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L’antico demone che risveglia l’orrore

Discussioni su quanto avviene su questo piccolo-grande pianeta. Temi della guerra e della pace, dell'ambiente e dell'economia globale.

L’antico demone che risveglia l’orrore

Messaggioda franz il 21/03/2012, 9:21

La strage di Tolosa ha lasciato muta l’Europa e inorridita Israele. Prima di ogni giudizio, prima di una riflessione che non potrà né dovrà mancare, pesa su tutto lo sgomento.

Braccare dei bambini dentro una scuola, rincorrerli fra i banchi per prendere meglio la mira prima di sparare: è una cosa tremenda anche solo pensarla. Eppure, questo delitto che forse ha dei precedenti, forse è il terribile seguito di una catena di orrori – ma forse no – non desta incredulità. Non è una cosa cui non si può credere e che nessuno si sarebbe mai aspettato.

Ha, piuttosto, una inenarrabile coerenza, per quanto sotterranea e difficile da ammettere.
Ammazzare dei bambini dentro la loro scuola è una cosa cui ci piacerebbe non poter credere, ma non è così. Perché questo delitto si è consumato in una città fitta di conflitti come lo sono molte, nel Sud della Francia. Forse si lega a una sequenza di omicidi di ambiente militare. Ma ha avuto per teatro una scuola ebraica. E le prime immagini che ci sono arrivate da lì mostrano teste di uomini e bambini coperte dalla kippà, la papalina che portano sempre gli ebrei religiosi. Che portano, in Francia, con un certo timore, con la paura di essere aggrediti anche solo per questo. Capita persino che la si lasci a casa, la papalina, per evitare guai per strada.

Incidenti piccoli e grandi sono all’ordine del giorno nei pressi di ogni scuola ebraica. I bambini arrivano scortati, spesso accolti da insulti e non raramente da lanci di pietre. Questa è la Francia del Sud, ma è anche la Francia tout court e in una certa misura lo è tutta l’Europa. In Israele, oggi, c’è paura dell’Europa. Dove, a quanto pare, l’antico demone dell’antisemitismo è ancora vivo, aleggia, sta sotterraneo, magari appena sotto la superficie della civiltà civile e benpensante. È un demone antico e tenace, l’antisemitismo. China la testa, sembra sconfitto per sempre, e poi ricompare, quasi corroborato dal tempo trascorso in clandestinità.

Perché oggi come oggi nessuno si dichiara più antisemita, l’odio per gli ebrei – cioè i diversi, gli irriducibili dell’identità, come se ciò fosse una colpa ancora in questo presente che si fa un vanto del proprio multiculturalismo – non è politicamente corretto. Ma il fatto che non sia decoroso dichiararsi antisemiti non significa che questo pregiudizio sia morto. Anzi. Quando viene fuori, non parla ma distrugge. Prima o poi torna. E ci fa paura, in Israele così come in questa Europa ammutolita tanto brava a commemorare retoricamente il passato affinché non si ripeta più, così intraprendente nel condurre le giovani generazioni ad Auschwitz perché imparino la lezione. In questa Europa così saggia e attenta al proprio passato, in questa Europa che ha davanti agli occhi le camere a gas e le racconta con tanto slancio nei libri di scuola, capita ancora di morire perché si è ebrei. L’orrore, lo sgomento, la paura, lasciano addosso una rabbia amara e impotente.

“L’antico demone che risveglia l’orrore” di ELENA LOEWENTHAL da La Stampa del 20 marzo 2012
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