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Pance. Invisibili?

Discussioni su quanto avviene su questo piccolo-grande pianeta. Temi della guerra e della pace, dell'ambiente e dell'economia globale.

Pance. Invisibili?

Messaggioda pierodm il 23/10/2010, 18:34

Dall'Unità.

Joe Bageant ha un viso allegro, ma quello che racconta fa tutt’altro che ridere. Scrittore americano, classe 1946, sta girando l’Italia per presentare il suo libro «La Bibbia e il fucile». E raccontare la “pancia” dell’America, quella enorme “vastita di vita” di provincia, che sfugge agli occhi “urbani” e che come dice lui “difficilmente si vede in Europa”. Gente che lavora come bestie, va a caccia, legge la Bibbia e crede nella guerra.

Dove sta quest’America, Mr Bageant?
«L’America di cui parlo nel mio libro è una realtà che voi europei vedete di rado, anzi che chiunque abbia un minimo di istruzione vede di rado. È tutta quella roba che, negli Usa, sta tra una città e l’altra. E guardi che dico di proposito “roba”: perché si tratta di un magma umano che né la popolazione urbana né i massa media intercettano. Sottopagati, obesi, aggressivi e rassegnati, che hanno compiuto un percorso di decadenza fino a ridursi in una sorta di ceto inferiore, se non infimo. Si tratta di tutta quella gente che non ha assistenza sanitaria, non ha fondi per l’istruzione, una sorta di proletariato bianco, di cui anch’io faccio parte. Le mie origini sono lì. Di questi americani ce ne sono circa 70 milioni, il loro modo di vivere sta peggiorando e nessuno se ne accorge, sono invisibili agli occhi di chi vive nelle città».

Nel suo libro parla di “libertà di ignoranza”, ci spieghi.
«Attorno agli Stati Uniti c’è molta ignoranza, lo sappiamo, ma c’è una grande ignoranza anche dentro gli Stati Uniti sugli Stati Uniti. Per chi vive in periferia, vedere il resto del Paese è enormemente difficile. Dunque, tutte le informazioni sul mondo arrivano dalla televisione, che è di pessima qualità e di proprietà di grandissimi conglomerati industriali. In questo modo il livello culturale è ridotto al minimo, e le tv sono una sorta di fabbrica di ignoranza. Guardi, io credo che l’istruzione negli Stati Uniti è la parte peggiore di tutto il quadro. Le nostre scuole sono insufficientemente finanziate. Per non parlare dei pregiudizi, la gente per esempio non vede di buon occhio l’arrivo di insegnanti da fuori che può mettere in testa strane idee ai ragazzi. In più, c’è la morsa sempre più stretta dei fondamentalisti religiosi».

Che ruolo ha la politica per questa gente, e soprattutto che ruolo ha questa gente per la politica?«Il 50% non vota, ma in un Paese dove tutto si decide con 2 punti percentuali di margine, questo “blocco umano” costituisce un serbatoio elettorale importantissimo, soprattutto per i repubblicani. Oltretutto, rappresentano l’ultimo bastione e il più duro a morire di quell’America convinta di essere ancora il più grande Paese del mondo. Questo è un brodo di coltura dove i politici possono andare a fare incetta di voto, sono persone malleabili proprio per la loro scarsa formazione, non hanno pensiero critico».

Allora tutto quello che fa Obama è inutile?
«Molti in Europa sembrano nutrire una grandissima ammirazione per Obama. Ma, vede, il lavoro del politico qual è? Convincere i ricchi che li proteggerai dai poveri in modo tale da farti finanziare, e convincere i poveri che li proteggerai dai ricchi, per farti votare. Queste però sono tutte illusioni, io per esempio non mi ero affatto illuso che questa “pancia” avrebbe votato per Obama. E guardi che il punto non era il colore della pelle. Il fatto è, che a questa gente viene insegnato a votare contro i propri interessi, e non è certo Obama che cambierà questa mentalità. Né questo atteggiamento cambierà prima che l’America abbia conosciuto un percorso di cambiamento molto profondo attraverso grandi perdite nello stile di vita che abbiamo mantenuto in questi anni. Per migliorare le cose ci vorranno almeno due generazioni».

E dov’è uno spiraglio?
«In America il monolite capitalista ha permeato ogni aspetto della nostra vita. Non sto dicendo che il mio Paese è un postaccio schifoso, semplicemente dico che è un Paese dove non c’è giustizia. E sono convinto che in un Paese dove non c’è giustizia per tutti, prima o poi non ci sarà giustizia per nessuno». Una previsione per le elezioni del Mid Term? Ride: «La mia idea dell’inferno è proprio quella di fare il mestiere del sondaggista...in America nessuno può prevedere l’esito delle elezioni, perché le cose importanti succedono due settimane prima del voto».
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Re: Pance. Invisibili?

Messaggioda trilogy il 24/10/2010, 21:35

Il populismo che premia i ricchi

da: http://stille.blogautore.repubblica.it/?ref=HREC2-5

Come spiegare il forte vantaggio dei repubblicani e il sorprendente successo dei candidati benedetti dal cosiddetto Tea Party nei sondaggi poco prima del voto per un nuovo Congresso americano in meno di due settimane?

In parte, è comprensibile. Come ho indicato in un post precedente, l’indice più valido per prevedere chi vincerà le elezioni è l’andamento dell’economia nei dodici mesi precedenti le elezioni. Obiettivamente, nonostante l’economia americana si sia stabilizzata rispetto a quando Barack Obama è diventato presidente (gennaio del 2009), la disoccupazione è al 9,6% e la crescita non si sta riprendendo come l’amministrazione aveva voluto e previsto. Quindi il partito al potere sarà in qualche misura punito.

Nell’elettorato americano c’è un forte sentimento di rabbia, la sensazione che i poteri forti, in particolare le grandi banche, siano uscite dalla crisi economia con i loro grandi bonus intatti mentre a pagare il conto è l’americano medio. E anche qui gli elettori non hanno tutti i torti: Obama nel suo tentativo di stabilizzare l’economia e rassicurare i mercati ha forse ecceduto nei compromessi e nel desiderio di non provocare opposizione a Wall Street. Secondo molti economisti, la legge per riformare il mondo finanziario non ha tolto gli incentivi perversi che ci hanno portato agli eccessi del 2007 e alla crisi successiva.

Quello che sembra molto meno comprensibile è che i politici che saranno premiati dalla rabbia populista di persone che rivendicano i diritti dei cittadini di Main Street contro i banchieri di Wall Street saranno i repubblicani, che faranno una politica economica quasi sicuramente disastrosa per l’elettore medio sfiduciato.

Vale la pena di guardare alcuni dati storici. Alla fine dell’amministrazione Bush, la disuguaglianza economica negli Stati Uniti ha raggiunto livelli mai visti dal 1917, superando perfino i livelli del 1928 (anno precedente al crollo del 1929. Nel 2007, il 10% più ricco degli americani ha guadagnato 49,6% del reddito complessivo del paese e il 20% con il reddito più alto possedeva l’84% delle ricchezze del paese. Questo divario è cresciuto particolarmente durante gli anni in cui i repubblicani erano alla Casa Bianca, con la notevole eccezione degli otto anni del presidente democratico Bill Clinton.

Negli anni Ottanta, l’era di Ronald Reagan, presidente che ha attratto molti elettori tradizionalmente democratici, in particolare maschi bianchi della classe operaia, il reddito medio del maschio bianco senza laurea è sceso del 16%.
Paradossalmente, in un’analisi del periodo dal 1948 al 2007, con i repubblicani alla Casa Bianca per 34 anni e i democratici per 26, il tasso di crescita dell’economia è stato in genere molto più basso sotto i repubblicani che sotto i democratici: per la precisione, l’1,64% sotto i presidenti repubblicani contro il 2,78% sotto i presidenti democratici. Un’analisi condotta dal Professor Larry Bartels della Princeton University ha dimostrato che i ceti bassi e medi hanno beneficiato molto di più sotto presidenti democratici, e leggermente di più rispetto alle categorie più ricche. Nonostante ciò, le categorie più ricche hanno beneficiato di più in termini assoluti sotto amministrazioni democratiche, perché il tasso di crescita complessivo era più alto, e quindi andavano meglio sia i poveri che i ricchi. Quindi la premessa principale del partito repubblicano (saper gestire meglio l’economia) non regge ad un analisi seria dei dati storici.

Quello che invece è verissimo è che – nel breve termine – le categorie più ricche avranno un enorme taglio delle tasse se i repubblicani avranno le capacità di imporlo. Infatti i repubblicani insistono con tutte le loro forze per estendere il taglio al 2% più ricco del paese. Vale a dire famiglie che guadagnano oltre $250,000 all’anno: 40-50,000 dollari per famiglia, dunque. Notate che il mondo finanziario, nonostante i controlli abbastanza blandi imposti dall’amministrazione Obama, ha finanziato molto di più i repubblicani che i democratici. Il mondo finanziario ha ricambiato la generosità di Obama finanziando candidati repubblicani che hanno cercato di bloccare anche le misure relativamente tiepide della legislazione attuale.

Eppure, molti elettori del Tea Party sono convinti di fare una battaglia contro i poteri forti dei grandi centri finanziari in nome degli “uomini piccoli e dimenticati”. Uno studio recente dimostra che gli americani sono male informati sul livello di disuguaglianza economia del loro paese. Quando gli e’ stato chiesto che percentuale della ricchezza nazionale possedeva il 20% più ricco, hanno risposto il 59%, quando il dato reale è l’ 84%. Quando gli è stato chiesto quale sarebbe secondo loro una proporzione più giusta hanno risposto il 32%, che metterebbe gli Stati Uniti nella posizione della Svezia. Eppure si grida contro il cosiddetto socialismo di Obama che consiste in realtà in misure molto tiepide per ristabilire alcuni elementi di equità.
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Re: Pance. Invisibili?

Messaggioda pierodm il 25/10/2010, 0:28

Grazie Trilogy.
Avevo letto e apprezzato l'articolo di Stille, ma non l'ho postato perché non volevo infierire.

Ma devo fare una precisazione.
Se avessi voluto dare al mio post il significato di un "tema caldo dal mondo", lo avrei inserito nell'apposito settore.
Come sarebbe stato possibile evincere - volendo - dal titolo che ho dato, la mia intenzione era quella di invitare ad una riflessione su questi temi riferiti alla nostra realtà. Tema caldo per l'Italia, diciamo così.
Quindi, ritengo questo spostamento, per l'ennesima volta, non solo arbitrario, ma sbagliato, per pedanteria.
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Re: Pance. Invisibili?

Messaggioda trilogy il 25/10/2010, 13:44

Finestra sull'America
25/10/2010 - INTERVISTA
da: http://www.lastampa.it

"L'America deve rassegnarsi Non sarà più quella di prima"
Il cardinale di Chicago:il governo deve ridare alla gente le certezze basilari

MAURIZIO MOLINARI
INVIATO A CHICAGO

«Questa campagna elettorale mette in luce la crisi che l’America attraversa». Francis George, cardinale di Chicago e presidente della Conferenza episcopale americana, parla seduto nella sala della residenza adornata da ritratti di Pontefici e tiene subito a sottolineare che «la Chiesa non si riconosce in nessuno dei due maggiori partiti del voto di Midterm».

Quali sono le caratteristiche della crisi americana?
«Ciò che la distingue è il fatto che un numero molto alto di cittadini sente di non avere ciò di cui ha bisogno. Penso anzitutto ai senzalavoro ed a chi ha avuto la casa pignorata. Si tratta di milioni di persone, e famiglie, a cui mancano le sicurezze basilari. Molti avevano sperato nel 2008 in una svolta che non c’è stata ed oggi imputano al governo questa carenza di sicurezza, anche perché le iniziative delle autorità federali e locali non hanno portato sollievo».

Ritiene che anche il movimento conservatore del Tea Party sia un volto della crisi?
«Sì, ma per ragioni diverse. Chi vi aderisce infatti lamenta la carenza di un altro aspetto della vita a cui gli americani tengono molto: la libertà individuale. I seguaci del Tea Party si richiamano alla Costituzione perché chiedono all’America di ritrovare la sua missione originaria che era la tutela delle libertà individuali. A loro avviso queste libertà, garantite dalla Costituzione, oggi sono vittima dell’ingerenza del potere federale. Sono persone, famiglie, che si sentono aggredite dal governo».

Come spiega il fatto che il Tea Party mantiene un profilo basso sui temi inerenti alla fede, dall’aborto alla ricerca sulle cellule staminali?
«Questo è vero solo in parte, perché al rally di Washington dove c’erano Glen Beck e Sarah Palin la fede è stata protagonista. Ma più in generale a mio avviso la fede del movimento del Tea Party è racchiusa nel messaggio sul rilancio dell’importanza della Costituzione perché nella originale missione americana la fede è un tassello fondamentale».

Come giudica la risposta arrivata dall’amministrazione Obama a quest’ondata di malessere che attraversa l’America?
«Le politiche scelte finora avevano intenzione di risolvere molti dei problemi esistenti ma non hanno dato purtroppo i risultati che molti americani auspicavano».

Durante questa campagna elettorale la Chiesa cattolica con chi sta?
«Nessuno dei due maggiori partiti si riconosce negli insegnamenti della Chiesa. Dunque non ne appoggiamo alcuno. Saranno di conseguenza i singoli elettori cattolici, le comunità di fedeli sul territorio, che giudicheranno i candidati locali sulla base dei valori della Chiesa, e si comporteranno nelle urne di conseguenza».

Cosa si aspetta dal nuovo Congresso che sarà eletto dagli americani tra pochi giorni?
«Dovrà agire in fretta per risollevare l’economia. E’ la prima esigenza, in assoluto. Sullo sfondo c’è però anche un’altra necessità, di più ampio respinto, ovvero parlare con chiarezza agli americani sui cambiamenti in atto nel mondo e soprattutto nell’economia globale. L’America resta la nazione più importante del Pianeta, e credo lo rimarrà per il prevedibile futuro, ma non siamo più soli come una volta, come quando dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale vennero create a Bretton Woods le attuali istituzioni finanziarie internazionali. Vi sono altri Paesi, nuove potenze economiche, che hanno voce in capitolo su quanto avviene nel mondo, e di conseguenza sulla nostra economia. Finora il Congresso di Washington non lo ha detto ai cittadini con sufficiente chiarezza».

E’ passato oltre un anno dal discorso di Barack Obama alla Notre Dame University sull’aborto, quando disse che tutte le opinioni erano legittime ma dovevano riconoscersi a vicenda. Come giudica i risultati ottenuti dal presidente su questo terreno, è aumentata la possibilità di intesa sull’aborto fra credenti e non?
«Ciò che ci divide dal presidente Obama è che lui considera la fede un fatto privato, individuale, negandone l’aspetto pubblico. Questa differenza è rimasta anche dopo quanto ha detto alla Notre Dame University».

In che maniera l’arcidiocesi di Chicago si confronta con la povertà che sta aumentando in molti quartieri della città?
«Abbiamo diversi programmi. Aiutiamo a trovare lavoro chi non ce l’ha, parliamo spesso con le banche che pignorano le case e soprattutto ascoltiamo chi soffre. Non sempre riusciamo a garantire sostegni concreti ma chi è in difficoltà, fino al punto da non avere un tetto o del cibo, trova in noi persone pronte ad ascoltare. Ed è qualcosa che conta perché chi perde il lavoro o la casa è come se avesse avuto un lutto in famiglia. Il problema maggiore tuttavia non è costituito dai poverissimi bensì dalle famiglie del ceto medio che conducevano una vita normale ed ora non hanno più nulla. Sono loro che stanno pagando i prezzi più alti. Ed è anzitutto di loro si dovranno occuparsi i vincitori delle elezioni di Midterm».
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Re: Pance. Invisibili?

Messaggioda franz il 25/10/2010, 20:06

trilogy ha scritto:"L'America deve rassegnarsi Non sarà più quella di prima"

Il tema è caldo non solo per l'america ma anche per l'europa e buona parte del mondo.
[b]Tutti devono rassegnarsi al fatto che la realtà non sarà piu' quella di prima.
Compresa l'Italia, che non è l'ombelico del mondo.
In fondo questo è il risultato di un drastico riequilibrio di risorse, avvenuto con la caduta del muro.
Egoisticamente era meglio se il comunismo fosse rimasto, in URSS, in Cina, nella cortina di ferro, nei paesi orientali piu' o meno legati al patto di varsavia. Ma quelli si sono liberati del fardello, hanno tolto il freno a mano e sono partiti in quarta.
L'america non sarà piu' quella di prima, la svezia, l'Italia, l'europa, il brasile, il messico ...
Andiamo a vedere altre pance, invisibili (ancora piu' invisibili) in India, Cina, Brasile, Russia, Messico, Indonesia.

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Re: Pance. Invisibili?

Messaggioda trilogy il 29/10/2010, 11:09

Una guida alle elezioni di mid-term negli USA

link: http://www.iai.it/pdf/DocIAI/iai1022.pdf
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Re: Pance. Invisibili?

Messaggioda franz il 30/10/2010, 14:55

trilogy ha scritto:Una guida alle elezioni di mid-term negli USA

link: http://www.iai.it/pdf/DocIAI/iai1022.pdf


Grazie. Molto ben fatta.

MID TERM
Usa, sul voto l'ombra di al Qaeda
ma la paura non porta voti a Obama

Una nuova emergenza arriva a movimentare gli ultimi tre giorni di campagna elettorale: la tensione è alle stelle e la destra estrema aizza la base che pensa il presidente vicino all'Islam. Dai sondaggi sicuro il ribaltone alla Camera, incerto il Senato dal nostro corrispondente FEDERICO RAMPINI

NEW YORK - Allarme terrorismo: è spuntata anche questa nuova emergenza a movimentare le ultime ore della campagna elettorale americana. Proprio nella città di Barack Obama, a Chicago, dove il presidente oggi è impegnato in uno degli ultimi comizi, Al Qaeda aveva tentato di "spedire" per corriere espresso Ups due pacchi all'esplosivo. Attentati sventati grazie all'aiuto dei servizi segreti sauditi. "Bloccati in tempo, prima che arrivassero negli Stati Uniti", ha potuto garantire ieri il presidente parlando alla nazione. Ma la caccia ad altri "corrieri della morte" continua, in un clima di tensione alle stelle. E a differenza di quel che accadeva sotto George W. Bush, la paura del terrorismo non "porta voti" al presidente in carica. Anzi, semmai aizza quella base del Tea Party convinta che Obama se la intenda col nemico: per molti elettori della destra lui stesso è più vicino al mondo islamico che all'America profonda.

Martedì si vota, e fino all'ultimo i sondaggi esprimono una quasi-certezza e un dubbio. Sicura è l'avanzata dei repubblicani, quasi scontato il fatto che conquisteranno la maggioranza alla Camera dove Nancy Pelosi dovrà quindi lasciare la presidenza al suo avversario John Boehner, deputato di destra dell'Ohio. Basta che il partito Repubblicano superi la fatidica soglia di 39 seggi aggiuntivi, e il suo primato alla Camera sarà cosa fatta. Incerto fino all'ultimo invece resterà il Senato: mentre la Camera si rinnova integralmente, lì sono in palio solo 37 seggi su 100 ed è più difficile un ribaltamento di maggioranza. Non impossibile però: lo testimonia il fatto che perfino il leader democratico del Senato, Harry Reid, deve combattere fino all'ultimo voto per riconfermare il suo seggio nel Nevada. Se ai repubblicani dovesse riuscire il clamoroso "en plein" nei due rami del Congresso, la sconfitta democratica assumerebbe proporzioni drammatiche, una vera e propria débacle.

Tutti gli sforzi di Obama in questi ultimi giorni puntano a limitare i danni. Ha fatto il giro degli Stati in bilico, si è speso con tutte le sue energie. Oggi gli darà una mano, forse, la manifestazione organizzata a Washington da Jon Stewart, l'animatore del Daily Show su Comedy Central. Era nata come una parodia, col titolo "Restaurare la Salute mentale dell'America": una beffarda ironia contro i toni apocalittici e isterici del Tea Party. Ha preso piede, soprattutto tra i giovani che dominano l'audience televisiva di Stewart. E i giovani sono una delle constituency decisive per Obama: lo trascinarono alla Casa Bianca due anni fa. Oggi fanno parte delle categorie disilluse, come le minoranze etniche, e molti di loro rischiano di disertare le urne martedì. Lo sforzo finale dei democratici punta a ridurre l'assenteismo rianimando, se non le speranze del 2008, almeno la paura di una destra bigotta e razzista, fondamentalista e intollerante.

Qualche timido segnale di ripresa per i democratici c'è stato. In California, per esempio, gli ultimi sondaggi danno in risalita Barbara Boxer, la senatrice che è una beniamina della sinistra radicale, contro la ex chief executive di Hewlett-Packard Carly Fiorina. Anche per l'elezione a governatore della California, il democratico Jerry Brown sembra in vantaggio sulla straricca Meg Whitman, ex chief executive di Ebay, che ha potuto spendere di tasca propria oltre 150 milioni.

Tutta questa campagna elettorale ha polverizzato i record di spesa. In favore del Tea Party sono scesi in campo i Political Action Committee (Pac), paraventi dietro cui si nascondono le grandi imprese. I petrolieri finanziano il referendum per abrogare le leggi ambinetaliste della California. Dove si tiene anche un altro referendum- simbolo, quello sulla legalizzazione della marijuana.

Ma il vero referendum è a livello nazionale: queste elezioni di mid-term sono un verdetto sulla politica economica di Obama. Con un tasso di disoccupazione inchiodato alla soglia del 10%, la "jobless recovery" (ripresa senza posti di lavoro) è la vera nemica del presidente. Tutto il resto passa in secondo piano, compresa la guerra in Afghanistan che solo il 3% degli elettori mette tra le priorità nazionali. Dall'audacia della speranza che la fece sognare due anni fa, l'America è rapidamente sprofondata nell'incubo di un declino irreversibile. L'Obama 2 dovrà affrontare scelte difficili da qui alle presidenziali del 2012. Nel rifare la sua squadra di governo per il secondo biennio del suo mandato, il presidente sarà dilaniato tra due spinte contrapposte: da una parte tentare la via dei compromessi bipartisan con una destra anti-Stato, d'altra parte somministrare terapie più audaci e radicali per rianimare un'economia che ha perso ogni vigore.

(30 ottobre 2010) www.repubblica.it
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Re: Pance. Invisibili?

Messaggioda franz il 30/10/2010, 16:09

Ma il vero referendum è a livello nazionale: queste elezioni di mid-term sono un verdetto sulla politica economica di Obama. Con un tasso di disoccupazione inchiodato alla soglia del 10%, la "jobless recovery" (ripresa senza posti di lavoro) è la vera nemica del presidente.

Un primo problema è che Obama ha promesso molto, ha affabulato bene, ha risvegliato sogni, acceso aspettative ma i risultati in due anni sono deludenti. Il primo a saperlo ed ammetterlo è lui stesso. Ha vinto importanti battaglie, come quella sul sistema sanitario ma se l'economia va male sarà difficile finanziare quella riforma.
Per quanto riguarda quel 10 e 20% di ricchi che guadagnano il 50 e l'84% del reddito nazionale (e che proprio per questo pagano la quasi totalità delle imposte) troviamo realtà simili in molti paesi occidentali e se da un lato una certa visione di sinistra vede tutto questo come ingiustizia a cui porre rimedio inasprendo la tassazione sui ricchi, per me esistono altri modi di affrontare il problema. Modi che a mio avviso poi approdano a soluzioni diverse ed infine anche ad esiti molto piu' positivi in termini di ridistribuzione. Il fatto che il divario economico cresca ritengo sia collegato alla crescita del divario dei saperi. Quel ventre molle, la pancia sottopagata ed ignorante (che esiste anche in Italia e tanti altri paesi) rimane tale e in USA si accresce con l'immigrazione clandestina. Se sei ignorante e sottopagato e rimani ignorante, continuerai ad essere sottopagato. Contemporaneamente pero' chi ha un'istruzione e continua a migliorarla (con corsi in azienda o privatamente) potrà accrescere le sue possibilità di reddito. Naturale quindi che cresca il divario tra skilled e non skilled. Il non skilled rimane sempre a zero mentre gli altri accumulano saperi e reddito. Il problema della ridistribuzione quindi andrebbe affrontato sul piano formativo, rendendo skilled chi non lo è, dando a tutti una formazione professionale.
Occorre distribuire i saperi. Saranno poi i saperi a creare occasioni di reddito. La politica che invece pensa di ridistribuire tassando i ricchi è vecchia e controproducente. Se questo 10% piu' ricco che produce la metà del PIL ed il 20% che produce l'84% del PIL viene tassato di piu', non è affatto detto che il PIL cresca. Il PIL cresce se riusciamo a fare in modo che tutti gli altri (quell'80% che produce solo il 26% della ricchezza nazionale) producano meglio e di piu'. Questo è possibile con precise politiche educative di formazione professionale rivolte agli adulti, pancia sottopagata in primis. Tra l'altro una accresciuta formazione professionale ed una migliore cultura di base riducono i pericoli di esposizione al populismo, alla demagogia. A mio avviso se proprio Obama aveva 1000 miliardi da spendere doveva farlo nella formazione, non nella sanità.
Franz


Secondo un sondaggio del New York Times
Obama lasciato dal suo elettorato

Interi gruppi che furono determinanti nel 2008 in fuga dai democratici. Martedì voteranno per i repubblicani

dal nostro corrispondente Alessandra Farkas

NEW YORK – Fuga da Obama. A soli cinque giorni dalle elezioni congressuali di Midterm un sondaggio pubblicato giovedì dal New York Times rivela l’esodo in massa dal Partito democratico di interi gruppi dell’elettorato americano che nel 2008 furono determinanti nello spedire alla Casa Bianca il primo presidente nero della storia Usa. Donne, cattolici, elettori indipendenti e a basso reddito hanno deciso di voltare le spalle al presidente: martedì prossimo voteranno per i repubblicani, al massimo del gradimento dal lontano 2006.

DONNE - Il dato più significativo del sondaggio New York Times/Cbs riguarda le donne: se sceglieranno i repubblicani nel voto di martedì – nota il Times - sarà la prima volta che ciò avviene da quando nel 1982 si è cominciato a effettuare rilevamenti di questo tipo. Più in generale, il 46% degli elettori martedì voterà per i repubblicani contro solo il 40% per i democratici. Dall’indagine, subito rilanciata da tg e siti web americani, emerge il ritratto inquieto e contraddittorio di un Paese sull’orlo di una crisi di nervi. Anche se meno del 10% addossa la colpa della crisi all’attuale amministrazione (il resto punta il dito contro l’ex presidente Bush e Wall Street) il 57% degli elettori dichiara di essere «più incline a rischiare» puntando su un candidato «sconosciuto e privo di esperienza», mentre un quarto è addirittura pronto a sceglierne uno con «idee estremiste», non necessariamente condivise.

PROTESTA - Ma quello di martedì si profila come un voto più di protesta che propositivo, dettato da ciò che alcuni politologi hanno bollato come «l’infantilismo di un elettorato dalla capacità d’attenzione ridotta, abituato ad avere tutto subito». Nonostante l’infelicità generalizzata», sottolinea il Times, «questi elettori non sembrano infatti capaci di indicare a Obama e al futuro Congresso chiare soluzioni per uscire dal guado». Il 90% degli interpellati vuole tagliare ad esempio le spese pubbliche e il 50% chiede al governo di elargire «meno servizi». Eppure la stragrande maggioranza è fermamente contraria all’innalzamento dell’età pensionistica e al taglio delle pensioni per coprire i costi ormai astronomici della Social Security.

FIDUCIA - E se un numero crescente è contrario alla proposta obamiana di elevare le tasse a chi guadagna più di 250 mila dollari all’anno, sulla riforma sanitaria varata dal presidente i sostenitori (45%) superano i detrattori (41%). Anche il tasso di fiducia nei confronti del Congresso democratico è ai minimi storici - sotto il 15% - e quello di Obama al 43%: più o meno uguale a quello che aveva il presidente Bill Clinton prima delle elezioni di Midterm del 1994, quando irepubblicani conquistarono la maggioranza in entrambi i rami del Congresso.

28 ottobre 2010 www.corriere.it
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Re: Pance. Invisibili?

Messaggioda trilogy il 25/11/2010, 13:15

a proposito di pance....
Trilogy

L'altra faccia dell'America: richieste buoni pasto ai massimi di sempre
Proprio nel giorno in cui arrivano notizie positive dal rapporto sul lavoro, ne arrivano altre sconfortanti: mai cosi' tanti americani costretti agli aiuti federali per sfamarsi. Siamo a 42.4 milioni, +58.5% dai livelli pre-crisi.

Ecco qualcosa di cui Obama non vuole parlare e che non ha affrontato questa mattina durante il discorso di rito per commentare il risultato del rapporto mensile sul lavoro. Agli 1.1 milioni di posti creati da gennaio di cui l'amministrazione si vanta, fa da contraltare un altro numero: 42.4 milioni. Tanti sono gli americani che a causa dei bassi livelli di reddito sono stati costretti a ricorrere ai "Food Stamp", buoni pasto garantiti dal governo di cui possono usufruire le persone poco abbienti e senza un lavoro.

I dati forniti dal Dipartimento dell'Agricoltura devono far pensare e sopratutto preoccupare: l'incremento in agosto e' stato di oltre mezzo milione e il numero di domande e' salito ai massimi di tutti i tempi. Se non altro ora sappiamo dove sta andando la forza lavoro. Il numero di agosto rappresenta un rialzo del 17% dai livelli di un anno fa e del 58.5% da agosto 2007, prima che scoppiasse la recessione.
http://www.wallstreetitalia.com/article ... ge=1033557
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