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L'Europa ha perso il suo fascino

Discussioni su quanto avviene su questo piccolo-grande pianeta. Temi della guerra e della pace, dell'ambiente e dell'economia globale.

L'Europa ha perso il suo fascino

Messaggioda trilogy il 28/04/2013, 8:39

Due casi elettorali interessanti per l'Unione europea: in Croazia per le elezioni europee ha votato soltanto il 20% degli aventi diritto. In Islanda, il centro-destra, contrario all'adesione all'Unione, vince le politiche.

Disincanto verso Bruxelles Il non voto trionfa in Croazia
Giovanni Casa
19/04/2013

Il verdetto delle elezioni europee in Croazia è di una chiarezza cristallina: ha trionfato l’astensionismo. Solo il 20,84% degli aventi diritto, infatti, si è recato alle urne per indicare i 12 rappresentanti di Zagabria all’Europarlamento. Diverse le cause che hanno concorso a questo risultato.

Crisi
In primo luogo, il forte disincanto è stato provocato dalla preoccupazione per la grave crisi economica che attraversa il paese, con una disoccupazione che ha superato la soglia del 20% e una recessione quasi permanente dal 2009. Inoltre, la situazione tutt’altro che brillante dell’eurozona non poteva non avere conseguenze, così come il fatto che il mandato degli eletti sarà breve, perché nel maggio del 2014 la Croazia tornerà alle urne, insieme agli altri 27 Stati Ue, per rinnovare l’Assemblea di Strasburgo.

Va poi aggiunto che il negoziato per l’adesione è stato accompagnato da ristrutturazioni dolorose, come la privatizzazione dei cantieri navali, che hanno avuto un impatto non irrilevante sui posti di lavoro. Una forte polemica interna ha visto l’opposizione di destra, guidata dall’Hdz, attaccare la decisione governativa di non abbinare il voto alle imminenti regionali e amministrative, in programma il 19 maggio.

Il dato dell’astensione va comunque inquadrato nel generale contesto che vede un forte calo del fascino di Bruxelles, già emerso nelle europee del 2009, quando la media della partecipazione è stata di poco oltre il 40%, mentre in sei Stati dell’ex blocco comunista è crollata addirittura tra il 28% e il 19% (Repubblica ceca, Slovenia, Romania, Polonia, Lituania e Slovacchia).

Un utilizzo efficace dei fondi Ue in arrivo dovrebbe ridurre i sentimenti euroscettici e rilanciare l’economia. Si stima che entro il 2020 più di 13 miliardi di euro passeranno dalle casse comunitarie a quelle di Zagabria. Va ricordato che l’ingresso ufficiale della Croazia nell’Unione europea è previsto per il prossimo primo luglio. Tra i 27 componenti, solo due paesi non hanno ancora ratificato il trattato di adesione, la Germania e la Danimarca. Lo scorso 18 aprile, il Parlamento europeo ha sollecitato i due a farlo, “senza alcun indugio”....[..]
articolo completo: http://www.affarinternazionali.it/articolo.asp?ID=2294


Islanda, vince l'opposizione anti-Ue.
Crollo del centrosinistra, sotto il 25%


Il centrodestra islandese vince le elezioni e torna al governo dopo cinque anni di guida socialdemocratica. Il partito dell'Indipendenza (destra) e quello del Progresso (centro) otterrebbero 37 dei 63 seggi

REYKJAVIK - L'opposizione di centrodestra, contraria all'adesione all'Ue, ha vinto le elezioni in Islanda: lo spoglio conferma sostanzialmente i dati delle prime proiezioni che vedono i Verdi e i Socialdemocratici nettamente sconfitti dopo 5 anni di governo.

Secondo uno spoglio parziale, il Partito dell'Indipendenza (destra) di Bjarni Benediktsson, 43 anni, è al 25%, ottenendo 19 seggi. Il Partito del Progresso (centrista e agrario) di David Gunnlaugsson, 38 anni, si attesterebbe al 22% dei voti, con 18 seggi. I due partiti avrebbero quindi la netta maggioranza nel parlamento islandese, che ha 63 seggi.[..]
articolo: http://www.repubblica.it/esteri/2013/04 ... -57600977/
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Re: L'Europa ha perso il suo fascino

Messaggioda franz il 28/04/2013, 9:45

trilogy ha scritto:Un utilizzo efficace dei fondi Ue in arrivo dovrebbe ridurre i sentimenti euroscettici e rilanciare l’economia. Si stima che entro il 2020 più di 13 miliardi di euro passeranno dalle casse comunitarie a quelle di Zagabria.

13 miliardi di euro, in un paese che ha un PIL di 44 miliardi è una mostruosità.
Pensando poi che già oggi la croazia esporta il 21% del PIL e importa il 36%, il grosso rischio è che l'abbondanza di soldi e la ristrettezza della produzione interna, votata all'esportazione per bilanciare, comporti un forte rialzo dei prezzi interni.
Un conto infatto è quando un paese ricco importa tanto da paesi poveri (ci guadagnano i consumatori del paese ricco, che hanno a disposizione merce economica) ma altro è quando un paese povero importa tanto dai paesi piu' ricchi di lui (i principali partner della croazia sono Italia e Germania) perché importa merce a caro prezzo.
Vedremo ma io sono molto scettico su questa cosa che pompare tanti soldi in un'economia povera crei lavoro.
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Re: L'Europa ha perso il suo fascino

Messaggioda ranvit il 28/04/2013, 11:24

Di solito crea molta corruzione.


Concordo. A dimostrazione che i tecnocrati europei non ne azzeccano una. 8-)
Il 60% degli italiani si è fatta infinocchiare votando contro il Referendum che pur tra errori vari proponeva un deciso rinnovamento del Paese...continueremo nella palude delle non decisioni, degli intrallazzi, etc etc.
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Re: L'Europa ha perso il suo fascino

Messaggioda trilogy il 28/04/2013, 14:21

Secondo il Commissario europeo per la Programmazione finanziaria, Janusz Lewandowski, i primi sei mesi dell'adesione Ue vedranno a disposizione per il Paese circa 655 milioni di euro, a fronte di un contributo della Croazia al budget europeo di 211,9 milioni di euro. [..]

[..]la Commissione europea è destinata ad essere nei prossimi anni "un partner cruciale per la Croazia", perché il suo contributo costituirà il 70 per cento del budget per le politiche di sviluppo del Paese. In una conferenza stampa a Zagabria, Hahn ha però spiegato che il sostegno di Bruxelles contiene delle attente "avvertenze per l'uso": la Croazia deve ad esempio aumentare i fondi destinati alla ricerca e allo sviluppo, che nel 2010 rappresentavano lo 0,7 per cento nelle voci del bilancio, e soprattutto "creare le condizioni necessarie per garantire un impatto positivo e di lunga durata" degli sforzi finanziari compiuti da Bruxelles a suo vantaggio.

Per il momento, l'attenzione delle associazioni di categoria e delle imprese è invece puntata sui risvolti negativi dell'entrata nella comunità di Bruxelles. Se infatti verranno erogati fondi per le trasformazioni strutturali, le imprese private puntano il dito contro la difficoltà crescente che l'adesione significherà per la capacità di esportazione dei prodotti nazionali. La perdita di percorsi agevolati come quello previsto nell'Accordo centro-europeo di libero scambio, insieme ai costi aggiuntivi che presentano i prodotti di un paese Ue, potrebbero far scendere le vendite in modo vertiginoso e gonfiare i già alti indice della disoccupazione.
fonte: http://italintermedia.globalist.it/Deta ... y?ID=55843
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Re: L'Europa ha perso il suo fascino

Messaggioda franz il 28/04/2013, 15:09

ranvit ha scritto:Di solito crea molta corruzione.

Concordo. A dimostrazione che i tecnocrati europei non ne azzeccano una. 8-)

Non ne azzecccano una (concordo) sia quando pasticciano politiche keynesiane (innondando di soldi un piccolo paese) sia quando abbozzano politiche di rigore eccessivo in un paese in cui la corruzione imperversa ma è al potere e quindi taglia lo stato sociale invece dei suoi stessi sprechi.
Questi pero' sono i difetti di un sistema non federale. In USA, Canada o CH nessuno butterebbe miliardi verso un piccolo stato/cantone in difficoltà o entrebbe nel merito della contabilità statale locale imponendo misure di rigore. I sistemi sono altri. L'europa non è una vera federazione (nemmeno una confederazione) ma solo un mercato unico dotato in parte di una moneta unica, di un parlamento simbolico e di una commissione esecutiva eccessivamente burocratica.
Cosi' ha poco fascino, in effetti, ma un'Europa federale è decisamente lontana.
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Re: L'Europa ha perso il suo fascino

Messaggioda trilogy il 08/05/2013, 15:24

08/05/2013 - sondaggio
Per gli italiani l’Europa non è più un’opportunità

Siamo più pessimisti degli altri
e aumenta la sensazione che il futuro sarà più povero
Tonia mastrobuoni

Fine di un mito: quello degli italiani campioni di europeismo e di ottimismo. Il 53% non percepisce più l’appartenenza alla Ue come un’opportunità, ma come uno svantaggio. E un italiano su due teme che in futuro non sarà in grado di garantirsi «condizioni di vita dignitose».


Mentre l’Europa fatica a uscire dalle secche di una crisi che la sta attanagliando ormai da sei anni, l’indagine Ipsos-Publicis “Gli europei e la fine della crisi” commissionata da La Stampa e altri cinque quotidiani europei, Sueddeutsche Zeitung, Le Monde, Gazeta Wyborcza, El Pais e il Guardian, restituisce la fotografia di un Paese immerso in un pessimismo più accentuato rispetto a quello che affligge i cittadini del resto d’Europa. E due italiani su tre non credono che le ricette adottate per superare la recessione saranno efficaci (nella Ue è il 58%). Il 73% pensa anzi che il nostro Paese ne uscirà «lievemente» o «fortemente» indebolito (contro il 66% della media europea).

Al di là della contingenza, del pessimismo delle prospettive a breve (il 26% pensa che peggioreranno «molto”, il 52% «lievemente») è come se si respirasse ovunque un clima da cambio di paradigma, da «fine dell’eta dell’oro». Soltanto l’Est Europa si salva dalla sensazione - ancora una volta più forte in Italia che negli altri 26 Paesi dell’Unione -. che stia tramontando un’era, che le generazioni future staranno peggio.

Sono cambiate molto anche le nostre abitudini, durante la Grande crisi: consumiamo di meno ((67%), cerchiamo di sprecare meno (42%). Ma a fronte di una disponibilità a fare ancora dei sacrifici, resta l’indisponibilità nostra, ma anche del resto dei cittadini europei, a imitare i greci. Tagliateci tutto, ma non lo stipendio.

LA SITUAZIONE ECONOMICA

Tre su dieci sono in ritardo con le bollette

E’ la maggioranza degli europei, ormai, ad aver sofferto un peggioramento della situazione economica a causa della crisi (per il 40% «un po’», per il 20% «molto»). In cima alla lista, Italia e Spagna, rispettivamente con il 79% e il 72% dei cittadini che ha denunciato un deterioramento delle proprie condizioni finanziarie.

In particolare, quasi metà degli spagnoli (il 49%) e il 41% dei nostri connazionali ha raccontato che almeno un membro della propria famiglia ha perso il lavoro, dal deflagrare della bolla immobiliare americana del 2008. Ancora: un terzo di italiani e spagnoli (rispettivamente il 36% e il 34%) ammette di pagare le bollette con «enorme» ritardo, anche correndo il rischio di vedersi tagliato il gas o la luce o la linea telefonica. Tuttavia, c’è anche un 11% di spagnoli e italiani che ammette di aver «scoperto nuove opportunità», grazie alla crisi. Una percentuale più alta che in altri Paesi.

Di umore molto diverso, inglesi e tedeschi. Al di là della Manica, il peggioramento delle condizioni economiche è stato percepito dal 48% dei cittadini, mentre in Germania la percentuale scende al 40%. C’è anche un 5% di tedeschi e un 9% di britannici che stima la propria situazione migliorata, rispetto all’inizio della crisi.

LA SPESA SCENDE

Consumi in calo e ci sono meno sprechi

Una tempesta perfetta che ha costretto le famiglie europee a cambiare notevolmente abitudini, e non sempre con riflessi negativi. La Grande crisi è anche questo. Il 62% sostiene esempio di fare più attenzione all’ambiente (è il 71% in Francia e il 75% in Italia). In particolare, l’88% dei cittadini europei ammette di sprecare di meno (è addirittura il 96% in Italia e il 92% in Spagna) ma c’è una quota impressionante del 76% che spreca meno anche perché consuma meno (in Francia è il 72% e in Italia il 77%, sopra la media dunque).

D’altro canto, se il consumo più misurato può essere una buona notizia per l’ambiente, che è meno gravato da rifiuti e dalle conseguenze ecologiche dei fabbisogni energetici, è vero anche che un calo dei consumi significa un freno all’economia, ricorda l’indagine.

È chiaro che se dall’inizio della crisi il 60% dei cittadini europei dice di aver ridotto l’uso del telefono e di internet, il 58% ha detto di aver smesso di andare in vacanza almeno una volta all’anno e sempre più della metà (il 55%) ha ridotto il riscaldamento per risparmiare, per l’economia è una pessima notizia. Soprattutto, le prospettive per i prossimi mesi non sembrano migliorare: un numero preponderante di cittadini europei dice che tirerà ancora più la cinghia.

LE PREVISIONI

Vince il pessimismo “In arrivo anni difficili”

Raggiunto il sesto anno della peggiore crisi europea di sempre, tre quarti dei cittadini dell’Unione guarda avanti con pessimismo. I più cupi di tutti sono i francesi: l’85% stima che nel corso dell’anno la situazione peggiorerà, il 23% addirittura di «molto». E anche se le sfumature cambiano, l’umore nero sulle prospettive dei prossimi mesi è diffuso ovunque; anche un 73% dei tedeschi pensa che la crisi si aggraverà.

Il pessimismo si incrocia con sensazioni crepuscolari: il 51% pensa che i propri figli staranno peggio (una convinzione particolarmente forte in Francia, dove lo pensa il 72%, ma anche in Italia è il 58%). I polacchi sono invece i più ottimisti: il 40% è certo che la prossima generazione starà meglio di quella attuale.

In Europa prevale la sensazione «del tramonto di un’età dell’oro». Si teme in particolare «la fine di un modello sociale». Non meraviglia che alla domanda “cosa teme di più?», il 40% degli europei abbia risposto «non riuscire a vivere in condizioni dignitose»; una quota che in Italia sale al 50%. Un 28% di nostri concittadini teme poi che i propri figli non potranno permettersi un’educazione universitaria (nella Ue è il 14%).Alta anche la quota di coloro che temono di non potersi finanziarsi una copertura sanitaria adeguata: il 21% in Ue, il 23% in Italia.

I CONTI PUBBLICI

La sfiducia nel rigore “Ci farà stare peggio”

O pulenza e ritorno alla crescita grazie a rigore e riforme? A tre anni dai primi commissariamenti europei e in piena era da Fiscal compact, a questa teoria non crede quasi più nessuno. Oltre metà dei cittadini dell’Unione (58%) pensa che gli aggiustamenti dei conti pubblici intrapresi da molti paesi «avranno ripercussioni negative sulla situazione economica e sociale dei loro concittadini».

Uno dei Paesi più colpiti dalla recessione, la Spagna, vanta la percentuale più alta di “scettici dell’austerità”, è il 76%, ma dubitano fortemente delle misure anti-deficit anche i francesi (71%), gli italiani (66%) e persino i britannici (60%), che il Fiscal compact neanche lo hanno sottoscritto, ma la cui economia dipende fortemente da quella continentale. A sorpresa, anche nel Paese che si è messo alla guida del fronte pro-rigore, la Germania, un’esile maggioranza del 54% pensa che faccia male.

La recessione stessa, scommettono due terzi degli intervistati, finirà per bloccare gli aggiustamenti. Soltanto i tedeschi pensano in maggioranza (57%) che la crisi sia una buona opportunità per fare le riforme rimandate per troppo tempo. Inquietanti anche le percentuali di chi pensa che il proprio Paese uscirà indebolito dalla crisi: è il 66%, ma quasi un terzo teme che il peggioramento sarà «marcato».

LE ISTITUZIONI

Solo il 29% degli europei ha fiducia nel governo

Preoccupante, il crollo nella fiducia nelle istituzioni: soltanto il 29% degli europei, neanche uno su tre, pensa che i governi stiano proponendo soluzioni ragionevoli per uscire dalla crisi. Forse non sorprende che il governo tedesco, che ha saputo difendere meglio gli interessi del proprio Paese, si goda il gradimento maggiore: quasi un cittadino su due è soddisfatto dell’operato di Angela Merkel, il 45%.

In generale, il clima di fiducia è pessimo anche attorno ad altre istituzioni. Non convincono i partiti di opposizione (24%), né i sindacati (27%), ma neanche le istituzioni europee (29%).

Allarmante la quota di individui che pensa che appartenere all’Unione europea sia un vantaggio: ormai è appena il 52%. Agli occhi di tedeschi (57%), inglesi (63%) e italiani (53%) è addirittura uno svantaggio.

Alla domanda sulle priorità di politica economica, la quota maggiore di individui ha risposto il taglio delle tasse (35%), ma su questa questione la palma va all’Italia, dove il 54% ritiene che sia un’urgenza.

Un’aspetto interessante riguarda il ritorno di fiducia nel privato: il 57% degli europei pensa che sia meglio affidare al privato i servizi pubblici e il 45% pensa che le imprese sono «le più capaci di trovare soluzioni per uscire dalla crisi».

LA VITA QUOTIDIANA

Pronti a fare sacrifici per evitare la povertà

A dispetto della stanchezza dopo gli enormi sacrifici di questi anni, gli europei sono disposti a farne ancora, purché il loro potere d’acquisto non venga intaccato. Il 70% è pronto all’eventualità di cambiare lavoro, ma anche di accettare servizi sociali commisurati al reddito (67%), di risparmiare di più per garantirsi una pensione (66%), anche di rinunciare a 3 -4 giorni di ferie (52%). Le misure che spaventano di più sono quelle che i greci sperimentano sin dal 2010: un taglio dello stipendio. Lì l’indisponibilità diventa totale. Soltanto il 15% dei cittadini dell’Ue accetterebbe un taglio del 10% dello stipendio e solo il 13% un aumento del 10% delle tasse. Per tutti, «riguadagnare il controllo delle proprie vite implica un cambio delle abitudini di consumo».

DA: http://www.lastampa.it/2013/05/08/econo ... agina.html
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Re: L'Europa ha perso il suo fascino

Messaggioda flaviomob il 08/05/2013, 21:41

Europa, euro e deindustrializzazione italiana.

http://www.sinistrainrete.info/finanza/ ... zzato.html


"Dovremmo aver paura del capitalismo, non delle macchine".
(Stephen Hawking)
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