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Messaggioda pierodm il 20/07/2009, 8:29

Cia, così nacquero
gli interrogatori "duri"

di VITTORIO ZUCCONI

La discesa nella valle degli orrori della Cia avvenne un passo alla volta, come sempre avviene, senza accorgersi che la fortezza della democrazia si stava trasformando nel nemico che voleva combattere. E diventava un'altra "Villa Triste" globale per sadici e aguzzini, nel nome della sicurezza nazionale.

Siamo soltanto all'inizio di questo processo, tipicamente americano, di catarsi e di autoflagellazione attraverso la verità, appena sei mesi dopo il cambio di amministrazione. Dagli armadi socchiusi della "guerra al terrore" avanza ormai una processione di scheletri destinata soltanto ad allungarsi, perché finalmente, ora che il padrone è cambiato, le coscienze si sentono libere di parlare, almeno a mezza bocca.

Sono storie di sospetti terroristi - sospetti, neppure colpevoli accertati - sottoposti al finto annegamento chiamato waterboarding fino a 83 volte in cinque giorni, come Abu Zubayda, nella speranza di strappare loro quei piani e quei nomi che avrebbero protetto l'America, secondo il mito isterico della "bomba che ticchetta" da telefilm "24", che anche giureconsulti come il professor Alan Dershowitz di Harvard giustificavano. Il Washington Post enumera cataloghi grandguignoleschi di privazione di sonno, una delle tecniche più atroci; sequestri in scatole di legno troppo piccole, costretti a restare per giorni in posizione anchilosata fino all'esplosione di dolori lancinanti alle giunture; teste ripetutamente pestate contro il muro, ma avvolte in asciugamani per non lasciare tracce. È un campionario che sembra tratto dall'ordine di servizio emesso nel 1937 dal leader della Gestapo, Heinrich Mueller, inventore della "Verschaerfte Vernhemung". L'interrogatorio inasprito, adottato dall'America di Bush.

Come già nelle fosse dell'Afghanistan, nel carcere di Abu Grahib o nella pratica di appaltare le torture dei prigioneri ad altre nazioni più ruvide, al cuore di questa tragedia dell'onore americano stanno due elementi: 1) Il panico dell'11 settembre, con la rivelazione lancinante della vulnerabilità dell'America e della inettitudine dei servizi segreti; 2) La commistione tossica fra funzionari di governo e contractors privati, di ex militari, agenti, avventurieri passati ai migliori redditi offerti da chi prendeva in appalto quello che militari e agenti in servizio non volevano o non potevano fare. Sciolti da ogni codice di comportamento, fuori dai confini nazionali e ubriachi del loro potere assoluto sulle vittime.

L'imperativo di "proteggere la nazione" sembrava giustificare tutto, nel solito commercio luciferino fra sicurezza e libertà, fra la legge e le scorciatoie. Se la guerra segreta condotta dallo spionaggio nei 50 anni di Guerra Fredda non era mai stata un tè per nobildonne, almeno qualche elementare codice di comportamento fra Usa e Urss esisteva, nella certezza che ciò che tu avessi fatto al mio agente, io avrei fatto al tuo. Ma questi parametri saltarono quella mattina dell'11 settembre, di fronte a macellai accecati dal fanatismo e indifferenti alla propria morte.

Se un personaggio come Zayn al-bidin Mohammed, Abu Zubayda, cadeva nelle mani della Cia in Pakistan, la macchina dell'interrogatorio "verschaerfte", inasprito, scattava, e le squadra miste di agenti ufficiali e di contractors si metteva in azione. Tutto era lecito, anche la tecnica di "far diventare blu" gli interrogati, tenendoli a bagno nell'acqua ghiacciata per ore, già denunciata al processo di Norimberga come crimine di guerra. A volte autorizzata, a volta improvvisata, ma sempre nella certezza che fosse stata approvata downtown, in centro, cioè dal governo di Washington.
Ci fu chi si ribellò, come sempre c'è, come lo psicologo dr. Mitchell, aguzzino poi disgustato, ex Cia passato a una delle tante società per la guerra private. Nel 2005, anche il Ministero della Giustzia a Washington, quello che sfornava ambigui documenti legali a comando per autorizzare le torture, dichiarò non più necessari gli interrogatori "inaspriti".

La ubriacatura del terrore, che non è la necessaria protezione, si stava riassorbendo, insieme con il sospetto che quelle sevizie non producessero niente e nuocessero all'anima, prima ancora che all'immagine, dell'America. Ora è naturalmente la Cia a essere chiamata a rispondere, mentre il governo Obama sta cercando di ridefinire i criteri, i limiti, le responsabilità, togliendo il monopolio alla Cia di futuri interrogatori, perché il pericolo non è passato e la speranza non è una difesa contro i folli suicidi. Ma l'apertura di quegli armadi serve almeno a ricordare, a questo e ai futuri presidenti, il rischio eterno di confermare la profezia di un famoso personaggio di fumetti americani che formarono una generazione di lettori negli anni '50 e '60, l'opossum Pogo. Che annunciò agli altri animali della foresta inquieti di "avere finalmente incontrato il nemico". E di avere scoperto "che il nemico siamo noi".
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Re: Dettagli

Messaggioda pianogrande il 21/07/2009, 23:50

Un insegnamento di certe arti marziali è che la propria preparazione non deve servire a massacrare l'avversario ma a non fargli male.
Il vero maestro è non violento e tratta l'avversario come una persona media tratterebbe un bambino di tre anni che volesse picchiarlo.
Alla fine, il combattimento sarebbe utile all'evoluzione di entrambi.
Non si pretende tanto, neanche da chi si spaccia per un paese evoluto ed esportatore di democrazia.
Prendo comunque atto che gli Stati Uniti non sono poi un paese così tanto evoluto e superiore (A chi?! Direbbe il principe De Curtis) .
"L'America" si è comportata da paese rozzo barbaro e ignorante come ce ne sono tanti.
Obama farà il miracolo?
Me lo auguro.
Fotti il sistema. Studia.
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Re: Dettagli

Messaggioda pierodm il 24/07/2009, 1:38

Caro Piano, ho postato l'articolo di Zucconi per due ragioni.

La prima, per non dimenticare che ci sono stati fra noi quelli che hanno difeso strenuamente l'interventismo americano di Bush e le sue argomentazioni, indifferenti alle obiezioni che si sono poi dimostrate fondatissime.
Si tratta di persone e di correnti di pensiero ancora ben presenti e operanti, che però sono scomparse dalla ribalta quando sono cominciate ad emergere le vergogne di quell'interventismo e di quelle argomentazioni, di quelle leggi, di quei comportamenti.

La seconda, più importante, è quella che mi ha fatto sottolineare con il testo in rosso i passaggi più significativi, con riferimento alla nostra situazione italiana.
Per capire ciò che intendo, rimando al mio ultimo post nel 3d dedicato a Beppe Grillo, nel quale ricordo la vicenda del G8 di genova e le sue antiche radici mai sanate, che testimoniano di un problema che non sembra interessare la sinistra quanto dovrebbe, e nemmeno la metà della metà.
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