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riflessioni a mente fredda

Discussioni su quanto avviene su questo piccolo-grande pianeta. Temi della guerra e della pace, dell'ambiente e dell'economia globale.

riflessioni a mente fredda

Messaggioda trilogy il 02/09/2011, 10:39

Quanto male ha fatto a una generazione (o anche due o tre) il consumismo?
La risposta dalle violenze di Londra
di Marco Lodoli
http://notizie.tiscali.it/opinioni/Lodo ... ondra.html

A volte la cronaca funziona come grande semplificatrice: prima si parla, si obietta, si critica, si dibatte, ci si intorcina in teorie che sulla carta dei giornali sembrano tutte buone, poi per fortuna un evento, proprio come la spada di Alessandro, taglia di netto l’intricatissimo nodo verbale. Così, per qualsiasi discussione su adolescenza e consumismo, sottocultura e desideri indotti, ignoranza violenta e accecamento da vetrine, dobbiamo gioco forza ripartire dalle sommosse e dai saccheggi londinesi. Quella è la prova provata di quanto male abbia fatto a una generazione o forse anche a due o tre l’ipnosi pubblicitaria, il veleno inoculato dalla brama attraverso lo scintillio delle merci.

Chi ha, si sazia, almeno per un poco. Chi non ha, frigge sulla graticola del desiderio, che come dicevano Leopardi e Shopenhauer è la spinta primaria di ogni creatura vivente. Il mondo occidentale ha capito questa verità ontologica e ci ha fondato sopra il suo impero. Per accettare l’insensatezza della vita, bisogna solo ardere di voglie brucianti. E l’industria campa su questa febbre, sforna prodotti di continuo, getta nelle fauci della bestia qualsiasi cosa la possa sfamare per un minuto. Ma chi non ha niente aspetta solo l’occasione buona per prendere. Ideali, utopie, sensi di giustizia, di fratellanza, di partecipazione sono solo bromuro sul desiderio, pensieri che rallentano la tigre.

Per questo sono stati sepolti in fretta, magari con un bel funerale e tanti bei discorsi. Restano le uniche cose che contano davvero: il telefonino oltre il vetro, le scarpe nuove per distanziare la miseria interiore, le maglie firmate, i televisori al plasma, gli Ipod e gli Ipad, la carne macinata per la bestia. E così i giovani inglesi, colpevoli, ma non quanto i loro padri e i loro fratelli maggiori, hanno spaccato tutto per placare l’ansia di non essere niente. La merce ti marchia, ti rallegra, ti solleva dall’anonimato, ti dà un ruolo e una credibilità nel gruppo dei disperati. Ecco cosa ha prodotto la sottocultura gettata a palate di sterco nelle periferie più cupe. Ha concimato la terra secca dell’insoddisfazione e l’ha resa grassa, verminosa, affamata: da quella terra escono i teppisti che ci spaventano, ma che sono il prodotto inevitabile di vent’anni di avidità e cinismo politico.

Chi ha trattato i ragazzi come animali, ora deve temere i loro morsi e le loro zampate. Chi ha insegnato che solo il possesso delle merci più belle rende la vita degna di essere vissuta, ora trema davanti ai saccheggi e agli incendi. “Cria cuervos y te sacaran los ojos”, dice un proverbio spagnolo: alleva i corvi e ti beccheranno gli occhi. Un notizia per concludere: in una strada devastata dai furti solo un negozio è rimasto indenne, una piccola libreria.
30 agosto 2011 :roll:
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Re: riflessioni a mente fredda

Messaggioda franz il 03/09/2011, 9:20

La parte finale evidenziata in giallo è quella da cui partire.
Le riflessioni di Lodoli lasciano il tempo che trovano, bloccate in un'immagine statica, quasi fotografica. Distorta.
L'industria "campa" producendo quello che produce perché è sorretta da milioni di lavoratori altamente qualificati, senza i quali non è possibile produrre circuiti integrati, schermi lcd, lettori laser. Questo "campare" su questo genere di produzione è il segnale di una forte crescita dell'istruzione, della formazione professionale, della scolarità di massa. Ma qualcuno come sempre rimane indietro. Non siamo, per fortuna, tutti cloni uguali. E chi rimane indietro quanto a istruzione e capacità professionali, rimane anche tagliato fuori dalla capacità di reddito che consente di aquistare certi prodotti. Non sono stati assaliti negozi di alimentari. Emblematica la liberia, intatta. Il vero cibo di cui nutrirsi sarebbe stao presente in quei libri ma l'ignorante è tale proprio perché nemmeno capisce da che parte partire per essere meno ignorante. Se c'è una riflessione da fare non è quella di mettere un consumismo (naturalmente cattivo) che crea tra i suoi mostri manipoli di disperati (a questo punto quasi giustificati e velati di eroismo romantico).

In sintesi la tesi per cui i disperati violenti sarebbero frutto (velenoso) del male fatto dal consumismo alle nuove generazioni è la classica tesi per cui uno tenta di colpevolizzare altri tranne che i veri responsabili. E allora è colpa della società, della scuola, della famiglia, della crisi di valori, del consumismo, delle multinazionali. E questo diventa un alibi per nascondere le vere responsabilità, che sono sempre individuali. C'è chi ha assaltato negozi e chi non lo ha fatto. Ognuno ha fatto le sue scelte ed è responsabile delle sue azioni. Anche quando non ha proseguito gli studi, quando ha pensato che tutto sommato studiare non serve, tanto ci sono i sussidi e si puo' sempre rubacchiare qua e là.

Leggevo che qualcuno ha detto che l'uragano Irene era un segno di dio e credo che se N.Y. fosse stata colpita duramente dall'uragano qualcuno avrebbe parlato delle recente liberalizzazione dei matrimoni gay in quella città. Francamente mi sembra che il filo conduttore di queste tesi, la posizione esistenzale di chi le afferma, sia "E' colpa nostra (o della società, della scuola, della famiglia, del consumismo) e tutto sommato ce lo siamo meritato".
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