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Quando il diritto all'istruzione è un sogno negato

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Quando il diritto all'istruzione è un sogno negato

Messaggioda trilogy il 22/03/2013, 9:56

Filippine: studentessa suicida perché non riesce a pagare la retta universitaria

TRADUZIONE DI E. INTRA E S. GLIEDMAN

Venerdì 15 marzo una sedicenne iscritta al primo anno di scienze comportamentali presso l’Università di Manila è stata trovata priva di vita dai genitori nella loro residenza di Tondo. La ragazza si è suicidata dopo essere stata costretta dall’amministrazione universitaria a interrompere gli studi per il mancato pagamento della retta.

Era la maggiore di cinque figli. Il padre lavora part-time come tassista, la madre è casalinga. Il suo reddito la faceva rientrare nella fascia D dello STFAP, il programma di assistenza finanziaria riservato agli studenti filippini: 70% di sconto sulla retta annuale, ma nessuna esenzione sui corsi di laboratorio e sui costi aggiuntivi.

All’Università di Manila (UP) vige una norma che punisce i ritardi nei pagamenti: gli studenti che non rispettano le scadenze sono costretti interrompere gli studi.

Numerosissimi i messaggi di cordoglio nei social media e nei blog locali. Molta anche la rabbia nei confronti dei costi elevati dell’istruzione e dell’intero sistema accademico, mercificato a tal punto da condurre la studentessa a quell'atto disperato. Ecco di seguito alcuni dei commenti apparsi su Twitter:

@adrianayalin: «Triste, triste, tristissima notizia di una studentessa che si sarebbe suicidata per via di una retta non pagata».

@teddycasino: «Quei burocrati insensibili alla UP dovrebbero dimettersi, e vergognarsi per le loro colpe».

@jcmaningat: «Il suicidio dell’universitaria di Manila è un bello schiaffo al presidente Noy, convinto che la vita sia più facile nel suo regno della giustizia».

Cleve Kevin Robert Arguelles, presidente del comitato studentesco che rappresenta oltre 50.000 studenti, commenta così su Facebook:

«Quello di Kristel Tejada non è stato un suicidio. Non c’era scelta: o paghi o abbandoni i tuoi sogni. È stato il sistema ad ucciderla, un sistema che non vuole riconoscere l’istruzione come diritto, e il fatto che la vita si misura in base a quanto sei in grado di pagare. Un giorno triste e oltraggioso per noi Iskolars ng Bayan (studiosi del popolo)».

Sul suo blog Alyanna Morales, laureatasi alla UP, si augura che l’incidente porti a una drastica revisione delle normative sulle tasse universitarie:

«Sono convinta che il nostro sia un sistema universitario basato sull’onore e sul merito. Ma se poi neghiamo a qualcuno i propri diritti per motivi di denaro, non siamo forse peggio di quel sistema che disprezziamo e che dichiariamo di voler combattere? Dove sono l’onore e il pregio in tutto questo, mia cara UP?».

Jefrey Tupas paragona la vicenda a quella di una dodicenne morta a Davao City cinque anni fa:

«Sono quelli che provengono da famiglie indigenti, che vivono sotto soglia della povertà a essere colpiti dalle norme statali sui costi dell’istruzione. Il governo giallo, quello di Aquino, sta cercando di imporci la stessa formula applicata dai governi precedenti».

'ex studentessa dell'UP Krissy Conti spiega perché il programma di assistenza finanziaria è solo una copertura per l'aumento della tasse scolastiche e rappresenta uno sfondo "sinistro" al suicidio.

«La riscossione della tassa finale di tutti gli iscritti è proprio lì, registrata nella contabilità del governo. Nessuno ha mai osato negare che i proventi delle tasse degli studenti sono cresciuti nel corso degli anni. In effetti, sono diventati una fonte di denaro liquido talmente affidabile che più o meno metà delle spese di manutenzione vengono costantemente prelevate da quel fondo».

Priscilla Pamintuan sottolinea come il suicidio sia una chiara dimostrazione dell'ingiusto sistema di istruzione oggi esistente nel Paese.

«Per quanto la Commissione dell'istruzione superiore possa lavarsene le mani in pubblico, dichiarando che ogni università statale ha la facoltà di stabilire le proprie politiche sulle tasse di iscrizione, non si può negare che esse siano comunque responsabili di ciò che accade ai loro studenti. Non è che la CHED e l'amministrazione di Benigno Aquino III hanno pressato a lungo per i tagli annuali nel bilancio delle scuole e università statali per renderle "autosufficienti"?».

Infine, in una nota su Facebook, Lisa Ito invita ad agire per onorare la memoria della studentessa suicida:

«Alcuni hanno supplicato: il suicidio non è la soluzione, non arrendetevi, c'è speranza. Sono d'accordo. La soluzione è combattere per i propri diritti, e arrivare fino alla fine di questa lotta. Non potrò mai dire che ha fallito in valore, perché, qualunque sia la ragione per arrivare a ciò che ha fatto, il suo sacrificio e la perdita della sua famiglia, ci ha costretto tutti ad affrontare finalmente la dolorosa verità: che non c'è altro rimedio, se non agire ora».

[ Post originale: Philippines: Forced to Leave School Due to Unpaid Fees, Student Commits Suicide ]

da: http://www.lastampa.it/2013/03/20/blogs ... agina.html
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