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Nel mondo lavora un bimbo su sette

Discussioni su quanto avviene su questo piccolo-grande pianeta. Temi della guerra e della pace, dell'ambiente e dell'economia globale.

Nel mondo lavora un bimbo su sette

Messaggioda franz il 11/06/2008, 14:35

Rapporto dell'Ilo (Onu), alla vigilia della giornata contro il lavoro minorile
Sono 218 milioni i lavoratori tra i 5 e i 17 anni. Ma nel 2000 erano 246 milioni
Nel mondo lavora un bimbo su sette
E il caro-cibo crea nuovi schiavi

Nelle nazioni industrializzate impiegati 2,5 milioni di ragazzi al di sotto dei 15 anni

Bambini impegnati nel ricamo in un laboratorio di Nuova Deli

ROMA - Nel mondo sono 218 milioni i ragazzi lavoratori tra i 5 e i 17 anni, una cifra enorme che riguarda anche i paesi industrializzati, ma in leggera diminuzione rispetto ai 246 milioni nel 2000. Un trend positivo che viene messo a rischio dall'aumento del prezzo del cibo. Le cifre sono state diffuse oggi a Roma, nel corso dell'incontro promosso dall'Organizzazione internazionale del lavoro, (Ilo) alla vigilia della giornata mondiale contro il lavoro minorile che dal 2002 si celebra il 12 giugno, quest'anno dedicata al tema dell'istruzione.

I dati. Sono circa 165 milioni, nel mondo, i bambini tra i 5 e i 14 anni che lavorano e di questi, 74 milioni sono coinvolti in attività considerate pericolose e il loro numero sale a 218 milioni se si considera la fascia di età tra i 5 e i 17 anni. E ancora, secondo i dati più recenti sul numero degli iscritti a scuola, sarebbero 72 milioni i bambini in età da scuola primaria non scolarizzati e le bambine hanno meno possibilità rispetto ai coetanei maschi di frequentare la scuola.

Secondo l'ultimo rapporto mondiale dell'Ilo sul lavoro minorile, che ai avvale di dati del 2004, nel mondo un minore su sette svolge una qualche attività: con 122,3 milioni di bambini economicamente attivi, l'Asia e il Pacifico rappresentano la regione con il più alto numero di minori lavoratori nel mondo (pari a quasi il 20%).

L'Africa sub-sahariana, con il 26% (circa 50 milioni di minori lavoratori), è invece la regione con la più alta incidenza di bambini che lavorano. Mentre l'America Latina e i Caraibi spiccano in termini di rapida riduzione del lavoro minorile: il numero dei minori lavoratori nella regione è sceso di due terzi tra il 2000 e il 2004, con appena il 5% (5,7 milioni) di minori di età compresa tra i 5 e i 14 anni ancora coinvolti nel lavoro minorile.

I Paesi industrializzati.
Questa realtà, tuttavia, caratterizza non solo i Paesi in via di sviluppo, ma anche i Paesi industrializzati, dove nel 2000 lavoravano circa 2,5 milioni di minori al di sotto dei 15 anni. Il settore agricolo 'accoglie' la stragrande maggioranza dei minori lavoratori: 7 su 10. Il 22% dei bambini, invece, è impiegato nei servizi, mentre il 9% nell'industria, nelle miniere e nell'edilizia.

Numeri in diminuzione. Il numero di minori lavoratori, secondo i dati dell'Ilo, tra il 2000 e il 2004 è comunque sceso dell'11% e la diminuzione più importante (26%) si è avuta nei lavori pericolosi. Un risultato, secondo l'organizzazione, "frutto di una vera a propria mobilitazione politica di lavoratori, imprenditori e governi, organizzazioni non governative e del pubblico in generale".

L'aumento del cibo. L'economista ed esperto dell'Ilo, Furio Camillo Rosati, ha spiegato che il trend positivo che caratterizza il fenomeno del lavoro minorile, viene messo a rischio dall'aumento del prezzo del cibo. Nel breve periodo, ha sottolineato Rosati, lo 'shock' provocato dall'improvviso aumento della spesa familiare "ha senz'altro avuto un impatto immediato sulle condizioni di vita dei bambini, che in queste situazioni sono usati come una sorta di assicurazione: la famiglia si difende dalla povertà mandandoli a lavorare per avere un'entrata in più". Una condizione che, nel lungo periodo, può diventare "rischiosa", ha continuato l'esperto, "se i genitori trovassero più conveniente per il bilancio familiare mandare i figli a lavorare piuttosto che a scuola".

Istruzione gratuita ed obbligatoria. Per ridurre il fenomeno del lavoro minorile, sottolinea l'Ilo, è fondamentale estendere l'accesso ad un'istruzione gratuita ed obbligatoria. Uno studio dell'agenzia evidenzia infatti che l'eliminazione del lavoro minorile e la sua sostituzione con l'istruzione universale offrono enormi benefici dal punto di vista economico, oltre che sociale: globalmente, i benefici superano i costi in un rapporto 6 a 1 e ogni anno supplementare di scuola, fino all'età di 14 anni, genera per il futuro l'11% di reddito in più all'anno.

Occorrono 760 miliardi di dollari. L'agenzia Onu stima che, per la definitiva abolizione del fenomeno, servano 760 miliardi di dollari da utilizzare in un periodo di almeno 20 anni. I benefici in termini di istruzione e salute ammonterebbero ad oltre 4000 miliardi di dollari. Secondo l'ilo, "i benefici economici dovrebbero essere di almeno 6 volte superiori ai costi", cifre che non comprendono quelli che l'agenzia delle nazioni unite definisce "gli innumerevoli benefici sociali".

Insegnamento di qualità. Ma accanto a questo, anche l'insegnamento deve essere di qualità, osserva l'Ilo, ricordando che, secondo un recente rapporto dell'iniziativa Education for All (Efa), nel mondo c'è bisogno di 18 milioni di nuovi insegnanti nella scuola primaria se si vuole raggiungere l'obiettivo dell'istruzione primaria universale entro il 2015.
( 11 giugno 2008)
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