Crisi economica: in Islanda al via il processo all'ex premier
È il primo caso al mondo di un politico che deve rispondere ad un intero paese dei presunti errori commessi.
Errori che hanno portato il Paese alla bancarotta. In Islanda l'ex premier Geir Haarde (foto), 60 anni, già leader del partito dell'Indipendenza, rischia fino a due anni di carcere per un'accusa di negligenza che, secondo gli islandesi, gli avrebbe impedito di prevedere o arginare la crisi. A giudicare Haarde, nel processo che si è aperto a Reykjavik in questi giorni, una Corte speciale istituita nel 1905, che fino ad oggi non si era mai dovuta riunire. L'iniziativa giudiziaria è stata resa possibile grazie a un voto a maggioranza del Parlamento (33 favorevoli e 30 contrari).
L'opinione pubblica è spaccata in due. Da una parte il popolo, convinto della colpevolezza dell'ex premier e ancora scosso dal ricordo delle manifestazioni di quattro anni fa contro il fallimento delle tre principali banche del paese (Kauphthin, Glitnir, Landsbanki). Dall'altra ministri e imprenditori, molti dei quali saranno chiamati a testimoniare, che difendono l'operato di Haarde e scaricano le colpe sul governo precedente. Secondo loro il sistema bancario era già fuori controllo e non è giusto che un solo uomo per le colpe di molti.
L'ipotesi più probabile, causa della rabbia degli islandesi, è che si arrivi, per il mese di aprile, ad un verdetto di assoluzione senza che nessuno paghi per una situazione così catastrofica.
Haarde intanto si è detto innocente, "vittima di una persecuzione politica".
Parole già sentite.
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