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Assistenza sanitaria per 47 milioni

Discussioni su quanto avviene su questo piccolo-grande pianeta. Temi della guerra e della pace, dell'ambiente e dell'economia globale.

Re: Assistenza sanitaria per 47 milioni

Messaggioda pianogrande il 03/08/2009, 14:24

http://www.repubblica.it/2009/06/sezion ... anita.html

Questo è il primo articolo di mia conoscenza che dà il resoconto della lotta durissima di Obama per la sua riforma.
Gli assicuratori della salute ai sani sono scesi in campo con tutto il loro arsenale.
Pare che la paura che più li tormenta sia il polo pubblico della sanità che farebbe da calmiere dei prezzi.
Buona lettura per chi ne ha voglia.
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Re: Assistenza sanitaria per 47 milioni

Messaggioda pianogrande il 17/08/2009, 14:39

IL DOCUMENTO
Basta risse sulla Sanità
chi è malato vuole la riforma
di BARACK HUSSEIN OBAMA

IL NOSTRO Paese, oggi, è impegnato in un grande dibattito sul futuro dell'assistenza sanitaria in America. Nel corso di queste ultime settimane, gran parte dell'attenzione dei media si è concentrata sulle voci di coloro che gridavano più forte. Ciò che non abbiamo udito sono le voci dei milioni di americani che silenziosamente lottano ogni giorno con un sistema che spesso avvantaggia più le compagnie di assicurazione che loro.

Sono persone come Lori Hitchcock, che ho incontrato nel New Hampshire la scorsa settimana. Lori, attualmente, è una lavoratrice autonoma e sta cercando di avviare un'attività commerciale, ma a causa di una epatite C non riesce a trovare un'assicurazione che le stipuli una polizza. Un'altra donna mi ha raccontato che una società di assicurazioni non copre le patologie dei suoi organi interni, provocate da un incidente avvenuto quando aveva 5 anni.

Un uomo ha perso l'assicurazione sanitaria durante un ciclo di chemioterapia. Perché la società assicuratrice ha scoperto che aveva i calcoli biliari, di cui egli non era a conoscenza quando aveva stipulato la sua polizza. Poiché la cura è stata sospesa, l'uomo è morto. Ho ascoltato tutti i giorni tante storie come queste, ed è per questo che stiamo lavorando con rapidità affinché la riforma sanitaria possa essere approvata entro quest'anno.

Non devo spiegare ai quasi 46 milioni di americani sprovvisti di copertura sanitaria quanto ciò sia importante. Ma è altrettanto importante per gli americani che sono assicurati. Sono quattro i modi in cui la riforma che proponiamo darà più stabilità e sicurezza ad ogni americano. Primo, se non avete un'assicurazione sanitaria, potrete avere comunque una copertura di qualità ad un costo accessibile, per voi e per le vostre famiglie, copertura che vi seguirà anche se vi trasferirete, se cambierete lavoro o se lo perderete.

Secondo, la riforma metterà finalmente sotto controllo una spesa sanitaria che è alle stelle, il che significa un risparmio reale per le famiglie, per l'economia e per il governo. Taglieremo centinaia di miliardi di dollari di sprechi e di inefficienze che si nascondono nei programmi sanitari federali come Medicare e Medicaid (i due programmi di assistenza pubblica destinati agli anziani e ai poveri, ndt), e nei sussidi ingiustificati dati alle società di assicurazione che non fanno nulla per migliorare l'assistenza e tutto per aumentare i loro profitti.

Terzo, rendendo Medicare più efficiente, saremo in grado di garantire che venga destinato più denaro a favore dell'assistenza agli anziani, anziché per arricchire le assicurazioni.

Infine, la riforma darà ad ogni americano alcuni strumenti di tutela del consumatore che metteranno le assicurazioni nella condizione di rispondere del loro operato. Un'indagine nazionale del 2007, in effetti, dimostra che nei tre anni precedenti, le assicurazioni avevano discriminato più di 12 milioni di americani che avevano malattie o disturbi già in atto. Le società assicuratrici si sono rifiutate di stipulare loro una polizza, oppure hanno fatto pagare un premio più elevato.

Noi metteremo fine a questa pratica. La nostra riforma proibirà alle società assicuratrici di rifiutare la copertura a causa della storia medica di un individuo. Né permetteremo loro di revocare l'assistenza in caso di malattia. Non potranno più ridurre la copertura proprio quando se ne ha più bisogno. Non potranno più limitare arbitrariamente il livello di copertura assicurativa che può essere ricevuta in un determinato anno o nel corso della vita. Nessuno in America deve rovinarsi in caso di malattia.

Più importante di tutto, chiederemo alle società assicuratrici di coprire anche i controlli di routine, le cure preventive e gli esami di controllo, come le mammografie e le colonoscopie. Non c'è ragione per la quale non dovremmo affrontare queste malattie in via preventiva. È ragionevole, può salvare delle vite e far risparmiare denaro.

Il lungo e acceso dibattito sull'assistenza sanitaria che si è svolto negli ultimi mesi è un segno positivo. L'America è questo. Ma assicuriamoci di parlare gli uni con gli altri, non gli uni sopra gli altri. Possiamo essere in disaccordo, ma dobbiamo esserlo sui temi veri, non su assurdi travisamenti che non hanno nulla a che vedere con ciò che è stato proposto. Questo è un argomento complesso e delicato, e merita un dibattito serio.

Malgrado ciò che abbiamo visto in televisione, credo che in tutte le case americane si stia discutendo con serietà. Negli anni recenti ho ricevuto innumerevoli lettere e domande riguardo all'assistenza sanitaria. Alcuni sono favorevoli alla riforma, altri sono preoccupati. Ma quasi tutti si rendono conto che bisogna fare qualcosa. Quasi tutti sanno che dobbiamo iniziare a rendere le società assicuratrici responsabili e dare agli americani un maggior senso di stabilità e di sicurezza in materia di assistenza medica.


Sono certo che quando tutto sarà stato detto e fatto, potremo avere il consenso di cui abbiamo bisogno per raggiungere questo obiettivo. Siamo più vicini ad avere una riforma della copertura sanitaria di quanto sia mai accaduto in passato. Abbiamo dalla nostra parte l'American Nurses Association e l'American Medical Association, perché le infermiere e i medici del nostro Paese sanno bene quanto sia necessaria questa riforma. Abbiamo un largo consenso al Congresso sull'80 per cento di ciò che stiamo tentando di fare. Abbiamo un accordo con le società farmaceutiche per rendere più economiche le prescrizioni mediche per gli anziani. L'AARP (associazione di tutela dei pensionati, ndt) sostiene questa linea politica e concorda con noi che la riforma deve entrare in vigore quest'anno.

Nelle prossime settimane, i cinici e gli oppositori continueranno a sfruttare politicamente i timori e le preoccupazioni. Ma ciò che è veramente spaventoso, e rischioso, è la prospettiva di non fare nulla. Se manteniamo lo status quo, continueremo a vedere ogni giorno 14.000 americani perdere la loro assicurazione sanitaria. I premi continueranno ad aumentare. Il nostro deficit continuerà a crescere. E le società di assicurazione continueranno a fare profitti discriminando chi è malato. Questo non è il futuro che voglio per i miei figli, o per i vostri. E non è il futuro che voglio per gli Stati Uniti d'America.

Alla fine, questo non riguarda la politica. Riguarda la vita e la sopravvivenza della gente. Riguarda le attività economiche. Riguarda il futuro dell'America, se saremo capaci, negli anni a venire, di guardare indietro e dire "quello fu il momento in cui abbiamo fatto i cambiamenti di cui avevamo bisogno e abbiamo dato ai nostri figli una vita migliore". Sono convinto che possiamo farlo e che lo faremo.
(Copyright New York Times Syndicate/La Repubblica. Traduzione di Antonella Cesarini)

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Eccolo Obama.
Sicurezza e stabilità per tutti.
Razionalizzazione del servizio e calmiere per i prezzi grazie all'intervento pubblico.
Le assicurazioni private americane tolgono o limitano la copertura proprio quando la gente è malata.
Contro questi avvoltoi, finalmente un politico pare riesca a fare qualcosa.
Speriamo che abbia questo potere e speriamo di vedere un po' di "socialismo" anche in questo paese dove l'intervento pubblico, come nel resto della galassia, va bene solo quando si tratta di spremere soldi al governo ed alle classi più deboli.
Astenersi sottili distinguo.
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Re: Assistenza sanitaria per 47 milioni

Messaggioda pagheca il 17/08/2009, 15:54

proprio Sabato usciva un articolo sul Guardian che confrontava alcuni numeri relativi alla sanita' USA con quella UK.
US UK
Spesa per il sistema sanitario nel 2004 16% 8.3%
(% del PIL a testa)

Aspettativa di vita nel 2000 77 78

Tassso di crescita nella spesa sanitaria
a persona (1994-2000) 3.7% 4.2%

Numero di letti in terapia intensiva 2.8 3.6
per 1000 persone nel 2004

Permanenza media in terapia intensiva 5.6 3.6
nel 2004

Tasso di mortalita' per i minori di 5 anni 9 6
(probabilita' di morire prima di 5 anni per
1000 nati)

(Le cifre provengono dall'OMS o da un report del Commonwealth).

Va notato che questa e' una risposta ufficiale del Sistema Sanitario inglese (NHS) a certe accuse dei Conservatori di inefficienza. Mi piacerebbe conoscere, se qualcuno le ha, le cifre relative al sistema sanitario italiano.

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Re: Assistenza sanitaria per 47 milioni

Messaggioda franz il 17/08/2009, 18:15

pagheca ha scritto:Va notato che questa e' una risposta ufficiale del Sistema Sanitario inglese (NHS) a certe accuse dei Conservatori di inefficienza. Mi piacerebbe conoscere, se qualcuno le ha, le cifre relative al sistema sanitario italiano.

pagheca

Dovrebbe essere tutto nel rapporto annuale OMS.
Francamente non legherei l'aspettativa di vita al sistema sanitario.
In Italia abbiamo un sistema sanitario molto criticato e discusso, ma soprattutto noto per le disparità territoriali.
In effetti al SUD il nostro SSN è assolutamente carente e latitante, a livello di terzo mondo.
Eppure è proprio al SUD che si riscontra la piu' alta aspettativa di vita nella popolazione.
Fattore, leggevo, dovuto non tanto al SSN ma alla dieta mediterranea e forse a fattori genetici.

Quanto al sistema sanitario inglese, ricordo ancora le polemiche, anni fa, per quella bambina ammalata di leucemia a cui il sistema sanitario pubblico inglese nego' le cure, perché troppo costose ed inutili (tanto doveva morire). La bambina fu poi curata gratuitamente dai privati, e mori' lo stesso, come capita putroppo in questi casi. Ho avuto un'esperienza simile con amici di famiglia ma in un contesto di assicurazioni obbligatorie per legge, come avviene nell'europa continentale. Le assicurazioni hanno pagato tutte le cure e non solo, non possono permettersi di contestare la cura ed il suo costo. Quella famiglia inglese invece oltre al dolore per la malattia è stata sbattuta in prima pagina sui media perché il fatto che NHS non pagasse più le cure ha fatto scalpore. Ha dovuto accettare le offerte della comunità e dei privati per continuare a curare la bambina. Mi di spiace ma un simile sistema non è bello, chiunque lo governi.

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Re: Assistenza sanitaria per 47 milioni

Messaggioda pagheca il 17/08/2009, 18:41

Franz,

dove hai preso questa informazione (che avevi gia' citato altrove sul forum)?

Ho fatto una rapida ricerca e a me non risulta se si parla di "aspettativa di vita". Tuttavia regna una certa confusione tra aspettativa di vita, vita media, trend dell'aspettativa di vita etc. Questo e' un brano riportato un po' ovunque e originario dal Rapporto Osservasalute 2004 dell'Ufficio di Igiene:

I dati. Oggi un italiano di 65 anni può contare di vivere altri 18,7 anni. "Nascere in Italia oggi non è poi una cattiva idea, anche se San Marino si fa preferire", dice Walter Ricciardi, presidente della Società europea di sanità pubblica. "Un bambino che nasce oggi in Italia ha una speranza di vita di 76,8 anni se maschio e di 82,9 anni se femmina. Se si considera l’aspettativa di vita, senza fare distinzioni tra uomini e donne, in Europa, ecco il dato più sorprendente, il Paese dove si vive più a lungo è San Marino, seguito dalla Svizzera, dalla Svezia e dall’Italia. E se in Italia si vive più a lungo che in altri Paesi europei, ci sono alcune regioni italiane", aggiunge Ricciardi, "dove le cose vanno davvero molto bene, senza distinzioni tra uomini e donne: Marche, Emilia-Romagna, Friuli Venezia Giulia, Veneto e Toscana in testa. Bandiera nera a Campania e Sicilia. Comunque si vive meglio al Centro-Nord che al Sud e, tra le regioni del Nord, meglio in quelle del Nord-Est che in quelle del Nord-Ovest".
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Re: Assistenza sanitaria per 47 milioni

Messaggioda franz il 17/08/2009, 20:59

pagheca ha scritto:Franz,

dove hai preso questa informazione (che avevi gia' citato altrove sul forum)?

Non ricordo. E' una cosa che avevo letto forse 5 anni fa. Dovrei rovistare nei miei archivi ....
Immagino fosse uno studio ISTAT ma francamente non ci giurerei.
Ricordo solo che la cosa mi aveva colpito e quindi mi è rimasta impressa (per questo ne sono abbastanza sicuro).
Mi dispiace di non ricordare, a distanza di tempo, la fonte esatta.
Appena ho una traccia che mi permette di ritrovare l'informazione aggiornero' questo thread.

Franz
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Re: Assistenza sanitaria per 47 milioni

Messaggioda franz il 17/08/2009, 21:13

franz ha scritto:Appena ho una traccia che mi permette di ritrovare l'informazione aggiornero' questo thread.

Franz

Non ho trovato la mia fonte originaria ma una taccia che spega il ragionamento che mi era rimasto impresso allora.
Il problema è che la mortalità infantile (piu' alta al sud) cambia le statistiche generali ma che se ragioniamo a prescindere dai primi anni, al sud un adulti ma maggiri probabilità di vivere piu' a lungo.


Pediatria

Ultimo aggiornamento: 15/06/05

I diritti del bambino
Un bambino nato in Africa sub-Sahariana ha cinquecento probabilità in più di morire di malattia diarroica rispetto a un piccolo nato in un paese ricco. Il dato viene da un rapporto da poco redatto dall'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) e dall'UNICEF che sottolinea l'esigenza di garantire la prevenzione igienica basilare a 138 milioni di persone ogni anno per sanare, entro il 2015, il divario esistente. E in Italia? I problemi, va da sé, sono altri e sicuramente meno drammatici. Esiste comunque un tasso significativo di mortalità infantile che riguarda, in particolare, l'Italia meridionale. E' quanto emerso dal Rapporto "La salute del bambino in Italia: problemi e priorità" realizzato dall'Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico Burlo Garofolo di Trieste, in collaborazione con l'Associazione Culturale Pediatri e il Centro per la Salute del Bambino, e presentato qualche giorno fa a Milano. Al sud Italia - dice il rapporto - il tasso di mortalità neonatale è quasi doppio rispetto al Nord e fra i più alti d'Europa. E i pericoli maggiori si concentrano nel primo mese di vita. Ma quali sono i dettagli del rapporto?

I numeri del rapporto

Il Rapporto "condensa tutte le informazioni disponibili raccolte grazie a ricerche sul campo e dal confronto tra database nazionali e internazionali", come ha spiegato Giorgio Tamburlini, direttore scientifico del Burlo Garofolo. Ed evidenzia preoccupanti differenze geografiche. Per cominciare il tasso di mortalità infantile in Italia (4,4 per mille nati vivi) risulta molto vicino alla media UE (4,2 per mille), ma se nel Nord solo il 2,5 per mille dei neonati muore tra il primo e il 28.mo giorno di vita, la percentuale nel Centro sale al 2,9 per mille, per giungere al 4,3 per mille nel Sud.Con l'eccezione della Sardegna, che evidenzia dati simili a quelli del Nord. Considerando il tasso di mortalità infantile nell'intero primo anno di età - ha sottolineato l'esperto - il dato medio nazionale (4,4 per mille nati vivi) evidenzia ancora una volta la disparità tra le regioni: 3,5 per mille al Nord, 3,9 per mille al Centro, e ben 5,6 per mille al Sud Italia. Insomma, nel Sud Italia un bambino ogni duecento muore entro il primo anno di età, mentre al Nord ne muore uno ogni trecento. Non solo, i dati del Sud sono tra i più alti di tutta l'Unione Europea, compresi Paesi come Slovenia, Ungheria, Repubbliche Ceca e Slovacchia. "Le differenze tra Nord e Sud - ha sottolineato Giancarlo Biasini, presidente del Centro per la Salute del Bambino-Onlus - rendono più evidente la necessità di una razionalizzazione dei punti nascita, con l'individuazione dei centri di riferimento per il trasporto sia delle donne gravide a rischio, sia dei neonati patologici". Ma non finisce qui. Tra gli elementi critici evidenziati dal Rapporto, anche le differenti modalità di approccio al parto: al Sud Italia e in particolare in Campania i cesarei raggiungono anche il 50% del totale.

Crescendo le cose cambiano
Se si sale con l'età, la disparità nord-sud si inverte. A 15-24 anni si muore di più nelle regioni settentrionali, tanto che tutto il vantaggio accumulato nel primo anno di vita in termini di minore mortalità viene completamente annullato ai 25 anni. Colpa dell'alto tasso di traumi e avvelenamenti mortali (al Nord pari ai 0,39 per mille, contro lo 0,24 per mille al Sud). Sono quindi gli incidenti, in particolare quelli stradali, ad annullare il vantaggio "in culla" dei bebè nati al Nord. Inoltre i dati indicano che circa il 17% degli "under 18" soffre di disturbi mentali. In particolare i problemi dell'apprendimento riguardano circa il 6% della popolazione pediatrica, quelli del comportamento l'1,6%, i disturbi pervasivi dello sviluppo incidono per lo 0,8%, mentre la depressione riguarda l'8% dei ragazzi. Bulimia e anoressia incidono assieme tra l'1,6 e il 2,8%. E a proposito di disturbi alimentari, i primi studi effettuati in Italia, utilizzando il '"body mass index" proposto nel 2004, evidenziano che il 36% dei bambini italiani di 9 anni risulta in sovrappeso, e di questi il 12% è decisamente obeso. Un problema più diffuso al Sud, con un dato italiano ben superiore a quello europeo.

Qualche buona notizia
Ma non ci sono solo cattive notizie. Dal confronto con l'Europa "emerge che l'Italia si trova in posizione più favorevole per quanto riguarda il numero di gravidanze negli adolescenti e il suicidio. Mentre evidenzia dati peggiori alla media - riassumono gli esperti - sul fronte della mortalità neonatale, dell'obesità, dell'incidenza del morbillo e della mortalità per cause violente nei giovani adulti". "Il Rapporto - ha affermato Michele Gangemi, presidente dell'Associazione Culturale Pediatri - evidenzia anche la carenza di informazioni. L'attuale stato del sistema informativo non consente un accurato monitoraggio, e questo rappresenta un problema. Rende infatti difficile individuare priorità e risposte adeguate". Insomma, da Nord a Sud occorrono "maggiori e più puntuali investimenti nella salute di bambini e adolescenti - ha concluso Tamburlini - perché l'aspettativa di vita si costruisce nell'infanzia".

Marco Malagutti

Fonte
Adnkronos salute, 25 maggio
http://www.dica33.it/argomenti/pediatri ... raggio.asp


Nell'articolo che avevo letto a suo tempo chiarivano che la dieta mediterranea dava agli abitanti del sud una migliore aspettativa di vita mentre le popolazioni del nord, alle prese con una alimentazione grassa, sono soggette maggiormente ai rischi connessi (infarti etc). Si faceva inoltre riferimento a non meglio precisati fattori genetici (qui so che ci sono piccole popolazioni in Italia che sono studiate per la loro longevità, e non solo al sud) che i ricercatori stavano cercando insistentemente. Nell'articolo che ho riportato ora appare che se non si considera la mortalità infantile, che infuisce fortemente nella aspettativa media di vita di un essere appena nato, l'aspettativa di un aduto al sude è superiore. In fondo mi pare normale. L'inquinamento, il clima, il lavoro duro in fabbrica, gli incidenti in strada e sul lavoro, la dieta, sono tutte cose che incidono.

Ciao,
Franz
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Re: Assistenza sanitaria per 47 milioni

Messaggioda pianogrande il 30/09/2009, 0:50

Una delle parti più qualificanti del progetto - l'istituzione di un sistema di assicurazione pubblica
accanto a quella privata, è stata respinta dalla commissione Finanze. E i consensi sono in calo
Per la riforma sanitaria di Obama
battuta d'arresto in Senato

Per la riforma sanitaria di Obama battuta d'arresto in Senato

Barack Obama
WASHINGTON - Battuta d'arresto per il progetto di riforma sanitaria voluta da Barack Obama. La commissione Finanze del Senato ha bocciato l'opzione del sistema di assicurazione pubblica, voluta dal presidente. Si tratta di uno degli elementi cui Obama teneva di più e che i repubblicani e i democratici moderati (i cosiddetti "blue dogs") osteggiavano maggiormente. Il presidente intendeva affiancarlo all'attuale sistema, basato solo sulle assicurazioni private, e che lascia scoperto 46,3 milioni di americani.

E intanto anche l'opinione pubblica, anche sotto l'effetto della martellante campagna degli oppositori, sembra approvare meno la riforma sanitaria. Secondo l'ultimo sondaggio Rasmussen, il 41% degli intervistati ha espresso un giudizio favorevole sulla riforma dell'"health care", due punti in meno rispetto a una settimana fa, il livello più basso mai registrato dalla sua presentazione. Sale invece la percentuale di chi ha un giudizio negativo: 56%.

Nei giorni scorsi, proprio per difendere il suo progetto sulla salute, il presidente aveva compiuto un vero e proprio blitz sulle principali emittenti statunitensi. Diventando così il primo inquilino della Casa Bianca ad apparire contemporaneamente in cinque programmi della domenica: ha concesso infatti interviste ad Abc, Cbs, Nbc, Cnn e al network ispanico Univision. Impegni seguiti, a breve distanza, dall'apparizione allo show di David Letterman.

(29 settembre 2009) Tutti gli articoli di esteri

Da Repubblica

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Non tutte le ciambelle riescono col buco.
Quì però, non si salva neanche la ciambella.
Speriamo che non rimanga solo il buco.
Mi sembrerebbe un caso di " dittatura della maggioranza" che, evidentemente, non vuole spendere per questa minoranza debole e non tutelata.
E' una sconfitta per lo stato sociale.
Mi viene quasi da parlare di "selezione naturale" delle varie componenti della popolazione..
Fotti il sistema. Studia.
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Re: Assistenza sanitaria per 47 milioni

Messaggioda franz il 30/09/2009, 7:26

pianogrande ha scritto:Non tutte le ciambelle riescono col buco.
Quì però, non si salva neanche la ciambella.
Speriamo che non rimanga solo il buco.
Mi sembrerebbe un caso di " dittatura della maggioranza" che, evidentemente, non vuole spendere per questa minoranza debole e non tutelata.
E' una sconfitta per lo stato sociale.
Mi viene quasi da parlare di "selezione naturale" delle varie componenti della popolazione..

Si possono fare buchi nella ciambella in vari modi.
Trapani, fucili ... :-), dita, formine particolari.
Ritengo che Obama stia cercando di ottenere il suo risultato in un modo difficilmente accettabile per la popolazione americana. Penso tuttavia che potrebbe trovare altri sistemi, graduali, per dare a tutti l'assistenza sanitaria senza creare l'assistenza di stato. Lui stesso è convinto che medicare e medicaid, i due programmi pubblici siano troppo inefficaci e pieni di sprechi e vorrebbe chiuderli. Questo non lo aiuta nella popolarità perchè quei due programmi, male che vada, aiutano comunque già 17 milioni di americani.
Il dilemma è questo: sanità assicurativa privata facoltativa + aiuti diretti di stato (come ora in USA) oppure sanità assicurativa obbligatoria + sussidio dello stato a chi non puo' pagare il premio (scelta di gran parte dei paesi europei, tra cui Germania e Francia)?
Ciao,
Franz


La sanità negli Stati Uniti: Medicare e Medicaid

La spesa per la sanità negli Stati Uniti è molto alta, più del 15% del PIL: il 60% è spesa privata, per tre quarti garantita da soggetti terzi (assicurazioni e fondi di investimento) e per un quarto direttamente dai cittadini. Il restante 40%, pubblico, per due terzi grava sul bilancio federale e per un terzo su stati e contee.

Tuttavia svariati milioni di americani non sono coperti da un'assicurazione sanitaria. Anche se si tratta per lo più di giovani che si affidano alle famiglie per le spese mediche, ci sono anche molti poveri. La sanità resta un problema per il governo, dato che i costi aumentano ogni anno sempre più. Il governo federale ha creato due strutture per garantire a quanta più popolazione possibile l'accesso alle cure mediche: Medicaid, l'organizzazione che offre cure ai poveri e Medicare, l'organizzazione che offre cure agli anziani. Entrambe le strutture sono diventate nel tempo sempre più costose. Mentre la maggior parte degli americani riesce ad ottenere in qualche modo le cure sanitarie, per la classe media, che guadagna poco ma non è così povera da usufruire di Medicaid, le costose cure sanitarie possono essere un grave problema economico.

Negli Stati Uniti si usa un sistema chiamato "Health and Maintenance Organizations" (HMO), o Cure Mediche Organizzate, che è molto cresciuto negli ultimi anni. Gli individui pagano una cifra fissa annuale e poi una tassa proporzionale alla cura per ogni visita a cui si sottopongono. Il sistema è basato sull'etica professionale. È il medico di famiglia a decidere se è necessaria o no una visita specialistica.

Quando poi si è ipotizzato di creare un sistema sanitario simile a quello dell'europeo, i costi preventivati sono stati così alti che il progetto è fallito ancora prima di essere attuato. Ciò non toglie che negli ultimi anni tutti i Presidenti hanno aumentato i fondi per la sanità: George Bush, ad esempio, ha aumentato l'estensione dei rimborsi Medicare.

Medicare e Medicaid

Medicare e Medicaid sono organizzazioni create dal governo per aiutare chi non è coperto da un'assicurazione sanitaria. Si stima siano almeno 17 milioni gli americani che usufruiscono di questi programmi.

Medicaid è un programma pensato per le persone che non possono permettersi un'assicurazione medica privata. Per essere ammessi nel programma Medicaid occorre rientrare in particolari categorie di reddito, età, situazione familiare o avere elevate spese mediche. Medicaid copre alcune spese dentistiche, radiografie, trattamenti in cliniche psichiatriche, esami e controlli per persone al di sotto dei 21 anni, il trasporto di un paziente alle visite, anche in ambulanza, e poi medicine, attrezzature di vario genere (come le sedie a rotelle) e altro ancora. Medicaid non assicura però trattamenti a tutte le persone povere (eccetto le cure d'emergenza). Gruppi eterogenei di persone sono coperti da Medicaid: i requisiti per l'accesso dipendono dal reddito (incluse anche gli immobili e i conti bancari), dall'età, da eventuali invalidità (paralisi, cecità). E' considerato anche se si è immigrati con regolare permesso.

Dal momento che Medicaid è un programma amministrato dai singoli stati, e non dal governo federale, ogni stato stabilisce i criteri di reddito per accedere al servizio d'assistenza.

Medicaid è disponibile solo in base a precise fasce di reddito, stabilite da leggi statali e federali; non rimborsa le spese direttamente al paziente, bensì al fornitore della prestazione medica. Secondo le leggi statali in vigore, il paziente può comunque essere costretto a pagare parte delle spese per alcuni servizi medici. Un occhio di riguardo è dedicato ai bambini, che possono avere diritto alla copertura di Medicaid anche se i genitori non rientrano nei requisiti.

Medicare fu creato da Lyndon Johnson nel 1965 per garantire la copertura federale per le spese mediche degli anziani, dai 65 anni in su, ma non sono escluse persone sotto i 65 anni che soffrono di particolari disturbi e malattie (ad esempio chi deve essere sottoposto a dialisi per problemi renali). In genere molte persone con disturbi cronici che sono costrette a frequenti ricoveri possono usufruire di Medicare. Medicare è composto da due parti: una è l'Assicurazione Ospedaliera, che copre le spese di degenza negli ospedali o negli ospizi (la copertura è vincolata alle fasce di reddito del paziente); l'altra è l'Assicurazione Medica, che copre le spese per altri trattamenti medici, come le cure a domicilio, e per alcuni farmaci; la maggior parte degli utenti di questa assicurazione paga una percentuale mensile fissa.

http://www.americanpizzaparty.com/zone/ ... icaid.html

Fonti dirette:
http://www.medicare.gov/
http://www.cms.hhs.gov/home/medicare.asp
http://www.health.state.ny.us/health_care/medicaid/
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Re: Assistenza sanitaria per 47 milioni

Messaggioda pianogrande il 30/09/2009, 19:03

Grazie Franz.
Per me, il punto dolente rimane quel "sempre più costoso".
Manca l'azione calmieratrice di un servizio pubblico che abbia scopi sociali e non di profitto.
Se soltanto si desse assistenza sanitaria senza scopo di lucro, credo che i costi crollerebbero.
Certo, il servizio pubblico può essere senza scopo di lucro solo in teoria, il lucro andando non allo stato ma ad operatori disonesti.
Siccome, però, il servizio privato è a scopo di lucro per definizione; in un commercio dove la domanda non è una libera scelta una certa azione diretta va praticata da parte dello stato.
Lo stato, cioè, non deve limitarsi a pagare i privati subendo passivamente i costi ma deve mettere le mani in pasta contrapponendo al servizio privato un servizio pubblico.
Questo può non valere per l'acquisto di indumenti firmati ma per un servizio essenziale perché vitale ........
Fotti il sistema. Studia.
pianogrande
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