SIRIA
Attentato contro la sede della Sicurezza
morto il ministro della Difesa e il suo viceDurante un incontro tra ministri, un kamikaze si è fatto esplodere provocando la morte del generale Dawoud Rajhavari, del cognato di Assad e del generale Turkmani. Tra i feriti anche il titolare degli Interni. A Damasco è il quarto giorno consecutivo di scontri tra lealisti e ribelliDAMASCO - Attacco al cuore della Siria. Questa mattina un kamikaze si è fatto esplodere contro il palazzo della Sicurezza nazionale a Damasco, uccidendo il ministro della Difesa, il generale Dawoud Rajha, il suo vice Assef Shawkat, cognato del presidente siriano Bashar al-Assad, e il generale Hassan Turkmani, capo della 'cellula di crisi' che coordina le azioni contro i ribelli. Secondo la televisione panaraba Al Jazira, una seconda esplosione è avvenuta contro l'edificio che ospita il comando della Quarta divisione dell'esercito.
L'attentato suicida alla Sicurezza nazionale, sede di uno dei rami dell'intelligence nel blindatissimo quartiere Rawda della capitale, è avvenuto mentre era in corso un incontro tra ministri e responsabili della sicurezza. Molti i feriti, alcuni gravi, che sono stati portati all'ospedale Shami, ora circondato dai militari della Guardia repubblicana. Tra di loro anche il capo dei servizi segreti, Hisham Bekhtyar, e il ministro dell'interno, Mohammad Ibrahim Al-Shaar. La tv di Hezbollah e al Jazira lo danno per morto, ma l'emittente di regime assicura che il ministro dell'Interno è vivo e in condizioni stabili.
L'attacco è stato riventicato dal Libero Esercito Siriano, la milizia dei ribelli anti-Assad. Il comando dell'Els ha annunciatoil successo dell'operazione di questa mattina "che ha preso di mira la sede della Sicurezza nazionale a Damasco e ucciso diverse colonne della banda di Assad che sono responsabili di barbari massacri". "Questo è il vulcano di cui abbiamo parlato, abbiamo appena iniziato", ha avvertito il portavoce Qassim Saadedine. "Il Vulcano di Damasco e il terremoto della Siria" è il nome dell'operazione lanciata lunedì dai ribelli contro le forze del presidente. Anche Liwa al-Islam, un gruppo islamista di opposizione al regime, ha rivendicato su Facebook la responsabilità del gesto.
Immediata la reazione delle forze armate siriane. In un comunicato letto alla televisione di Stato hanno detto che rimangono "più determinate che mai ad affrontare tutte le forme di terrorismo e a tagliare le mani di chi mette in pericolo la Siria. Chiunque pensi che colpendo i comandanti può piegare il Paese, si illude". E aggiuge: "L'attentato odierno è opera di mani prese in prestito da stranieri".
Secondo l'Osservatorio nazionale per i diritti umani in Siria, "tutti i membri dell'unità di crisi", che dirige le operazioni contro i ribelli, "sono morti o sono rimasti gravemente feriti". Rajha, 65 anni, apparteneva alla piccola comunità cristiana siriana. Era vice capo di stato maggiore dell'Esercito e vice presidente del Consiglio dei Ministri, e già lo scorso maggio sarebbe sfuggito a un primo tentato omicidio da avvelenamento. La tv di Stato ha annunciato che il governo siriano ha nominato il generale Fahd al-Furayj come suo successore.
Ancora poco chiara la dinamica dell'attentato. Si parla di una bomba piazzata all'interno del palazzo, ma l'ipotesi più accreditata resta quella di un kamikaze. L'attentatore, come riferisce Bassam al-Dada, consigliere politico del Libero Esercito Siriano, indossava una cintura esplosiva ed era un 'insospettabile'. Faceva parte infatti del ristretto numero di guardie del corpo che si occupavano della protezione degli alti gerarchi di regime, Assad compreso. Questa versione versione è stata anche confermata da fonti riservate delle forze di sicurezza siriane.
"È in corso una battaglia decisiva in Siria", ha dichiarato il ministro degli Esteri russo, Serghei Lavrov. Parlando con i giornalisti, il capo della diplomazia del Cremlino ha bocciato la nuova bozza di risoluzione Onu messa a punto dai Paesi occidentali, che andrà in votazione oggi stesso al Consiglio di Sicurezza. "Adottare quella risoluzione - ha affermato Lavrov - significherebbe appoggiare apertamente un movimento rivoluzionario. E, se stiamo parlando di una rivoluzione allora le Nazioni Unite non vi hanno proprio nulla a che fare".
Dalla Germania invece, la cancelliera Angela Merkel si appella "ai membri del Consiglio di sicurezza Onu affinchè approvino una nuova risoluzione". E oltre all'Europa, la crisi siriana preoccupa anche gli Stati Uniti. "C'è bisogno di aumentare la pressione su Assad", ha dichiarato il segretario alla Difesa Leon Panetta. Intanto, secondo una fonte del palazzo di Vetro, è possibile che, pur di trovare un accordo su un testo comune, il voto della bozza di risoluzione degli occidentali al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite previsto per stasera possa slittare a domani.
Per il quarto giorno consecutivo Damasco è teatro di duri scontri tra l'esercito leale al presidente Assad e i ribelli. Nel distretto di Dummar, una caserma dell'esercito, a poche centinaia di metri dal 'Palazzo del popolo', è finita sotto il fuoco dell'opposizione, notizia poi smentita dal ministero dell'Informazione. Il quartiere settentrionale di Qaboon è stato bombardato nella notte e stretto d'assedio di nuovo nelle prime ore del mattino. I carri armati e l'artiglieria contraerea del regime hanno preso posizione a Barzeh e nel quartiere centrale di Midan. Altri scontri sono stati registrati nei quartieri meridionali di Asali e Qadam, Hajar al-Aswad e Tadamun, aree a maggioranza sunnita dove vivono anche rifugiati palestinesi.
(18 luglio 2012)
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