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Israele: Negoziati subito

Discussioni su quanto avviene su questo piccolo-grande pianeta. Temi della guerra e della pace, dell'ambiente e dell'economia globale.

Israele: Negoziati subito

Messaggioda franz il 14/06/2009, 20:23

Il premier israeliano si dice pronto ad avviare incontri in qualsiasi momento
L'Anp critica i passaggi del suo discorso su Gerusalemme e sui profughi

Netanyahu ai palestinesi: "Negoziati subito"
Apertura sui due Stati ma a certe condizioni


TEL AVIV - Il premier israeliano Benyamin Netanyahu ha invitato i palestinesi a riprendere subito le trattative di pace, senza condizioni pregiudiziali, e si è detto pronto a incontrare i leader arabi in qualsiasi momento. In un discorso pronunciato all'università Barr-llan di Tel Aviv, il leader del Likud ha anche aperto all'idea dei due Stati ma ha posto una serie di paletti: i palestinesi devono riconoscere Israele come Stato nazionale del popolo ebraico, il futuro Stato palestinese dovrà essere demilitarizzato, il problema dei profughi dovrà essere risolto al di fuori dei confini israeliani perché "il loro ritorno è contro il principio di Israele in quanto Stato ebraico" e Gerusalemme dovrà rimanere capitale indivisibile dello Stato ebraico. Negativa la prima reazione dell'Autorità nazionale palestinese: il portavoce del presidente Abu Mazen (Mahmud Abbas) ha accusato Netanyahu di "sabotare" il processo di pace quando esclude di fatto dal negoziato lo status di Gerusalemme e il ritorno dei dei profughi palestinesi cacciati nel 1948.

Netanyahu ha assicurato che il suo governo si sente comunque vincolato agli accordi sottoscritti in passato. "Non c'è un solo israeliano che vuole la guerra", ha affermato dicendosi poi d'accordo con "l'idea della pace regionale avanzata dal presidente Barack Obama".

"Non possiamo accettare uno stato palestinese armato... un Hamastan - ha proseguito il premier israeliano - Siamo disposti ad accettare uno stato palestinese smilitarizzato, accanto ad uno stato ebraico" riconosciuto dai palestinesi. Netanyahu ha quindi spiegato che nella sua visione "ogni Stato (l'israeliano e il palestinese) avrà la sua bandiera, il proprio inno" ma "il territorio palestinese sarà senza armi, senza controllo dello spazio aereo, e non potrà fare entrare armi".

Israele si attende anche che l'Anp riporti l'ordine nella Striscia di Gaza, da tre anni sotto esclusivo controllo di Hamas: "Non siamo disposti a sedere a un tavolo con terroristi che vogliono distruggerci", ha detto il primo ministro riferendosi ad Hamas.

Alle colonie ebraiche Netanyahu ha fatto solo un breve riferimento, malgrado i ripetuti appelli giunti dagli Stati Uniti per un preciso impegno al loro congelamento. "La questione territoriale - ha detto - sarà discussa negli accordi definitivi. Fino ad allora non aggiungeremo nuovi insediamenti". Riferendosi ai coloni, ha sottolineato che essi sono "fratelli e sorelle" con i quali è necessario raggiungere una concordia nazionale. All'interno delle colonie già esistenti la vita continuerà regolarmente, ha assicurato Netanyahu, escludendo così di fatto il loro congelamento.

(14 giugno 2009)
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Re: Israele: Negoziati subito

Messaggioda franz il 15/06/2009, 7:57

LE REAZIONI
L'Anp: così silura gli sforzi di pace
Hamas: discorso razzista ed estremista

I palestinesi bocciano l'intervento di Netanyahu sulla creazione del nuovo Stato smilitarizzato

MILANO - Le chiusure da parte palestinese al discorso del premier israeliano Benjamin Netanyahu arrivano praticamente in tempo reale. Le parole del capo del governo di Gerusalemme non sono piaciute né all'Autorità nazionale palestinese, né agli oltranzisti di Hamas.

«SILURA LA PACE» - L'Anp, attraverso un portavoce del presidente Abu Mazen, ha accusato il premier israeliano Benjamin Netanyahu di «silurare» tutti gli sforzi di pace con il discorso pronunciato all'università Bar Ilan di Tel Aviv. Ancora più dura la replica di Hamas, che ha parlato di ideologia «razzista e estremista» contenuta nell'intervento del premier.


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Re: Israele: Negoziati subito

Messaggioda trilogy il 16/06/2009, 17:57

Israele vede accordo possibile con Obama su insediamenti
Mar 16 Giu - 17.08
Reuters

di Adam Entous

Il primo ministro Benjamin Netanyahu sta negoziando un accordo con Washington secondo cui Israele potrebbe in certi casi andare avanti con la costruzione degli insediamenti.

Lo hanno detto oggi funzionari israeliani e occidentali.

Parlando con l'inviato del presidente Usa Barack Obama in Medio Oriente, Netanyahu ha dichiarato che il suo governo non ha l'autorizzazione legale per bloccare le costruzioni nei casi in cui gli appalti per nuove strutture siano già stati assegnati o in cui le case in costruzione siano già state acquistate.

"Spero che nel futuro prossimo riusciremo a raggiungere un accordo che ci consenta di mettere da parte la questione degli insediamenti e di andare avanti con il processo di pace, che credo sia un argomento molto più importante", ha detto a Reuters Michael Oren, neo ambasciatore di Israele a Washington.

Messo sotto pressione da Obama, Netanyahu ha accettato pubblicamente questa settimana per la prima volta l'ipotesi sostenuta dalla comunità internazionale di uno Stato palestinese, ma ha posto una serie di condizioni respinte dai palestinesi.

Netanyahu non ha accolto l'appello di Obama per un completo congelamento degli insediamenti nella Cisgiordania occupata dagli israeliani, difendendo la necessità di dare un tetto al crescente numero di famiglie di coloni.

Il presidente palestinese Mahmoud Abbas ha chiesto il blocco di tutti i nuovi insediamenti, inclusi quelli determinati dalla "crescita naturale", come condizione per la ripresa delle negoziazioni di pace con Israele.

"Non si tratta degli appalti, né delle questioni tecniche. Ogni attività di insediamento pregiudica la soluzione a due stati", ha detto l'alto negoziatore palestinese Saeb Erekat.

In un'intervista a Gerusalemme, Oren ha detto di non poter fornire dettagli su quello che un accordo con Washington potrebbe comportare.

L'ambasciatore ha parlato di proposte "creative" presentate sia dall'amministrazione Obama che dall'amministrazione Netanyahu per ridurre le divergenze, e ha dichiarato che le possibilità di Israele di bloccare gli insediamenti sono limitate.

"Questo è un paese con delle leggi, e i cittadini dello stato di Israele hanno dei diritti garantiti da queste leggi", ha detto Oren. "Se una persona ha acquistato una casa, o ha sottoscritto un contratto per la costruzione di una casa; se un'impresa è coinvolta in un'attività di costruzione, il governo israeliano non ha per legge il diritto di fermarli".
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Re: Israele: Negoziati subito

Messaggioda franz il 16/06/2009, 19:07

Il problema della crescita naturale non è da poco.
Israele è in gran parte desertico ed il 92% della popolazione è urbanizzato mentre per fare un confronto lo è il 74% dei tedeschi ed il 68% degli italiani. Le zone abitabili sono poche. Le zone coltivabili sono meno del 16% e quelle coltivate perennemente sono meno del 4%. In Italia per contro il 26% è coltivabile ed il 9% perennemente coltivato. Metà israele è deserto.

Il rate di immigrazione è basso, circa 2 immigrati ogni mille abitanti (come in Italia) ma la crescita della popolazione è dovuta al saldo attivo tra nascite e morti. Mentre da noi sono piu' i morti (10 ogni 1000) che i nati (8 ogni mille) in Israele abbiamo quasi 20 nati ogni mille e meno di 6 morti ogni 1000.
Questo è dovuto ad una popolazione giovane, che fa figli (età mediana in israele è di 29 anni contro i 43 dell'Italia) e muore meno.
Ed i figli si sa necessitano di case piu' grandi e quando crescono anche loro vogliono farsi una casa.
Possibilmente non nel deserto o rinunciando a terreno agricolo.

Considerando che dove si insediano gli israeliani arriva lavoro, strutture pubbliche e ricchezza, credo che ai palestinesi converrebbe avere tantissimi insediamenti nella west bank e vivere in pace con loro.

Franz
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