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Dal G8 al Club Med

Discussioni su quanto avviene su questo piccolo-grande pianeta. Temi della guerra e della pace, dell'ambiente e dell'economia globale.

Dal G8 al Club Med

Messaggioda gelormini il 15/07/2008, 3:12

DAL G8 AL CLUB MED





di Antonio V. Gelormini





Si definiscono G8, ma a contarli sulle foto ufficiali sono in nove. Dovrebbero rappresentare le prime otto economie al mondo, ma contano le assenze vistose di Cina, India, Brasile e Australia. Si riuniscono, almeno una volta l’anno, per decidere i destini della Terra, facendo spendere al Paese ospitante di turno budget da capogiro, per la sicurezza e l’organizzazione dell’incontro. In realtà, così conciati, da tempo non riescono a mettersi d’accordo nemmeno sulle sorti dei loro vicini.



Neppure i movimenti no-global lo prendono più di mira. Il Gruppo degli 8 si delegittima da sé, mostra la corda e dà l’impressione di non riuscire a produrre altro che foto di rito e scambio di cortesie. Troppi gli interessi contrapposti, piuttosto pesanti quelli assenti. Tanto da rendere alquanto evidente l’anomalia della persistente presenza di Francia, Germania, Italia e Inghilterra insieme a quella di Barroso, candidato a rappresentare l’intera Europa.



La sopravvivenza del G8 non passa attraverso un suo ulteriore allargamento, magari a 13, per salvaguardare sedie storiche o strapuntini di emergenza. Quanto per un inevitabile rinnovamento dei Paesi membri, più consono al reale rapporto di forza economico, politico, industriale e monetario, quotidianamente rilevabile.



Lo ha capito da un pezzo Nicolas Sarkozy. Primo fra tutti, si è dato da fare per non rimanere spiazzato dagli eventi in prospettiva. Fedele alla massima che questi: “è meglio determinarli che subirli”, ha giocato d’anticipo per assegnare alla Francia il ruolo di protagonista nello scenario internazionale, che prende forma sul palcoscenico sempre più strategico del Mediterraneo.



Il vertice di Parigi, con ben 43 Stati, è un’importante operazione di politica estera, ma prim’ancora è una mossa di raffinato marketing politico. Definendo felicemente il gruppo nascente: Club Med, il sinonimo di uno dei marchi più conosciuti ed affermati della marca transalpina, ha suggellato in maniera indelebile la matrice francese dell’iniziativa. Ne ha assunto la guida ed ha reso sterili le analoghe ambizioni di quei Paesi, che volessero accampare meriti per investitura storica. A cominciare dall’Italia, che del Mediterraneo è stata sempre fulcro e crocevia.



In altre parole Sarkozy, con piglio pragmatico, ha fatto suoi l’idea e il progetto di Romano Prodi per l’Europa, e l’avvio, la promozione e il perseguimento delle relazioni europee con i cosiddetti Paesi di prossimità. L’assenza di Gheddafi la dice lunga sulla “furbata” del presidente francese.



Nicolas Sarkozy mette a segno il suo colpo nel vuoto di una presidenza americana a fine mandato, che mai come questa volta si rispecchia nella similitudine dell’anatra zoppa. Fa quello che Bush non può o non si sente di fare. Dopo il gelo di Chirac, recupera il rapporto con Assad e la Siria, favorisce lo storico riconoscimento siriano del Libano (con relativo scambio di ambasciatori) e apre un fronte ben visto anche da una parte degli strateghi di Washington, che potrebbe portare alla scissione dell’intesa Damasco-Teheran. Ma soprattutto, isolando l’Iran, si potrebbero addolcire i rapporti arabo-israeliani, creando le premesse per una risoluzione della questione palestinese e dell’atavico conflitto medio-orientale.



All’ombra dell’Arco di Trionfo, mentre i francesi celebrano il loro 14 luglio, il Presidente Sarkozy può mostrarsi decisamente soddisfatto. Intanto in Italia ci si avvita sui preparativi per il prossimo G8, che potrebbe anche non tenersi più alla Maddalena, dove i lavori hanno assunto i caratteri di una Salerno-Reggio Calabria. Di politica estera si sono perse le tracce. Anche D’alema e la sua Fondazione Italianieuropei, hanno spostato l’attenzione sul fronte strategico nazionale. Le note della Marsigliese salgono di tono, e a noi non resta che l’evanescenza eterea del ministro Frattini e i sorrisi da parata del Presidente del Consiglio.



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