Dall'Unità.
Joe Bageant ha un viso allegro, ma quello che racconta fa tutt’altro che ridere. Scrittore americano, classe 1946, sta girando l’Italia per presentare il suo libro «La Bibbia e il fucile». E raccontare la “pancia” dell’America, quella enorme “vastita di vita” di provincia, che sfugge agli occhi “urbani” e che come dice lui “difficilmente si vede in Europa”. Gente che lavora come bestie, va a caccia, legge la Bibbia e crede nella guerra.
Dove sta quest’America, Mr Bageant?
«L’America di cui parlo nel mio libro è una realtà che voi europei vedete di rado, anzi che chiunque abbia un minimo di istruzione vede di rado. È tutta quella roba che, negli Usa, sta tra una città e l’altra. E guardi che dico di proposito “roba”: perché si tratta di un magma umano che né la popolazione urbana né i massa media intercettano. Sottopagati, obesi, aggressivi e rassegnati, che hanno compiuto un percorso di decadenza fino a ridursi in una sorta di ceto inferiore, se non infimo. Si tratta di tutta quella gente che non ha assistenza sanitaria, non ha fondi per l’istruzione, una sorta di proletariato bianco, di cui anch’io faccio parte. Le mie origini sono lì. Di questi americani ce ne sono circa 70 milioni, il loro modo di vivere sta peggiorando e nessuno se ne accorge, sono invisibili agli occhi di chi vive nelle città».
Nel suo libro parla di “libertà di ignoranza”, ci spieghi.
«Attorno agli Stati Uniti c’è molta ignoranza, lo sappiamo, ma c’è una grande ignoranza anche dentro gli Stati Uniti sugli Stati Uniti. Per chi vive in periferia, vedere il resto del Paese è enormemente difficile. Dunque, tutte le informazioni sul mondo arrivano dalla televisione, che è di pessima qualità e di proprietà di grandissimi conglomerati industriali. In questo modo il livello culturale è ridotto al minimo, e le tv sono una sorta di fabbrica di ignoranza. Guardi, io credo che l’istruzione negli Stati Uniti è la parte peggiore di tutto il quadro. Le nostre scuole sono insufficientemente finanziate. Per non parlare dei pregiudizi, la gente per esempio non vede di buon occhio l’arrivo di insegnanti da fuori che può mettere in testa strane idee ai ragazzi. In più, c’è la morsa sempre più stretta dei fondamentalisti religiosi».
Che ruolo ha la politica per questa gente, e soprattutto che ruolo ha questa gente per la politica?«Il 50% non vota, ma in un Paese dove tutto si decide con 2 punti percentuali di margine, questo “blocco umano” costituisce un serbatoio elettorale importantissimo, soprattutto per i repubblicani. Oltretutto, rappresentano l’ultimo bastione e il più duro a morire di quell’America convinta di essere ancora il più grande Paese del mondo. Questo è un brodo di coltura dove i politici possono andare a fare incetta di voto, sono persone malleabili proprio per la loro scarsa formazione, non hanno pensiero critico».
Allora tutto quello che fa Obama è inutile?
«Molti in Europa sembrano nutrire una grandissima ammirazione per Obama. Ma, vede, il lavoro del politico qual è? Convincere i ricchi che li proteggerai dai poveri in modo tale da farti finanziare, e convincere i poveri che li proteggerai dai ricchi, per farti votare. Queste però sono tutte illusioni, io per esempio non mi ero affatto illuso che questa “pancia” avrebbe votato per Obama. E guardi che il punto non era il colore della pelle. Il fatto è, che a questa gente viene insegnato a votare contro i propri interessi, e non è certo Obama che cambierà questa mentalità. Né questo atteggiamento cambierà prima che l’America abbia conosciuto un percorso di cambiamento molto profondo attraverso grandi perdite nello stile di vita che abbiamo mantenuto in questi anni. Per migliorare le cose ci vorranno almeno due generazioni».
E dov’è uno spiraglio?
«In America il monolite capitalista ha permeato ogni aspetto della nostra vita. Non sto dicendo che il mio Paese è un postaccio schifoso, semplicemente dico che è un Paese dove non c’è giustizia. E sono convinto che in un Paese dove non c’è giustizia per tutti, prima o poi non ci sarà giustizia per nessuno». Una previsione per le elezioni del Mid Term? Ride: «La mia idea dell’inferno è proprio quella di fare il mestiere del sondaggista...in America nessuno può prevedere l’esito delle elezioni, perché le cose importanti succedono due settimane prima del voto».