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Iran, una protesta che demolisce il regime

MessaggioInviato: 28/12/2009, 9:50
da franz
di RENZO GUOLO

Come nel 1978, ai tempi della rivolta contro lo Shah, l'Ashura è stata davvero il "giorno del sangue". E, come allora, non si tratta di quello versato nei cortei dei flagellanti che si battono con catene e trafiggono con lame testa, braccia e petto trasformandosi in maschere insanguinate.

Nella passione che ricorda il sacrificio di Hussain, terzo imam della shi'a ucciso a Kerbala dal califfo sunnita Yazid, morte che caratterizza lo sciismo come religione del rifiuto dell'ingiustizia, il sangue che segna la ricorrenza è quello dei manifestanti uccisi.

Come di più di trent'anni fa, quando gli iraniani scesero in piazza contro il regime Pahlavi, i dimostranti avevano due obiettivi: ribadire che Kerbala significa non accettare la resa al dispotismo; mostrare che l'ingiustizia può assumere il volto demoniaco del potere anche nel mondo sciita. Così nelle insanguinate strade di Teheran si udiva gridare sia "Ya Allah!", o Dio!, sia "Marg bag diktator!", morte al dittatore, slogan indirizzato, più che al solo Ahamdinejad, anche a Khamenei. Mutamento importante, perché mostra come nel mirino dell'opposizione, o almeno della sua ala più insofferente, il bersaglio non sia non più la sola legittimità del voto del 12 giugno ma la stessa Guida. Con tutte le conseguenze che ne derivano.
Che questo 10 di Moharran potesse trasformarsi nella cronaca di una morte annunciata per quanti scendevano in piazza, era nelle cose. Per questo assume un significato politico ancora più rilevante.

Che l'opposizione volesse sfruttare l'occasione della festività sciita era noto: anche perché l'Ashura coincideva con la celebrazione del lutto, che si tiene sette, e quaranta, giorni dopo la scomparsa dell'ayatollah Montazeri, l'ex-delfino di Khomeini divenuto, nel tempo, la fonte di legittimazione religiosa dello schieramento ostile alla diarchia Khamenei-Ahmadinejad. Che l'asse fondato sul potere nero del clero conservatore e del "partito dei militari" potesse usare la mano dura era altrettanto prevedibile. Il "basta!" alle manifestazioni annunciato, insieme alla minaccia di cancellare l'opposizione dal panorama iraniano, dalla Guida poche settimane fa non lasciava dubbi. Ma violare quel divieto era facile nel giorno in cui milioni di iraniani riempivano le strade per celebrare il martirio di Hussain. La forza della protesta, e la sua estensione in città diverse dalla capitale, come Tabriz o Isfahan, ha indotto il regime, o la parte di esso che riteneva un segnale di debolezza lasciare dilagare la protesta senza intervenire, alla prova di forza.

Siano una decina o meno le vittime, e tanto più se tra esse vi è il nipote di Moussavi, l'Ashura del 2009 segna, comunque, il massimo punto di crisi del potere. Rotto, ancora una volta dopo Neda, il tabù del sangue, è prevedibile che si inneschi una spirale reazione-repressione, che potrebbe avere sviluppi impensati. E non solo per le, ricorrenti, voci di poliziotti che rifiutano di sparare ad altezza d'uomo. Del resto pochi, dentro e fuori l'Iran, pensavano che dopo la fiammata seguita al 12 giugno la protesta sarebbe proseguita. Soprattutto in assenza di un leader carismatico, qualità che Moussavi non possiede.

Eppure l'Onda verde è riuscita a trasformare l'assenza di carisma in leadership collettiva. Condizione di forza e debolezza, quella in cui il movimento trascina i leader, che ha spinto l'opposizione a abbandonare il realismo prudente di Khatami e di Moussavi. E a cercare, trasformando Khamenei e Ahamdinejad in novelli Yazid, la sfida destinata a mutare la scena.

L'Ashura di sangue rivela che in discussione è, ormai, la stessa natura del regime. L'opposizione si nutre di parole d'ordine islamiche, così come lo sono i suoi leader e come lo era il suo punto di riferimento religioso Montazeri. Ma il sistema, irrigidito nella brutale amicizia tra turbanti e elmetti, non sembra più poter tollerare il residuo margine di pluralismo che derivava dalla istituzionalizzazione delle fazioni. La pretesa delle milizie, Pasdaran e Basij, e l'ambizione di Khamenei e dell'entourage che lo circonda, di erigersi a unici e autentici custodi della Repubblica Islamica nata della Rivoluzione, non lascia spazio a mediazioni.

Così l'Ashura 2009, seguita da celebrazioni di lutti destinate a generare altri lutti, come già accadde nel 1978, potrebbe essere l'anticipo di un lavacro ancora più grande. Destinato a far pericolosamente fibrillare la Repubblica Islamica.
www.repubblica.it

Re: Iran, una protesta che demolisce il regime

MessaggioInviato: 28/12/2009, 16:17
da pianogrande
Quante volte, nella storia del mondo, da una rivoluzione è nata una nuova dittatura!
Questo è accaduto anche in Iran (dallo sha ai pasdaran).
Il primo augurio che faccio a quell'eroico popolo è che questa sia la volta buona.
Forse, la mancanza di un leader carismatico, come viene rilevato nell'articolo, può essere una buona premessa perché questa rivoluzione sfoci in una democrazia o prenda quella strada.

Re: Iran, una protesta che demolisce il regime

MessaggioInviato: 28/12/2009, 17:37
da franz
pianogrande ha scritto:Quante volte, nella storia del mondo, da una rivoluzione è nata una nuova dittatura!
Questo è accaduto anche in Iran (dallo sha ai pasdaran).
Il primo augurio che faccio a quell'eroico popolo è che questa sia la volta buona.
Forse, la mancanza di un leader carismatico, come viene rilevato nell'articolo, può essere una buona premessa perché questa rivoluzione sfoci in una democrazia o prenda quella strada.

Quante volte? Troppe direi. Anche la rivoluzione francese, con tutte le ottime idee e principi, è sfociata nel "terrore".
Un motivo è che ogni rivoluzione è tendenzialmente figlia del regime che abbatte e ne eredita gli eccessi.
Questi eccessi comportano prima o poi una controrivoluzione o peggio una restaurazione.
È un modo estremo di gestire una sorta di "alternanza".
Mi associo al tuo augurio.
Franz

Re: Iran, una protesta che demolisce il regime

MessaggioInviato: 28/12/2009, 18:06
da cardif
Solo, peccato che queste manifestazioni impediscano la libertà di circolazione :lol: :lol: :lol:
cardif

Re: Iran, una protesta che demolisce il regime

MessaggioInviato: 28/12/2009, 18:09
da franz
cardif ha scritto:Solo, peccato che queste manifestazioni impediscano la libertà di circolazione :lol: :lol: :lol:
cardif

Francamente la battuta non la capisco.
E con 15 morti non capisco cosa ci sia da ridere.
Franz

Re: Iran, una protesta che demolisce il regime

MessaggioInviato: 28/12/2009, 20:23
da cardif
Franz, hai ragione, non è opportuna per il fatto che ci sono stati dei morti. E mi dispiace di essere stato insensibile, anche se certamente senza volerlo.
Quello che volevo dire è che se è vero che speriamo che "questa rivoluzione sfoci in una democrazia o prenda quella strada", è vero pure che a questo risultato, in quelle condizioni e in altre simili, non si può arrivare se non con l'uso anche di un contrasto fisico, che a volte è necessario.
L'ironia la volevo fare su chi sostiene che si potrebbe pure fare qualche dimostrazione, ma senza disturbare gli altri, senza togliere il diritto agli altri di fare altre cose, senza occupare le strade impedendo agli altri di passeggiare per quelle strade, per esempio. Insomma standosene a casa.
cardif

Re: Iran, una protesta che demolisce il regime

MessaggioInviato: 28/12/2009, 21:42
da franz
cardif ha scritto:Franz, hai ragione, non è opportuna per il fatto che ci sono stati dei morti. E mi dispiace di essere stato insensibile, anche se certamente senza volerlo.
Quello che volevo dire è che se è vero che speriamo che "questa rivoluzione sfoci in una democrazia o prenda quella strada", è vero pure che a questo risultato, in quelle condizioni e in altre simili, non si può arrivare se non con l'uso anche di un contrasto fisico, che a volte è necessario.
L'ironia la volevo fare su chi sostiene che si potrebbe pure fare qualche dimostrazione, ma senza disturbare gli altri, senza togliere il diritto agli altri di fare altre cose, senza occupare le strade impedendo agli altri di passeggiare per quelle strade, per esempio. Insomma standosene a casa.
cardif

L'ironia è fuori luogo perché là in Iran c'è una dittatura teocratica e qui, malgrado tutto, c'è la democrazia.
La bloccano internet, sparano, bloccano gli SMS, qui al massismo si sparano cazzate (bondi, cicchito e compagnia) o palle varie. Non proiettili. In Iran, come a Cuba, in Cina, la rivolta è l'unico strumento. Qui non mi pare.
Ma se vuoi andare in montagna col fucile vai pure, ma ti chiedo perché non lo hai fatto prima?
Troppo preso a fare ironia?
Franz

Re: Iran, una protesta che demolisce il regime

MessaggioInviato: 29/12/2009, 2:18
da cardif
Franz,
Prima hai scritto: "Francamente la battuta non la capisco. E con 15 morti non capisco cosa ci sia da ridere."
Io ho risposto che l'ironia non era legata rivolta e che era pure fuori luogo per la presenza di morti.
Ora mi dici che "L'ironia è fuori luogo perché là in Iran c'è una dittatura teocratica e qui, malgrado tutto, c'è la democrazia."
A questo punto sono io che non capisco. E non capisco nemmeno se in Iran c'è dittatura o democrazia (per come la vedo io, sono incompatibili).
Ho scritto che l'ironia era rivolta a chi vorrebbe una opposizione morbida morbida (uno in particolare che sostiene questa posizione, congeniale al PdC attuale ed ai suoi scherani). Credo che costoro meritino ironia, non pallottole e fucili.
Mi sembra che nel tuo commento ci sia una durezza che non comprendo.
cardif

Re: Iran, una protesta che demolisce il regime

MessaggioInviato: 29/12/2009, 9:04
da franz
cardif ha scritto:Franz,
Prima hai scritto: "Francamente la battuta non la capisco. E con 15 morti non capisco cosa ci sia da ridere."
Io ho risposto che l'ironia non era legata rivolta e che era pure fuori luogo per la presenza di morti.
Ora mi dici che "L'ironia è fuori luogo perché là in Iran c'è una dittatura teocratica e qui, malgrado tutto, c'è la democrazia."
A questo punto sono io che non capisco. E non capisco nemmeno se in Iran c'è dittatura o democrazia (per come la vedo io, sono incompatibili).

Forse meglio precisare che qui nella frase mia, è inteso qui in Italia.
cardif ha scritto:Ho scritto che l'ironia era rivolta a chi vorrebbe una opposizione morbida morbida (uno in particolare che sostiene questa posizione, congeniale al PdC attuale ed ai suoi scherani). Credo che costoro meritino ironia, non pallottole e fucili.
Mi sembra che nel tuo commento ci sia una durezza che non comprendo.
cardif

Perché non comprendo per quale motivo mettere ironicamente sullo stesso piano le violenze in Iran, da parte dei giovani che si ribellano ad un regime che spara sulla folla, e le ipotesi su opposizioni morbide qui (che non disturbino la circolazione). Il tuo è un discorso molto strano. Da un lato l'ironia (come ho detto, fuori luogo, e sono contento che tu sia d'accordo) e dall'altro l'uso strumentale di un grave problema estero, ai fini della polemica interna.
Una strumentalizzazione indelicata, che passa sopra 15 morti.
Da qui la mia durezza, visto che quei ragazzi morti potrebbero essere idealmente nostri figli.

Ma chiarito questo, veniamo ad un tema più interessante. La democrazia. Essa non esiste formalmente solo perché ci sono elezioni.
Devono essere anche libere. Elezioni c'erano nell'URSS e nella cortina diferro. Elezioni c'erano anche sotto Saddam Hussein ma stranamente lui risultava l'unico eletto, con maggioranze bulgare.
Le elezioni in Iran non sono libere, perché il consiglio dei guardiani della rivoluzione (con sei giuristi e sei religiosi) decide chi puo' candidarsi. Alle ultime elezioni su quasi mezzzo milione di candidati ne ha accettati 4. Inoltre durante la campagna elettorale fu chiuso facebook, perché era il maggior canale comunicativo dell'unico candidato di vera opposizione al regime. Insomma i segnali che la democrazia in Iran non esista sono tanti, compresa la pena di morte contro gli oppositori. In Iran non c'è democrazia per due motivi: il primo è che la rappresentanza (che è alla base dell'espressione democratica) non è libera e non è universale, il secondo è che sono impediti e/o ostacolatii diritti di cittadinanza (diritti civili, diritti politici, sociali, etici).

Ora non è che da noi siano tutte rose e fiori, con le liste bloccate e le nomine partitocratiche, ma chiunque puo' presentarsi e fare un partito, tanto che quando succede riversiamo un po' della nostra ironia sulla inutilità dell'ennesimo partito. La nostra democrazia potrebbe essere migliore - anche da noi qualche diritto sociale è violato proprio per motivi religiosi - ma la nostra è tutt'ora una democrazia.

La' esiste una dittatura tra le peggiori. Cosi' come in campo psichiatrico le manie e le pazzie religiose sono tra le peggiori, penso che anche le dittature religiose siano le piu' brutali, per la pressione etico-morale che esercitano sulle folle e sui votanti. E quando non basta la presssione della fede, fanno brogli e sparano anche.

Ciao,
Franz

Re: Iran, una protesta che demolisce il regime

MessaggioInviato: 29/12/2009, 10:46
da Iafran
franz ha scritto:La' esiste una dittatura tra le peggiori.

Preoccupa anche me: penso che le sofferenze della popolazione e le morti siano più di quanto si dica pubblicamente e che le prigioni nascondano tutto l'immaginabile e l'inimmaginabile.
Al popolo iraniano va tutta la mia solidarietà.