L'Europa ha perso il suo fascino

Due casi elettorali interessanti per l'Unione europea: in Croazia per le elezioni europee ha votato soltanto il 20% degli aventi diritto. In Islanda, il centro-destra, contrario all'adesione all'Unione, vince le politiche.
Disincanto verso Bruxelles Il non voto trionfa in Croazia
Giovanni Casa
19/04/2013
Il verdetto delle elezioni europee in Croazia è di una chiarezza cristallina: ha trionfato l’astensionismo. Solo il 20,84% degli aventi diritto, infatti, si è recato alle urne per indicare i 12 rappresentanti di Zagabria all’Europarlamento. Diverse le cause che hanno concorso a questo risultato.
Crisi
In primo luogo, il forte disincanto è stato provocato dalla preoccupazione per la grave crisi economica che attraversa il paese, con una disoccupazione che ha superato la soglia del 20% e una recessione quasi permanente dal 2009. Inoltre, la situazione tutt’altro che brillante dell’eurozona non poteva non avere conseguenze, così come il fatto che il mandato degli eletti sarà breve, perché nel maggio del 2014 la Croazia tornerà alle urne, insieme agli altri 27 Stati Ue, per rinnovare l’Assemblea di Strasburgo.
Va poi aggiunto che il negoziato per l’adesione è stato accompagnato da ristrutturazioni dolorose, come la privatizzazione dei cantieri navali, che hanno avuto un impatto non irrilevante sui posti di lavoro. Una forte polemica interna ha visto l’opposizione di destra, guidata dall’Hdz, attaccare la decisione governativa di non abbinare il voto alle imminenti regionali e amministrative, in programma il 19 maggio.
Il dato dell’astensione va comunque inquadrato nel generale contesto che vede un forte calo del fascino di Bruxelles, già emerso nelle europee del 2009, quando la media della partecipazione è stata di poco oltre il 40%, mentre in sei Stati dell’ex blocco comunista è crollata addirittura tra il 28% e il 19% (Repubblica ceca, Slovenia, Romania, Polonia, Lituania e Slovacchia).
Un utilizzo efficace dei fondi Ue in arrivo dovrebbe ridurre i sentimenti euroscettici e rilanciare l’economia. Si stima che entro il 2020 più di 13 miliardi di euro passeranno dalle casse comunitarie a quelle di Zagabria. Va ricordato che l’ingresso ufficiale della Croazia nell’Unione europea è previsto per il prossimo primo luglio. Tra i 27 componenti, solo due paesi non hanno ancora ratificato il trattato di adesione, la Germania e la Danimarca. Lo scorso 18 aprile, il Parlamento europeo ha sollecitato i due a farlo, “senza alcun indugio”....[..]
articolo completo: http://www.affarinternazionali.it/articolo.asp?ID=2294
Islanda, vince l'opposizione anti-Ue.
Crollo del centrosinistra, sotto il 25%
Il centrodestra islandese vince le elezioni e torna al governo dopo cinque anni di guida socialdemocratica. Il partito dell'Indipendenza (destra) e quello del Progresso (centro) otterrebbero 37 dei 63 seggi
REYKJAVIK - L'opposizione di centrodestra, contraria all'adesione all'Ue, ha vinto le elezioni in Islanda: lo spoglio conferma sostanzialmente i dati delle prime proiezioni che vedono i Verdi e i Socialdemocratici nettamente sconfitti dopo 5 anni di governo.
Secondo uno spoglio parziale, il Partito dell'Indipendenza (destra) di Bjarni Benediktsson, 43 anni, è al 25%, ottenendo 19 seggi. Il Partito del Progresso (centrista e agrario) di David Gunnlaugsson, 38 anni, si attesterebbe al 22% dei voti, con 18 seggi. I due partiti avrebbero quindi la netta maggioranza nel parlamento islandese, che ha 63 seggi.[..]
articolo: http://www.repubblica.it/esteri/2013/04 ... -57600977/
Disincanto verso Bruxelles Il non voto trionfa in Croazia
Giovanni Casa
19/04/2013
Il verdetto delle elezioni europee in Croazia è di una chiarezza cristallina: ha trionfato l’astensionismo. Solo il 20,84% degli aventi diritto, infatti, si è recato alle urne per indicare i 12 rappresentanti di Zagabria all’Europarlamento. Diverse le cause che hanno concorso a questo risultato.
Crisi
In primo luogo, il forte disincanto è stato provocato dalla preoccupazione per la grave crisi economica che attraversa il paese, con una disoccupazione che ha superato la soglia del 20% e una recessione quasi permanente dal 2009. Inoltre, la situazione tutt’altro che brillante dell’eurozona non poteva non avere conseguenze, così come il fatto che il mandato degli eletti sarà breve, perché nel maggio del 2014 la Croazia tornerà alle urne, insieme agli altri 27 Stati Ue, per rinnovare l’Assemblea di Strasburgo.
Va poi aggiunto che il negoziato per l’adesione è stato accompagnato da ristrutturazioni dolorose, come la privatizzazione dei cantieri navali, che hanno avuto un impatto non irrilevante sui posti di lavoro. Una forte polemica interna ha visto l’opposizione di destra, guidata dall’Hdz, attaccare la decisione governativa di non abbinare il voto alle imminenti regionali e amministrative, in programma il 19 maggio.
Il dato dell’astensione va comunque inquadrato nel generale contesto che vede un forte calo del fascino di Bruxelles, già emerso nelle europee del 2009, quando la media della partecipazione è stata di poco oltre il 40%, mentre in sei Stati dell’ex blocco comunista è crollata addirittura tra il 28% e il 19% (Repubblica ceca, Slovenia, Romania, Polonia, Lituania e Slovacchia).
Un utilizzo efficace dei fondi Ue in arrivo dovrebbe ridurre i sentimenti euroscettici e rilanciare l’economia. Si stima che entro il 2020 più di 13 miliardi di euro passeranno dalle casse comunitarie a quelle di Zagabria. Va ricordato che l’ingresso ufficiale della Croazia nell’Unione europea è previsto per il prossimo primo luglio. Tra i 27 componenti, solo due paesi non hanno ancora ratificato il trattato di adesione, la Germania e la Danimarca. Lo scorso 18 aprile, il Parlamento europeo ha sollecitato i due a farlo, “senza alcun indugio”....[..]
articolo completo: http://www.affarinternazionali.it/articolo.asp?ID=2294
Islanda, vince l'opposizione anti-Ue.
Crollo del centrosinistra, sotto il 25%
Il centrodestra islandese vince le elezioni e torna al governo dopo cinque anni di guida socialdemocratica. Il partito dell'Indipendenza (destra) e quello del Progresso (centro) otterrebbero 37 dei 63 seggi
REYKJAVIK - L'opposizione di centrodestra, contraria all'adesione all'Ue, ha vinto le elezioni in Islanda: lo spoglio conferma sostanzialmente i dati delle prime proiezioni che vedono i Verdi e i Socialdemocratici nettamente sconfitti dopo 5 anni di governo.
Secondo uno spoglio parziale, il Partito dell'Indipendenza (destra) di Bjarni Benediktsson, 43 anni, è al 25%, ottenendo 19 seggi. Il Partito del Progresso (centrista e agrario) di David Gunnlaugsson, 38 anni, si attesterebbe al 22% dei voti, con 18 seggi. I due partiti avrebbero quindi la netta maggioranza nel parlamento islandese, che ha 63 seggi.[..]
articolo: http://www.repubblica.it/esteri/2013/04 ... -57600977/