guidoparietti ha scritto:gabriele ha scritto:Ci si accorge che, come scrive Paolo, tutto è mosso da interessi economici.
Lo ha scritto anche qualcun altro prima di Paolo. Un secolo e mezzo fa, abbondante. Che poi in realtà no, quell'altro aveva una visione un po' più raffinata di così, ma tant'è, così è stato interpretato. Nel mezzo molte persone si sono accorte che era una visione un filino troppo riduttiva. Molte altre però, a quanto pare, no.
Le spiegazioni onnicomprensive a partire da una sola causa, specialmente quando sono poste come premesse assolute e non smentibili in alcun modo, rassicurano sempre, peccato che a parte questa, dubbia, virtù non ne abbiano altre.
Veramente tanti altri lo hanno scritto e spesso dettagliatamente descritto. Non economisti, però, storici, o semplici cronisti.
Proprio in questi giorni sto leggendo la storia di Gioacchino Murat raccontata da Pietro Colletta, storico e generale dell'esercito nonché consigliere militare di quel Re. A un certo punto avendo in armi più di sessantamila soldati e durando troppo a lungo quel periodo di pace pensa di occupare alcune terre dello stato pontificio per mantenere l'esercito tassando le popolazioni dei territori occupati.
Capitava anche di dover fare la guerra per mantenere l'esercito.
Ma al di là di queste facezie, la motivazione economica c'entra sempre direttamente o indirettamente.
Anche quando sembra prevalere come causa una ideologia violenta, sono i bisogni economici a determinare il successo dell'ideologia.
E comunque i grandi demagoghi guerrieri del secolo scorso lo dicevano apertamente e chiaramente ai loro popoli. Mussolini per esempio.. basta leggerlo. Solo che non cercava petrolio ma terra per le braccia dei nostri contadini.