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Droghe, la svolta dell'Onu "La repressione ha fallito"

MessaggioInviato: 25/06/2009, 10:26
da Gab
da repubblica.it - Droghe, la svolta dell'Onu "La repressione ha fallito"
Il Rapporto Unodc: "Meno impegno della polizia con gli utenti, più sforzo con i trafficanti"
L'agenzia ammette che per la pubblica opinione "il controllo sugli stupefacenti non funziona"

da da droghe.aduc.it - Rapporto Unodc 2009. Consumi e produzione ristagnano tranne l'ecstasy che aumenta
Ecco le linee generali del Rapporto:
- I maggiori mercati in calo. La coltivazione dell'oppio in Afghanistan (93% della produzione mondiale) e' scesa del 19% rispetto al 2008. In Colombia, dove e' prodotta la meta' della cocaina mondiale, c'e' un declino del 18% nella coltivazione e uno sbalorditivo declino del 28% della produzione rispetto al 2007. La produzione globale di cocaina, a 845 tonnellate, e' la piu' bassa in un quinquennio, nonostante un modesto aumento nella coltivazione in Peru' e Bolivia.

- La marijuana rimane la droga piu' coltivata e usata in tutto il mondo, sebbene le stime siano poco precise (in molte parti del mondo e' una pianta selvatica). I dati mostrano che e' divenuta piu' nociva rispetto a quanto comunemente si crede. La media del contenuto di THC (il componente nocivo) di marijuana idroponica nell'America del Nord e' quasi raddoppiato nell'ultima decade. Questo ha una maggiore implicazione sulla salute, infatti si e' registrata una significativa crescita del numero delle persone entrate in ambulatorio.

- In termini di consumo, i mercati mondiali piu' grande della marijuana (Nord America, Oceania e Europa occidentale), della cocaina (Nord America e qualche parte dell'Europa occidentale) e dell'eroina (Sud-Est Asiatico e Europa occidentale) sono tutti stabili oppure in calo. I dati per i Paesi in via di sviluppo sono meno chiari.

- Le tendenze delle droghe sintetiche -amfetamine, metamfetamine e ecstasy- sono miste. L'uso si e' stabilizzato nei Paesi sviluppati. Nel mondo in via di sviluppo, c'e' preoccupazione che la produzione e la consumazione stiano crescendo, benche' i dati sono limitati. La produzione, prima limitata al domicilio, ora e' un grande business. Laboratori industriali nel Sud-Est Asiatico -particolarmente nella sub-regione del Grande Mekong- stanno producendo grandi quantita' di pasticche di Crystal Meth e una varieta' locale chiamata Ketamina. Alcuni Paesi dell'Unione Europea sono i maggiori fornitori di ecstasy: il Canada e' divenuto il perno del traffico di Meth e ecstasy. E' impressionante come l'uso dell'amfetamina Captagon sia esploso in Medio Oriente. Nel 2007, l'Arabia Saudita ha sequestrato un terzo di tutto il gruppo di sostanze delle amfetamine nel mondo, maggiore di Cina e Usa insieme.

- Le rotte del traffico si stanno spostando. "Il mercato globale della cocaina di 50 miliardi di dollari sta subendo uno sconquasso sismico", sostiene il direttore Costa. "Il livello di purezza e i sequestri (nei principali Paesi consumatori) sono in giu', i prezzi sono alti e i modelli di consumo sono in evoluzione. Questo puo' aiutare a spiegare la macabra recrudescenza di violenza in Paesi come il Messico. In America centrale, i cartelli lottano per una contrazione del mercato". In Africa occidentale, un declino nei sequestri sembra riflettere un basso flusso di cocaina, dopo cinque anni di rapida crescita. "Gli sforzi internazionali stanno dando risultati". Eppure, la violenza connessa alla droga e l'instabilita' politica continuano, soprattutto in Guinea-Bissau. "Finche' la domanda di droga persiste, i Paesi deboli saranno sempre presi di mira dai trafficanti. Se l'Europa vuole davvero aiutare l'Africa, dovrebbe ridurre il suo appetito per la cocaina".

- Mentre il 41% della cocaina mondiale e' stata sequestrata (maggiormente in Colombia), solo un quinto (19%) di tutti l'eroina e' stata intercettata. L'Iran e il Pakistan sono le piu' colpite dal traffico di droga e sequestrano anche il maggior numero di eroina (oppio, morfina). Nel 2007, l'Iran ha sequestrato l'84% dell'oppio mondiale, e il 28% di tutta l'eroina. Pakistan al secondo posto in termini di sequestri di eroina (e morfina).
Per migliorare lo scambio di informazioni e lo svolgimento di operazioni di lotta al narcotraffico, l'UNODC ha messo a punto una iniziativa triangolare tra Afghanistan, Iran e Pakistan. "Piu' oppio nei dintorni dell'Afghanistan e' sequestrato, meno eroina sulle strade d'Europa. E viceversa, meno eroina viene consumata in Occidente, tanto piu' ci sara' stabilita' in Asia occidentale", ha osservato Costa, che portera' questo messaggio sulla situazione in Afghanistan alla conferenza ministeriale del G8 a Trieste il 27 giugno.

- Nessun controbilancio tra la sanita' pubblica e la sicurezza pubblica. Il Rapporto dedica particolare attenzione all'impatto della criminalita' connessa alla droga. Nella prefazione alla relazione, Costa esplora il dibattito sulla abrogazione del controllo della droga e riconosce che i controlli hanno generato un illecito mercato nero di proporzioni macro-economico che utilizza la violenza e la corruzione. Tuttavia, il direttore avverte che legalizzare la droga come un modo di eliminare questa minaccia -come alcuni hanno suggerito- sarebbe "un errore storico". "Le droghe illegali costituiscono un pericolo per la salute. Ecco perche' la droga e', e deve rimanere, controllata", ha detto il capo del UNODC.
In uno sforzo per migliorare la trasparenza e l'attendibilita' dei dati, quest'anno l'UNODC ha introdotto delle gamme nelle stime dei livelli del Paese. Per molte regioni, e per alcuni droghe (come la marijuana e ATS) le gamme sono relativamente ampie in quanto le informazioni sono piu' limitate. "Esorto i governi a raccogliere maggiori informazioni. Cio' fornira' un quadro piu' chiaro delle tendenze di droga, e, di conseguenza, migliorare il controllo delle droghe".



Il rapporto Immagine da www.unodc.org

Ue. Narcotrafficanti e sfruttatori passino alla cassa

MessaggioInviato: 28/06/2009, 18:54
da franz
Fernando Peinado Alcaraz

Il traffico di droga e la prostituzione muovono denaro, ma sfuggono alla contabilita'. L'Ue intende calcolarli dal 2011 e cio' cambiera' il peso dell'economia di tutti i Paesi. Ma come fare?
Gli impresari del crimine non vanno allo sportello a presentare i proventi dei loro affari, eppure bisognera' trovare il modo di calcolare i loro guadagni visto che l'Unione Europe intende conoscerli a partire dal 2011. Anche il narcotraffico, la prostituzione e il contrabbando, illegali o a-legali, dovranno dunque aggiungersi alla ricchezza del Paese; proseguire con la finzione statistica per cui la loro attivita' produttiva sarebbe uguale a zero euro distorce gli altri indicatori economici -prodotto interno lordo (Pil) o tasso di disoccupazione- che sono alla base delle decisoni politiche. Ecco perche' l'Ue lo prevede nella revisione dei suoi sistemi contabili.
Alcuni Stati hanno misurato in modo sperimentale la dimensione della propria economia illegale. Le cifre oscillano tra il 2,2% dell'Ucraina e lo 0,17% della Svezia. Sono dati dedotti da alcune economie del Terzo Mondo dominati dal malaffare: in Afghanistan il traffico d'eroina pesa per il 53% del Pil e in Guinea-Bissau il narcotraffico apporta allo Stato piu' del Pil legale, secondo l'ONU.
Rivelare che il tuo Paese e' la mecca dei delinquenti puo' essere imbarazzante. Ci possiamo fidare dei calcoli fatti dai Governi europei? "E' difficile giudicare se i dati che hanno pubblicato corrispondano alla realta'", ammette Nadim Ahmad del dipartimento di statistica dell'OCSE. "Il massimo che possiamo fare quando ci mandano questi rapporti e' verificare se il risultato finale coincide con la metodologia da loro indicata. In ogni caso, gli uffici di statistica dei Paesi Ue sono abbastanza indipendenti".
Finora molti Governi hanno resistito alla conta dei panni sporchi. E' il caso della Spagna, che non dispone di nessuna stima ufficiale. Basandosi sulla media europea dell'1%, la partecipazione del settore illegale al Pil sarebbe analogo a quella del ramo delle consulenze, che include aziende del calibro di Deloitte, PricewaterhouseCoopers oErnst and Young. Anche cosi', molti credono che la Spagna sia candidata a figurare nei primi posti della graduatoria per la sua rilevanza nel settore piu' lucrativo dell'economia illegale, il narcotraffico. E' porta d'ingresso della cocaina e dell'hashish in Europa e il suo consumo e' tra i piu' elevati al mondo. Le fonti consultate dall'Istituto nazionale di statistica (INE) dubitano dell'affidabilita' delle rilevazioni fatte finora in altri Paesi o che sia possibile calibrare con esattezza l'economia illegale nazionale: "Non abbiamo mai fatto una stima perche' e' troppo difficile dare una cifra precisa".
Per agevolare il lavoro, OCSE ed Eurostat -l'Ufficio europeo preposto a imporre una formula di calcolo comune- hanno elaborato alcuni manuali con dei modelli. "Certo e' che e' impossibile dare un dato con il 100% d'afffidabilita'", concede Ahmad, e calcolare il denaro che guadagna il crimine organizzato e' senza dubbio faticoso, pero' imprescindibile per inquadrare i conti nazionali: "La cifra finale dovra' per forza essere valutata con precauzione".
Poiche' i narcos, i magnaccia e i manteros non s'iscrivono nei registri del commercio, bisogna ingegnarsi a trovare altre vie che permettano d'arrivare ai dati della loro attivita'. Per esempio, chiedere ai tassisti quante prostitute esercitano per strada. Lo ha fatto nel 2008 il Governo croato con la collaborazione dell'OCSE nelle quattro citta' di oltre 100.000 abitanti (Zagreb, Split, Rijeka e Osijek), ed e' servito a correggere le stime di 800 prostitute in tutto il Paese -salite a 3.000. ll lavoro non termina qui: bisogna stimare la media di clienti per prostituta e i prezzi per ogni servizio. Un'indagine delle tariffe su Internet o negli annunci possono essere di grande aiuto. Lo sarebbe anche un'indagine del consumo, solo che i sondaggi con domande compromettenti hanno un'affidabilita' relativa. In Paesi come la Svezia, che regola la prostituzione come un qualunque altro commercio, le statistiche sono molto piu' semplici: il suo valore e' dello 0,17% del Pil. Anche alcune attivita' registrate come club, saloni di massaggi o imprese d'affitto di abitazioni offrono servizi di prostituzione e in molti casi servono da copertura. I manuali internazionali avvertono pero' che i proventi sono gia' contabilizzati in modo diretto, e invitano alla cautela per non registrarli nella partita doppia.
Per valutare le entrate del narcotraffico, la cifra chiave e' un grande enigma: che quantita' di droga circola e viene consumata nel Paese? I sequestri oscillano tra il 10% e il 50%, a seconda del minore o maggiore ottimismo delle fonti consultate, che non sono concordi sul grado d'efficacia della polizia.
Verra' a costare caro. Molta informazione e' gia' disponibile, ma bisognera' reperirne altra mediante campioni, inchieste e lavoro sul campo. Per questo, alcuni esperti dubitano che il gioco valga la candela. "C'e' da chiedersi se non abbia piu' senso investire le risorse per migliorare la misurazione classica del Pil", riflette Antoni Espasa, direttore dell'Istituto Flores de Lemus, specializzato in previsioni macroeconomiche.
Negli ultimi anni in ambito europeo l'impegno e' stato speso per calcolare l'economia sommersa, un concetto molto piu' ampio di quello dell'economia illegale, giacche' include tutta la produzione occulta. In Spagna, le varie stime la situano attorno al 20%, meno che in Italia e in Grecia, ma piu' del 9% degli Stati Uniti, e va dai pomodori che il nonno coltiva nel suo orticello per il proprio uso, fino al lavoro di muratore o cameriere non dichiarato al fisco, oltre che, chiaramente, l'economia del crimine.
In teoria dovremmo sapere a quanto ammonta l'economia criminale fin dal 1999, quando entro' in vigore il Sistema Europeo dei Conti (Sec-95), ma Eurostat ne ha ritardato l'obbligo per anni, sotto la pressione delle grandi economie (Germania, Francia, Italia e Spagna). E' che le conseguenze dell'inclusione del settore criminale nel Pil non si limitera' a una mera revisione al rialzo delle cifre che valutano la ricchezza nazionale. Avra' effetti anche sull'erario poiche', quanto maggiore e' la ricchezza di uno Stato, piu' alto sara' il contributo da versare nelle casse dell'Ue. Per questo la liberale Olanda si e' rifiutata di aggiungere i coffee shop di vendita di marihuana o la prostituzione al calcolo della sua economia. I due settori, sommati all'insieme dell'economia illegale, formerebbero l'1% del Pil olandese.
Rivelare una cifra tanto scomoda come le finanze del crimine potrebbe condurre a cambiamenti ancora piu' estesi. Farebbero da sponda a coloro che, con argomenti strettamente economici, chiedono la legalizzazione della vendita delle droghe per aumentare le entrate dello Stato, sostiene Javier Diaz-Gimenez, professore d'Economia allo IESE, la scuola di commercio piu' prestigiosa della Spagna. Inoltre potrebbe influire sulla volonta' politica di combattere attivita' che, sebbene illegali, apportano entrate sostanziose. "Naturale che ci sia una certa connivenza", sostiene Diaz-Gimenez, adducendo alla prosperita' della Svizzera e di altri paradisi fiscali, ma anche all'economia nazionale. "Dove e' preferibile avere i delinquenti, a Marbella o a Marsiglia? Il settore criminale crea attivita' legale. Guadagna denaro in campo alberghiero, automobilistico, immobiliare e contribuisce, percio', alla buona salute economica di molte regioni".
Il boom dell'edilizia spagnola dell'ultimo decennio ha favorito l'arrivo di capitali di dubbia provnienza, secondo Salvador Lopez Arnal, cattedratico d'Economia Applicata all'Universita' di Malaga. "Questi settori in rapida crescita danno opportunita' a coloro che intendono lavare il denaro sporco proveniente dal narcotraffico o da qualunque altra attivita' delittuosa grave". Tra i 10 principali Paesi investitori in Andalusia nel 2006 ci sono tre paradisi fiscali: Lussemburgo, Gibilterra e le Antille Olandesi. Il 76% del denaro e' stato investito in costruzioni.
L'illegalita' da' anche da vivere a certi avvocati senza scrupoli: dodici milioni di euro delle mafie sono stati ripuliti, secondo la Procura Anticorruzione, attraverso i traffici marbellesi del cileno Fernando del Valle, imputato nel caso Ballena Blanca. Peggio ancora, alcuni banchieri accolgono i criminali con il tappeto rosso. La crisi finanziaria sta offrendo una grande opportunita' ai narcos per lavare il danaro sporco, secondo l'Ufficio anti droghe dell'Onu. Lo ha segnalato in reiterate occasioni il suo direttore esecutivo, Antonio Maria Costa, che a gennaio ha dichiarato al settimanale austriaco Profil: "Ho degli indizi, dopo aver consultato procuratori e responsabili della sicurezza statale di tutto il mondo, che alcune banche hanno fatto ricorso al denaro del narcotraffico per evitare il fallimento". Ma si e' rifiutato di fornire i nomi sostenendo che e' compito delle autorita' nazionali.
La narcodipendenza affligge molte regioni e ostacola la normalizzazione della loro economia. A Sanlucar de Barrameda (Cadice), uno dei principali punti di sbarco dell'hashish marocchino, Partido Popular, all'opposizione, alla fine del 2008 ha rotto il tabu' circa le radici della prosperita' locale. Le prove non gli mancano: Sanlucar e' stato indicato nell'annuario economico di La Caixa come il municipio di oltre 50.000 abitanti con il minor reddito pro capite della Spagna; eppure, il suo parco automobilistico e' raddoppiato tra il 2002 e il 2007 -da 26.192 veicoli a 50.434.

L'atlante dell'economia illegale
Ogni regione del mondo si specializza in un determinato settore dell'economia criminale a seconda delle opportunita' degli affari. La prima economia delittuosa nei Paesi sviluppati e' il traffico di droghe, seguito a distanza dalla prostituzione, secondo l'Ocse. In altre regioni sono molto redditizi altri tipi di attivita' illegali: in Europa dell'Est, il contrabbando di podotti falsificati e la pirateria audiovisiva; in Russia, la produzione d'alcol adulterato e la caccia abusiva di specie protette; in alcuni Paesi a maggioranza musulmana che vietano la pornografia, la sua distribuzione e' un mercato milionario. Altri reati come la falsificazione di monete, lo spionaggio e gli omicidi su commissione, pur essendo piu' dannosi, sono meno rilevanti per i conti nazionali.
L'industria del narcotraffico offre alle mafie guadagni per 285 miliardi di euro, secondo le stime fatte dall'ONU nel 2005, una cifra superiore al Pil del 90% dei suoi membri. E' una cifra controversa, ma la conoscenza del mercato clandestino e' tutta una sfida.
Contrariamente a quanto si e' ritenuto per parecchi anni, nel mercato della droga non abbondano i grandi monopoli, rileva uno studio della Commissione Europea, "Il mercato globale della droga 1998-2007". Sono un'eccezione le organizzazioni con piu' di cento membri. Ai grandi trafficanti non interessa la distribuzione per le strade, e si limitano a vendere ai trafficanti locali per evitare rischi: i piccoli spacciatori sono piu' esposti all'arresto e sono meno fidati; inserirli nell'organizzazione metterebbe a rischio tutto il clan.
Solo pochi accumulano grandi fortune. La rivista Forbes inserisce il messicano Chapo Guzman, capo del cartello di Sinaloa, al 701.mo posto della lista 2009 dei maggiori milionari del mondo. La sua ricchezza ammonta, secondo la rivista statunitense, a un miliardo di dollari. La maggioranza dei rivenditori di strada nei Paesi ricchi non guadagnano piu' di qualche migliaio di euro all'anno.
La coltivazione di coca (concentrata in Peru', Bolivia e Colombia) e di oppio (Afghanistan), sebbene significativa per la loro economia, apporta solo l'1%-2% del prezzo finale di vendita nelle strade europee e statunitensi. E' nei Paesi consumatori che rimane la maggior parte del guadagno.

Tratto da El Pais del 20 aprile 2009 (traduzione di Rosa a Marca)

Re: Droghe, la svolta dell'Onu "La repressione ha fallito"

MessaggioInviato: 28/06/2009, 19:07
da pagheca
e' importante notare che mentre il rapporto dimostra che la repressione ha fallito (cosa della quale vorrei dire era ora... ma non lo diro' perche' appunto bisogna basarsi sui dati e non sulle proprie opinioni), non dimostra che altri metodi funzionino meglio.

pagheca

Re: Droghe, la svolta dell'Onu "La repressione ha fallito"

MessaggioInviato: 28/06/2009, 20:29
da franz
pagheca ha scritto:e' importante notare che mentre il rapporto dimostra che la repressione ha fallito (cosa della quale vorrei dire era ora... ma non lo diro' perche' appunto bisogna basarsi sui dati e non sulle proprie opinioni), non dimostra che altri metodi funzionino meglio.

pagheca

Quel rapporto dimostra infatti solo che un certo metodo ha fallito.
Se altri metodi hanno piu' successo allora spetta ad altri rapporti illustrare questi fatti.
Da tempo ci sono metodologie di "distribuzione controllata" di eroina nelle principali città Svizzere.
Metodi che hanno dato ottimi risultati sia sul piano della diminuzione dei decessi sia su quello della diminuzione della microcriminalità. Metodi che erano osteggiati dall'ONU, concentrata com'era sulla repressione.
Oggi pero' la scena della droga si è spostata dall'eroina (droga dei poveri) alla cocaina, che era la droga dei ricchi ed oggi viene svenduta a prezzi di saldo. Il metodo della distribuzione controllata non mi pare piu' attuale ma rimane il concetto che dobbiamo fare di tutto per sottrarre quel mercato alla criminalità organizzata. Prima pero' con l'eroina erano colpiti gli emarginati, quelli che non avevano nulla da perdere, oggi invece sono colpiti i manager sotto stress, i politici, ... tutta gente che ha molto da perdere.

Franz