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Crisi, allarme Ong sui paesi poveri

Discussioni su quanto avviene su questo piccolo-grande pianeta. Temi della guerra e della pace, dell'ambiente e dell'economia globale.

Crisi, allarme Ong sui paesi poveri

Messaggioda franz il 19/04/2009, 11:33

Il Rapporto dell'associazione "Azione per la salute globale"
Si rispettino gli impegni assunti con gli Obiettivi del Millennio

Crisi, allarme Ong sui paesi poveri
"Non vengano abbandonati"

A rischio soprattutto donne e bambini: "Per la fame fino a 400.000 decessi l'anno"
Per evitare il peggio potrebbero servire dai 25 ai 140 miliardi di dollari
di ROSARIA AMATO

ROMA - "Se i donatori si serviranno della crisi economica come scusa per voltare le spalle ai loro obblighi, una crisi già grave potrebbe diventare catastrofica". E' la replica, a distanza di mesi, dell'associazione "Azione per la salute globale" alle affermazioni di Robert Zoellick, direttore della Banca Mondiale. Alcuni mesi fa, infatti, Zoellick aveva dichiarato che "la crescente recessione economica sommata all'aumento dei prezzi dei prodotti alimentari e di quelli combustibili renderà ancora più difficile, per i governi dei paesi in via di sviluppo, proteggere i poveri".

E invece è proprio questo il momento di difendere i poveri: rispettare gli impegni presi è anzi la migliore delle strategie anticrisi, è la tesi che emerge dal rapporto (presentato in occasione della Giornata della Salute) di "Azione per la salute globale", network internazionale che riunisce 15 organizzazioni non governative che hanno sede a Bruxelles e in Francia, Germania, Spagna, Regno Unito e Italia. "La salute è un diritto fondamentale umano. - ricordano gli estensori del rapporto - Costituisce anche un contributo fondamentale alla riduzione della povertà, allo sviluppo sociale, alla sicurezza umana e alla crescita economica".

La povertà incide soprattutto sulle donne. Al contrario, abbandonare i Paesi in via di sviluppo significherebbe condannare a morte certa centinaia di migliaia di persone, soprattutto donne e bambini. La povertà non è uguale per tutti, ricorda infatti "Azione per la salute globale": "Attualmente, nel Sud del mondo, ogni minuto una donna muore di parto. Per ogni donna che muore, 20 soffrono di invalidità o malattie". Ancora, "circa il 75% delle infezioni da Hiv nella fascia di età compresa tra i 15 e i 24 anni riguarda le giovani donne"; "circa 120 milioni di bambine e di donne sono sottoposte alla mutilazione dei genitali".

E sulla salute dei bambini. Ma non va meglio ai bambini: "Un bambino che nasce in un Paese in via di sviluppo ha già 13 volte più probabilità di morire rispetto a un bambini nato in un paesi industrializzato". Ma con la crisi il rischio di morte infantile diventerà più elevato: "Si calcola che l'attuale crisi economica comporterà tra i 200.000 e i 400.000 decessi l'anno, dovuti in gran parte al drammatico peggioramento della malnutrizione infantile".

Gli Obiettivi di Sviluppo del Millennio. Una società sana è capace di attivare un circolo virtuoso di cui beneficiano anche le relazioni internazionali, ricorda "Azione per la salute globale". E allora, bisogna evitare che la crisi sanitaria sfoci nei Paesi in via di sviluppo in una catastrofe umanitaria. E l'unica via, ricorda l'organizzazione, è quella di far fronte agli impegni già presi, a partire dagli Obiettivi di Sviluppo del Millennio, concordati a New York nel settembre del 2008, valutando anche l'eventualità di incrementare i finanziamenti già garantiti. In particolare in riferimento alla Salute, gli Obiettivi assunti sono tre: ridurre di due terzi il tasso di mortalità infantile sotto i 5 anni; migliorare la salute materna; combattere l'Hiv/Aids, la malaria e altre malattie.

Secondo la Banca Mondiale, ricorda l'organizzazione, già in 94 Paesi in via di sviluppo su 116 si sta verificando un rallentamento della crescita economica e soltanto un quarto delle nazioni più vulnerabili possiede le risorse necessarie a prevenire un aumento della povertà. E quindi, "i 22 Paesi più poveri del mondo potrebbero aver bisogno quest'anno, per resistere, di aiuti per 25 miliardi di dollari. Ma se la crisi risultasse peggiore delle previsioni, questa cifra potrebbe raggiungere i 140 miliardi".

La posizione dell'Italia. A fronte di queste cifre, quali sono gli impegni dell'Italia? Il nostro Paese, sottolinea "Azione per la salute globale", "ha sempre mantenuto il livello più basso di aiuti per lo sviluppo tra i Paesi presi in esame (con l'eccezione del 2005, ma si trattava di annullamento del debito)". Non solo: "Il budget destinato allo sviluppo per il 2009 conoscerà una diminuzione del 56% rispetto a quello del 2008 ed è possibile che la crisi economica comporti riduzioni ulteriori".

L'Italia, riconosce l'organizzazione, non è indifferente alle esigenze dei Paesi in via di sviluppo, e infatti "è comunque molto attiva nella ricerca e sperimentazione dei meccanismi innovativi di finanziamento". Ma non basta: il rispetto degli impegni economici assunti in sede internazionale è fondamentale per la stessa sopravvivenza dei Paesi più poveri.

E pertanto, chiede con forza "Azione per la salute globale", l'Italia deve rispettare gli impegni di contribuire con 2,5 miliardi di dollari (l'equivalente di circa 1,9 miliardi di euro, distribuiti in 383 milioni di euro l'anno da inserire nelle manovre finanziarie dei prossimi cinque anni) ai 60 miliardi di dollari stanziati dal Vertice G8 di Toyako per la lotta alle malattie infettive e per rafforzare la salute, e con almeno 130 milioni di euro l'anno per 2008, 2009 e 2010 al Fondo Globale per la lotta contro Aids, Tb e malaria.

(19 aprile 2009)
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