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Immigrati, il monito della Cei

Discussioni su quanto avviene su questo piccolo-grande pianeta. Temi della guerra e della pace, dell'ambiente e dell'economia globale.

Immigrati, il monito della Cei

Messaggioda franz il 21/08/2010, 22:23

LA POLEMICA
Immigrati, il monito della Cei
"Su espulsioni vincolati a Ue"

L'attacco della fondazione Migrantes: "Illegittimi i rimpatri in atto in Francia, i cittadini europei hanno diritto di insediamento e movimento"

ROMA - ll governo italiano non può decidere di espellere in modo indiscriminato i rom nè altri cittadini comunitari. E' il monito della Cei, in risposta alle affermazioni del ministro degli Interni Roberto Maroni che, in un'intervista al Corriere della Sera, aveva ventilato la possibilità che l'Italia decida di espellere anche immigrati comunitari. Un'eventualità sulla quale arriva lo stop immediato di mons. Giancarlo Perego, direttore generale della Fondazione Migrantes della Conferenza episcopale italiana, ai microfoni di Radio Vaticana. "Il governo italiano", ha detto mons. Perego, "non può autonomamente decidere in riferimento a una politica europea che invece stabilisce sostanzialmente il diritto di insediamento e di movimento".

Illegittimi i rimpatri francesi. Un richiamo che arriva dopo le polemiche causate in Francia dai rimpatri di rom avviati dal presidente Sarkozy. Anche in questo caso la Cei è fortemente critica. "I rimpatri in atto in questi giorni dei rom dalla Francia alla Romania sono illegittimi" - afferma mons. Perego - "Occorrerebbe verificare se questi rimpatri sono legittimi e da quanto è stato detto dalla Commissione europea, sono illegittimi perchè riguardano sostanzialmente persone che hanno il diritto di movimento in Europa e d'insediamento. Questi rimpatri, vanno a toccare soprattutto una popolazione, la popolazione rom indistintamente, senza invece, valutare con attenzione quali sono i problemi".

Francia e Italia accomunate da una linea che la Cei reputa sbagliata. "La Francia -ha detto mons. Perego- purtroppo ha seguito la strada dell'Italia di un'espulsione indiscriminata dei rom. Un'espulsione che, di fatto, che cosa ha generato? Nuovi campi abusivi, ha generato ancora abbandono della popolazione rom, ha generato l'annullamento, sostanzialmente, di tutta una politica sociale che era stata fatta per la scolarizzazione dei bambini e, secondariamente, il governo italiano non può autonomamente decidere in riferimento a una politica europea che invece stabilisce sostanzialmente il diritto di insediamento e di movimento".

Politica discriminatoria. Secondo il direttore dell'organismo della Cei "L'azione che avviene contro i rom oggi, non è un'azione di politica migratoria -non dimentichiamo che anche in Italia, l'80% dei rom è italiano- ma è una politica discriminatoria nei confronti di una popolazione, che sostanzialmente, non si è riusciti a gestire attraverso canali che sono soprattutto di tipo sociale, di tipo scolastico, di accompagnamento; anche la tutela di una popolazione che ha subito fortemente la modifica di una società agricola industriale".

Altre sarebbero secondo la Conferenza episcopale italiana le strade da seguire. Come una nuova legge sulla cittadinanza. "Un percorso di cittadinanza", spiega Perego, "che premi soprattutto i bambini che nascono in Italia, o che sono gia' nati in Italia in modo che possano diventare cittadini al momento della nascita, che premi soprattutto la partecipazione al voto e in particolare amministrativo; che sia sempre più una legge che aiuti da subito l'integrazione, la partecipazione e la responsabilità comune".

(21 agosto 2010) www.repubblica.it
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