ranvit ha scritto:Questa storia degli islamici moderati fa davvero contrasto con tutto il resto.
I moderati sono in genere quei Paesi in cui governano despoti medioevali, o presidenti di simil-democrazie, che per proteggere il proprio potere dai fondamentalisti si appoggiano ufficialmente all'occidente.
Per la stessa ragione, con antica doppiezza, dietro le quinte finanziano i fondamentalisti!
Mah, su questo farei chiarezza.
I moderati sono quelli, per fare un esempio, che riconoscono Israele, come Egitto e Giordania.
Come tra mille difficoltà ed esitazioni ha fatto l'OLP di Arafat. E non è poco. Mica gli hanno dato il Nobel per altro.
Gli altri non lo fanno perché sono ancora ostaggio delle logiche feudali o dell'integralismo religioso e problemi di equilibrio interno impediscono loro questo fondamentale passo ufficiale. Qualcuno teme anche di fare la fine di Sadat.
In questo loro essere ostaggio pero' sono in una condizione intermedia, di stallo, che impedisce loro interventi in un senso ma anche nell'altro. Ed infatti quando l'Iraq di Saddam è stato attaccato dall'occidente, in occasione sia della prima sia della seconda guerra del golfo, nessun stato arabo o islamico ha mosso un dito.
Eppure le occasioni c'erano, con il tentativo di coinvolgere tutti usando l'esca del lancio di Skudd su Israele.
Come nessun dito si è mosso quando Israele ha attaccato il Libano o recentemente Gaza.
Mi pare un segno che le posizioni moderate siano nettamente prevelenti rispetto all'estremismo.
Un estremismo che fa molto rumore, fa molta scena e viene usato per far vedere che in qualche modo ci si agita.
Una foglia di fico per nascondere l'immobilismo assoluto.
Diverso il caso di Iran e Siria, che invece sono quelli meno moderati e piu' attivi nel finanziare i movimenti armati e terroristici. Essi pero' sono sempre piu' isolati, soprattutto rispetto agli altri stati della regione.
La Siria , che dal Libano ha dovuto ritirarsi, mi pare piu' attenta a non scoprirsi ulteriormente.
La Libia ha abbandonato ogni velleità e si è autodenunciata, per quanto riguarda i progetti nucleari e chimici.
Il Pakistan ha fatto una scelta di campo netta, nella lotta al terrorismo.
L'Iran si agita ma credo che siano tutte manovre per distogliere sul fonte esterno i gravi problemi interni, di una nazione giovane (metà della popolazione ha meno di 27 anni) che mal sopporta lo stapotere delle tonache degli Ayatollah della "repubblica islamica".
Dovrebbe apparire chiaro che l'antiamericanismo e l'antisionismo da quelle parti sono solo artifici demagogici finalizzati alla gestione del potere interno e che quando il popolo sarà stufo di essere preso per il culo quei personaggi finiranno in un lampo appesi in piazza, come accadde da noi con Mussolini. A me pare chiaro che ad Ahmadinejad di Israele non gliene frega niente: deve solo gestire 68 milioni di abitanti e per farlo i nemici esterni sono sempre stati qualcosa che funziona.
Il vicino Pakistan, paese nucleare, non ha problemi diversi (con 158 milioni di abitanti di cui metà con meno di 20 anni)) ma ha il conflitto con 'India e per il Kasmir da gestire. Israele è lontana. L'Afghanistan molto piu' vicino.
Il dialogo con l'occidente per me diventerà serio e costruttivo quando i paesi del medio oriente smetteranno di usare la propaganda contro paesi esteri ai fini del mantenimento del potere interno.
Ciao,
Franz
“Il segreto della FELICITÀ è la LIBERTÀ. E il segreto della Libertà è il CORAGGIO” (Tucidide, V secolo a.C. )
“Freedom must be armed better than tyranny” (Zelenskyy)