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E se Tariq Alhomayed avesse ragione?

Discussioni su quanto avviene su questo piccolo-grande pianeta. Temi della guerra e della pace, dell'ambiente e dell'economia globale.

Re: E se Tariq Alhomayed avesse ragione?

Messaggioda franz il 25/11/2012, 17:15

Per me le vititme sono vittime e basta.
Esiste un livello di dignità nelle vittime per cui non puo' essere sminuita a o enfatizzata (qualitativamente o quantitativamente) a seconda di chi sia il carnefice.
Che sia vittima di un pedofilo normale o di un prete di pari comportamwento, sempre vittima è.
40'000 morti in 18 mesi non possono essere meno degni, come ex-vite umane, di 10'000 in 60 anni solo perché il secondo gruppo è vittima di un paese presunto civile mentre il primo è vittima di un (presunto) paese socialista. Significa che uno pensa solo al carnefice (e lo ammette) e la vittima passa in secondo piano anche se viene esibita tra lamentazioni e pianti di facciata. Il tuo ragionamento, Flavio, fa capire che per te quello che conta non è la vittima ma il colpevole/carnefice. Fai una scala di valori sui colpevoli e da qui crei implicitamente una scala di valori sulle vittime. Parere personale, naturalmente.
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Re: E se Tariq Alhomayed avesse ragione?

Messaggioda flaviomob il 25/11/2012, 17:47

franz ha scritto:Per me le vititme sono vittime e basta.
Esiste un livello di dignità nelle vittime per cui non puo' essere sminuita a o enfatizzata (qualitativamente o quantitativamente) a seconda di chi sia il carnefice.
Che sia vittima di un pedofilo normale o di un prete di pari comportamwento, sempre vittima è.
40'000 morti in 18 mesi non possono essere meno degni, come ex-vite umane, di 10'000 in 60 anni solo perché il secondo gruppo è vittima di un paese presunto civile mentre il primo è vittima di un (presunto) paese socialista. Significa che uno pensa solo al carnefice (e lo ammette) e la vittima passa in secondo piano anche se viene esibita tra lamentazioni e pianti di facciata. Il tuo ragionamento, Flavio, fa capire che per te quello che conta non è la vittima ma il colpevole/carnefice. Fai una scala di valori sui colpevoli e da qui crei implicitamente una scala di valori sulle vittime. Parere personale, naturalmente.


Ok te la sei cantata e te la sei suonata. :)
Hai capito benissimo quello che volevo dire, ma forse hai troppo in mente L'arte di ottenere ragione di Schopenhauer. Credere di avere ragione però è diverso dall'essere dalla parte della ragione. Parti da premesse che possono anche essere corrette per arrivare ad una conclusione completamente sballata:

Il tuo ragionamento, Flavio, fa capire che per te quello che conta non è la vittima ma il colpevole/carnefice.

Sono d'accordo con te: non è la mia conclusione, è il tuo parere personale. La mia conclusione è diversa ed è piuttosto ovvia: un paese democratico non può comportarsi, per essere definito tale, come un regime dittatoriale. Ed è chiaro che per una dittatura è la norma reagire ad una minaccia facendo numerose vittime: lo abbiamo visto in Italia, Germania, Russia, fa parte della nostra storia. Abbiamo avuto i campi di lavoro, i campi di sterminio, i Gulag, in Europa, mentre i morti si contavano a milioni. Questi numeri dovrebbero portarci a concludere che Assad è migliore di Hitler e Stalin perché ha fatto "solo" quarantamila morti in diciotto mesi?

O forse stai mettendo in dubbio la democraticità dello stato di Israele?

http://www.globalist.it/Secure/Detail_N ... 18&typeb=0


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Re: E se Tariq Alhomayed avesse ragione?

Messaggioda trilogy il 25/11/2012, 18:18

franz ha scritto:2) da Gaza sono partiti anche missili moderni, forniti dall'Iran. Non fionde o solo missili artigianali, quindi. Tra l'altro, 1500 missili in sei giorni, di cui 5 sono i Fajr iraniani, quelli di lunga gittata arrivati a tel aviv e gerusalemme. Vedere qui: http://www.tg1.rai.it/dl/tg1/2010/artic ... 0aff6.html ...


Questo aspetto è importante, è l'altra faccia della medaglia, finora avevamo parlato solo dell'interesse egiziano.
Se ci sarà un attacco all'Iran per fermare lo sviluppo nucleare, il problema principale è rappresentato dai missili di cui dispone L'Iran. Le batterie antimissile israeliane non erano mai state testate in una situazione reale.
Sapevano che uccidendo il numero due di hamas avrebbero provocato una reazione, e sapevano che nella striscia c'erano i missili iraniani. Non sono mica degli sprovveduti. In questo modo hanno potuto testare, con rischi limitati, la validità dei sistemi di difesa e raccogliere dati reali sulla qualità della tecnologia iraniana. Se la tecnologia difensiva e la mediazione egiziana fallivano, c'era pronta l'invasione di terra per fermare i lanci.


franz ha scritto:3) in effetti ci sono stati piu' tentativi di infiammare anche il fronte del Golan:..


Quando un regime è colpito da una crisi interna, ha tutto l'interesse a non provocare l'intervento dei vicini. Il regime siriano per sopravvivere deve mantenere lo scontro interno ai confini. Provocare l'intervento israeliano, o Turco, per il regime siriano è un suicidio. Ovviamente l'opposizione ha in parte interessi diversi

Che poi questi eventi abbiamo avuto anche l'effetto di allentare temporaneamente la pressione mediatica sulla Siria è vero. Ma gl'interessi in gioco erano: testare le difese antimissile, consolidare il ruolo della nuova leadership egiziana.
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Re: E se Tariq Alhomayed avesse ragione?

Messaggioda franz il 25/11/2012, 19:58

trilogy ha scritto:Quando un regime è colpito da una crisi interna, ha tutto l'interesse a non provocare l'intervento dei vicini. Il regime siriano per sopravvivere deve mantenere lo scontro interno ai confini.

mah, non ne sono sicuro. molto spesso spostare l'attenzione sul nemico esterno, soprattutto se "storico" puo' essere la carta disperata di un regime morente.
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Gaza. Negoziati aperti al Cairo.

Messaggioda mauri il 27/11/2012, 20:33

oramai non ne parla più nessun giornale, notizia ammuffita, le persone dimenticano rapidi
forse è meglio così
ciao mauri

Come previsto dalla tregua siglata il 21 novembre, si avviano oggi al Cairo i negoziati indiretti tra Israele e il movimento palestinese di Hamas in merito al blocco della Striscia di Gaza, quindi la questione dei valichi e del collegamento economico con la Cisgiordania. Intanto, da Hamas giungono segnali di un cambiamento sia nei rapporti con l’Iran sia nei confronti del leader Anp, Abu Mazen, a partire dall’appoggio al presidente nella richiesta all’Onu di elevare lo status della Palestina a quello di “Paese osservatore”.
http://it.radiovaticana.va/articolo.asp?c=642528
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