guidoparietti ha scritto:Lo interpreto perché, evidentemente almeno dal mio punto di vista, qualcosa da interpretare c'è. Ad esempio quando prima dici che israele ha diritto ad esistere ma poi dopo fai notare come sia nato in base ad una risoluzione dell'Onu cui erano contrari i diretti interessati, e prosegui il discorso come tutti possono leggere, e questo fa sorgere qualche dubbio.Se affermiamo che Israele deve esistere, possiamo al contempo considerare che anche le ragioni degli altri non possano essere ignorate? Che 600.000 ebrei (in quel tempo... e solo perché nei 50 anni precedenti la Gran Bretagna aveva straordinariamente favorito l'insediamento di coloni provenienti dall'europa) finirono per contare di più di 1.200.000 arabi è un dato di fatto, visto che per lo stato ebraico venne previsto quasi il 60% del territorio, è una realtà della quale dobbiamo farci carico assieme alle questioni di diritto all'esistenza di Israele o no?
Senza meno, quindi da un lato possiamo discutere il diritto ad esistenza di Israele – e quello che io dico è appunto di metterlo in discussione, invece di liquidarlo sempre con un "SI, ma..." che in realtà cela contrapposizioni di principio – e d'altro lato dobbiamo dire che anche i palestinesi hanno i loro diritti, tra cui c'è quello di autodeterminarsi in uno stato (si spera democratico). Ma questo diritto dei palestinesi non è negato né da me né da Israele, è questo il punto. Nel 1948 la linea che oggi sembra una soluzione lontana, due popoli due stati, sarebbe stata praticabilissima se non fosse che i palestinesi non hanno pensato affatto a fare uno stato e che tutti gli stati arabi vicini invece di aiutare i palestinesi hanno attaccato militarmente israele. E copioni simili si sono ripetuti nei decenni fino ad oggi, quando Israele non nega affatto il diritto dei palestinesi di avere un loro stato, tanto che un governo (di centrodestra peraltro) è arrivato, sono solo pochi anni ma tutti lo dimenticano, a far evacuare i coloni dalle zone, teoricamente palestinesi, in cui erano stati insediati dopo la guerra del '67 (guerra ancora una volta non iniziata da Israele) pagando un prezzo politico non indifferente (la scissione di fatto del suo partito di riferimento).
nessun ma, semplicemente che un sì non può significare metter la testa sotto la sabbia come gli struzzi o fare come quei bambini che non volendo ascoltare cosa hai da dirgli si tappano le orecchie con le mani e cominciano a urlare "bla...bla... bla...". Purtroppo la semplice attuazione di un diritto non ha risolto il problema di convivenza in quel territorio... che anzi si è aggravato... potrà non piacere... e a me non piace, ma è così.
L'attuazione di quel diritto ha in se un peccato originale, quello di aver favorito la popolazione ebraica in torto a quella araba e dopo 60 anni siamo ancora punto e a capo. Se con volontà e pazienza non si prova a metterci mano, possiamo pure dire di aver ragione perché è nel nostro diritto, ma staremo sempre là.
Se risulta essere così tanto difficile per Israele abbandonare i territori occupati, tanto che chi cerca di farlo ne paga conseguenze politiche, forse l'affermazione che in Israele nessuno nega il diritto dei palestinesi ad uno Stato risulta essere un po' discutibile.
Nessuno, almeno qui mi pare, definisce i palestinesi "vocati al terrorismo", e tanto meno io. Hamas però è dichiaratamente un'organizzazione terroristica con lo scopo di distruggere israele e i "sionisti"...
almeno tanto quanto l'Haganah, il Palmach o l'Irgun che infatti operavano da un punto di vista terroristico ben prima del 1948 e con uno scopo, ovviamente, opposto all'odierna Hamas... e che costituirono l'ossatura del costituendo esercito israeliano dopo il 1948.