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PaginaunoPiccole bombe nucleari crescono
La fusione fredda e le nuove mini armi atomiche
di Emilio Del Giudice
Incontro sul libro inchiesta Il segreto delle tre pallottole di Maurizio Torrealta e Emilio Del Giudice (Edizioni Ambiente, collana Verdenero, 2010) alla libreria Odradek di milano, 1 ottobre 2010
Una delle caratteristiche della società moderna, che sembra fondata sull’abbondanza e sulla disponibilità dell’informazione, è la capacità di mantenere segreti. E li mantiene proprio grazie all’enorme quantità di informazione che viene rovesciata sulla testa delle persone le quali, non avendo più punti di riferimento, assumono, rispetto all’informazione che ricevono, un’attitudine passiva. Convinti di sapere tutto proprio perché hanno ricevuto un mare di notizie i cittadini, paradossalmente, non sanno niente. E non esiste modo migliore per nascondere la verità che fare riferimento non a bugie plateali ma a verità parziali.
Alcuni giornalisti chiesero, durante una conferenza stampa del portavoce del governo israeliano, se era vero che nel 2006, sul fronte del Libano, Israele avesse usato armi nucleari di tipo nuovo. La risposta del portavoce fu: “noi dichiariamo che l’esercito israeliano non ha mai fatto uso di armi vietate dalle convenzioni internazionali”. Il che è verissimo, l’arma di cui parliamo non è vietata dalle convenzioni internazionali, per il semplice motivo che è un arma di tipo nuovo, e quindi non è prevista nelle convenzioni internazionali; nessuno ufficialmente sa dell’esistenza di questo tipo di arma e dunque essa non è un’arma vietata. Il cittadino che riceve questa informazione resta convinto che non c’è niente di misterioso, invece di misterioso c’è tutto. [...]
...si potrebbe ottenere un’esplosione nucleare, e senza massa critica; non ci sarebbe più bisogno di fare esplodere 7/8 chili di uranio, potrebbe bastare anche un grammo. Si potrebbe quindi realizzare un’arma nucleare delle dimensioni di un proiettile di pistola. E che potenza avrebbe questa mini esplosione nucleare? Facciamo una proporzione: a Hiroshima, usando 7 chili di uranio 235, per avere il quale devo usare 1.000 chili di uranio normale – dato il rapporto dello 0,7% di uranio 235 presente nell’uranio in natura – si è prodotta un’esplosione che corrisponde a 20.000 tonnellate di tritolo, o venti chilotoni. Con un chilo avrei un’esplosione pari a 1.000 volte di meno, 20 tonnellate; con un grammo avrei l’equivalente di 20 chili di tritolo, che corrispondono alla carica di una cannonata. Quindi, sparando un proiettile di pistola da un grammo non solo produco l’effetto di una cannonata, ma ho anche tutte le conseguenze di un’esplosione nucleare, ossia la radioattività. [...]
Altro esempio: a Bàssora, dove ci sono stati pesanti bombardamenti, la percentuale di tumori si è moltiplicata in modo esponenziale. Mentre nel 1989 le morti per tumori erano state 34, nel 2001 superano i 600 casi e si evidenziano tumori rarissimi. Il primario di oncologia di Bàssora, che aveva riportato questi dati, ha successivamente ricevuto il formale avvertimento dal governo iracheno di non divulgarli ulteriormente, pena il taglio totale dei finanziamenti; ovviamente, non ha più parlato.[...]
Nella prima guerra del Golfo, in cui i militari, probabilmente, non previdero le conseguenze radioattive di queste nuove armi, solo le truppe angloamericane svilupparono la sindrome del Golfo: i militari degli altri Paesi alleati non vennero infatti ammessi nelle zone di combattimento anglo-americane, probabilmente allo scopo di proteggere il segreto sulle nuove armi. Nella guerra successiva, quella nei Balcani, queste armi furono nuovamente usate ma stavolta gli anglo-americani si guardarono bene dall’andare a occupare i campi di battaglia e ci mandarono gli italiani; e la moria è avvenuta tra i militari italiani. Una volta mi trovai a parlare con un soldato che prestava servizio in Kosovo e gli chiesi, fingendo ingenuità, se lui avesse mai preso contatto con carri armati serbi distrutti; rispose che i militari italiani avevano il divieto assoluto di avvicinarsi e che per impedire che anche la popolazione lo facesse, intorno ai carri armati esplosi veniva tirato un filo spinato lungo uno spazio di alcune decine di metri di diametro. Questo significa che i comandi italiani erano stati informati sulla natura delle armi usate. Naturalmente le stesse precauzioni non furono mantenute dagli ignari civili, per cui ci sono state perdite enormi soprattutto tra i bambini.
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http://www.sinistrainrete.info/societa/ ... i-crescono