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"Albania di nuovo in bilico sull'abisso di una nuova guerra civile? Se lo chiedono in molti a Tirana dopo la violenta manifestazione di protesta organizzata dal partito socialista di opposizione venerdì, in cui sono morte tre persone.
Ieri nella capitale albanese è tornata la calma: il sindaco e leader dei socialisti Edi Rama ha proclamato due giorni di lutto in memoria delle tre vittime, ma ha già preannunciato una nuova manifestazione.
In nottata una tv privata ha trasmesso un video che sembra provare che i colpi d'arma da fuoco che hanno freddato i manifestanti (uno dei quali sembra essere solo un passante che si ferma a osservare gli scontri con la polizia in assetto antisommossa) siano partiti dall'interno del palazzo del governo.
Il premier Sali Berisha nel corso di una conferenza stampa ieri mattina negava questa versione, affermando che la polizia non ha in dotazione proiettili del calibro di quelli che hanno ucciso i tre uomini ma solo poche ore dopo è stato smentito dalla procura generale che ha ordinato l'arresto di sei militari della Garda, il corpo speciale cui è affidata la protezione del premier, con l'accusa di aver dato l'ordine di sparare sulla folla all'interno del palazzo governativo.
Il leader socialista Rama ha affermato che «i manifestanti non rappresentavano nessun pericolo, l'unica colpa è stata quella di essere sostenitori dell'opposizione e questo è tragico». Secondo il sindaco di Tirana la sede del governo «è stata trasformata in una trincea da cui partivano gli spari».
L'appello, lanciato ieri pomeriggio dal primo ministro Sali Berisha alla popolazione perché manifesti mercoledì prossimo nella capitale «contro la violenza», accusando il capo dell'opposizione di aver voluto organizzare «un colpo di stato» rende il clima politico ancora più incandescente perché rischia di scatenare scontri di piazza tra i suoi sostenitori e quelli delle opposizioni. L'Albania aveva vissuto un copione simile alla vigilia della guerra civile scoppiata nel 1997, in seguito allo scandalo delle finanziarie piramidali che mandarono in ginocchio il paese.
Anche allora Berisha era a capo del governo e i socialisti lo accusarono di complicità con i vertici delle finanziarie truffatrici chiedendone le dimissioni. Berisha, di fatto costretto dalla comunita internazionale, si dimise solo dopo due mesi di una vera e propria guerra civile.
La situazione dell'Albania oggi è diversa da allora, ma tra popolazione serpeggia il malcontento per la crisi economica che ha bloccato il processo di sviluppo economico e per il diffuso tasso di corruzione. I socialisti di Rama non hanno mai riconosciuto il risultato delle elezioni del giugno 2009, vinte da Berisha per un pugno di voti, perché
denunciano brogli e ne chiedono la ripetizione.
Il clima politico due settimane fa è stato reso ancor più incandescente dopo la diffusione di un video che provava il coinvolgimento in un episodio di corruzione del vicepremier e ministro delle finanze Ilir Meta, che ha dovuto rassegnare le dimissioni. Ed è proprio il partito di Meta, che negli anni Novanta fu premier di un governo a guida socialista, ad assicurare la risicata maggioranza parlamentare a Sali Berisha nonostante si fosse presentato alle elezioni del 2009 con un programma di opposizione al primo ministro uscente.
Il timore di alcuni osservatori a Tirana è che Sali Berisha, al potere tranne brevi periodi da 20 anni, possa cercare di radicalizzare lo scontro con l'opposizione. Nelle prossime ore sarà decisivo l'atteggiamento delle cancellerie internazionali che condizionano molto anche la politica interna dell'Albania.
Un primo monito è giunto ieri dall'Unione europea. «La violenza e l'uso eccessivo della forza in Albania non possono trovare giustificazione ha affermato il presidente del parlamento europeo Jerzy Buzek, che ha anche stigmatizzato lo stallo politico in cui versa il paese delle aquile.
«È davvero deludente – ha continuato Buzek – il fatto che in più di un anno e mezzo non sia stato possibile risolvere la crisi politica e ciò è un ostacolo all'ingresso dell'Albania nella Ue». "Vorrei sapere dai vari Gasparri, La Russa, Storace, Cicchitto, Lupi ecc. se se la sentono di portare l'Italia a livello dell'Albania o della Tunisia.
Anche se in Albania stanno meglio di noi: là i poliziotti che hanno sparato sono stati arrestati. Qua non so.