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Riflessioni sul Venezuela

Discussioni su quanto avviene su questo piccolo-grande pianeta. Temi della guerra e della pace, dell'ambiente e dell'economia globale.

Riflessioni sul Venezuela

Messaggioda flaviomob il 07/10/2012, 1:01

Consiglio questa analisi di Stefano Gatto, un'altra (ottima) vecchia conoscenza di Perlulivo.it

http://stefanogatto.eu/index.php?option ... 27&lang=es


"Dovremmo aver paura del capitalismo, non delle macchine".
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Re: Riflessioni sul Venezuela

Messaggioda lucameni il 08/10/2012, 13:32

Un caudillo che ha a che fare con i peggiori dittatori del mondo,dall'Iran, alla Bielorussia, a Cuba fino al nostro B di qualche mese fa. Manipolatore come e peggio di Berlusconi.
Pazzesco che a sinistra, imitando l'amore che fu (e che è) per Fidel Castro, sia visto in maniera così splendida.
Come se contrastare la cosiddetta globalizzazione, l'imperialismo americano e via e via possa far dimenticare le sue "marachelle".
Da noi in Italia chi dice di battersi per la difesa della nostra Costituzione democratica e parlamentare (con tanto di art. 21C.) poi ad altra latitudine dimentica tutto e accetta entusiasticamente la "democrazia" cubana, quella chavista, la censura legalizzata o di fatto e chissà cos'altro.
Sul Fatto, che giustamente ha tenuto linea prudente ma non ha nascosto con alcuni suoi blogger e commentatori le critiche ad un potere decennale e spregiudicato, si sono scatenati i sinistroidi filo regime.
Sembra di tornare ai tempi della Cuba intoccabile. Stesso schema mentale che vede prevalere l'ideologia di fronte ai fatti e ai nostri valori democratici (ipocritamente difesi in Italia e dimenticati quando si tratta di dittature o regimi dal colore apparentemente amico).

"contradiZZioni"?
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Re: Riflessioni sul Venezuela

Messaggioda franz il 08/10/2012, 13:43

lucameni ha scritto:Un caudillo che ha a che fare con i peggiori dittatori del mondo,dall'Iran, alla Bielorussia, a Cuba fino al nostro B di qualche mese fa. Manipolatore come e peggio di Berlusconi.
...
Sul Fatto, che giustamente ha tenuto linea prudente ma non ha nascosto con alcuni suoi blogger e commentatori le critiche ad un potere decennale e spregiudicato, si sono scatenati i sinistroidi filo regime.
Sembra di tornare ai tempi della Cuba intoccabile. Stesso schema mentale che vede prevalere l'ideologia di fronte ai fatti e ai nostri valori democratici (ipocritamente difesi in Italia e dimenticati quando si tratta di dittature o regimi dal colore apparentemente amico).
"contradiZZioni"?

Certo, contraddizzzzzzioni, cazzzzzo e scusatttte la tassssiterrra rotttta.
Scherzi a parte, mi dispiace per i venezuelani che per altri 6 anni dovranno sorbirsi il socialismo in salsa "bolivar", almeno fino a quando campa il settantenne vegliardo. Ci sono andati vicini a scalzarlo ma intanto si tengono un'infazione elevatissima (la seconda al mondo) e 20'000 morti all'anno per la criminalità, mai debellata in 14 anni. Eppure secondo la vulgata socialista dare risorse ai poveri dovrebbe debellare la criminalità. Un altro mito da sfatare?
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Re: Riflessioni sul Venezuela

Messaggioda lucameni il 08/10/2012, 14:05

Non voglio neanche dire che non abbia fatto cose ragguardevoli. Andiamole pure a vedere nel dettaglio.
Ma un personaggio del genere, in carica da anni e anni, con una compromissione mediatica da paura, amicizie politiche a dir poco imbarazzanti, dovrebbe quanto meno sollevare delle perplessità anche negli "anti-globalisti". Anche sulla base delle contestazioni che gli vengono rivolte da anni.
E invece pare sia uno dei tanti miti intoccabili.
Quello che mi fa saltare la mosca al naso è che qui in Italia - giustamente - ci si spende contro gli inciuci, contro un'informazione che non informa, asservita e che quindi inganna i cittadini, contro uno strapotere mediatico che, con buona pace di tanti del Pd e dei riformisti fasulli, ha condizionato la nostra vita politica.
Con la preoccupazione che la nostra Costituzione, già malamente emendata a partire dagli anni '90, diventi un guscio vuoto.
Qui in Italia, alle nostra latitudini.
Poi gli stessi che si stracciano le vesti per lo scempio perpetrato nei confronti della nostra Costituzione e dei suoi valori fondanti, quando si tratta di altre latitudini (e regimi apparentemente vicini alla loro ideologia) dimenticano tutto e allora chiudono non un occhio ma due di fronte alle concentrazioni di potere mediatico del governo, magari a forme di censura, ad amicizie politiche imbarazzanti e via e via.
E ovviamente chi si azzarda a criticare certi miti fatti persona diventa berlusconiano, fascista etc etc.
Peraltro argomento in merito è che siccome da noi c'è la merda allora non possiamo criticare Chavez sulla scorta del "tenetevi Formigoni".
Un esempio sul Fatto di questi giorni. Alcuni giornalisti e blogger hanno scritto articoli critici sul potere chavista.
Risultato? Sono stati accusati di essere "liberisti", magari al soldo della Cia.
Quindi questo il passaggio mentale: noi in Italia abbiamo delle merdacce e quindi non siamo legittimati a criticare la politica di un Chavez. Che è di diritto un grande, un intoccabile.
Che vuol dire? Nulla.
Però così è. Questa è l'Italia, purtroppo.

<<<<<<


Peraltro notavo or ora come ancora una volta Chavez sia riuscito a mettere d'accordo personaggi ideologicamente opposti, almeno in apparenza. Quelli di "socialismo nazionale" (tipo FN) sono scatenati nell'inneggiare alla sua "rivoluzione". E il "bello" è che dei compagni, che magari non sanno con chi stanno parlando, si dimostrano solidali e si complimentano (con i fascisti).
Compromesso iper-storico in salsa chavez.
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Re: Riflessioni sul Venezuela

Messaggioda flaviomob il 08/10/2012, 15:30

Conosco lo stile di Stefano Gatto per la sua partecipazione qui a Gargonza, molti anni fa, e sicuramente non si tratta di un pasdaran ma di un riformista piuttosto moderato, con una competenza su temi internazionali ragguardevole. Per il resto, bisognerebbe capire in profondità per quale motivo e grazie a quali risultati Chavez è stato rieletto, in un sistema in cui certamente l'informazione pubblica è filogovernativa ma pare anche che quella privata sia fortemente polarizzata all'opposizione... In fondo da noi Berlusconi ha sempre perso le elezioni al termine del proprio mandato (o prima), quindi qualche differenza c'è. Idem per il csx. Qualche idea?


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Re: Riflessioni sul Venezuela

Messaggioda franz il 08/10/2012, 19:02

flaviomob ha scritto: In fondo da noi Berlusconi ha sempre perso le elezioni al termine del proprio mandato (o prima), quindi qualche differenza c'è. Idem per il csx. Qualche idea?

Bisognerebbe conoscere a fondo quel paese. Ed abbiamo già abbastanza problemi a conoscere il nostro.
Anche Mussolini era amato e votato in modo plebiscitario.
Succede nei paesi in cui c'è una particolare devozione per figure carismatiche forti, autoritarie e paterne.
Puo' essere un'idea. In ogni caso rispetto alle precedenti elezioni ha perso un mucchio di voti, anche perché l'opposizione ha cambiato metodo, dalla precedente negazione e rifiuto del fenomeno (quindi campagna "contro") alla attuale accettazione e campagna "pro" sui propri progetti e programmi.
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Re: Riflessioni sul Venezuela

Messaggioda franz il 09/10/2012, 18:21

flaviomob ha scritto:In fondo da noi Berlusconi ha sempre perso le elezioni al termine del proprio mandato (o prima), quindi qualche differenza c'è. Idem per il csx. Qualche idea?

Cominciano le rifesssioni sui quotidiani e forse arriva qualche risposta. Io ne pensavo due:
1) l'inflazione galoppante fa errivare molti soldi (ma di valore basso) nelle tasche dei poveri. Questa illusione di ricchezza aiuta i poveri e fa loro capire che politiche di rigore chiuderebbero il rubinetto.
2) il petrolio. In questo anni Chavez ha potuto usare i miliardi di gettito della vendta del petrolio.
Diciamo che berlusconi non ha potuto usufruire di questi "assi nella manica".
Poi la seconda idea si è consolidata leggendo:

CHAVEZ RE GRAZIE ALL'ORO NERO
di OSVALDO MIGOTTO
Lo scenario sembrerebbe quello di un qualsiasi Paese democratico al termine di una competizione politica. I risultati vengono resi pubblici a poche ore dalla chiusura dei seggi dalla commissione elettorale, nes­suna contestazione o denuncia di brogli, lo sfidante, Henrique Capri­les, leader dell'opposizione vene­zuelana, telefona al vincitore, il presidente uscente Hugo Chavez, e riconosce la sua sconfitta.

Purtroppo dietro a questa appa­rente normalità vi è un Paese, il Venezuela, in cui lo scontro politi­co negli ultimi anni ha raggiunto livelli preoccupanti. Il padre della cosiddetta “rivoluzione bolivaria­na” ha visto confermarsi per la quarta volta la fiducia della mag­gioranza dell'elettorato, ma per l'opposizione la via verso il voto di domenica non è stata per nulla fa­cile. Non bastano le urne a conferi­re legittimità a un determinato si­stema politico. Altri elementi al­trettanto importanti sono la libertà di espressione, la possibilità di esprimere critiche alla classe diri­gente, a questo o a quel politico senza timori di rappresaglie. In Ve­nezuela, però, queste componenti essenziali per un dibattito politico costruttivo non esistono.

Chavez è insofferente alle critiche, anche quando arrivano dai suoi stessi alleati. E per mettere a tacere voci scomode è pronto a usare an­che mezzi impropri. Le denunce in tal senso sono giunte in questi anni da dentro e fuori i confini naziona­li. Nel rapporto 2012 di Amnesty International si legge tra l'altro: «Difensori dei diritti umani sono stati vittime di minacce e sono sta­te formulate accuse di matrice po­litica a carico di persone che ave­vano criticato il Governo». In prati­ca in Venezuela la separazione dei poteri non è garantita e in molti accusano Chavez di usare il potere iudiziario come arma a disposizione del potere Esecutivo per chiudere la bocca a chi dissente. Lo scorso anno la Corte suprema venezuelana ha contravvenuto a obblighi internazionali vincolanti, ignorando una sentenza della Corte interamericana dei diritti umani che imponeva la revoca del divieto di candidatura per il politico dell'opposizione Leopoldo Lopez.

Se dunque a Chavez vanno riconosciuti gli sforzi compiuti in questi anni per ridurre la povertà nel suo Paese, con piani di sviluppo nel settore sanitario, in quello dell'istruzione e in quello abitativo (questi ultimi casualmente sono stati incrementati con l'avvicinarsi delle elezioni presidenziali), non va dimenticato il rovescio della medaglia. Un presidente dovrebbe governare nell'interesse di tutti i suoi cittadini, e non solo a beneficio del suo bacino elettorale. Dopo il fallito golpe del 2002 nei suoi confronti, l'uomo forte di Caracas ha contribuito a far crescere una pericolosa spaccatura all'interno della società venezuelana: i ‘buoni', quella parte della cittadinanza che lo appoggia ciecamente, e i ‘cattivi', chi ha un reddito al di sopra della media o chi ha una visione politica distinta dalla sua.

E così, per lungo tempo, i membri dell'opposizione sono stati dipinti da Chavez come traditori. La lista di chi nel 2004 aveva votato nel referendum che chiedeva la destituzione di Chavez è stata poi ampiamente usata dall'Esecutivo per intimorire o penalizzare i firmatari della medesima. A ciò va aggiunto che il bilancio di questi 14 anni di Governo «rivoluzionario» non è così brillante per l'ex tenente colonnello dell'esercito venezuelano.

Se da un lato ha contribuito a ridurre la povertà grazie ai generosi proventi dell'oro nero, di cui il Paese è ricco e che negli ultimi anni ha raggiunto prezzi molto elevati, dall'altro ha fatto poco o niente per combattere quella corruzione che tanto aveva criticato nella sua prima campagna elettorale. Fallimentare anche la lotta contro la crescente criminalità che ha fatto di Caracas una delle città più pericolose al mondo e che negli ultimi anni sta dilagando in diverse altre parti del Paese. Domenica Chavez ha incassato il voto di riconoscenza di chi dal regime ha ricevuto generosi sussidi. Ma per il futuro i venezuelani si aspettano di più dal loro presidente.

Lo dicono le urne: il presidente uscente ha battuto il rivale Capriles con un vantaggio di circa 10 punti percentuali, sei anni fa il suo successo alle presidenziali era stato molto più netto, allo sfidante di allora, Manulel Rosales del partito socialdemocratico, aveva infatti dato ben 27 punti di distacco. E se in futuro il prezzo del petrolio dovesse scendere, Chavez perderebbe anche il suo unico e determinante alleato.

www.cdt.ch (articolo disponibile solo agli abbonati)
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Re: Riflessioni sul Venezuela

Messaggioda flaviomob il 10/10/2012, 12:59

Tra l'altro Chavez continua a vendere il petrolio prevalentemente agli USA.

QUI il rapporto sui diritti umani in Venezuela (2010)

http://www.amnesty.it/Rapporto-Annuale-2010/Venezuela

Più aggiornato, ma in inglese:

http://www.amnesty.org/en/region/venezuela


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Re: Riflessioni sul Venezuela

Messaggioda franz il 10/10/2012, 13:22

flaviomob ha scritto:Tra l'altro Chavez continua a vendere il petrolio prevalentemente agli USA.

Non so quanto valga questo "prevalentemente".
Leggevo che invece è aumentato molto il sostegno petrolofero (vendite) verso gli altri paesi "fratelli" in ambito socialista (cuba in testa) tanto che erano molto preoccupati per l'esito delle votazioni. Probabilmente pero' la fetta maggiore continua ad andare verso gli USA.
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Re: Riflessioni sul Venezuela

Messaggioda lucameni il 10/10/2012, 13:46

Conoscevo i dati non fosse altro che sono iscritto da anni ad Amnesty e ogni tanto mi metto a consultare le loro pagine.
Mettiamola così: non ci sono gli estremi per santificare il personaggio, al di là di considerazione in merito al fatto che da noi ci siano tanti ladroni etc etc.
Gli argomenti che vogliono zittire le critiche a Chavez perchè da noi c'è di peggio (inteso come Occidente) è un benaltrismo senza se e senza ma, che dovrebbe essere superato in primis da ragionamenti logici e con minore accanimento ideologico.
Ma sappiamo che così non è.
Mi pare semmai molto interessante il confronto nella pagina del Fatto tra i blog di Marcelli e di Cavallini.
Due sinistre (una sicuramente nostalgica, l'altra probabilmente tale da non aver nulla a che fare con certo riformismo fasullo alla E.Letta) ma che hanno visioni in merito del tutto antitetiche.
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