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In Venezuela sta succedendo qualcosa di grosso

Discussioni su quanto avviene su questo piccolo-grande pianeta. Temi della guerra e della pace, dell'ambiente e dell'economia globale.

Re: In Venezuela sta succedendo qualcosa di grosso

Messaggioda franz il 03/02/2019, 16:32

È già un cambiamento.
Decenni fa sarebbero arrivate le truppe di Fidel.
Con il Che, in prima linea.

I tempi sono cambiati.
Il Che e Fidel non ci sono più.

Ai russi tocca mandare i propri mercenari, invece degli altri.

Staremo a vedere.
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Re: In Venezuela sta succedendo qualcosa di grosso

Messaggioda pianogrande il 04/02/2019, 2:15

In attesa del muro col Messico e dei missili con la Russia, Trump ripiega sulla minaccia di intervento in Venezuela.

https://www.adnkronos.com/fatti/esteri/ ... d27EO.html

In questo articolo c'è un po' di quello che bolle in pentola.

Sull'opzione militare non sono assolutamente d'accordo.

Ci sono le vie diplomatiche e altre forme di pressione ma c'è gente che sa ragionare solo coi carri armati.
Fotti il sistema. Studia.
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Re: In Venezuela sta succedendo qualcosa di grosso

Messaggioda flaviomob il 05/02/2019, 1:00

Del resto tutte le armi che producono a qualcuno dovranno pure venderle, no?

E' il capitalismo, bellezza. (Russo o amerikano)


"Dovremmo aver paura del capitalismo, non delle macchine".
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Re: In Venezuela sta succedendo qualcosa di grosso

Messaggioda franz il 05/02/2019, 8:30

Metto qui un'immagine. La discussione la metto sotto
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Re: In Venezuela sta succedendo qualcosa di grosso

Messaggioda franz il 05/02/2019, 8:34

L'amico Massimo Fontana così commenta la foto su FB


Quello che bisogna sottolineare con questa vecchia e completamente sballata dichiarazione di Chomsky, sono essenzialmente quattro punti:
1) Chomsky è un linguista.
Anzi, è un grandissimo linguista.
E' anche grazie a lui, se ben prima della nascita degli esami medici computerizzati di analisi funzionale del cervello, abbiamo scoperto che il linguaggio ha origini essenzialmente biologiche inscritte nel nostro patrimonio genetico.

2) ma proprio perchè Chomsky è un linguista, ovvero specialista di un settore che nulla ha a che vedere con l'economia e la politica, le sue affermazioni su questi altri due campi sono da prendere non come le previsioni di un "esperto", ma come semplici opinioni.
E in quanto opinioni di un NON esperto, hanno la stessa valenza delle opinioni di una qualsiasi persona che al bar con gli amici davanti ad un bel bicchiere di vino, lancia una intemerata contro il potere politico costituito.

3) Ma Chomsky non è solo un linguista e polemista.
E' anche un anarco-comunista.
Ovvero crede fortemente ad una ideologia, il comunismo in salsa anarchica, che al di la della correttezza o meno, lo porta come tutte le ideologie ad avere una visione distorta della realtà.
Distorta dalla ideologia stessa.
E dove vediamo la forza distorsiva della ideologia?
Non tanto nella analisi politica di Chomsky, che abbiamo visto non essere un esperto in tale settore, ma bensì nella analisi economica di un vero e stimato economista, ovvero Joseph Stiglitz.
Nobel per l'economia, ma dalle profonde credenze di estrema sinistra.
Stiglitz che più o meno nello stesso periodo di Chomsky ha detto quasi le sue stesse cose
[Vedere il prossimo post, Nora di Franz]
E nonostante segnali economici di profonda difficoltà fossero già presenti, a partire da una inflazione che già viaggiava a ritmi elevatissimi.
Perchè Stiglitz non ha visto quei segnali economici del disastro che stava arrivando?
L'ideologia.
L'ideologia che semplicemente ha portato a chiudere gli occhi mentali di chi aveva tutti gli strumenti per vedere.

4) E quindi riassumendo, possiamo concludere che quando leggiamo il giudizio politico di un rappresentante della classe intellettuale, dobbiamo per prima cosa chiederci se effettivamente quella persona è un conoscitore di quella materia e se ha interessi ideologici che possano distorcerne la percezione.
Se la risposta a questo scrutinio preventivo è positiva, il rischio di trovarci di fronte a vere e proprie sciocchezze da bar, come nel caso del Chomsky del 2009 sul Venezuela, è altissima.
Buona notte a tutti.
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Re: In Venezuela sta succedendo qualcosa di grosso

Messaggioda franz il 05/02/2019, 8:36

Da Stiglitz a Pinter, i Nobel compañeros cantavano il paradiso chavista

Il modello venezuelano ha affascinato gli intellettuali. Ma il paese socialista vive una delle peggiori catastrofi autoinflitte del secolo


di Giulio Meotti

Roma. Il 6 dicembre 1998, Hugo Chávez proclamò una nuova alba della giustizia sociale e del potere popolare. Quando gli fu diagnosticato il cancro, il leader venezuelano fece cambiare lo slogan “Patria, socialismo o morte” in “Vivremo e vinceremo”. Ogni riferimento alla muerte nei discorsi pubblici venne rimosso. “Non ci sarà morte qui”, dissero. I bambini venezuelani, periti a un ritmo superiore di quelli in Siria, non sarebbero d’accordo. Ma in Venezuela non c’è stata alcuna guerra. I chavisti hanno fatto tutto da soli.

In questi anni sono arrivate dal Venezuela storie e immagini di donne che combattono per un pezzo di burro o un cartone di latte, di milioni che si svegliano affamati e dimagriti, di genitori che abbandonano i figli negli orfanotrofi dove avranno più probabilità di essere sfamati, di epidemie, di madri che vendono i capelli per mangiare, di morti sepolti in sacchi di plastica, di ospedali senza antibiotici. Una delle peggiori catastrofi autoinflitte del secolo, per alcuni più radicale di quella che portò al crollo dell’Unione sovietica.

Un bel po’ di premi Nobel compañeros avevano incensato quel “modello”. Iniziò il Nobel per l’Economia Joseph Stiglitz, che lodò il chavismo per “aver portato benefici educativi e sanitari ai poveri e lottato per politiche economiche che assicurano che i frutti della crescita siano condivisi più ampiamente”. Volevano sradicare la disuguaglianza e ci sono riusciti, ora sono tutti poveri. Adolfo Perez Esquivel, il pacifista argentino, Nobel per la Pace, definì Chàvez “un visionario”. Un altro Nobel per la Pace, la guatemalteca Rigoberta Menchù Tum, ha difeso il regime sostenendo che “la crisi del Venezuela è fomentata dall’esterno, da chi vuole appropriarsi delle sue ricchezze”. Il Nobel per la letteratura, José Saramago, sviolinò a favore del regime venezuelano che vuole “migliorare le generazioni che non sono uscite dalla miseria”. Harold Pinter, un altro Nobel per la Letteratura, appose la sua firma a un manifesto in cui si difendeva il chavismo: “Vogliamo esprimere la nostra solidarietà alla lotta che, insieme a Chàvez, la maggioranza del popolo venezuelano sta combattendo in difesa del proprio diritto di determinare liberamente il proprio futuro”. Un futuro di immigrazione di massa: “I venezuelani fuggiti dal loro paese hanno già oltrepassato i tre milioni”. Inizia così uno studio appena pubblicato dalla Brookings Institution, think tank liberal di Washington.

In un altro manifesto sul Guardian, il Nobel Pinter scriveva: “Le vite di milioni di venezuelani sono state trasformate dalla politica sociale progressista. La povertà estrema è stata dimezzata, l’analfabetismo eliminato, l’assistenza sanitaria estesa, la disoccupazione è scesa ai minimi”. Peccato che sia successo l’opposto. A novembre, Human Rights Watch ha avvertito della “devastante crisi sanitaria” del Venezuela. Il 55 per cento dei medici ha abbandonato il paese tra il 2012 e il 2017. Lo scorso 6 gennaio, proprio il Guardian ha reso conto della famosa sanità venezuelana: “Ospedali che mancano di sapone per pulire i reparti e pazienti malnutriti suscettibili alle infezioni. Bambini bendati e bruciati dalle lampade a cherosene. Le mamme allattano bambini emaciati che non possono essere idratati perché l’ospedale non può nemmeno fornire un catetere”. Il Nobel Pinter si sbagliava anche sulla famosa “povertà estrema”. Secondo un nuovo studio dell’Università Cattolica Andrés Bello, “l’87 per cento della popolazione vive al di sotto della soglia di povertà. Nel 61 per cento dei casi, la povertà è estrema”. E fra i Nobel come poteva mancare Dario Fo, esperto in “soccorso rosso”, che a Milano accolse proprio Chàvez? La serata alla Camera del lavoro finì tra gli applausi al leader venezuelano e gli striscioni sul “nuovo Che Guevara”. Il settimanale francese Point ha definito il Venezuela “il cimitero dei ciarlatani”. E’ uno degli ultimi luoghi sulla terra dove sono state seppellite le illusioni mortali dell’anticapitalismo, anche se i manifesti del regime a Caracas cercano ancora di convincere i cittadini che “tutto è possibile insieme”. Forse è il caso di tornare a usare la parola proibita: muerte.

https://www.ilfoglio.it/cultura/2019/01 ... ta-234601/
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Re: In Venezuela sta succedendo qualcosa di grosso

Messaggioda franz il 06/02/2019, 10:40

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Re: In Venezuela sta succedendo qualcosa di grosso

Messaggioda franz il 06/02/2019, 12:20

Guaidó: “Alessandro Di Battista è un ignorante”
Di Luigi Lo Regio Il 5 Feb, 2019

In una intervista pubblicata su “La Repubblica”, Juan Guaidó liquida Alessandro Di Battista definendolo un ignorante della drammatica situazione che vive il popolo venezuelano.
Guaidó si riferisce al post pubblicato su Facebook da Di Battista in cui viene spiegata la posizione “neutrale” assunta dall’Italia. Si tratterebbe, in realtà, di una visione molto semplicistica che non tiene in conto o, peggio, ignora la reale necessità di chiudere la parentesi Maduro:
“Io la posizione italiana proprio non la capisco. E soprattutto non capisco questa cosa qui. Io questo signore non lo conosco, mi dicono che è un politico influente da voi? Beh dice cose incomprensibili, compara processi che non sono comparabili. Quello che sta succedendo qui è molto più profondo, complesso. Farne solo una questione di petrolio significa non conoscere le cose di cui si parla”

Poi continua smontando le teorie imperialiste dello stesso Di Batterista. Il tanto desiderato petrolio sarebbe uno strumento di arricchimento proprio dell’attuale presidenza venezuelana.
“Ma se vogliamo approfondire il tema dovremmo dire che il Venezuela negli ultimi dieci anni è stato il quarto Paese del mondo in termini di investimenti nel settore petrolifero. Più di noi solo Russia, Stati Uniti e Arabia Saudita. Però noi, oggi, estraiamo un milione di barili al giorno (un tempo erano otto), mentre Russia, America e Arabia Saudita, dieci. Non credo che serva un genio per capire che il regime si è rubato tutti i soldi destinati a migliorare l’industria petrolifera. Ecco, questo signore ignora cosa sta accadendo qui. Ma la sua ignoranza porta anche al disconoscimento della lotta di un popolo. Una lotta che oggi è riconosciuta da tutto il mondo, da 26 nazioni europee su 28, dai Paesi africani, in Oceania? Venisse qui a farsi un giro, a vedere qualche ospedale, o magari qualche città di frontiera, a Boa Vista, si facesse due chiacchiere con i parenti dei nostri prigionieri politici, dei nostri esiliati”.


https://www.lineapress.it/guaido-alessa ... ignorante/
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Re: In Venezuela sta succedendo qualcosa di grosso

Messaggioda flaviomob il 14/02/2019, 16:31

Bisogna fare molta attenzione a fidarsi dei modelli.

Se sono dittature o regimi autoritari, che magari funzionano anche bene in alcuni settori, si rischia che alla morte del dittatore tutto imploda. Infatti senza Chavez lo chavismo è morto. Anche l'URSS per un periodo ebbe una forte espansione economica e primeggiò nella "conquista dello spazio", finché gli USA non arrivarono sulla luna.

Il modello capitalista, peraltro, è crollato miseramente due volte in meno di un secolo, 1929 e 2007, ma ancora viene difeso da tanti nostalgici (o da chi ha interesse a farlo, ovvero chi consuma l'ottanta per cento delle risorse del pianeta)... eppure sappiamo che il nazismo è stato una delle conseguenze dirette della crisi del secolo scorso, mentre quella più recente ha avuto un impatto economico e sociale così disastroso da essere paragonata ad un'ulteriore guerra mondiale.


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Re: In Venezuela sta succedendo qualcosa di grosso

Messaggioda pianogrande il 14/02/2019, 17:18

flaviomob ha scritto:Bisogna fare molta attenzione a fidarsi dei modelli.

Se sono dittature o regimi autoritari, che magari funzionano anche bene in alcuni settori, si rischia che alla morte del dittatore tutto imploda. Infatti senza Chavez lo chavismo è morto. Anche l'URSS per un periodo ebbe una forte espansione economica e primeggiò nella "conquista dello spazio", finché gli USA non arrivarono sulla luna.

Il modello capitalista, peraltro, è crollato miseramente due volte in meno di un secolo, 1929 e 2007, ma ancora viene difeso da tanti nostalgici (o da chi ha interesse a farlo, ovvero chi consuma l'ottanta per cento delle risorse del pianeta)... eppure sappiamo che il nazismo è stato una delle conseguenze dirette della crisi del secolo scorso, mentre quella più recente ha avuto un impatto economico e sociale così disastroso da essere paragonata ad un'ulteriore guerra mondiale.


Questa dicotomia dittatura-capitalismo è piuttosto incomprensibile.

Difendere la libertà e la democrazia significa difendere il capitalismo?

L'umanità ha ancora parecchi difettucci da correggere ma potrà farlo solo in una organizzazione che lasci più libertà di azione possibile.

E' quel "possibile" il punto da mettere in discussione.
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