pierodm ha scritto:A proposito, comunque, del sottoscritto, vorrei sapere come si dovrebbe considerare la tua frase: ...ma dove ci fermeremo nella degenerazione della nostra capacità di giudicare?
Un processo alle intenzioni? Un processo, anzi, allo stato mentale degl'interlocutori, o al loro livello morale - la degenerazione?
Io non credo che questo sia il senso di quello che hai detto, nonostante sia facile appigliarsi allle parole.
Credo che il significato delle tue parole sia diverso e che non ci siano le ragioni per offendersi - anche se non condivido né quello che hai detto, nè le ragioni che le hanno suggerite, ma questo è un altro discorso.
Qualche volta fare il "processo alle intenzioni", come vedi, risulta utile, specialmente se questo processo si basa sul fatto di non considerare cretine le persone con le quali si sta discutendo.
Eh no, non ci siamo proprio. Ma partiamo appunto da questa frase allora per capirci. Io posso criticare molto duramente, posso asserire che il tuo giudizio è degenerato (in realtà sono più pessimista, penso che sia un po' tutta la nostra capacità di giudicare ad essere sempre più atrofizzata – in questo senso parlavo di degenerazione, non nel senso di una malattia mentale) e posso argomentare perché (come ho fatto). Tu di fronte a ciò puoi offenderti e decidere di non rispondere, oppure puoi offenderti e rispondere comunque, oppure non offenderti per nulla. Non ho usato bon-ton, non ho rispettato le carinerie di un discorso accademico, non sono stato un'educanda. Quindi, a differenza di come inquadri tu il discorso, non c'entra NULLA la differenza tra le regole del galateo e un discorso sincero e fuori dai denti.
Per fare un altro esempio, tizio può accusare caio di essere un assassino e stupratore di giovani minorenni, cosa sicuramente molto più grave ed offensiva che non dire "sei un venduto" (perché QUESTO voleva dire Santoro, e non altro, e non è la prima volta). Caio si può offendere un bel po', specialmente se l'accusa è ingiusta, e può anche passare alle vie legali per difendersi. Tuttavia anche accusare un altro di crimini e nefandezze terribili non "rompe" le regole minime del discorso, in quanto comunque si tratta di una pretesa di asserire fatti, che possono essere argomentati e smentiti o confermati.
Viceversa, dire "da chi cerchi crediti?" è un'accusa molto meno grave e meno offensiva degli esempi di cui sopra, e tuttavia colpisce in pieno la stessa qualifica dell'altro come partecipante al discorso. In altre parole, implica che è INUTILE parlare con la persona in questione, afferma che di fatto quella persona non può partecipare al discorso perché ciò che dice è squalificato a priori dal suo essere una che vende le proprie idee in cambio di crediti (politici, suppongo). Quindi qualsiasi cosa che la tale persona dica, a prescindere dal contenuto, non vale più nulla dopo che si è "stabilito" che quella persona è una che "cerca crediti".
Se io sono accusato di essere un massacratore di bambini, mi posso difendere, se mi si accusa di non essere in grado di giudicare, posso contestare questa accusa ed anzi dimostrare che ho un giudizio molto sviluppato ed accorto, ma se mi si dice che sono un venduto, non posso più rispondere nulla a chi me lo dice, perché tanto qualunque cosa dirò sarà squalificata a priori.
Per questo l'atteggiamento di Santoro è stato ingiustificabile (è ovvio che comportarsi così da conduttore di una trasmissione in tv è anche più grave che farlo normalmente in un dialogo privato), per questo l'Annunziata (a differenza, per dire, di Berlusconi a parti invertite, ma non erano parti omologhe!) ha fatto bene ad andarsene e in realtà non avrebbe potuto fare diversamente (pensateci, se foste stati al suo posto, cosa avreste potuto fare se non andarvene?). E tutto questo, ribadisco, è completamente indipendente dal fatto che Santoro possa essere buono e giusto come madre teresa e l'Annunziata malvagia e mentitrice come lucrezia borgia.
Si discute ad rem, e non ad personam, e non si fanno i processi alle intenzioni ma soltanto ai fatti e alle parole realmente esistenti, semplicemente perché se si comincia a fare nell'altro modo, lo sbocco finale, una volta azzerate le possibilità di discorso, può essere solo la violenza (che notoriamente è muta). Certo, quello di Santoro era solo un piccolo scivolone (piccolo ma ripetuto in realtà) e certamente nulla di violento sarà mai compiuto da Santoro, ma, almeno, riconosciamo che è un errore ed evitiamo di arrivare persino a fargli i complimenti per la sua incapacità di considerare gli altri come interlocutori (ma allora, perché l'aveva invitata??).