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La Lega Ticinese: "Via gli italiani"

Discussioni su quanto avviene su questo piccolo-grande pianeta. Temi della guerra e della pace, dell'ambiente e dell'economia globale.

La Lega Ticinese: "Via gli italiani"

Messaggioda gabriele il 07/04/2011, 14:41

SVIZZERA
La Lega Ticinese alla prova del voto con uno slogan chiaro: "Via gli italiani"
Domenica i 26 cantoni della Confederazione vanno alle urne per rinnovare parlamenti ed esecutivi locali. Il partito di Giuliano Bignasca, il "Bossi di Lugano", si presenta chiedendo di ricacciare indietro i frontalieri "padani"
di PAOLO CASICCI

Nord che vai, Lega che trovi. E la Lega dei Ticinesi, omologo svizzero del Carroccio, non ammette sconti per i padani, "cugini" ma anche un po' "terroni". Domenica, i ventisei Cantoni elvetici andranno alle urne per rinnovare il parlamento e l'esecutivo locali, e il partito di Giuliano Bignasca, il pittoresco "Bossi di Lugano", si presenta agli elettori con slogan che sembrano rubati al Senatur: "Via gli italiani dalla Svizzera", per esempio. Da settimane, nel mirino di Bignasca, e del suo rappresentante nel parlamento di Berna, Norman Gobbi, ci sono i 45 mila frontalieri, quegli italiani di Sondrio, Como, Varese e Verbania con un impiego nel Ticino, accusati di rubare il lavoro agli autoctoni e di costare decine di milioni l'anno in rimborsi di tasse diretti a Roma. Così, mentre Bossi chiede di mandare "föra da i ball" i tunisini, non lontano da Gemonio c'è chi vorrebbe ricacciare indietro proprio i "padani".

I malumori dei ticinesi risalgono a oltre trent'anni fa. Era il 1974, quando un accordo bilaterale tra il governo svizzero e quello italiano regolava per la prima volta i cosiddetti "ristorni", la percentuale di tasse, versate in Svizzera dai lavoratori italiani, che i tre cantoni di confine (Ticino, Grigioni e Vallone) da allora restituiscono a Roma perché questa giri la somma a Comuni, Province e Comunità montane di frontiera. Tocca poi agli enti locali destinare questo tesoretto ai servizi pubblici, dalla sanità ai trasporti. Ora, contro la quota - il 38,8 per cento - dei ristorni fissata in quell'accordo lontano, si sono scagliati sia il leghista ticinese Gobbi, sia - a sorpresa - i moderati del Partito popolare democratico. Segno che le istanze leghiste hanno fatto breccia anche al centro.

A marzo, il Ppd ha fatto approvare all'unanimità dal Gran Consiglio uscente un impegno affinché il parlamento cantonale chieda a Berna di abbassare i ristorni al 12,5 per cento, equiparandoli a quelli destinati all'Austria, e di introdurre il principio di reciprocità: anche l'Italia, cioè, dovrebbe rimborsare parte delle tasse incassate dai frontalieri svizzeri (una pattuglia ben più esigua degli italiani). La stessa proposta è stata presentata da Gobbi al parlamento centrale, ma, per ora, è stata bocciata dai vertici del Dipartimento delle finanze federali. Il dibattito, però, è ormai aperto, e difficilmente sarà archiviato in breve. Il che allarma gli amministratori italiani di frontiera. Dice Mario Della Peruta, da trentadue anni sindaco di Cremenaga, 810 anime in provincia di Varese: "Qui otto abitanti su dieci lavorano in Svizzera. Dopo la soppressione dell'Ici sulla prima casa, il nostro bilancio si regge quasi esclusivamente sui ristorni: non possiamo permetterci di perdere quelle somme".

Neanche Marco Zacchera, primo cittadino di Verbania e deputato Pdl, sottovaluta la questione. Anzi, il parlamentare ha chiesto pochi giorni fa ai ministri Tremonti e Frattini di "avviare immediatamente contatti con i vertici della Confederazione elvetica per evitare che ciascun cantone si attivi in ordine sparso penalizzando ulteriormente i lavoratori italiani".

Intanto, gli slogan e i manifesti anti-frontalieri, in Ticino, restano al livello di guardia. La Lega è passata nel 2007 dal 16 al 25 per cento, diventando il secondo partito locale dietro al Partito liberale radicale. E il leghista Marco Borradori è stato il candidato più votato di tutto il Cantone. Ad alimentare l'astio contro gli italiani pensano, però, anche gli estremisti dell'Udc (niente a che vedere con i centristi italiani). Di recente, il loro leader Pierre Rusconi, ideatore della campagna pubblicitaria che a ottobre raffigurava gli italiani come ratti 1 (le foto 2), ha commentato uno studio dell'Istituto ricerche economiche (Ire) dell'Università svizzera, che dimostrerebbe come gli italiani non rubino il lavoro ai ticinesi, con queste parole: "Mi piacerebbe sapere quanti frontalieri lavorano all'Ire. Magari sono gli stessi che hanno fatto la statistica". Rusconi ha poi aggiunto che la piazza finanziaria ticinese starebbe diventando troppo "brianzola".

Insomma, hai voglia a fare il leghista duro e puro: ci sarà sempre qualcuno più a nord di te...
(07 aprile 2011)

http://www.repubblica.it/esteri/2011/04 ... -14610321/
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Re: La Lega Ticinese: "Via gli italiani"

Messaggioda matthelm il 07/04/2011, 19:58

Questo articolo vale più di mille approfondimenti.
Va diretto alla pancia dei leghisti
"L'uomo politico pensa alle prossime elezioni. Lo statista alle prossime generazioni".
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Re: La Lega Ticinese: "Via gli italiani"

Messaggioda pianogrande il 08/04/2011, 1:26

Mi risulta, per qualche conoscenza personale, che i ticinesi mastichino amaro per il fatto di essere il sud della Svizzera.
Essi sono, però, il nord di qualcos'altro.
Perfino Lampedusa è il nord di qualcos'altro.
Ora, anche la lega, si sta, amaramente, accorgendo (tra Svizzera e Francia) che, quando dice nord, dice, contemporaneamente, anche sud.
Non lo spiegherà mai ai suoi elettori.
Continuerà a dire nord, incrollabile, imperterrita.
Sarà, sempre più, fuori dal mondo.
Intanto il mondo va avanti ed i padani saranno, sempre più spiazzati.
Fotti il sistema. Studia.
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Re: La Lega Ticinese: "Via gli italiani"

Messaggioda franz il 08/04/2011, 8:55

Quell'articolo, cosi' come riportato, inizia con un errore, che repubblica vedo che ora ha già corretto.
Domenica non c'è alcun rinnovo dei 26 parlamenti cantonali.
Le elezioni sono nel Ct. Ticino. L'erorre è macroscopico e indica che chi scrive conosce poco la situazione, per sentito dire. E quindi vale la pena essere all'erta su tutto quanto scritto. Un po' come dire che se all'inizio di un articolo scientifico leggete che la Luna è più grande della Terra, occorre procedere un po' sospettosi su tutto il resto.

Il succo del discorso è che c'è l'ennesimo confronto scontro tra le posizioni di quella destra populista e "autarchica", che vorrebbe dare la precedenza ai lavoratori "indigeni", a prescindere, e quel centro liberale che invece sostiene che senza lavoratori stranieri e frontalieri la svizzera non potrebbe produrre quel 50% in piu' che esporta e che fa la sua ricchezza (oltre a permettere la quasi piena occupazione degli indigeni stessi). L'articolo questo non lo spiega come non spiega che, dati alla mano, i disoccupati ticinesi sono solo 8'000 (su 168'000 occupati) mentre i frontalieri sono piu' di 40'000. E molti di piu' sono i frontalieri francesi e tedeschi che entrano in Svizzera a nord delle Alpi. Entrano perché c'è lavoro, non per altro. L'articolo non spiega nemmeno che c'è una sostanziale cesura tra la destra populista e la sinistra sindacale, uniti a sostegno della manodopera locale, chiaramente con linguaggi diversi.

Il tema pero' del contendere non riguarda il fatto (assodato) che i 40'000 frontalieri italiani fanno lavori che gli 8000 disoccupati ticinesi non fanno (perché non vogliono o perché non sono adeguatamente formati) ma verte sul fatto che gli italiani costano alle aziende svizzere molto meno.

Il differenziale salariale tra francesi, tedeschi è svizzeri è basso, quindi il francese ed il tedesco che vanno in svizzera finiscono per avere uno stipendio abbastanza simile a quello che avrebbero in patria. La stessa cosa invece non vale per i frontalieri italiani. Il loro stipendio in Italia, ammesso di trovare un lavoro, è molto piu' basso di quello che possono avere lavorando in svizzera. La svizzera è quindi meta ambita (si puo' guadagnare il doppio di quello che si guadagna in Italia) e chi è sulla frontiera si sobbarca lunghe ore di code per fare il viaggio. Dove non ci sono contratti collettivi di lavoro, lo stipendio è frutto di contrattazione privata e normalmente un frontaliere italiano, a parità di qualifica, prende uno stipendio piu' basso di quello che prenderebbe un lavoratore indigeno. Questi, vivendo in svizzera, ha un costo delle vita piu' elevato (anche se puo' cavarsela facendo la spesa in Italia) e paga tutto abbastanza caro (tranne le tasse) in cambio di una buona qualità. Deve quindi avere uno stipendio adeguato al posto in cui vive. Il frontaliere invece torna la sera in Italia, dove lo stipendio svizzero lo rende un cittadino previlegiato, pure esentasse (le paga in Svizzera).

Questo differenziale salariale (definito con un neologismo locale come "dumping salariale") è il vero nodo della vicenda.
Si è scoperto poi che datori di lavoro della Lega del Ticinesi impiegavano frontalieri sottoganandoli ed il capo della Lega ha pure subito un processo per aver pagato in nero i lavoratori. Per non parlare dei processi per droga e prostituzione, per minacce a mano armata a pubblici funzionari. Insomma tutto il mondo è paese?

Si', direi che il populismo ha un motivo conduttore ovunque per cui stiamo scoprendo l'acqua calda.
Come è è acqua calda scoprire che populismi di paesi diversi a volte possono entrare in conflitto.

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Re: La Lega Ticinese: "Via gli italiani"

Messaggioda flaviomob il 08/04/2011, 21:15

Mi pare che la legge elvetica imponga di limitarsi all'assunzione di personale straniero solo per quelle mansioni per cui non è possibile trovare forza lavoro locale e sia anche piuttosto rigida in materia: però il mio ricordo risale a molti anni addietro, è ancora così, dopo gli accordi bilaterali tra Svizzera e UE?


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Re: La Lega Ticinese: "Via gli italiani"

Messaggioda franz il 08/04/2011, 22:25

flaviomob ha scritto:Mi pare che la legge elvetica imponga di limitarsi all'assunzione di personale straniero solo per quelle mansioni per cui non è possibile trovare forza lavoro locale e sia anche piuttosto rigida in materia: però il mio ricordo risale a molti anni addietro, è ancora così, dopo gli accordi bilaterali tra Svizzera e UE?

No, non è piu' cosi', proprio perché l'adegamento ai bilaterali impone a chi firma un accordo di modificare la sua legislazione.
Comunque non era una limitazione imposta da leggi nazionali ma da leggi (diverse) cantonali.
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Re: La Lega Ticinese: "Via gli italiani"

Messaggioda flaviomob il 12/04/2011, 14:24

E intanto la Lega diventa il primo partito del Canton Ticino...


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Re: La Lega Ticinese: "Via gli italiani"

Messaggioda franz il 13/04/2011, 9:53

Ci sono state due elezioni, lo stesso giorno.
Una per il governo ed una per il parlamento.
La Lega ha vinto solo la prima (ora ha 2 ministri su 5) ma non ha vinto al Parlamento cantonale.
Non è il partito di maggioranza relativa. È il secondo.
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Re: La Lega Ticinese: "Via gli italiani"

Messaggioda gabriele il 28/04/2011, 8:43

franz ha scritto:Si', direi che il populismo ha un motivo conduttore ovunque per cui stiamo scoprendo l'acqua calda.
Come è è acqua calda scoprire che populismi di paesi diversi a volte possono entrare in conflitto.


Franz, e ti sembra poco? Uno dei capi saldi del populismo è quello di essere puro e duro e in assoluto la migliore soluzione ai problemi attuali. I simpatizzanti della Lega finalmente percepiscono che a farne le spese di tanto celodurismo potrebbero essere anche loro. Percepiscono quindi che la Lega Nord non è una soluzione.
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Re: La Lega Ticinese: "Via gli italiani"

Messaggioda pianogrande il 28/04/2011, 11:42

Certo, Gabriele.

La lega nord sarebbe una soluzione solo in un sistema chiuso (quello che si illude, o vuole illudere, di poter creare).
Infatti, appena il problema si allarga al di fuori delle nebbie padane, la lega si dimostra tragicamente infantile e velleitaria (scusa ranvit).

La lega, per funzionare ed avere consenso, deve tendere ad un sistema chiuso e protetto e privilegiato.
Non ha tenuto conto di un piccolo dettaglio: al di fuori di questo sistema non ci sono solo i disperati; ci sono anche i forti (e molto più forti ed intelligenti perfino del mitico Borghezio).
Il Ticino, purtroppo per i vari geni delle carrozze del tram riservate agli ariani, non è un barcone per esercitarsi al tiro a segno e allora?
Allora, in questi casi, ci vuole gente capace di mediare, di trattare, di interagire ......
Una bella commissione guidata da Castelli e Borghezio (e Speroni ... tié) ....
Fotti il sistema. Studia.
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