La fame nel mondo quasi dimezzata in 25 anni

[franz]

Be'.Io parlavo di un argomento ben preciso (lo spreco) e lì la politica può intervenire.

Ok, compreso. Lo dubito anche in questo caso ma tu dimmi come. Come la politica puo' intervenire per eliminare (o anche ridurre) sprechi nella distribuzione o nel consumo.

[pianogrande]

Mmmmm.
Ho detto come premessa che la mia soluzione era semplicistica e praticamente anche io mi ponevo la domanda.
Certo che, se non ci credi, non posso chiedere la tua collaborazione.

D'altra parte, se il libero mercato porta alla distruzione del cibo mentre c'è gente che muore di fame, il problema non può non essere politico.

E' uno di quei casi in cui si va in conflitto tra il bene comune e l'interesse privato.

Se la politica non si pone il problema e non cerca una soluzione (anche a livello internazionale) cosa ci sta a fare la politica?

Detto questo, ci penso, e anche questo è politica.

[pianogrande]

Questo articolo dà un orientamento sotto entrambi gli aspetti (secondo me) e cioè gestione dell'agricoltura e fame nel mondo.
Le piccole imprese non ce la fanno.
Aggiungo io, salvo che non siano assolutamente di nicchia ma quell'aspetto sì che con la fame nel mondo c'entra molto poco.

http://www.repubblica.it/economia/rappo ... ref=HRLV-5

Per quanto riguarda quello che può fare la politica contro gli sprechi, mi sto facendo una idea guardando al risparmio energetico.
Incentivare la conservazione del cibo e cioè impianti e produzioni orientati alla conservazione.
Dal frigorifero (risparmioso, per carità) all'essiccamento, alle conserve e tutto quello che può portare lontano dai mostruosi cingoli di un trattore che schiacciano e spappolano quello che prima hanno contribuito a produrre.

Una raccolta porta a porta come con la spazzatura sarebbe oggi fantascienza ma, in un futuro un po' più tecnologico, chissà.

Vale la pena di continuare a pensarci.

[franz]

D'altra parte, se il libero mercato porta alla distruzione del cibo mentre c'è gente che muore di fame, il problema non può non essere politico.

Sempre qui ad addossare colpe alle etichette e non agli individui.
Sono i contadini a distruggere i raccolti ed invocare protezioni, non il mercato.
Oggi il mondo contadino vale meno del 5% del PIL nei paesi sviluppati. Il "Mercato" vale il 100% e nessuno ha mai sostenuto che sia uniforme. Anzi è costituito da interessi diversi, anche conflittuali. Da cui sorge un equilibrio. Spesso viziato e distorto dalla politica. Metti che distruggere un raccolto per tenere alti i prezzi sia un reato. Appunto. Metti. Perché non lo è?

[pianogrande]

Non arrivo a tanto.
Nella libertà di impresa ci posso mettere anche quello.

Quello che auspico è fare in modo che distruggere il raccolto non sia conveniente.
Magari che convenga fare marmellata commestibile invece che sotterrare le pesche.
Essiccare, liofilizzare, inscatolare... regalare perfino, invece che distruggere.

Non mi sembra una invadenza della politica che soffochi o blocchi qualcosa anzi sarebbero sviluppi molto positivi.

Quella povera politica non può essere sempre tenuta fuori dalla porta.