pianogrande ha scritto:Se l'America è una democrazia, 47 milioni di persone non mi sembrerebbero una lobby trascurabile.
Quei 47 milioni non sono una lobby perché sono in realtà soggetti con interessi troppo diversi.
Un gran numero è rappresentato da persone di alto reddito che semplicemente non vogliono assicurarsi e non essendo obbligatorio assicurarsi non lo fanno. Sono 17 milioni e mezzo gli americani che fanno parte di quei 47 ed hanno pero' un reddito annuale superiore ai 50'000 dollari. Altri 14 milioni sono coperti da medicare e medicaid o da programmi locali (statali). Quasi 10 milioni non sono cittadini americani (tra cui i clandestini che lavorano ma non si regolarizzano) e solo 5 milioni risultano essere i poveri fuori da ogni copertura. Cosi' frastagliato è chiaro che quell'insieme non è una lobby.
Tra l'altro Obama potrebbe concentrarsi per prima cosa su quei 5 milioni di poveri, come hanno fatto in Francia con CMU, progetto che assiste chi non è in grado di pagare la copertura assicurativa. CMU in Francia assiste 6 milioni di poveri, una cifra superiore ai 5 milioni di americani. Stesso concetto in germania e negli altri paesi europei caratterizzati da un sistema sanitario finanziato da assicurazioni obbligatorie. Chi non riesce a pagare la poliza (obbligatoria) viene aiutato dallo stato, ovviamente dopo accurati controlli. Intanto pero' se l'assicurazione in USA fosse obbligatoria, quei 17 milioni e mezzo di ricchi non assicurati sarebbero obbigati ad assicurarsi. Assicurandosi finanzierebbero il sistema e questo permetterebbe di avere le risorse per quei 5 milioni di poveri e 10 milioni di stranieri (clandestini o no che siano).
Il problema è che in USA una legge che "obblighi" un privato a fare quilche cosa, come assicurarsi, è fuori da ogni logica. Anche da quella di Obama, il quale quindi è costretto ad arrampicarsi sui vetri cercando miliardi da far girare dal fisco alla sanità. Anche rinunciando a qualche discutibile spesa militare. Mi pare un segno tipico di certe amministrazioni americane, quando si concentrano sui problemi interni lasciano perdere quelli esterni (e viceversa).
Ciao,
Franz