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14 anni sfida i talebani: le sparano fuori dalla scuola

Discussioni su quanto avviene su questo piccolo-grande pianeta. Temi della guerra e della pace, dell'ambiente e dell'economia globale.

14 anni sfida i talebani: le sparano fuori dalla scuola

Messaggioda trilogy il 10/10/2012, 10:48

Questa ragazzina è da proporre al Nobel per la Pace
Trilogy

Quattordicenne sfida i talebani Le sparano fuori dalla scuola
La giovane ha scritto un diario sulla sua vita nella provincia di Swat controllata dagli estremisti, diventando un simbolo

Come si fa a sparare a una ragazzina di 14 anni? È poco più che una bambina. È stata questa la prima reazione di molti - in Pakistan come in Occidente - alla notizia dell'attentato di ieri contro Malala Yousafzai, una giovane studentessa che vive nella regione di Swat, al confine con l'Afghanistan. In quella zona, dal 2003 al 2009 i talebani presero il controllo (e molti criticarono il governo pachistano per non averlo impedito) e vietarono l'istruzione femminile, distruggendo centinaia di scuole. Nel luglio 2009, dopo furiosi combattimenti, l'esercito li ha sconfitti, e da allora il governo ha incoraggiato i turisti a tornare a visitare quella che, una volta, era una popolare destinazione sciistica. Ma l'episodio di ieri mostra quanta strada ci sia ancora da fare.

Un uomo barbuto avrebbe sparato alla ragazzina all'uscita della scuola, colpendola alla testa e forse al collo, secondo fonti locali. Poco dopo, la rivendicazione dei talebani pachistani: «L'abbiamo attaccata perché diffondeva idee laiche fra i giovani e faceva propaganda contro di noi. Oltretutto, considerava Obama il suo idolo». Le tv pachistane hanno mostrato ininterrottamente le immagini dell'adolescente distesa su una barella, con una benda sulla fronte, e fonti ospedaliere hanno più tardi riferito che le sue condizioni sono «gravi». Washington ha definito l'attacco «barbaro» ma non sono mancate nemmeno le condanne dei politici locali, incluso il presidente Asif Ali Zardari che anni fa ha perso la moglie Benazir Bhutto in un attentato, e il premier Raja Pervez Ashraf che ha mandato un elicottero per trasferire Malala in ospedale. Infuriati gli opinionisti pachistani, sotto choc molti cittadini in un Paese che pure è tristemente abituato alla violenza.

«Codardi, avete paura di una adolescente», ha commentato su Twitter Shehryar Taseer, figlio del governatore del Punjab assassinato l'anno scorso perché contrario alle leggi sulla blasfemia. Malala però non è una ragazzina qualunque. È la studentessa più nota del Pakistan, ha ricevuto l'anno scorso un riconoscimento per il suo coraggio dall'ex premier, ed è stata candidata a un premio internazionale. Non a caso, prima di sparare, pare che l'assalitore abbia chiesto: «Dov'è Malala?». La ragazzina è vista come un pericolo dai talebani non «nonostante», ma per via della sua età, perché rappresenta le nuove generazioni. Pur non sapendo cosa fare da grande - il medico, disse anni fa, ma ultimamente pensava alla politica - crede che l'istruzione sia un suo diritto. Pur non negando di avere paura, la sua voglia di studiare si è rivelata più forte. Mentre a Swat i talebani decapitavano la gente per «comportamenti anti-islamici», lei continuava ad andare a scuola e, nel 2009, a undici anni, scrisse un diario online per la Bbc raccontando sotto pseudonimo la sua vita di studentessa. «Avevamo paura che ci gettassero addosso l'acido o che ci rapissero. Quei barbari erano capaci di qualunque cosa. Perciò evitavamo di indossare la divisa scolastica, portavamo abiti normali per non dare nell'occhio, nascondevamo i libri sotto lo scialle». Era un diario in urdu, stampato anche su un giornale locale, dunque accessibile a chi non sa l'inglese, per dare coraggio ad altre bambine e alle loro famiglie. «Solo 11 compagne su 27 sono venute in classe oggi - scrisse nel gennaio 2009 -. È per colpa dell'editto dei talebani. Tre delle mie amiche si sono trasferite in altre città. Mentre tornavo da scuola, ho sentito un uomo che diceva: "Ti ucciderò". Ho affrettato il passo, guardandomi indietro per vedere se mi seguiva. Ma ho provato un grande sollievo quando mi sono resa conto che stava parlando al cellulare. Minacciava qualcun altro».

Quando i talebani sono stati sconfitti a Swat, Malala ha fatto ciò che molti adulti non hanno il coraggio di fare: li ha criticati pubblicamente in tv. Di minacce ne ha ricevute molte, sperimentato le conseguenze dell'attivismo prima di quelle della pubertà. Ha difeso l'importanza dell'istruzione: «Dateci delle penne oppure i terroristi metteranno in mano alla mia generazione le armi». Perciò l'attacco contro di lei è un avvertimento a tutti coloro che lavorano per le donne e le ragazze. Ed è un monito alle famiglie divise tra l'attrattiva delle libertà occidentali e il rispetto delle tradizioni locali. «Dopo l'operazione dell'esercito la situazione è tornata alla normalità - aveva detto Malala l'anno scorso -. Speriamo che ricostruiscano le scuole al più presto. Ora tutti sono liberi di studiare e le ragazze non hanno paura dei talebani».

«Malala» significa «addolorata». Qualche anno fa sua madre aveva suggerito al marito: «Mi piace lo pseudonimo che ha scelto per il diario, Gul Makai: "Perché non le cambiamo il nome?"». Ma Malala è anche una guerriera pashtun del XIX secolo, una Giovanna D'Arco afghana che ispirò il popolo a combattere fino alla morte contro britannici e indiani «anziché vivere una vita nella vergogna». Stessi valori ma dedicati a fini diversi dai talebani, in maggioranza di etnia pashtun.

Viviana Mazza10 ottobre 2012
http://www.corriere.it/esteri/12_ottobr ... bc1a.shtml
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Re: 14 anni sfida i talebani: le sparano fuori dalla scuola

Messaggioda pianogrande il 10/10/2012, 16:40

Il potere è il potere e non si ferma davanti a niente.
Noi paesi democratici concediamo troppo al potere e le conseguenze le vediamo.

Il potere non ha limiti ma i limiti bisogna metterli.
Anche con la forza.

Quando il potere politico si abbina al potere religioso, siamo di fronte alla peggiore situazione per i più deboli.
A quel punto e sotto la legittimazione concessa direttamente da un dio, tutto diventa giusto.

I deboli, se per caso non ci sono, bisogna crearli instaurando così un meccanismo di conservazione del potere anche tra settori diversi della popolazione.

Il caso delle donne in tanti paesi islamici è un chiarissimo esempio di questo giochino che va avanti da sempre.

Ecco l'inganno della tradizione.

Anche i nostri potentati cattolici si basano sulla tradizione per restare cultura dominante.

Secoli di violenza e prepotenza non possono perpetuarsi in nome della tradizione.
Fotti il sistema. Studia.
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Re: 14 anni sfida i talebani: le sparano fuori dalla scuola

Messaggioda flaviomob il 10/10/2012, 21:43



"Dovremmo aver paura del capitalismo, non delle macchine".
(Stephen Hawking)
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Re: 14 anni sfida i talebani: le sparano fuori dalla scuola

Messaggioda trilogy il 01/02/2013, 19:32

trilogy ha scritto:Questa ragazzina è da proporre al Nobel per la Pace .....


Bravi!

Membri del Parlamento norvegese appartenenti al Partito laburista al governo hanno ufficialmente presentato la candidatura di Malala Yousufzai, la giovane attivista per i diritti umani pachistana gravemente ferita alla testa in ottobre dai talebani, per il Premio Nobel per la Pace 2013. Lo scrive l'agenzia di stampa pachistana APP.

L'iniziativa, riferisce la pagina web dei laburisti norvegesi, è stata firmata dai deputati Fredy de Ruiter, Gorm Kjernli e Magne Rommetveit che hanno raccomandato l'assegnazione del Nobel a Malala "per la sua coraggiosa battaglia per i diritti delle giovani all'istruzione; il suo impegno è sembrato così minaccioso alle forze estreme che hanno tentato di ucciderla".

I parlamentari hanno poi sottolineato che "lei rappresenta una giovane generazione che usa i media sociali per far circolare nel mondo il suo messaggio sui diritti delle giovani e sulla necessità che esistano pari opportunità fra i sessi". Ricoverata in un ospedale di Birmingham dove ha trascorso alcuni mesi, Malala dovrà fra una settimana sottoporsi ad un nuovo intervento per la definitiva ricostruzione del cranio nello stesso ospedale britannico.

fonte: http://www.ansa.it/web/notizie/photosto ... 75319.html
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