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L'infamia italiana e Cuba

Discussioni su quanto avviene su questo piccolo-grande pianeta. Temi della guerra e della pace, dell'ambiente e dell'economia globale.

Re: L'infamia italiana e Cuba

Messaggioda franz il 06/04/2021, 11:22

Negli anni '70 ben 9 milioni di italiano votarono PCI e non erano tutti certo "comunisti".
I compagni del Manifesto si posizionarono più a sinistra del PCI; secondo me erano più "comunisti" e il PCI con Berlinguer era già un partito socialdemocratico, che preferiva l'ombrello della Nato a quello del Patto di Varsavia.

Leggo su https://it.wikipedia.org/wiki/Il_manifesto che
il manifesto è un quotidiano italiano d'indirizzo comunista fondato nel 1971 facendo seguito all'omonima rivista fondata nel 1969.

Pur facendo riferimento all'area della sinistra italiana non è organo di nessun partito, sebbene in passato sia stato anche un movimento politico italiano di sinistra radicale attivo sino al 1974, quando confluì nel Partito di Unità Proletaria per il comunismo.

PS: i dissidenti del Manifesto non se ne andarono. Furono radiati.
Hai ragione sul PCI e l'invasione di Praga. Pagina ingloriosa.
Ma qualcuno forse pensa che difendere e sostenere Cuba, a 50 anni di distanza, sia più glorioso?
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Re: L'infamia italiana e Cuba

Messaggioda flaviomob il 09/04/2021, 10:27

Difendere Cuba?
Per difendersi dalle angherie del pesante "vicino", Cuba si è dovuta "irregimentare". Il sistema castrista non è paragonabile alla brutale dittatura di Batista. E' chiaro che le minacce degli USA non sono solo teoriche, come dimostra la Baia dei Porci (e come dimostra quello che è successo in Cile), per cui a Cuba hanno mantenuto le difese alte, cristallizzandosi in un sistema in cui la democrazia sostanziale (diritti sociali) prevale su quella formale (diritti civili).
Vedere e riconoscere solo metà di questa dinamica significa essere ciechi, o prevenuti.


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Re: L'infamia italiana e Cuba

Messaggioda cardif il 09/04/2021, 13:26

flaviomob ha scritto:Difendere Cuba?


Per la verità si difende la sopraffazione.
“esorta vivamente tutti gli Stati ad astenersi dall’imporre misure coercitive unilaterali, sollecita inoltre la rimozione di tali misure, in quanto contrarie alla Carta e alle norme e principi che regolano le relazioni pacifiche tra gli Stati a tutti i livelli, e ricorda che tali mentre le misure impediscono la piena realizzazione dello sviluppo economico e sociale delle nazioni influendo anche sulla piena realizzazione dei diritti umani”.

L'Italia di Draghi ha detto NO, non è stata d'accordo.
Uno Stato può fare da solo per motivi suoi, ideologici o economici, non deve farlo l'ONU.
Uno Stato può fregarsene della Carta dei diritti dell'uomo, e può impoverire un popolo e fregarsene dei diritti umani degli altri, singoli e popoli.
Un Trump, unilateralmente per il suo anticomunismo, per infantilismo e ripicca a pochi giorni dalla caduta ingloriosa può inasprire l'embargo.
Oggi c'è chi ritiene che si può. Non so chi sono stati quegli italiani che hanno votato NO, ma credo che si dovrebbero vergognare. Vabbè, anche no, ma hanno sbagliato.

Gli USA non potevano avere i 'comunisti' alle porte e, con la scusa di liberare il popolo dalla dittatura di Castro, cercarono di abbatterlo con l'attacco fallito alla Baia dei porci, che ancora brucia a tanti in USA.
Però da sessant'anni in USA gli anticomunisti per ideologia continuano a sostenere l'embargo, anche se qualcuno dice che è sbagliato, come Obama.
Ma se è vero che ci tenevano al popolo, perché da sessant'anni lo tengono in ristrettezze?
Che ipocrisia. Quale dittatura, terrorismo e cavolate varie.
E' ideologia anticomunista e nient'altro.
Ma mo' mi so' capito bene?
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Re: L'infamia italiana e Cuba

Messaggioda franz il 09/04/2021, 17:40

flaviomob ha scritto:Difendere Cuba?Per difendersi dalle angherie del pesante "vicino", Cuba si è dovuta "irregimentare".
Questa affermazione sarebbe da sbellicarsi dalle risate, se non fosse tragica per le migliaia di persone condannate a morte, ancora prevista per un centinaio (!) di reati e per gli esuli che hanno preferito rischiare la morte in un mare infestato dagli squali pur di scappare.
Interessante questo articolo sul sempre ottimo "il post" https://www.ilpost.it/2016/03/24/i-cubani-di-miami/
300 mila nella prima ondata (1960-1966) 125mila nella seconda, rilasciati da Castro stesso per liberarsi del peso di migliaia di priogieri e dagli ospedali psichiatrici dell’isola, terza ondata (balseros) anche qui con il beneplacito di Castro, che voleva liberarsi del peso. 600 mila. Il miracolo del socialismo cubano.

Basterebbe leggere cosa dice Amnesty. C'è poi da sfatare, secondo me, il mito dei diritti sociali a Cuba. In una dittatura (spero che questo non venga messo in discussione) ogni dato statistico di regime è manipolato in funzione della propaganda. Anche la mitica sanità, a detta di chi è riuscito a scavare oltre la propaganda, è a due velocità: a) se hai dollari, b) se non li hai. Ma è anche chiaro che se non hai liberà di stampa e rischi il carcere per quello che dici, nessun potrà mai contestare la propaganda di regime. Forte la distinzione tra libertà sociali e civili, dimenticandosi delle liberà economiche.
Sai cosa si dice a Milano in questi casi? Va scuà l mar cun la furchèta :lol:
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Re: L'infamia italiana e Cuba

Messaggioda cardif il 09/04/2021, 20:02

Che cosa ridicola
(tra i 67 presenti in questo momento (sarà vero?) invito chi è soggetto a reazioni anticomuniste a non leggere questo commento, soprattutto chi non vuole perdere tempo, anche perché è faticoso).

Il Generale Batista nel 1952, giusto quattro mesi prima delle elezioni presidenziali, attaccò il governo rivendicando ragioni ingiustificabili e, usando la sua posizione nell'esercito, venne sostenuto da diversi settori politici del paese. Il colpo di stato si risolse con nessuno spargimento di sangue ma attrasse l'attenzione e la preoccupazione della maggior parte della popolazione. Batista depose il presidente Carlos Prío Socarrás, cancellò il risultato delle elezioni e prese il controllo del governo come "Presidente provvisorio". Poco dopo il golpe il governo degli Stati Uniti riconobbe immediatamente il nuovo governo di Batista.

Questi mirò la sua politica a destra, solidificando i legami con la ricca élite e con gli Stati Uniti, tagliando i rapporti diplomatici con l'Unione Sovietica, sopprimendo i sindacati e perseguitando i gruppi socialisti cubani.

Fidel Castro considerò Batista un dittatore e organizzò l'abbattimento di quella dittatura con azioni armate. Gli Stati Uniti capirono che Batista avrebbe perso il conflitto e, temendo che Castro avrebbe attuato una serie di riforme socialiste a loro sfavore, decisero di sostenere la rimozione del dittatore cubano appoggiando una giunta militare di destra guidata dal generale Cantillo, allora comandante della maggior parte delle forze armate del paese.

Sostegno USA a una dittatura dopo l'altra.

Fidel Castro ce la fece ad abbattere la dittatura gradita agli USA e nel 1959 sostituì Batista. Applicò politiche di sinistra: nazionalizzò raffinerie e banche americane, espropriò aziende statunitensi, la maggior parte produttrici di zucchero, colpendo direttamente gli interessi dei proprietari delle società statunitensi e avvicinandosi, con lo scambio di zucchero per petrolio, all'Unione Sovietica.
(potevano mai gli USA accettarlo?)
Questi terreni furono risarciti al prezzo dichiarato dalle società al catasto cubano, ma i proprietari si lamentavano che era troppo poco (chi gliel'aveva fatto fare di dichiarare poco? il profitto illecito?)

Secondo la dottrina Truman annunciata nel 1947, che si proponeva di contrastare le mire espansioniste dell'avversario comunista nel mondo (la Russia, senza citarla): si doveva 'contenere l'infezione comunista', si doveva abbattere Castro dichiarando il suo un regime totalitario (quello dittatoriale di Batista andava bene, ci facevano affari sfruttando Cuba).
Cominciò l'embargo. Gli USA sostennero la crazione di un movimento contro Castro. La CIA pagò e addestrò esuli cubani per abbattere il Governo e inizio la preparazione di una operazione militare di invasione. Alla fine ci provarono ma non ce la fecero. Ma certo non hanno sopportato né quello smacco né un regime diverso basato sul pubblico mentre loro vogliono quello basato sul privato.
E' una brevissima sintesi dei fatti che si possono leggere sulla ottima wikipedia; volevo aggiungere altro ma poi diventa ancor più.

Che c'è in quell'articolo del Post di particolare, oltre alla conferma di molto di quello scritto sopra?
Ho l'impressione che non sia stato letto con attenzione, come spesso accade, perciò lo riporto.

Primo esodo: quelli che con la dittatura di Batista e con gli americani avevano intrattenuto stretti rapporti; persone che appartenevano alla borghesia o alla classi medio-alte, medici, avvocati, architetti. Gli immigrati cubani ricevettero un trattamento “preferenziale” e gli Stati Uniti incentivarono le partenze dei professionisti e dei tecnici qualificati, come parte di una politica volta a impedire lo sviluppo economico e sociale di Cuba. gli Stati Uniti incentivarono le partenze dei professionisti e dei tecnici qualificati.
Secondo esodo: a causa di una grave crisi dell’economia cubana. .. ma si scoprì che una percentuale di esuli era stata rilasciata dalle prigioni e dagli ospedali psichiatrici dell’isola. (Nota mia: una percentuale: 1%, il 10% il 99%? a caso? E se c'era una grave crisi economica causata dall'embargo secondo logica non c'erano soldi per curarli).
Il terzo: il governo di Cuba accusò gli Stati Uniti di promuovere gli esodi illegali e il crollo del blocco sovietico e dei paesi del blocco socialista dell’est Europa che garantivano a Cuba un’alta quota del commercio estero, causò problemi serissimi di denutrizione.

Tutto viene tradotto da menti fantasiose in: Castro si libera del peso di migliaia di priogieri e dagli ospedali psichiatrici dell’isola, e di 600 mila.
Gli USA affamano e impediscono lo sviluppo e la colpa è di Castro!!!! E ancora oggi devono stare sotto embargo?????

A causa dell'embarco la povertà ha costretto all'emigrazione, come è avvenuto per gli italiani nel mondo, dall'Argentina, dove il 50% della popolazione ha origini italiane, all'Ausralia dov sono 2 mln, agli USA con Little Italy a NW e mln di oriundi italiani e Madonna e Lady Gaga e Mario Cuomo politico del PD USA, figlio di Andrea Cuomo ed Immacolata Giordano, di origini salernitane. E e e e
E come avviene adesso dall'Africa in Europa, e pure nel Mediterraneo ci sono 20mila morti affogati.
La fame affama, e l'aiuto non sono né le bombe né l'embargo. Embè? Difficile capirlo?
Tutto il resto è noia

Che bravo Totò: 'ma mi faccia il piacere ...' :lol: :lol: :lol:
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Re: L'infamia italiana e Cuba

Messaggioda flaviomob il 10/04/2021, 16:09

Conosco le relazioni di Amnesty e gli appelli al regime cubano, ne ho sottoscritti parecchi e spediti, in lettere cartacee ai tempi.
Va anche aggiunto che le associazioni che si occupano di diritti umani riconoscono a Cuba l'alfabetizzazione al 100%, la percentuale di mortalità infantile tra le più basse del nuovo continente (inferiore a quella degli USA, per esempio), l'eccellente sanità accessibile a tutti (anche a molti non cubani).
Così come riconoscono negli USA un paese fortemente razzista, come indicano le statistiche riguardo agli omicidi effettuati da poliziotti bianchi, o alla popolazione carceraria.

Cuba non ha abolito la pena di morte ma Castro l'ha sospesa dal 2013, mentre l'ultima esecuzione risale al 2003.

Gli USA sono l'unico paese occidentale ad applicarla ancora oggi; Amnesty e altre organizzazioni per i diritti umani hanno sancito più volte come anche in questo caso ciò avvenga con criteri razzisti.

https://it.wikipedia.org/wiki/Pena_di_m ... %27America
Gli afroamericani rappresentano circa il 12% dell'intera popolazione statunitense ma costituiscono il 42% dei detenuti in attesa dell'esecuzione nei bracci della morte; le vittime degli omicidi sono bianche e nere in parti praticamente uguali ma dal 1977 i condannati giustiziati sono, nell'82% dei casi, responsabili dell'uccisione di un bianco.


Un paese razzista non può essere considerato democratico.

https://www.wired.it/attualita/politica ... orte-2020/

Nel 2020 l'amministrazione del presidente uscente ha ordinato più esecuzioni di quanto abbiano fatto gli stati degli Usa in cui ancora è prevista la pena capitale


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