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Brexit, l'Irlanda si prepara e fa scuola

Discussioni su quanto avviene su questo piccolo-grande pianeta. Temi della guerra e della pace, dell'ambiente e dell'economia globale.

Brexit, l'Irlanda si prepara e fa scuola

Messaggioda trilogy il 26/08/2019, 15:38

Brexit, l'Irlanda si prepara e fa scuola

Enterprise Ireland, agenzia governativa del paese (che è tra le economie più esposte al divorzio del Regno Unito dalla Ue), ha lanciato il sito www.prepareforbrexit.com, a cui tutte le aziende, anche quelle straniere, possono accedere per valutare online il loro grado di preparazione all’evento imminente

L’export degli stati membri dell’Unione europea potrebbe subire un duro colpo dalla Brexit. Secondo le elaborazioni di Contemporary Social Sciences (Css), tra le economie più esposte c’è soprattutto l'Irlanda, seguita da Slovacchia, Belgio e Germania. L'Italia rischia di veder sfumare l'1,65% del suo export.

Irlanda e Italia condividono molte caratteristiche: piccole e medie imprese diffuse, rilevanza delle esportazioni per l’economia nazionale, importanza dell’agroalimentare. È per questo motivo che l’esperienza maturata dall’Irlanda e i progetti avviati dal suo governo immediatamente dopo l’esito del referendum sulla Brexit nel giugno del 2016 potrebbero venire in soccorso agli imprenditori italiani.

«Consci delle criticità, da subito abbiamo avviato un progetto per supportare il Paese e i nostri imprenditori nelle fasi di preparazione ad affrontare le incertezze, con l’obiettivo di trasformare il problema in opportunità», sottolinea Jonathan McMillan, Head della Brexit Unit di Enterprise Ireland, agenzia governativa responsabile per lo sviluppo e la crescita delle imprese irlandesi sul mercato globale.

Nessuno ancora realmente sa cosa accadrà e la parola d’ordine in Irlanda è «prepararsi alla Brexit». E proprio Prepare for Brexit è anche il nome del sito web sviluppato dalla unit di Enterprise Ireland (www.prepareforbrexit.com) a cui le aziende (tutte, anche quelle di altre nazionalità) possono accedere per valutare online il loro grado di preparazione all’evento imminente.

«I maggiori impatti saranno su tre aree fondamentali: logistico-doganale, finanziario & gestione delle valute, approvvigionamenti strategici. Per minimizzare i rischi potenziali il nostro consiglio è innovare in questi ambiti e arrivare preparati al prossimo 31 ottobre», continua McMillan. «Gli scenari che dovremo gestire saranno i più svariati, così come lo saranno anche le implicazioni e le ricadute sulla gestione ordinaria di tutti gli imprenditori. Aver effettuato gli investimenti, aver stretto gli accordi necessari con operatori logistici britannici prima della fatidica data potrebbe mettere al riparo da qualsiasi problema il business di aziende irlandesi, così come di quelle italiane e degli altri mercati europei che esportano in Gran Bretagna. Un livello maggiore di innovazione è sicuramente la carta da spendere per sopravvivere a una hard Brexit, nonché la chiave di volta per potersi adattare velocemente al cambiamento».

È innegabile che alcuni settori merceologici soffriranno più di altri le novità imposte dall’uscita dall’Eurozona della Gran Bretagna. Pensiamo per esempio all’industria alimentare che, a fronte di margini molto bassi, deve essere in grado di recapitare la merce fresca in tempi ridotti, pena la salvaguardia del carico, adempiendo velocemente ai nuovi controlli doganali e alla richiesta di nuova documentazione allegata ai beni esportati.

«Dal punto di vista strategico prepararsi agli impatti della Brexit non deve essere affrontato come un mero esercizio, ma come un rafforzamento delle imprese che fanno affari con la Gran Bretagna e con il resto del mondo», sottolinea McMillan. «La Brexit deve essere vista come un’opportunità, perché impone alle aziende dei cambiamenti strategici e innovativi che permetteranno loro di essere ancora più performanti. Sicuramente saranno molti i rischi da affrontare e a tutti consigliamo di creare dei piani di emergenza per affrontare la situazione più facilmente. Si prevedono maggiori costi per le attività doganali, gli aspetti logistici, la gestione delle valute, in questo caso è fondamentale individuare dei partner che possano garantire l’espletamento delle formalità doganali in tempi brevi, così come effettuare le consegne nei tempi stabiliti. Un chiaro esempio sono gli 1,2 milioni di documenti doganali che attualmente le aziende irlandesi preparano per accompagnare il proprio export in Gran Bretagna. Dal primo novembre di quest’anno questo numero di dichiarazioni potrebbe salire a 20 milioni. Un aumento così importante si ripercuoterà sulla normale gestione aziendale e, di conseguenza, aumenteranno i costi. Quello finanziario è un aspetto fondamentale, di conseguenza la capacità di prevedere i costi extra sarà centrale per avere a disposizione il necessario cash flow e continuare a crescere».
Le ripercussioni saranno molte di più: «Toccheranno anche gli aspetti legati alla protezione dei mercati, alle registrazioni doganali, alla certificazione dei prodotti e delle materie prime, senza dimenticare la circolazione delle persone da un paese all’altro», conclude il responsabile della Brexit Unit di Enterprise Ireland.

fonte: https://www.italiaoggi.it/news/brexit-l ... 1139425248
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