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NYT: Goldman e il traffico di esseri umani

Discussioni su quanto avviene su questo piccolo-grande pianeta. Temi della guerra e della pace, dell'ambiente e dell'economia globale.

NYT: Goldman e il traffico di esseri umani

Messaggioda flaviomob il 18/04/2012, 13:13

GLI AFFARI SPORCHI DI GOLDMAN SACHS

Di Luca Mazzucato

NEW YORK. Per alcuni, Goldman Sachs, la madre di tutte le banche, è il male assoluto, mentre per chi lavora in finanza è il sogno nel cassetto. Se fino ad ora le critiche sono state tutte concentrate sulle pratiche finanziarie ai limiti della legalità, adesso il gioco si fa pesante: l’accusa è di prostituzione minorile e traffico di esseri umani. Negli Stati Uniti questa è probabilmente la singola accusa più infamante, capace di trascinare un’azienda a picco. Lo scoop del New York Times apre una voragine nell’immagine pubblica di Goldman ed è difficile immaginare cosa succederà. Certo è che la storia è una bomba.
Fino al 2008, la banca d’investimento era considerata la più prestigiosa azienda del pianeta, dai profitti stellari e un vero magnete per le menti più brillanti del panoramana mondiale e soprattutto dell’Ivy League. I suoi ex-dipendenti stanno governando il nostro continente: dal capo della BCE Mario Draghi, al nostro premier Monti e al premier greco Papademos.
La reputazione della banca è da anni in costante declino, anche se i suoi profitti e i bonus dei suoi dirigenti sono tornati ai livelli pre-crisi. La storia recente ha portato alla luce il modus operandi della banca: cercare di speculare il più possibile sui propri clienti, a costo di rifilare a ignari fondi pensione investimenti spazzatura, scommettendo sul loro fallimento e mietendo profitti stellari. Le recenti dimissioni di un pezzo grosso di Goldman Sachs a mezzo di editoriale infamante sul NYT hanno ricordato a tutti chi sono e cosa fanno questi cosiddetti “Masters of the universe.” Ma ora viene quasi da pensare: fossero questi i problemi!
Nicolas Kristof, sul New York Times, racconta i retroscena di una storia che farà rizzare i capelli in testa anche al più cinico tra i repubblicani. Il mondo dei siti online che offrono servizi di sesso a pagamento è uno dei più redditizi negli Stati Uniti. Spesso però, come nel caso del sito Backpage.com, gli annunci su questi siti non sono postati da escort indipendenti, ma da veri e propri schiavisti. Una recente indagine ha scoperto un osceno traffico di ragazzine minorenni che venivano rapite, drogate, pestate, ridotte in schiavitù e poi offerte al pubblico pedofilo, proprio su questo sito. I magistrati hanno incastrato i colpevoli, ma purtroppo non sono riusciti a fare in modo che la società proprietaria del sito venisse considerata legalmente responsabile per gli annunci messi online. Questo nonostante l’intervento di ben diciannove senatori americani.
Kristof ha deciso di vederci chiaro e ha iniziato a indagare sugli assetti proprietari del sito, uno dei più popolari con milioni di visitatori. Scopre che l’azienda appartiene per il cinquantuno percento a “Village Voice Media”, la stessa società che gestisce lo storico giornale gratuito The VillageVoice, distribuito ovunque a New York, che peraltro si finanzia con decine di pagine di pubblicità di escort e vari servizi sessuali a pagamento. Ma chi possiede il resto della proprietà?
Avete indovinato. La quota di minoranza di “Village Voice Media” appartiene a varie banche d’investimento, e il secondo azionista – con il sedici percento – è proprio Goldman Sachs, che ha acquistato la sua quota nel 2000, subito prima che la società mettesse le mani sul sito di sesso a pagamento. Uno dei consiglieri di amministrazione della società, fino al 2010, è stato il senior manager di Goldman Sachs Scott Lebovitz. Elizabeth McDougall, consulente capo di “Village Voice Media”, intervistata dal New York Times ha dichiarato che nessuno dei proprietari ha mai mostrato alcun dissenso rispetto alla condotta della società.
Insomma, ci sono dentro fino al collo. Negli ultimi giorni la banca e le altre società finanziarie coinvolte, invece di usare il loro peso azionario per aiutare i magistrati a bloccare le pratiche illegali del sito Backpage.com, hanno cercato di sbarazzarsi delle azioni in fretta e furia, senza peraltro riuscirci. Come bambini colti con le mani nel sacco: anche se in questo caso il sacco è un osceno intreccio di schiavitù, sfruttamento e prostituzione minorile.
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Tratto da: Gli affari sporchi di goldman sachs | Informare per Resistere http://www.informarexresistere.fr/2012/ ... z1sOCatOU0
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Re: NYT: Goldman e il traffico di esseri umani

Messaggioda franz il 18/04/2012, 14:57

Francamente non riesco a capire, a parte la naturale avversione di alcuni resistenti verso alcuni mulini a vento.

Dove sta il problema?

Che il 16% di Village Voice Media appartiene a i Goldman Sachs?
Cosa c'entra Backpage.com ? Ci sono milioni di annunci, li'.
Le regole di pubblicazione su Backpage.com (che opera anche in Italia) sono ben chiare su ogni tipo di annunci.
http://milano.backpage.com/online/classifieds/Terms
Se un utente viola quelle regole, il sito non è responsabile. E in uno stato di diritto è normale che, con le clausole accettate all'atto dell'inserzione i magistrati "non sono riusciti a fare in modo che la società proprietaria del sito venisse considerata legalmente responsabile per gli annunci messi online". Cosi' come anche qui su questo sito non saremmo reponsabili delle eventuali violazioni delle regole di codice civile e penale che un forumista dovessere compiere scrivendo qui testi penalmente rilevanti. Ho dato un'occhiata agli annunci italiani (ma anche LA e NY) e se è chiaro che solo un bigotto puo' scandalizzarsi per la sezione "adulti", è ben difficile discriminare per noi e per chi gestisce il sito tra chi offre il suo servizio come "escort indipendente" e chi dietro nasconde veri casi di schiavismo, cosa che solo polizia e magistratura possono appurare.
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Re: NYT: Goldman e il traffico di esseri umani

Messaggioda flaviomob il 18/04/2012, 23:14

Financiers and Sex Trafficking
By NICHOLAS D. KRISTOF
Published: March 31, 2012
THE biggest forum for sex trafficking of under-age girls in the United States appears to be a Web site called Backpage.com.


Nicholas D. Kristof

This emporium for girls and women — some under age or forced into prostitution — is in turn owned by an opaque private company called Village Voice Media. Until now it has been unclear who the ultimate owners are.

That mystery is solved. The owners turn out to include private equity financiers, including Goldman Sachs with a 16 percent stake.

Goldman Sachs was mortified when I began inquiring last week about its stake in America’s leading Web site for prostitution ads. It began working frantically to unload its shares, and on Friday afternoon it called to say that it had just signed an agreement to sell its stake to management.

“We had no influence over operations,” Andrea Raphael, a Goldman Sachs spokeswoman, told me.

Let’s back up for a moment. There’s no doubt that many escort ads on Backpage are placed by consenting adults. But it’s equally clear that Backpage plays a major role in the trafficking of minors or women who are coerced. In one recent case in New York City, prosecutors say that a 15-year-old girl was drugged, tied up, raped and sold to johns through Backpage and other sites.

Backpage has 70 percent of the market for prostitution ads, according to AIM Group, a trade organization.

Village Voice Media makes some effort to screen out ads placed by traffickers and to alert authorities to abuses, but neither law enforcement officials nor antitrafficking organizations are much impressed. As a result, pressure is growing on the company to drop escort ads.

After my last column on this issue, 19 U.S. senators wrote the company, asking it to stop abetting traffickers. On Thursday, antitrafficking campaigners protested outside the Village Voice newspaper (which is owned by Village Voice Media). A petition on Change.org criticizing the company has gathered 220,000 signatures.

In Washington State, the governor signed a bill into law on Thursday that could expose Backpage to criminal sanctions if it advertises under-age girls for sex without verifying their ages. (There’s some uncertainty about the constitutionality of the law.)

Village Voice Media has been able to resist pressure partly because, as a private company, it doesn’t disclose its owners. But I’ve obtained documents that, with some digging, shed light on who’s behind it.

The two biggest owners are Jim Larkin and Michael Lacey, the managers of the company, and they seem to own about half of the shares. The best known of the other owners is Goldman Sachs, which invested in the company in 2000 (before Backpage became a part of Village Voice Media in a 2006 merger).

A Goldman managing director, Scott L. Lebovitz, sat on the Village Voice Media board for many years. Goldman says he stepped down in early 2010.

Let’s be clear: this is a tiny investment by a huge company, and I have no reason to think that Goldman’s top executives knew of its connection to sex trafficking. Goldman prides itself on its work on gender: its 10,000 Women initiative does splendid work supporting women in business around the globe. Full disclosure: Goldman’s foundation was one of about 15 funders of a public television documentary version of a book that my wife and I wrote about the world’s women.

That said, for more than six years Goldman has held a significant stake in a company notorious for ties to sex trafficking, and it sat on the company’s board for four of those years. There’s no indication that Goldman or anyone else ever used its ownership to urge Village Voice Media to drop escort ads or verify ages. Elizabeth L. McDougall, chief counsel for Village Voice Media, told me Friday that she was “unaware of any dissent” from owners.

Several lesser-known financial companies also hold significant stakes in Village Voice Media, and one person close to the company says that there are about a dozen owners in all. One is Trimaran, an investment company in New York. It wouldn’t disclose the size of its stake but told me that it had “no influence whatsoever” on management and is now trying to sell its shares.

Two other companies, Alta Communications and Brynwood Partners, did not respond to my repeated inquiries about ties to Village Voice Media (Brynwood may be an asset manager rather than an owner). One thought: If the minority shareholders, Goldman included, worked together instead of rushing for the exits, they might be able to pressure Village Voice Media to get out of escort ads.

There are no easy solutions to sex trafficking. I think the most important single step is for prosecutors to focus more on pimps and johns. Closing down the leading Web site used by traffickers would complicate their lives, and after so many years of girls being trafficked on this site, it’s time to hold owners accountable.

http://www.nytimes.com/2012/04/01/opini ... cking.html


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