L’Italia negozia le condizioni della permanenza in Brasile di Battisti
Articolo di Politica estera, pubblicato sabato 16 gennaio 2010 in Brasile.
[Folha de São Paulo]
Il paese chiede che il timore di una “persecuzione politica” non venga usato come motivazione
Neanche il governo italiano vuole che l’annuncio dell’estradizione di Battisti cada a ridosso della visita di Berlusconi in Brasile
Il governo italiano ha inviato un messaggio al presidente Luiz Inácio Lula da Silva: sarebbe “aggressivo e inelegante” se aderisse alla decisione del Ministero della Giustizia che ha negato l’estradizione del terrorista Cesare Battisti con la motivazione che egli potrebbe essere soggetto a persecuzione politica nel proprio paese.
Secondo l’Italia, questo sarebbe considerato negativamente dal governo, dalla Giustizia e dall’opinione pubblica italiana, dove Battisti è stato condannato all’ergastolo per 4 omicidi quando militava in un’organizzazione armata di sinistra.
Stando così le cose, l’argomentazione di Lula dovrà evitare quasiasi attacco o accusa di imparzialità su tre aspetti: la legge, le istituzioni e lo Stato democratico italiani. Perciò deve concentrarsi sull’interesse del Brasile e/o su “motivi umanitari”.
I reati per i quali Battisti fu condannato risalgono agli anni 70, i cosiddetti “anni di piombo” in Italia. Fuggito dapprima in Francia, e dal 2004 in Brasile, fu arrestato nel 2007. Dopo aver ricevuto lo status di rifugiato politico dal ministro della Giustizia Tarso Genro, ha evitato l’estradizione. La Corte Suprema ha giudicato il suo caso nel novembre del 2009 optando per l’estradizione, ma infine ha affidato la decisione definitiva a Lula. Questi non vuole sottomettersi alla sentenza ma non vuole neanche avere problemi con il paese europeo.
[Articolo originale "Itália negocia condições da permanência da Battisti"]
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