Per me le vititme sono vittime e basta.
Esiste un livello di dignità nelle vittime per cui non puo' essere sminuita a o enfatizzata (qualitativamente o quantitativamente) a seconda di chi sia il carnefice.
Che sia vittima di un pedofilo normale o di un prete di pari comportamwento, sempre vittima è.
40'000 morti in 18 mesi non possono essere meno degni, come ex-vite umane, di 10'000 in 60 anni solo perché il secondo gruppo è vittima di un paese presunto civile mentre il primo è vittima di un (presunto) paese socialista. Significa che uno pensa solo al carnefice (e lo ammette) e la vittima passa in secondo piano anche se viene esibita tra lamentazioni e pianti di facciata. Il tuo ragionamento, Flavio, fa capire che per te quello che conta non è la vittima ma il colpevole/carnefice. Fai una scala di valori sui colpevoli e da qui crei implicitamente una scala di valori sulle vittime. Parere personale, naturalmente.