolo per propagandare il periodo di vacche magre. L'IPCC (Pannello Intergovernativo sui Cambiamenti Climatici) è stato ideato dalle Nazioni Unite nel suo Programma per l'Ambiente. Nonostante sia dimostrato che la metodologia scientifica usata per stilare i suoi dossier sul clima è alquanto imprecisa, essi sono sbandierati come verità sacrosante dai potenti mezzi di comunicazione che hanno alle spalle. Fanno parte di questa fazione anche il faccendiere miliardario George Soros, alcuni membri della famiglia reale inglese e diverse vecchie famiglie di ereditieri europei. La prova ambientale del riscaldamento globale sta rapidamente sciogliendosi come ghiaccio al sole, per cui non ci sorprenda che notizie sul raffreddamento delle calotte polari ed altre contrarie a quanto asseriscono i profeti del malaugurio non siano trasmesse dai media internazionali.

F. William Engdahl è autore del libro di prossima pubblicazione, "Seeds of Destruction: The Hidden Agenda of Genetic Manipulation" ("I semi della distruzione, l'agenda segreta della manipolazione genetica"), Global Research Publishing, e autore di " A Century of War: Anglo-American Oil Politics and the New World Order" ("Un secolo di Guerra: la politica petrolifera anglo-americana"), Pluto Press. Può essere contattato presso il suo sito web, http://www.engdahl.oilgeopolitics.net

Titolo originale: " Global Warming gets the Cold Freeze "
Fonte: http://www.globalresearch.ca/
Tradotto per http://www.comedonchisciotte.org da Gianni Ellena
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Re: A proposito di temi caldi ...

Messaggioda Gab il 23/05/2008, 16:05

Wow!
Qui' di temi caldi ce ne sono parecchi e tutti caldissimi.
Vorrei pero' andare piano piano ed affrontare alcuni punti e magari in diverse puntate fornire alcuni link ed informazioni in modo
da poter ragionare.
Scusatemi se tralascio le teorie e le questioni di geopolitica, ma non ho conoscenze sufficienti.

franz ha scritto:Il testo che segue sotto è tratto da: http://disinformazione.it/riscaldamento_globale.htm

E' operativo negli Stati Uniti un piano per piazzare il neo-malthusiano Albert Arnold Gore ...
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E' gelo sul riscaldamento globale
Di William Engdahl - Global Research
Tratto da http://www.comedonchisciotte.org

La bufala del riscaldamento globale smascherata da un freddo da record mondiale Il battage pubblicitario governativo e mediatico sul pericolo del riscaldamento globale che starebbe già causando lo scioglimento delle calotte polari e minacciando una catastrofe climatica planetaria, assume sempre di più i connotati di propaganda politica. Finora le nevicate di quest'anno in Nord America, Siberia, Mongolia e Cina sono state le più abbondanti dal 1966. Per il Centro Climatico Nazionale dei Dati degli USA (NCDC), a gennaio e inizio febbraio molte città americane hanno sofferto un freddo record. Secondo il NCDC, la temperatura media di gennaio "è stata di 0.3 gradi Fahrenheit inferiore alla media riscontrata nel periodo 1901-2000". La Cina sta subendo l'inverno più rigido da un secolo a questa parte. Nel sud del Paese, dove in genere le temperature sono più miti, il freddo è stato così intenso, e così a lungo, che alcune città medio-piccole hanno dovuto fare a meno dell'elettricità per settimane, perché era impossibile riparare i guasti per il troppo freddo o per il ghiaccio. Nell'Ontario e nel Quebec i due mesi scorsi ci sono state così tante bufere di neve e ghiaccio che persino il mercato immobiliare ne ha sofferto dato che le persone preferivano starsene tappate in casa. Soltanto nelle prime due settimane di febbraio a Toronto sono caduti 70 cm di neve, battendo il record del 1950 di 66.6 cm per l'intero mese.


Ecco qui partiamo male.
Quando si parla di cambiamenti climatici si ragiona su dati o serie storiche che coprono almeno trenta anni.
Il fatto che in un anno vi sia stato tanto freddo e tanta neve significa poco o nulla.

Altro punto. I Cambiamenti climatici.
E' assodato che nell'ultimo secolo la temperatura e' aumentata di 0.7 gradi.

Alcuni documenti:
http://ec.europa.eu/environment/climat/home_en.htm ,
http://www.grida.no/climate/vital/intro.htm ,
http://www.apat.gov.it/site/it-IT/Temi/ ... climatici/ ,
http://topics.nytimes.com/top/news/scie ... classifier


Ora la risposta al perche' questo sia avvenuta non e' chiara come lo si voglia far sembrare.

Aumento della CO2 ?
Variazione della radiazione solare o attivita' del sole?

Un interessante documento che analizza i vari dubbi:
1 nov 2006 ... NIGEL LAWSON: THE ECONOMICS AND POLITICS OF CLIMATE CHANGE.
scaricabile da: http://www.cps.org.uk/cpsfile.asp?id=641
(l'ho aggiunto anche in allegato)

per ora mi fermo qua!

Gab

franz ha scritto:
I ghiacciai si ricompattano

Tra i più drammatici risultati del freddo polare su gran parte del pianeta è il capovolgimento di quella che era la notizia più
.....
Titolo originale: " Global Warming gets the Cold Freeze "
Fonte: http://www.globalresearch.ca/
Tradotto per http://www.comedonchisciotte.org da Gianni Ellena
Allegati
The economics and politics of climate change.pdf
NIGEL LAWSON: THE ECONOMICS AND POLITICS OF CLIMATE CHANGE.
scaricabile da: http://www.cps.org.uk/cpsfile.asp?id=641
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Re: A proposito di temi caldi ...

Messaggioda franz il 23/05/2008, 16:38

Gab ha scritto:Ecco qui partiamo male.
Quando si parla di cambiamenti climatici si ragiona su dati o serie storiche che coprono almeno trenta anni.
Il fatto che in un anno vi sia stato tanto freddo e tanta neve significa poco o nulla.

Corretto!
Ma per prima cosa vorrei chiarire io non posto articoli che condivido ma principalmente stimoli per riflettere.
Questo articolo che ho mandato non brilla per condivisione rispetto alle mie idee ma per la possibilità che ha di andare contro corrente, contro un eventuale pensiero unico, anche nel campo ambientalista. Per la possibiltà che ha di farci pensare.

Venendo al dunque, nell'ultimo secolo in realtà abbiamo riscontrato prima una tendenza al raffreddamento per una sessantina di anni, poi una al riscaldamento per gli ultimi 40.
Se allarghiamo ancora di piu' la tua ragionevole idea di esaminare periodi ampi, approdiamo a secoli attorno all'anno mille in cui la groenlandia era verde (non a caso si chiama così) e le temperature erano caldissime e lo sono state per decenni e decenni (per 400 anni, mi pare).
E non vi erano origini antropiche di sorta, mille anni fa.

All'interno di ogni periodo possiamo trovare sempre sottoperiodi + freddi e + caldi. Fa parte della variabilità e di come si esprime con cicli che ancora non capiamo, dato che esaminiamo in modo scientifico e metodologico le temperature solo dagli anni '70 del secolo scorso.

Quindi la storia del riscaldamento globale potrebbe essere vera ma inesatta.
Infatti iniziano le prime retttifiche che tendono a precisare che abbiamo davanti forse un ventennio piu' freddo e poi il caldo tornerà a salire.

Cosa rimane?
A) che indipendentemente dal riscaldamento o raffreddamento, inquinare bruciando carbonio è sbagliato e stupido.
B) che sul piano politico internazionale attorno al tema dalla Co2 si è aperto un business colossale, per lo scambio (che vale miliardi) di quote di Co2 prodotta con quote di superifici boschive (come ad una borsa).

Forse quindi chi continua a gridare al lupo per il riscaldamento ha dietro forti interessi economici e non è detto poi che scoprendo più in là che il global warming non c'entra con la CO2, non diventi tutto controproducente (la gente si incazza quando scopre di essere stata ingannata).

Meglio quindi continuare a ragionare.

Ciao,
Franz
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Re: A proposito di temi caldi ...

Messaggioda annalu il 23/05/2008, 16:51

Mi preoccupa molto vedere come ad una isteria, invece di contrapporre la ragione, si contrapponga semplicemente l’isteria opposta.

Il problema dei mutamenti climatici è un problema enorme, che solo adesso si sta cominciando a studiare con serietà, ma ancora mancano molti strumenti per comprenderne il quadro d’insieme. Il problema però è certamente presente, e di grande rilevanza per la sopravvivenza umana.

Per cominciare a capire ed a discuterne, bisognerebbe scindere il problema in due differenti elementi:
1 – Quali sono i fattori che possono influenzare i mutamenti del clima, dai fattori endogeni del pianeta Terra, a quelli influenzati da problemi che investono tutto il Sistema Solare;
2 – In che misura l’uomo influenza il clima, e in che modo queste influenze possono danneggiare il nostro pianeta.

Se è vero che la misurazione delle calotte polari è un evento recente, è anche vero che sulle Alpi la misurazione dei ghiacciai è iniziata nel primo novecento. Già negli anni venti il CAI (Club Alpino Italiano) mandava i suoi soci a misurare il limite dei ghiacciai, che si sono ritirati più o meno costantemente per tutto il secolo.
Da subito la rivoluzione industriale è stata vista come una grande minaccia per il pianeta, e la scoperta dell’esistenza dell’ “effetto serra” ha portato a temere un riscaldamento globale.

Ritenere che la combustione di larghissima parte delle riserve fossili terrestri (carbone, petrolio) possa non avere influenze sul clima, è semplicemente un assurdo. Che poi questa influenza si risolva in un riscaldamento globale, è tutto da verificare, ma il problema resta, e non significa nulla che un singolo inverno (od anche una decina di inverni) risultino particolarmente caldi o freddi: le variazioni climatiche definitive si valutano su lunghi periodi.

Ora, ammettiamo pure che la Terra non si stia riscaldando.
Questo significa forse che possiamo continuare tranquillamente a bruciare tutti i nostri combustibili fossili?
L’atmosfera terrestre ha subito una trasformazione drastica quando sono comparse le prime forme di vita. A quel tempo, l’ossigeno nell’atmosfera era quasi del tutto assente, ma i primi viventi complessi, simili alle alghe, produssero ossigeno con la fotosintesi, ed è così che quell’ossigeno che si è andato via via accumulando nell’atmosfera ha consentito in seguito l’evoluzione degli organismi complessi e di noi stessi, che quell’ossigeno respiriamo.

Contemporaneamente i resti biologici dei primi viventi si andavano accumulando sulla superficie terreste e sul fondo dei mari, producendo accumuli di carbone e di petrolio, che così “sequestravano” nel sottosuolo grandi quantità di carbonio, riducendo l’anidride carbonica atmosferica.

E’ proprio grazie a quell’ossigeno prodotto dai primi organismi fotosintetici, ed all’anidride carbonica “sotterrata” dai resti dei primi organismi, che l’atmosfera terreste è diventata quella che conosciamo: questa è l’aria che respiriamo noi ora e che respirano praticamente tutti i viventi attuali. Questa è l’atmosfera che ci circonda, che stabilizza la temperatura del pianeta e regola il clima.

Ovvio quindi che, se bruciamo tutti i fossili, l’ossigeno atmosferico verrà tutto di nuovo legato al carbonio che andiamo dissotterrando, ed alla fine (ammesso che sia possibile arrivarci) si riprodurrebbe un’atmosfera poverissima di ossigeno e ricchissima di anidride carbonica e suoi derivati. E non solo … per esempio, con un’atmosfera ricca di anidride carbonica, questa si scioglierebbe negli oceani, acidificando le acque e modificandone totalmente le caratteristiche, rendendo impossibile la sopravvivenza degli organismi acquatici che conosciamo.

E la temperature del pianeta?
Avremmo il “riscaldamento globale”?
Questo ovviamente è impossibile dirlo, senza conoscere tutti i fattori che possono influenzare la temperatura della superficie terreste.

Ma che si scaldi o si raffreddi, le condizioni della nostra atmosfera saranno differenti, e la nostra sopravvivenza sarà a rischio.

Che fare allora?
Questo è un problema politico serissimo. Qualsiasi siano le strategie che si sceglierà di percorrere, ovvio che a pagare i prezzi più alti saranno le popolazioni più povere, se non si programma una strategia politica adeguata.

Ma una strategia per la protezione dell’aria e del’acqua è indispensabile.

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Re: A proposito di temi caldi ...

Messaggioda franz il 24/05/2008, 12:41

annalu ha scritto:Per cominciare a capire ed a discuterne, bisognerebbe scindere il problema in due differenti elementi:
1 – Quali sono i fattori che possono influenzare i mutamenti del clima, dai fattori endogeni del pianeta Terra, a quelli influenzati da problemi che investono tutto il Sistema Solare;
2 – In che misura l’uomo influenza il clima, e in che modo queste influenze possono danneggiare il nostro pianeta.

Se è vero che la misurazione delle calotte polari è un evento recente, è anche vero che sulle Alpi la misurazione dei ghiacciai è iniziata nel primo novecento. Già negli anni venti il CAI (Club Alpino Italiano) mandava i suoi soci a misurare il limite dei ghiacciai, che si sono ritirati più o meno costantemente per tutto il secolo.
Da subito la rivoluzione industriale è stata vista come una grande minaccia per il pianeta, e la scoperta dell’esistenza dell’ “effetto serra” ha portato a temere un riscaldamento globale.

Non vorrei mettere troppa carne al fuoco per cui mi concentro solo sul punto 2).
Prima della rivoluzione industriale credo che vada ancora capito quanto la rivoluzione verde (l'agricoltura) abbia modificato il clima.
Non penso tanto alla deforestazione che i contadini hanno attuato in 10'000 anni ma piuttosto alla desertificazione per eccesso di agricoltura intensiva (la famosa mezzaluna verde dove è nata l'agricoltura oggi è un deserto) ed alla salinizzazione dei terreni per eccesso di irrigazione nel tempo. Le due cose (impoverimento del suolo e salinizzazione) oggi hanno creato deserti dove 40'0000 anni fa c'erano foreste e praterie.
La desertificazione del nordafrica e del medio oriente pare sia diretta conseguenza dell'azione dell'uomo ed ha portato alla modifica di correnti amosferiche ed allo spostamento delle zone di maggiore piovosità. E non a caso credo che parallelamente alla estensione dell'agricoltura vi era 10'000 fa un arretamento dei ghiacci che allroa comprovano l'europa e che ha consentito all'uomo, progessivamente, di stabilirsi in territori sempre piu' a nord, man mano che i ghiacci si ritiravano.
L'arretramento dei ghiacci tuttavia non è stato costante. Se nel periodo 1000-1400 ci fu un periodo eccezionalmente caldo e l'uomo sulle alpi si trasferi' dove oggi non potrebbe vivere, in seguito il periodo 1500-1900 fu molto piu' rigido ed i ghiacciai si estesero riprendendo le posizioni perse.
Forse, come dicevo, ci sono ritmi, che noi iniziamo solo ora a percepire. Forse andiamo incontro di nuovo ad un periodo caldo 2000-2400.
Anche 5000 anni fa l'uomo era tranquillamente sulle alpi e ci camminava in una tenuta che oggi sarebbe proibitiva.
Mi pare che Mr Oetsi, trovato in quello che poi sarebbe diventato il ghiacciao di Similaun non sia l'unico caso.
Recentemente sono affiorati resti (per ora vestiario) anche dal nevaio di SchnideJoch in Svizzera, datati proprio 5000 anni con il C14.

Il tutto per dire che l'uomo inflenza sicuramente il clima ma esso ha comunque un suo ritmo, che non conosciamo.
Il fatto per esempio che l'uomo produca C02 (dissotterrando carbinio interrato) fa si' che il mondo vegetale prosperi, per maggiore abbondanza di cibo.
la struttura portante dei vegetai e degli alberi infatti è il carbonio. Questo potrebbe anche aiutarci nella produzione di cibo purtroppo le specie che crescono meglio in abbondanza di CO2 non sono quelle che noi usiamo come cibo ed in più recentemente c'è questa insana idea di usare i campi per proidurre biocarburanti ....

Mi fermo qui perchè non volevo mettere troppa carne al fioco ma l'ho fatto :-)

Franz
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Re: A proposito di temi caldi ...

Messaggioda annalu il 24/05/2008, 13:40

franz ha scritto:Non vorrei mettere troppa carne al fuoco per cui mi concentro solo sul punto 2).
[...] Il tutto per dire che l'uomo inflenza sicuramente il clima ma esso ha comunque un suo ritmo, che non conosciamo.
Il fatto per esempio che l'uomo produca C02 (dissotterrando carbinio interrato) fa si' che il mondo vegetale prosperi, per maggiore abbondanza di cibo.
la struttura portante dei vegetai e degli alberi infatti è il carbonio. Questo potrebbe anche aiutarci nella produzione di cibo purtroppo le specie che crescono meglio in abbondanza di CO2 non sono quelle che noi usiamo come cibo ed in più recentemente c'è questa insana idea di usare i campi per proidurre biocarburanti ....

Mi fermo qui perchè non volevo mettere troppa carne al fioco ma l'ho fatto :-)

Franz


Certo, il clima ha i suoi ritmi, e solo da poco cominciamo a capirci qualcosa, ancora del tutto insufficiente.
Le ipotesi su quello che sta accadendo sono molteplici, e per esempio c'è anche chi ipotiza che, grazie all'effetto serra, ci siamo salvati da una glaciazione che è in ritardo rispetto alla periodiciatà passata, perché l'effetto serra si ritiene sia cominciato insieme ai viventi che respirando producono CO2. Quindi sarebbero possibili due alternative opposte:
a. L'effetto serra non ce la fa più a proteggerci, e andiamo verso una glaciazione (e allora, subito col nucleare, altrimenti como sopravviviamo?);
b. L'effetto serra sta diventando troppo intenso, e rischiamo il famoso "riscaldamento globale" (e qui, come ne usciamo?).
Direi che fino a quando non ne sapremo di più, l'unica cosa che possiamo fare è inquinare di meno.

Quanto al fatto che un aumento ndell'anidride carbonica aiuti il lussureggiamento dei vegetali, pare dimostrato che non sia così, e comunque potrebbe valere entro ambiti di variazione molto limitati.
Perché è vero che le piante usano l'anidrida carbonica per trasformarla in zuccheri di cui poi ci cibiamo tutti, ma è altrettanto vero che anche le piante, come gli animali, per vivere devono produrre energia "bruciando" nei loro mitocondri questo cibo, liberando di nuovo anidride carbonica e acqua. Se quindi la concentrazione i ossigeno atmosverico cala, tutto ciò che respira cessa di vivere
Inoltre un eccesso di CO2 atmosferico acidifica tutti gli ambienti, e gli effetti di piogge acide sulla vegetazione sono ben noti.

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Re: A proposito di temi caldi ...

Messaggioda franz il 24/05/2008, 14:34

annalu ha scritto:Quanto al fatto che un aumento ndell'anidride carbonica aiuti il lussureggiamento dei vegetali, pare dimostrato che non sia così, e comunque potrebbe valere entro ambiti di variazione molto limitati.
Perché è vero che le piante usano l'anidrida carbonica per trasformarla in zuccheri di cui poi ci cibiamo tutti, ma è altrettanto vero che anche le piante, come gli animali, per vivere devono produrre energia "bruciando" nei loro mitocondri questo cibo, liberando di nuovo anidride carbonica e acqua. Se quindi la concentrazione i ossigeno atmosverico cala, tutto ciò che respira cessa di vivere
Inoltre un eccesso di CO2 atmosferico acidifica tutti gli ambienti, e gli effetti di piogge acide sulla vegetazione sono ben noti.

annalu

Il problema della fotosintesi è relativo e fa parte di un ciclo che forse è a somma zero.
Si accumula zucchero e poi lo si usa. OK.
Ma l'accumulo maggiore riguarda la massa vegetale. Tronco e rami sono fatti essenzialmente di carbonio.
Infatti abbiamo imparato quasi subito ad usarli per fare il fuoco. Se c'è piu' carbonio in circolo, una mole maggiore si accumulerà nei tronchi.
Gli alberi crescono. Hanno piu' cibo. Il limite allora diventa l'energia solare e la competizione per accaparrarsela (crescita e gigantismo).
Il ciclo lungo pero' vede i tronchi o bruciare per causa naturali o morire e vienire decomposti dai batteri. In entrambi i casi il carbonio torna nell'atmosfera, tranne una piccola parte che viene interrata (2%?) e che poi diventa torba, carbone, petrolio, gas e che noi estraendo oggi e bruciando (bruciare significa rilegare carbonio ed ossigeno) rimettiamo nell'atmosfera. Il ciclo ricomincia.

A livello di ciclo maggiore c'è il carbonio che invece si perde negli oceani, e che viene fissato insieme al calcio (carbonato di calcio) ed usato nelle strutture viventi (conchigie) o diventa parte del fondale. Solo i vulcani rimettono in circolo quella massa di carbonio, mi pare.
E forse anche parte degli strati emersi per problemi tettonici puo' essere erosa da vento e piogge acide e di nuovo liberata.
In sintesi si tratta di calcolare quanto influisce l'uomo in questi cicli.
La produzione di CO2 dovuta ad attività umane mi pare infatti ancora oggi inferiore a quanto fanno i vulcani e le fumarole da milioni di anni.

Secondo me il problema per cui dobbiamo smetterla di bruciare fossili non è tanto il riscaldamento globale, che potrebbe avere cause diverse, ma è legato alle malattie resppiratorie che la combustione e le polveri fini causano agli esseri viventi, uomo in primis.

Comunque vada mi pare che riscaldamento o no, siamo tutti d'accordo che dobbiamo smetterla di inquinare il nostro ambiente bruciando carbone, petrolio, gas o derivati da carbonio fossile.

Ciao,
Franz
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Re: A proposito di temi caldi ...

Messaggioda claudiogiudici il 24/05/2008, 15:06

Ripresa dal sito www.movisol.org, riporto il seguente contributo:

Ben 31072 scienziati sfidano Al Gore e la sua frode genocida nota come “riscaldamento globale”

23 maggio 2008 (MoviSol) – Il 19 maggio il direttore dell’Istituto di Scienza e Medicina dell’Oregon, Arthur Robinson, ha tenuto una conferenza stampa presso il National Press Club, per rendere pubblici i nomi di 31072 scienziati firmatari della sua petizione in Rete, con cui attacca la frode del riscaldamento globale di Al Gore.

La petizione fu iniziata nel 1997, da Arthur Robinson e Frederick Seitz, ex presidente dell’Accademia Nazionale delle Scienze americana. Essa era inizialmente intesa come uno strumento con cui opporsi al movimento politico avverso all’uso dei carburanti fossili, dai quali si estrae l’85% dell’energia mondiale.

Robinson ha dichiarato che “se [l’impiego de] l’energia dai carburanti fossili sarà ristretto o impedito dalle tasse o dal razionamento, e se le nazioni in via di sviluppo saranno private della tecnologia più avanzata, centinaia di milioni di persone del mondo in via di sviluppo moriranno”.

Ha poi continuato : “Avere accesso a forme avanzate di energia e di tecnologia fa parte dei diritti umani”.

Inoltre, Robinson ha detto: “Spero che l’opinione pubblica diventi consapevole che non v’è consenso sul riscaldamento globale, e spero che, sapendo di non essere soli, gli scienziati finora riluttanti a parlare si decidano a farlo.”

Claudio Giudici
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Re: A proposito di temi caldi ...

Messaggioda franz il 26/05/2008, 13:31

Summit mondiale sul clima Per il 2020 nessun impegno
L'Italia chiede: ridurre gli obiettivi

I ministri dell'ambiente del G8 riuniti in Giappone hanno espresso lunedì la loro «volontà politica» di andare verso una riduzione di metà delle emissioni di gas a effetto serra entro il 2050. Si tratta di un impegno politico ancora molto timido rispetto alla drammatica necessità di abbattere i livelli di anidride carbonica e gas serra.

La dichiarazione del G8, diretta a preparare il terreno per il vertice del G8 in luglio in Giappone, precisa anche che è responsabilità dei paesi ricchi di dare l'esempio in termini di diminuzione delle emissioni di anidride carbonica.

Niente da fare invece per un'intesa a medio termine sugli obiettivi da fissare per il 2020. L’intesa su questo non è stata raggiunta nel summit dei ministri dell'ambiente dei Paesi del G8 riunitisi a Kobe.

La riunione di Kobe si è tenuto nell'ambito del processo avviato dalle Nazioni Unite per arrivare entro il dicembre 2009 al nuovo accordo che sostituirà quello di Kyoto, la cui prima la fase termina nel 2012.

L'Unione Europea vorrebbe che Stati Uniti e Giappone si impegnassero per una riduzione delle emissioni compresa fra il 25% e il 40% dei livelli attuali entro il 2020. Ma per il momento su questo obiettivo non è stato possibile arrivare a un accordo. Nella sessione di apertura, gli ambientalisti avevano sollecitato interventi urgenti contro le emissioni di gas serra a fronte del rapido aumento delle temperature terrestri, registrato dagli scienziati. Un aumento che minaccia di moltiplicare i fenomeni di siccità e inondazioni e compromette lo sviluppo economico.

La prima giornata di lavori a Kobe ha però fatto emergere le persistenti divisioni sulle modalità per contrastare i cambiamenti climatici. I rappresentanti degli imprenditori giapponesi hanno chiesto l'impegno dei Paesi in via di sviluppo presenti al vertice in qualità di osservatori (Sudafrica, Australia, Brasile, Cina, Corea del Sud, India, Indonesia e Messico), mentre responsabili brasiliani si sono espressi a favore di consistenti trasferimenti di tecnologie e di aiuti ai Paesi poveri.

L’Italia poi, con l’intervento della neo ministro dell’Ambiente Stefania Prestigiacomo, ha chiesto di ridiscutere in ambito europeo gli obiettivi addirittura del protocollo di Kyoto, cioè la diminuzione dei gas serra per una quota del 6,5 percento entro il 2012. La stessa Prestigiacomo ha dovuto ammettere che in Italia invece di diminurle, le emissioni dal 1990 si sono impennate del 12 percento. E questo malgrado l’impegno del precedente governo di promuovere un ulteriore abbattimento del 18 percento entro il 2020.

I ministri europei dell’Ambiente si rivedranno il prossimo 5 giugno. E la linea del nuovo governo italiano invece di essere quella di aumentare gli investimenti per attuare una più decisa politica in direzione del risparimio energetico e dell'aumento delle energie rinnovabili, sembra rimanere quella di ricontrattare a ribasso gli obiettivi ambientali, con la motivazione della crisi economica. esattamente l'opposto di quello che chiedono le associazioni ambientaliste, che vorrebbero un impegno deciso per raggiungere gli impegni già sottoscritti per il 2012 e un piano per ridurre del 30 percento le emissioni serra entro il 2020.

Intanto il governo Giapponese, ospite sia del summit di Kyoto che del vertice di Kobe, ha avanzato le sue proposte per limitare i danni ambientali e climatici dell’effetto serra. Tre direttive d'azione internazionale sui problemi ambientali, proposte dal governo giapponese, sono state approvate nel corso del vertice dei ministri dell'ambiente del G8 che si è concluso oggi a Kobe. Le direttive, che costituiscono promesse di impegno e non iniziative vincolanti, porteranno il nome della città portuale del Giappone centro-occidentale: Kobe Initiative, Kobe 3R Action Plan e Kobe Call for Action for Biodiversity. La prima (Iniziativa di Kobe) riguarda la costituzione di una rete internazionale di ricerca sulle società con basse emissioni di anidride carbonica (low-carbon society), l'analisi sul potenziale di mitigazione dei gas nocivi bottom-up (ossia partendo da singoli settori e industrie), la promozione di co-benefici tra politiche dei Paesi industrialmente avanzati e politiche dei Paesi emergenti. Infine, il supporto ai paesi emergenti per la misurabilità e verificabilità dei dati. Il Piano Kobe di azione 3R si propone, si legge nel comunicato finale del vertice ambientale degli Otto Grandi, di accelerare sulla proposta - inizialmente ideata al G8 del 2004 in Canada - di riduzione, riutilizzo e riciclo delle risorse e dei rifiuti, al fine di un più efficiente uso dei materiali. Si sollecita una maggiore collaborazione internazionale, oltre alla fissazione di target in ogni Paese, lo sviluppo delle tecnologie relative e l'incoraggiamento delle creazione di un mercato di prodotti eco-efficienti. La Richiesta di azione sulla Biodiversita, infine, incoraggia la piena attuazione delle dieci attività incluse della Iniziativa di Potsdam-Diversità Biologica 2010 e preme per l'adozione di un target post-2010 sotto l'egida della Convenzione sulla Diversità Biologica: un modello preso a riferimento è la giapponese Satoyama Iniziative, relativa alla gestione sostenibile delle risorse naturali.

Pubblicato il: 26.05.08
Modificato il: 26.05.08 alle ore 13.26

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Re: A proposito di temi caldi ...

Messaggioda Gab il 27/05/2008, 12:32

La posizione Europea riguardo a Cambiamenti CLimatici e' ben riassunta in queste pagine
http://ec.europa.eu/energy/climate_actions/index_en.htm e
http://europa.eu/rapid/pressReleasesAct ... anguage=en
(Sono acneh utili per capire meglio le richieste fatte al Summi mondiale per il clima).


Tornando alla nostra discussione.

1. Che vi sia un riscaldamento globale in atto e' fuori discussione. E' misurato.
La discussione e' se questo sia ciclico, sia dovuto solo ad attivita' antropiche, etc etc
Tralasciamo queste diatribe e tralasciamo anche le modellizzazioni di cosa potrebbe accadere.
I modelli sono ancora troppo "poco affidabili".

2. Prendiamo un secondo elemento. La presenza di CO2 e' assolutamente elavata.
Anche questo e' misurato . [Rif. 1]
I valori attuali sono di 379.1 ppm [Rif. 2]

3. Terzo elemento. Il petrolio nel giro di qualche anno finira'?
Sicuramente i giacimenti nuovi si trovano a profondita' sempre maggiori con costi e tecnologie sempre piu' costose?
[Rif. 3]

Ora se questi dati li prendiamo per buoni, senza andare a metterci sopra teorie varie o modelli vari,
il dato che ne viene fuori e' che dobbiamo incominciare seriamente a parlare di alternative.
Di rivedere il modo in cui viviamo.

Parlare di energie che inquinano meno. Nucleare ?
Anche se l'Uranio U235 puo' finire anche quello.
Pero' se si parla di U238 e quindi di reattori autofertilizzatori (centrali di nuovissima generazione) allora anche l'Uranio non e' piu' limitato.
Pero' ci sono le scorie ..

Insomma dove ti giri ti giri trovi un mega problema.

Non sara' allora il caso di valutare uan soluzione mista?
Che limiti l'inquinamento, permetta di integrare la produzione attuale.
Pensare norme minime che permettano di risparmare energia ed inquinare meno.

Valutare soluzioni assolutamente naturali come puo' essere l'uso di una pianta?
Guardate cosa oianficato l'India
http://www.jatrophabiodiesel.org/indian ... ivid=menu5

Insomma se solo si prendessero i numeri e le coscienze che sono ormai sensibili per fare azioni minime di buon senso si potrebbero mettere in atto cambiamenti di stili di vita che nemmeno il '68 avrebbe sognato (come dice Mario Capanna).

ciao
Gab

[Rif 1]
Misure fatte con carotaggi nel ghiaccio --> http://www.ncdc.noaa.gov/paleo/icecore/ ... ostok.html
Misure fatte alla stazione di Mauna Lua --> http://www.esrl.noaa.gov/gmd/ccgg/trends/

[Rif. 2]
2005 [CO2] = 379.1 ppm - Tasso di crescita annuale [CO2] = 2 ppm year-1
(WMO, Greenhouse Gas Bulletin 3 Nov. 2006)

[Rif. 3] http://www.hubbertpeak.com/ e http://www.aspoitalia.net/
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