Crisi russo-georgiana

L'annuncio del presidente russo scatena la reazione della Georgia: 'E' un'annessione'
Le critiche della comunità internazionale. Festa nelle due Repubbliche separatiste
Medvedev: "La Russia riconosce
Ossezia del Sud e Abkhazia"
Rapporti Nato-Russia sul filo del rasoio. Il generale Nogovitsin
"Potremmo bloccare il transito Nato verso l'Afghanistan"
MOSCA - Il presidente russo Dmitri Medvedev annuncia che Mosca riconosce ufficialmente l'indipendenza dell'Ossezia del Sud e dell'Abkhazia e invita gli altri Paesi a fare altrettanto. Immediatamente si scatena la reazione della Georgia che parla di "annessione" e di "riconoscimento senza valore legale". Critiche anche dalla comunità internazionale: Londra, per prima, fa sapere che oppone un "rifiuto categorico"; Washington bolla la decisione del Cremlino come "deprecabile"; Parigi e Berlino parlano di scelta "deplorevole" e "inaccettabile"; la Commissione Ue ribadisce il sostegno all'integrità territoriale di Tbilisi. Intanto, nelle due Repubbliche separatiste esplode la festa. I due presidenti inviano i loro ringraziamenti a Mosca e parlano di "scelta storica".
La rabbia di Tbilisi. "Si tratta di una evidente annessione di quei territori, che sono parte della Georgia". La risposta di Tbilisi è giunta immediata per bocca del viceministro degli esteri Giga Bokeria. Per le strade dell'Ossezia del sud e dell'Abkhazia, invece, la notizia è stata accolta con spari in aria, fuochi d'artificio, bandiere "nazionali" e auguri con lo champagne. Una festa che era già iniziata ieri, dopo l'approvazione del riconoscimento da parte del Parlamento russo.
Il primo passo di Mosca. Dopo il discorso alla nazione trasmesso dalla televisione di Stato, Medvedev ha ordinato al ministero degli Esteri di avviare le trattative per stabilire rapporti diplomatici con Abkhazia e Ossezia del sud. Prime conseguenze anche a livello economico: dopo il riconoscimento delle due repubbliche "ribelli", la borsa russa ha registrato un crollo.
Le critiche degli Usa. A spiegare come si muoveranno gli Stati Uniti di fronte agli ultimi sviluppi del puzzle caucasico è il segretario di Stato Condoleezza Rice, che ha detto che gli Usa "continueranno a considerare le due regioni come parte dei confini internazionalmente riconosciuti della Georgia". Quindi ha accusato Medvedev di non rispettare gli impegni assunti con l'accordo di cessate il fuoco.
La reazione italiana. "Come temevo il riconoscimento c'è stato". Il ministro degli Esteri Franco Frattini, nell'audizione alla camera sulla crisi georgiana, ha espresso il suo rammarico per "un riconoscimento unilaterale che non ha quadro di legalità internazionale alle spalle". E ha paventato il rischio di una "balcanizzazione" della zona del Caucaso.
Mosca: potremmo chiudere il transito Nato. Continuano sul filo del rasoio i rapporti tra la Russia e l'Allenza. Prima della dichiarazione di Medvedev, il generale Anatoli Nogovitsin, vice capo dello Stato maggiore, aveva minacciato la chiusura del territorio russo al transito militare alla Nato verso l'Afghanistan. "Il nostro comandante supremo in capo (il presidente Dmitri Medvedev, ndr) non ci ha detto di chiuderlo, ha solo chiarito che tale cosa può accadere", ha detto Nogovitsin, secondo cui "le dichiarazioni Usa e di altri paesi ricordano la guerra fredda".
(26 agosto 2008)
http://www.repubblica.it
Le critiche della comunità internazionale. Festa nelle due Repubbliche separatiste
Medvedev: "La Russia riconosce
Ossezia del Sud e Abkhazia"
Rapporti Nato-Russia sul filo del rasoio. Il generale Nogovitsin
"Potremmo bloccare il transito Nato verso l'Afghanistan"
MOSCA - Il presidente russo Dmitri Medvedev annuncia che Mosca riconosce ufficialmente l'indipendenza dell'Ossezia del Sud e dell'Abkhazia e invita gli altri Paesi a fare altrettanto. Immediatamente si scatena la reazione della Georgia che parla di "annessione" e di "riconoscimento senza valore legale". Critiche anche dalla comunità internazionale: Londra, per prima, fa sapere che oppone un "rifiuto categorico"; Washington bolla la decisione del Cremlino come "deprecabile"; Parigi e Berlino parlano di scelta "deplorevole" e "inaccettabile"; la Commissione Ue ribadisce il sostegno all'integrità territoriale di Tbilisi. Intanto, nelle due Repubbliche separatiste esplode la festa. I due presidenti inviano i loro ringraziamenti a Mosca e parlano di "scelta storica".
La rabbia di Tbilisi. "Si tratta di una evidente annessione di quei territori, che sono parte della Georgia". La risposta di Tbilisi è giunta immediata per bocca del viceministro degli esteri Giga Bokeria. Per le strade dell'Ossezia del sud e dell'Abkhazia, invece, la notizia è stata accolta con spari in aria, fuochi d'artificio, bandiere "nazionali" e auguri con lo champagne. Una festa che era già iniziata ieri, dopo l'approvazione del riconoscimento da parte del Parlamento russo.
Il primo passo di Mosca. Dopo il discorso alla nazione trasmesso dalla televisione di Stato, Medvedev ha ordinato al ministero degli Esteri di avviare le trattative per stabilire rapporti diplomatici con Abkhazia e Ossezia del sud. Prime conseguenze anche a livello economico: dopo il riconoscimento delle due repubbliche "ribelli", la borsa russa ha registrato un crollo.
Le critiche degli Usa. A spiegare come si muoveranno gli Stati Uniti di fronte agli ultimi sviluppi del puzzle caucasico è il segretario di Stato Condoleezza Rice, che ha detto che gli Usa "continueranno a considerare le due regioni come parte dei confini internazionalmente riconosciuti della Georgia". Quindi ha accusato Medvedev di non rispettare gli impegni assunti con l'accordo di cessate il fuoco.
La reazione italiana. "Come temevo il riconoscimento c'è stato". Il ministro degli Esteri Franco Frattini, nell'audizione alla camera sulla crisi georgiana, ha espresso il suo rammarico per "un riconoscimento unilaterale che non ha quadro di legalità internazionale alle spalle". E ha paventato il rischio di una "balcanizzazione" della zona del Caucaso.
Mosca: potremmo chiudere il transito Nato. Continuano sul filo del rasoio i rapporti tra la Russia e l'Allenza. Prima della dichiarazione di Medvedev, il generale Anatoli Nogovitsin, vice capo dello Stato maggiore, aveva minacciato la chiusura del territorio russo al transito militare alla Nato verso l'Afghanistan. "Il nostro comandante supremo in capo (il presidente Dmitri Medvedev, ndr) non ci ha detto di chiuderlo, ha solo chiarito che tale cosa può accadere", ha detto Nogovitsin, secondo cui "le dichiarazioni Usa e di altri paesi ricordano la guerra fredda".
(26 agosto 2008)
http://www.repubblica.it