chango ha scritto:che l'Africa sia messa peggio dell'America latina è evidente, questo però non implica che il modello capitalista statunitense che è stato storicamente applicato in Sud-America abbia generato notevoli sacche di povertà e disuguaglianze.
è un modello che ha generato sviluppo ma al tempo stesso ha escluso da quello sviluppo ampie fasce della popolazione.
Ok, questo è noto, assodato, certificato al limone.
Non esiste alcun modello di sviluppo che non generi, oltre allo sviluppo ad alla ricchezza in fasce sempre più ampie di popolazione, anche una quota di povertà relativa (non assoluta) per una fascia (sempre piu' piccola) di popolazione.
Ne abbiamo già discusso in un lungo thread in questi forum ma se ti sei perso la discussione non ho difficoltà a ribadire.
E' il meccanismo stesso della crescita (basato su scambi commerciali ed investimenti) che crea le disparità.
Nessun meccanismo è esente dal creare disparità ed il socialismo ha fatto peggio (come sviluppo e distribuzione).
Quindi il problema non si pone, perché si tratta di usare il meccansismo che crea piu' sviluppo e da li partire per una ridistribuzione ottimale.
Mentre paesi come Brasile, Cile e Argentina (quest'ultima etnicamente e culturalmente è europea)sono stati mete di destinazioni di immigrati che nei decenni hanno introdotto idee, culture dei paesi di origine, gran parte dell'Africa è stata semplicemente utilizzata come serbatoio di risorse naturali e di manovalanza a bassissimo costo.
Mentre all'inizio dell'Ottocento nascevano i moderni Stati sudamericani, in gran parte dell'Africa non esisteva una concetto di Stato così avanzato come quello europeo. Mentre i nascenti stati sudamericani con al cacciata di spagnoli e portoghesi non perdevano una struttura burocratico statale complessa, con la fase di decolonizzazione diversi stati dell'Africa si trovarono con una macchina statale forse efficiente per gestire una colonia ma non certo uno Stato moderno.
Mentre In Sud-America molti Stati conoscevano (con fortune alterne) periodi di democrazia, in Africa questo non è mai avvenuto.così come il rapporti culturali,intellettuali, la circolazione delle idee tra l'America latina e l'Europa, sono stati molto più intensi che con l'Africa.
Vero. Molto pero' è dovuto al fatto che l'immigrazione "bianca" in africa è stata ostacolata da gravi malattie locali (malaria, mosca tze-tze) e da una fortissima difficoltà nella introduzione climatica delle specie agricole nostrane. Invece in america latina siamo stati noi ad introdurre malattie (sterminando i locali [95% di calo della popolazione] ed esportare alimentari (pomodori, patata, mais) adatti a noi.
La struttura civile locale era simile (tribale) ma in america era piu' avanzata (le grandi tribu' del nord e del sud).
Mentre in America queste tribu' sono state falciate dalle nostre malattie (un banale raffreddore da parte di un volonteroso colono o missionario) in africa invece la struttura sociale tibale è stata frantumata dalla imposizone della monogoamia in luogo della poligamia ad opera dei cristiani. Tutta la struttura delle molteplici relazioni tra villaggi, che era rinforzata da matrimoni che ogni capo villaggio aveva con tante donne di tanti villaggi confinanti (figle o sorelle di altri capi) , è stata impedita dalla monogamia e le tante guerre tribali che ci sono oggi sono anche causa di questo grave errore di imposizione culturale ad opera della cultura cristiana. Imporre reggiseni e pantaloncini non ha creato danni sociali ma la monogamia ha sovvertito le relazioni politiche tra i popoli vicini. Oggi molti cattolici di sinistra non esitano dare controlle multinazionali per i disastri in africa ma farebbero meglio a considerere i disastri ben peggiori che, a fin di bene, hanno fatto i missionari nei secoli scorsi imponendo la monogamia in una struttura sociele e politica poligamica. Chiaramente di questo in un paese come l'Italia si parla pochisimo (l'argomento è tabu') ma fuori d'Italia è argomento comune nelle analisi della grave situazione africana.
Ciao,
Franz