Una buona notizia dall'Iran....si spera.
Vittorio
Da ilmattino.it :
09/02/2009
ALBERTO ZANCONATO Teheran.
L’ex presidente riformista iraniano Mohammad Khatami ha annunciato ieri la sua candidatura alle presidenziali del 12 giugno. Notizia che coincide con le rinnovate offerte dell’amministrazione Usa del presidente Obama di un dialogo diretto con la Repubblica islamica, la quale però mantiene un atteggiamento scettico. «Annuncio fermamente la mia candidatura» ha detto Khatami in una conferenza stampa tenuta subito dopo un vertice dell’ Associazione del clero combattente che riunisce religiosi moderati e riformisti ed alla quale l’ex presidente appartiene. Khatami dovrebbe dunque scendere in lizza contro il presidente ultraconservatore uscente, Mahmud Ahmadinejad. Khatami, che negli ultimi mesi non ha risparmiato dure critiche ad Ahmadinejad per la sua intransigenza e per la grave crisi economica, ha così spazzato via le incertezze. Già presidente dal 1997 al 2005, in quegli otto anni le sue iniziative di riforma interna e di distensione con l'Occidente erano state bloccate dai conservatori, che detenevano, e detengono tuttora, il controllo di altri fondamentali poteri. A partire dalla carica di Guida suprema, ricoperta dall’ayatollah Ali Khamenei, negli ultimi anni sempre alleato di Ahmadinejad. Il fronte riformista, tuttavia, aveva aumentato le pressioni su Khatami perchè tornasse a candidarsi, convinto che il suo carisma possa richiamare alle urne anche gli elettori più scettici. L’ex presidente ha ieri affermato che le elezioni devono essere «libere», auspicando una «partecipazione entusiasta» ed aggiungendo di volere «eliminare i problemi del popolo e migliorare la sua posizione nel mondo». Ma, anche se Khatami verrà rieletto, l'eventuale decisione di aprire all’Occidente e ad Obama, non dipenderà solo da lui. Una decisione di questa portata non potrebbe prescindere dal consenso di Khamenei. E nelle ultime settimane Teheran non ha mancato di esprimere le sue perplessità sul nuovo corso obamiano. L’ultimo ad esprimersi in tal senso è stato ieri il presidente del Parlamento, il conservatore Ali Larijani. «Il vecchio clichè del bastone e della carota è da scartare» ha affermato Larijani, in risposta al vice presidente Usa Joe Biden che aveva invitato Teheran a scegliere tra il «continuare sulla strada attuale», con il risultato di «pressioni e isolamento», oppure «abbandonare l'illecito programma nucleare e il sostegno al terrorismo» in cambio di «significativi incentivi».