Voci, sondaggi, anticipazioni online
Il voto ai tempi di Twitter e Facebook
Task force per bloccare la diffusione di dati degli exit poll prima della chiusura dei seggi
Dal nostro corrispondente STEFANO MONTEFIORI
PARIGI - «Qui Radio Londra, Paesi Bassi-Ungheria 2 a 0 alla fine del primo tempo», oppure «Il pomodoro è maturo», oppure «Goulash ancora crudo, ripetiamo goulash ancora crudo». Per non pagare i 75 mila euro di multa riservati a chi svelerà i risultati delle elezioni prima della chiusura dei seggi, siti, blogger e utenti twitter francesi stanno immaginando frasi in codice. Non ci vuole una macchina Enigma per decrittarle: Paesi Bassi sta per Hollande, Ungheria e goulash per Sarkozy (suo padre è nato a Budapest), il pomodoro indica il rosso Mélenchon. C'è chi immagina messaggi più precisi con l'indicazione della percentuale: «La lepre del Béarn (dove è nato Bayrou, ndr ) ha raccolto 10 fiori», oppure «Germania nazista (riferimento poco delicato a Marine Le Pen), temperatura di 18 gradi», o ancora «Primavera gelida in Norvegia (Eva Joly è nata a Oslo), 2°».
Sono gli effetti ridicoli della differenza tra l'ora in cui gli istituti di sondaggio saranno in possesso delle prime indicazioni - intorno alle 18 - e l'ora di chiusura dei seggi, alle 20. Le grandi reti televisive francesi si sono naturalmente impegnate a rispettare la legge, ma il controllo diventa più difficile tenuto conto delle migliaia di fonti di informazioni online. Un problema noto già dal 1995, quando a pochi giorni dal voto la commissione elettorale pubblicò un preoccupato rapporto in cui si segnalava che «sondaggi vietati dalla legge potrebbero essere a disposizione di ogni elettore dotato di accesso alla rete mondiale di informazione Internet ». Nel frattempo Internet è diventata banale come il telefono, ma la soluzione ancora manca.
Cinque anni fa i siti francofoni belgi e svizzeri ( Le Soir , la tv Rtbf , Le Temps de Genève ) pubblicarono subito, alle 18 e 30, tutti gli exit poll. Ma queste elezioni offrono uno scenario inedito, perché nel frattempo il successo di massa di Facebook e Twitter ha dato a qualsiasi cittadino non solo la possibilità di venire a conoscenza di informazioni proibite, ma anche di rilanciarle immediatamente. Dieci persone sono oggi al lavoro alla prefettura di Parigi per controllare che nessuno venga meno all'embargo: un volenteroso e ingenuo firewall umano con la pretesa un po' nordcoreana di isolare, dalle 18 alle 20, la Francia dal resto del mondo. Ma se le misure di contrasto - e la parodia di Radio Londra - fanno sorridere, l'esigenza di fondo non sarebbe sbagliata. In teoria, è giusto che ogni elettore voti nelle stesse condizioni, alle 8 del mattino come alle 8 di sera, anche perché è vero che gli exit poll potrebbero influenzare gli ultimi votanti, con l'effetto bandwagon (più voti a chi già è in testa) o underdog (in soccorso di chi sta perdendo).
Il 21 aprile 2002 il premier socialista Lionel Jospin venne superato da Jean-Marie Le Pen e quindi mancò il secondo turno per sole 250 mila schede. Che sarebbe successo se alle 18 tutti gli aventi diritto al voto avessero avuto l'informazione che già girava tra i politici e nelle redazioni, e cioè che Jospin rischiava l'eliminazione? Forse molti che si erano astenuti perché sicuri del ballottaggio Chirac-Jospin sarebbero andati a votare per bloccare Le Pen, come accadde poi al secondo turno. «E quest'anno gli elettori di sinistra che esitano tra Hollande e Mélenchon potrebbero aspettare di conoscere i primi risultati prima di andare a votare, per rafforzare l'uno o l'altro», dice Daniel Schneidermann del sito Arrêt sur images .
C'è poi il problema dell'incertezza della norma. Un giornalista straniero che alle 18 di oggi facesse un collegamento, audio o video, online dal quartier generale di un candidato, con sottofondo di militanti che gridano felici « On a gagné, on a gagné! », sarebbe passibile di multa? La situazione è surreale, ma la colpa non è né del solito «Far West di Internet», come si dice con formula ammuffita, né dei governanti oppressivi. Il fatto è che la tecnologia ha reso obsolete certe leggi, e bisognerà ricordarsene in tempo almeno per le prossime elezioni. Intanto, la tv di Stato belga Rtbf - e il giornale francese Libération online - hanno già dato appuntamento al loro pubblico questa sera alle 18 e 30.
twitter @Stef_Montefiori
22 aprile 2012 | 9:22 http://www.corriere.it